Ancora una giovane vittima sulle strade della Sicilia: Giuseppe Rapisarda, trasportava e montava mobili

 

Giuseppe Rapisarda lavorava per una ditta di Catania, era capo furgone responsabile per il trasporto ed il montaggio di mobili. Altro incidente nella notte ad Adrano: due persone ferite, non sono gravi

 

Ancora giovani vittime sulle strade della Sicilia . Un incidente mortale si è verificato ieri sera a Santa Venerina, lungo la via Provinciale.  Un lavoratore perde la vita, Giuseppe Rapisarda, 34 anni. In servizio dal 2018 per una ditta di Catania, ed era capo furgone responsabile per il trasporto ed il montaggio di mobili.

Rapisarda, si apprende, si è schiantato con la sua Golf, a pochi passi da casa: troppo forte l’impatto contro il muro, per il giovane non c’è stato nulla da fare. Inutili i soccorsi del personale del 118, che non ha potuto far altro che constatare il decesso.

Altro incidente, sempre in provincia di Catania, ad Adrano, che ha provocato due feriti per fortuna non gravi. Due le auto coinvolte, una delle quali si è ribaltata su se stessa. Sul posto, intervento del personale medico del 118 e dei carabinieri.

Sparatoria e omicidio a Vittoria, ucciso giovane di 23 anni, il presunto assassino di 29 anni, si è costituito ai Carabinieri

 

 

C’è un fermo per l’omicidio del 23enne Giovanni Russo avvenuto a Vittoria. Il presunto assassino, A. V. di 29 anni si è consegnato ai carabinieri che stanno indagando sul delitto e che erano già sulle sue tracce. L’uomo, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Matteo Anzalone, non ha risposto alle domande della sostituta procuratrice di turno, Ottavia Polipo.

 

L’omicidio avvenuto ieri sera

Il delitto è avvenuto -si apprende -nel centro del Ragusano. Numerosi colpi d’arma da fuoco  hanno rotto il silenzio e la tranquillità di una serata qualsiasi nel quartiere Maritaggi. La vittima del delitto è stata uccisa nella sua abitazione al culmine di quello che gli inquirenti considerano un vero e proprio conflitto a fuoco.

Sul posto, a seguito di numerose chiamate al 112 giunte da chi ha udito gli spari, sono subito arrivati polizia e carabinieri , si apprende che  le indagini e investigazioni sono coordinate dai militari dell’Arma. Il delitto è avvenuto in via Colledoro e gli inquirenti già  parlano di un delitto commesso nell’ambito di contrasti fra la vittima ed il suo presunto assassino.

Ricorderemo che appena due giorni fa il conflitto a fuoco  con l’omicidio di Palermo. Esattamente allo Sperone.. Da un lato Alessio Caruso e Giancarlo Romano, dall’altro Camillo e Antonio Mira con i parenti. Al termine uno dei quattro contendenti è morto, gli altri tre sono in stato di fermo compreso il ferito grave. La contesta nasce da un debito impagato di circa 2.500 euro da parte dei Mira nei confronti di Caruso. 

Pochi giorni prima il delitto del Villaggio Mosè ad Agrigento, anche in quel caso un delitto nato da un incontro per un contrasto personale fra il titolare di una concessionaria d’auto e tre conoscenti. Tre i fermati e tutti respingono ogni accusa e sostengono che a sparare a Roberto Di Falco sia stato Lillo Zambuto, il titolare della concessionaria d’automobili.

La causa, forse, per assegni risultati scoperti per la compravendita di alcune auto. Le indagini ora proseguono con l’ascolto dei testimoni.

 

Gaetano Riina, fratello di Totò, il “Capo dei capi”, è deceduto e seppellito nel cimitero di Mazara del Vallo. Stop ai funerali

 

 

È morto a 90 anni Gaetano Riina, fratello di Toto’ Capo dei capi.     Si apprende che il decesso è avvenuto giovedì e ieri è stato seppellito nel cimitero di Mazara del Vallo.

Il questore di Trapani dr.  Salvatore La Rosa ha emesso un divieto di funerali pubblici.          Si è studiato    pure  il percorso che l’auto funebre ha dovuto seguire per raggiungere il camposanto dove si è svolta una veloce tumulazione alle 20.   Presenti solo i parenti più stretti.

Trovato un uomo di 68 anni privo di vita nella sua casa di Monreale. Non vi sono segni di violenza

 

 

 

Foto di due bambini e utilizzanp un idrante

Archivi-Sud Libertà

I  vigili del fuoco di Monreale hanno trovato un cadavere in fondo Cangemi  (Palermo). I vicini non avevano sue notizie da giorni e hanno chiamato il numero di soccorso.

I pompieri sono entrati in casa e  hanno trovato l’uomo di 68 anni privo di vita. Secondo una prima ricostruzione pare che la morte sia avvenuta una settimana fa. Sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Monreale insieme al medico legale per effettuare l’ispezione sul corpo e stabilire le cause del decesso 

Secondo gli accertamenti preliminari non vi sarebbero segni di violenza sul corpo né sono stati individuati segni di effrazione.

Giovanni Barreca e i suoi “complici” non rispondono al GIP e si proclamano innocenti. Il mandante il demonio?

 

Strage in famiglia: complici omicida sono fanatici religiosi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Giovanni Barreca, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel  per liberarli dal male-il demonio – secondo rito di  esorcismo, e i suoi due complici Sabrina Fina e Massimo Carandente.

Come si sa Barreca e i complici  si proclamano “innocenti”   Come se il mandante fosse il “demonio” e loro semplici esecutori- Per gli investigatori  un  grattacapo non da poco.
    I tre, fermati domenica per omicidio e soppressione di cadavere, sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, che dovrà convalidare i provvedimenti restrittivi, per l’interrogatorio di garanzia.

Altavilla Milicia in Sicilia: “Presenze demoniache” spingono un uomo ad uccidere la moglie e due figli

 

 

 Altavilla Milicia, alle porte della città, dove è avvenuta la tragedia. Arrestato 54enne: sembra che in piena notte abbia parlato di “presenze demoniache”.

La villetta dove è avvenuto il trplice omicidio  - (Fotogramma)
La villetta dove è avvenuto il triplice omicidio – (Fotogramma)

Strage ad Altavilla Milicia, alle porte di Palermo, dove un uomo ha ucciso la moglie e due figli di 5 e 15 anni e poi ha chiamato il 112. Una terza figlia di 17 anni è riuscita a fuggire. L’uomo si è fatto trovare dai carabinieri nella vicina Casteldaccia dove è stato arrestato.

 L’autore della strage, Giovanni Barreca, muratore di 54 anni,  un fanatico religioso al momento del fermo,ha ripetuto più volte ai Carabinieri che “Mia moglie e i miei figli erano posseduti da Satana”.

Si apprende che l’assassino aveva una fissazione sulla presenza di demoni”, anche durante la notte del triplice omicidio, e  accusava la moglie e i figli di essere “posseduti da Satana”. . Sembra che la strage sia avvenuta almeno 36 ore fa, come emerge da un primo esame medico legale dei due corpi dei ragazzi.

Unica superstite la figlia di 17 anni

La ragazza rimasta viva che viene ascoltata in queste ore collabora con i Carabinieri. La 17enne era in stato confusionale, quando è stata trovata dal personale del 118 che l’ha soccorsa. Non si sa se la ragazza si sia nascosta e per questo sia stata risparmiata dalla volontà folle del padre oppure sia stata lasciata volutamente viva.

Particolari del delitto agghiaccianti .Il 54enne ha strangolato il figlio più grande con una catena, secondo la ricostruzione  dei militari che indagano. Le vittime sono Kevin di 16 anni e il fratellino Emanuel di 5 anni. Anche il più piccolo è stato strangolato ma per il grande è stata usata una catena, poi trovata accanto al cadavere del 16enne.

Kevin ed Emanuel erano morti da “almeno 36 ore”, secondo quanto emerge da primi esami medico legali eseguiti sui due cadaveri. La figlia di 17 anni, unica superstite, sarebbe dunque rimasta in casa con il padre per le ultime 36 ore. Gli inquirenti stanno cercando di capire se sia stata drogata.

Il corpo della donna, carbonizzato, è stato trovato nel giardino della villetta dove si è consumata la strage .

 “Lui da un po di tempo era fissato con la religione,aveva problemi economici “

” Salvini Licata ed Elisabetta Cassano, zia e nonna di Antonella Salamone affermano : “da anni si era fissato da qualche tempo con la religione, ma noi non sentivamo Antonella da almeno una settimana”. . Le due donne, che sono arrivate nella villetta della strage, sono ancora incredule la tragedia :  La moglie di Barreca lavorava come badante. Ora saranno i consulenti specialisti in neurologia ad accertare se l’assassino era sano di mente o assalito da follie o cause – come sembra dire l’incredibile scenario- di instabilità mentale

Esplosione in un appartamento a Napoli causa il decesso di due coniugi anziani

 

foto (ufficio stampa) Vigili del fuoco 

 

 

Napoli,

Esplosione e successivo incendio, la notte scorsa, in un appartamento a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco che, nella vicina abitazione, interessata dal crollo di una parete, hanno trovato i corpi  senza vita di due anziani coniugi. Secondo i primi accertamenti, sarebbe stata una probabile fuga di gas  che ha ucciso i due anziani   Indagini sono in corso.
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Tragedia familiare ad Agropoli a causa di una violenta lite tra due coniugi

 

Una violenta lite tra due coniugi degenerata in un omicidio e suicidio

Carabinieri scientifica - Fotogramma

Tragedia familiare ad Agropoli, in provincia di Salerno dove marito e moglie, un pizzaiolo di 51 anni e una dipendente di banca di 43 anni, sono stati trovati morti oggi 22 gennaio nel loro appartamento di via Donizetti. Si suppone, secondo prime ipotesi, ad  un femminicidio con conseguente suicidio dell’uomo.

Di mattina tra i due coniugi si sarebbe infatti verificata una lite violenta e le urla avrebbero spinto i vicini a chiedere l’intervento dei carabinieri. Ma, troppo tardi, perchè ,si apprende, lui avrebbe ucciso la donna e si sarebbe tolto la vita. In casa, al momento dei fatti, era presente la figlia della coppia di 13 anni, tuttora sotto choc.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri  per approfondire le indagini e sono attesi il Pm di turno alla Procura di Salerno e il medico legale.

Palermo, strangola la figlia vittima di una forma grave di depressione Arrestata la signora autoaccusatosi del delitto

Depressione - SapereSalute

Palermo,

Depressione, disperazione, solitudine.  Forse si scoprirà presto la causa che avrebbe spinto la madre a compiere l’efferato gesto   Intanto è stata già sottoposta ad una lunga notte di interrogatorio nella Questura di Palermo, dove è stato dichiarato lo  stato di fermo della signora settantaquattrenne che si è autoaccusata di avere ucciso la propria figlia.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Palermo. La vittima, 44 anni, è morta strangolata nella sua abitazione nella zona di Bonagia a Palermo. Inutile l’intervento dei sanitari del 118. A dare l’allarme è stata la stessa madre, che ha chiamato le forze dell’ordine dicendo: “Venite, ho ucciso mia figlia”. Sembra che la vittima soffrisse di una forte forma di depressione e che la madre abbia agito “spinta dalla disperazione”.

Il Procuratore di Agrigento, dott Vella coordina le indagini delle due rumene trovate senza vita a Naro nelle loro case

Scientifica dei carabinieri all'opera - Fotogramma

Identificazione delle due donne grazie all’opera della scientifica

Agrigento,

La morte delle due donne rumene trovate all’alba di oggi senza vita nelle loro abitazioni a Naro nell’agrigentino  ha uno sviluppo giudiziario. Un indagato, ‘ accusato di duplice omicidio e vilipendio di cadavere. In questo momento è in caserma a Naro per essere interrogato, alla presenza del suo legale. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella.

La donna  è stata trovata carbonizzata nell’incendio che ha interessato l’appartamento in cui viveva, l’altra in un lago di sangue. Le due donne ritrovate cadaveri erano entrambe rumene. I carabinieri, coordinati dal Procuratore aggiunto Salvatore Vella, stanno indagando per fare luce su quanto accaduto. Si stanno cercando collegamenti tra le due vittimepare che le due donne fossero amiche. Il marito di una delle due era morto da tempo.

Si apprende dell’identificazione:     delle due donne trovate morte: si tratta di Delia Zarniscu, 54 anni e Maria Rus, 58 anni, entrambe romene. Le vittime vivevano a Naro da qualche tempo.

Una notta d’inferno

Sono state le urla strazianti di una delle donne morte a far scattare la notte scorsa l’allarme dei vicini di casa, che hanno quindi allertato le forze dell’ordine. Delia Zarniscu sarebbe stata aggredita e uccisa dentro casa, in via Vinci: l’abitazione era a soqquadro e il corpo in una pozza di sangue.