Al PRESIDENTE MUSUMECI NEGATO L’IMPEGNO MORALE DI ENTRARE AL POLICLINICO DOVE CI SONO I MORTI DI CASTELDACCIA

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ROMA – «Gravissimo strappo istituzionale in un momento di tragedia e lutto dove tutte le forze devono mostrarsi unite». Così il deputato Vittorio Sgarbi commenta la vicenda che ha coinvolto Conte e Musumeci.

«Il dandy presidente del consiglio è circondato, come un cantante pop, di bodyguard di Stato che impediscono al presidente della Regione, che gli è superiore in senso gerarchico e che è il responsabile di una regione autonoma, di andare al policlinico dove ci sono morti e feriti per lasciare la scena a Conte, vice di se stesso. Non è un fatto formale né di protocollo, ma una totale mancanza di coscienza delle istituzioni come se l’impegno di assistenza e di soccorso non toccasse in prima istanza al presidente della Regione», aggiunge. «Questo episodio mostra una gravissima inadeguatezza dello pseudo presidente del Consiglio e induce a sollecitarne le dimissioni perché chi sbaglia sulle forme non può non sbagliare sulla sostanza».

Fin qui la dichiarazione pubblica di Sgarbi. Un passo indietro e ricorderemo quel che ha detto Musumeci sulla vicenda.

«Ho appreso dalla viva voce del prefetto di Palermo e dai funzionari della Digos che il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico, dove avrei voluto accogliere il premier e, assieme a lui, rendere l’omaggio alle vittime di questa notte e portare ai familiari il cordoglio della comunità siciliana. Il profondo rispetto per i morti di questa sciagura mi ha indotto ad assumere una condotta improntata al senso di responsabilità: ho preferito, senza plateali polemiche, fare rientro alla Presidenza della Regione per presiedere la seduta dalla Giunta e decidere quali ulteriori misure debbano essere adottate a partire da domani, dopo quelle deliberate e realizzate nei giorni scorsi».

«Sia chiaro – ha aggiunto il governatore siciliano – questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione Siciliana, allarma e suscita indignazione – denuncia- Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l’Istituzione che rappresento e per il popolo siciliano. E questo vale per tutte le istituzioni, anche per il presidente del Consiglio“.

Conte ha telefonato al governatore Musumeci spiegando che è successo perchè ha deciso di venire in Sicilia all’improvviso, non appena è stato informato della tragedia e senza neppure dare ai suoi uffici il tempo di preavvertire il Governatore e le altre Autorità locali. Conte ha prospettato al Governatore Musumeci che potevano incontrarsi in Prefettura, mentre non era opportuno farlo al Policlinico anche al fine di rispettare le richieste di riserbo dei familiari delle vittime. L’ha invitato comunque a Palazzo Chigi: il presidente del Consiglio è sempre disponibile a incontrare i Rappresentanti delle Istituzioni. E’ quanto si apprende da Palazzo Chigi. 

Il prefetto di Palermo deve andare via afferma Musumeci : «Se il premier Conte dice di non avere dato disposizione in questo senso come mi ha detto al telefono, se il capo del cerimoniale dice alla mia struttura di non averne dato disposizione, allora la condotta del capo della Prefettura mi sembra inadeguata al ruolo. Sono portato a pensare che il capo del governo non stia mentendo, quindi o mente il capo del cerimoniale o il Prefetto di Palermo, e allora se così è spero che il prefetto venga allontanato». «Per due volte il presidente del Consiglio è venuto in Sicilia e il presidente della Regione lo ha appreso col massimo ritardo. Pretendo rispetto non per quello che sono ma per quello che rappresento. Qualcuno lo deve dire a Roma che in Sicilia bisogna venire col cappello in mano». .

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