Chiesa siciliana: “Educare al bene comune e lottare le varie Mafie …”

STATO E CHIESA INSIEME CONTRO MAFIA

“Il 1993 è un anno fondamentale. E’ l’anno in cui la mafia, qui a Palermo, decide di esprimere dei segni di potere sia nei confronti dello Stato che della Chiesa. Forse, anche perchè il 9 maggio Papa Giovanni Paolo II gridò la sua condanna alla mafia lì ad Agrigento, nella valle dei templi. Si trovava davanti al Tempio della Concordia e poco prima aveva incontrato i parenti del giudice Livatino, ucciso da cosa nostra”. A parlare è il vescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, intervenendo all’auditorium dell’Istituto Gonzaga, nel capoluogo siciliano, al seminario sul tema “Convertitevi! Un peculiare discorso ecclesiale sulle mafie”, organizzato dall’Universita’ di Palermo e dal Comando regionale Sicilia della Guardia di Finanza. 

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Il prof.Angelo Cuva :“Con la presentazione della lettera dei vescovi di Sicilia, che si intitola ‘Convertitevi’, concludiamo la seconda edizione del corso promosso dall’Ateneo di Palermo insieme alla Guardia di Finanza. “.

“Criminalità organizzata e corruzione sono fenomeni complessi. Le ricette semplicistiche non bastano e i soggetti partner devono collaborare”, ha dichiarato il generale Ignazio Gibilaro, comandante regionale Sicilia della Guardia di Finanza, che ha aggiunto: “Forze di polizia specializzata, magistratura, mondo della scuola, dell’etica e della religione oggi si incontrano in modo sinergico per dare un messaggio forte: togliere qualsiasi tipo di alibi, anche di tipo morale, a chi vive di illegalità e, insieme, concludere una battaglia che si sta vincendo. Ma per portare a conclusione la guerra – ha puntualizzato il Generale – bisogna coinvolgere tutte le componenti sane e vive della nostra società”.

Presente, all’incontro, oltre all’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha ricordato la figura di padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia venticinque anni fa, a Brancaccio, anche monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale: “Bisogna convertirsi a una cultura della legalità e alla lotta delle varie mafie. Convertirsi a una cultura del bene comune. L’educazione alla legalità – ha aggiunto il prelato – si coniuga anche con la solidarietà e con l’educazione del bene comune. A questi valori bisogna improntare le nuove generazioni”.

 

 

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