Finalmente una vittoria di civiltà – Adesso vediamo le applicazioni tecniche sul “Biotestamento”

SUD  LIBERTA’

Il biotestamento è legge: «Introdotta norma di civiltà, è il momento più bello della legislatura»

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Il biotestamento è legge. Il testo sulle Disposizioni anticipate di trattamento e in materia di consenso informato, già licenziato dalla Camera, è passato senza modifiche al Senato.

La legge è stata quindi approvata in via definitiva con 180 favorevoli, 71 contrari e sei astensioni. Al termine del voto finale, l’aula ha lungamente applaudito l’approvazione del provvedimento.

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Si può affermare che gran parte della paternità sulla legge è dell’Associazione Luca Coscioni, a cui il presidente del Senato Pietro Grasso ha rivolto un saluto durante i lavori del Senato. Sulle tribune c’era anche Mina Welby, presidente dell’associazione e moglie di Piergiorgio, oltre ai genitori di Luca Coscioni Rodolfo e Anna Cristina e la figlia di Carlo Lizzani, Flaminia. Con loro anche Generosa Spaccatore, moglie di Luigi Brunori e Maddalena Soro, moglie di Giovanni Nuvoli.

L’Associazione ha promosso attivamente l’approvazione della biotestamento. Essa ha consegnato al Presidente del Senato Grasso 27mila firme raccolte in calce all’appello di Dj Fabo per un immediato ok senza modifiche. Firme che si aggiungono alle oltre 121mila raccolte per la proposta di legge popolare depositata nel settembre 2013, e alle oltre 158mila sottoscrizioni dell’appello lanciato da Mina Welby, così come all’appello dei senatori a vita e a quello dei quasi 90 sindaci italiani e 2 presidenti di regione.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, parla di “un provvedimento a lungo atteso che ha generato un ampio e acceso dibattito, sia tra le forze politiche che nell’opinione pubblica”. “Ciascun gruppo parlamentare e ciascun senatore ha espresso con forza i propri convincimenti e ogni posizione – sottolinea – merita il più profondo rispetto, nella consapevolezza che quando si esaminano tematiche così dense di significati, di dolore e di speranza, a guidarci devono essere la reciprocità e l’ascolto“.

Ci vorrà “molta attenzione nell’applicazione della legge – commenta la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin – Avrei preferito che ci fosse stato il modo di trovare soluzioni a delle problematiche tecniche, e questo purtroppo non c’è stato. Ritengo però che, ora che è stata approvata la legge, si debba rafforzare ancora di più il rapporto tra medico e paziente perché non dobbiamo creare nessun meccanicismo”.

Ricordiamo però che le Dat non sono l’eutanasia. In Italia l’eutanasia non si pratica, non è legale e non si può fare. Manteniamo distinte le due cose”,  spiega Lorenzin. Quanto all’importanza di non creare meccanicismi, il ministro della Salute spiega di riferirsi “soprattutto alle persone anziane, alle persone fragili che non devono essere lasciate sole nella malattia. E quindi ci vuole una maggiore responsabilizzazione nelle terapie del dolore, nella cura e nello stare vicino ai pazienti più fragili che hanno oggettivamente più difficoltà”.

 

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