I RISCHI DEL POTERE

Risultati immagini per immagine del potere politico

 

di Raffaele Lanza

 

Il pubblico finora è stato  troppo tenero con la politica e con alcuni suoi leader, mentre invece esclusivamente da essa dipendono le scelte su dove e come effettuare i tagli e su quali riforme portare avanti e quali bloccare. Oggi  in Italia i rapporti di forza si sono ormai rovesciati e  nessuna vera riforma è possibile se la politica non è in grado di  far capire i benefici e il benessere al popolo.   Abbiamo ascoltatoprogrammi politici che non sappiano siano realizzabili e quali coperture finanziarie abbiano davvero.

I governi che finora hanno cercato di cambiare il Paese e la pubblica amministrazione, indipendentemente dal loro colore politico, lo hanno  fatto con la triade “più leggi, più Stato, più regole e repressione”.    Molti i dubbi degli osservatori politici
Ricordiamo l’opposizione della burocrazia con le proposte riformatrici  di Matteo Renzi con l’esito del referendum che ha portato alla caduta del suo governo. Già da sindaco di Firenze, Renzi aveva capito la minaccia che una burocrazia forte può rappresentare per la politica e, arrivato a Palazzo Chigi, individuò i primi nemici da combattere proprio nei magistrati del Tar e del Consiglio di Stato alla guida di gabinetti ministeriali e uffici legislativi.    Sappiamo com’è finita:  a ridosso della consultazione referendaria, la giustizia amministrativa gli ha presentato il conto smontandogli prima la riforma Madia sulla pubblica amministrazione e poi quella, attesa da anni, che imponeva alle banche popolari di trasformarsi in società per azioni.

 

Risultati immagini per immagine del potere politico

Matteo Renzi, “Il Lancillotto” delle banche

Già perchè Matteo Renzi-è noto a tutti – è sempre stato il paladino -Lancilotto delle banche italiane Oggi l’ex  fonda il nuovo partito “Italia viva” perchè  nel Pd non aveva trovato i posti e le prerogative che cercava.

  Salvini insegna: solo che il leader del Carroccio è davvero libero nei suoi movimenti, nelle sue azioni, non deve neppure organizzare riunioni interne per mandare avanti le sue idee,libero anche di fare errori non consigliato dai vertici. Matteo Renzi nel Pd doveva fare le  capriole per avere i consensi della maggioranza di quelli che contano. Ma le critiche erano 

sempre presenti.

Risultati immagini per immagine del potere politico

Ipotesi di dare la carica di Capogruppo alla Camera a Maria Elena Boschi

Il risultato è che oggi nessuno più pensa all’ideologia, alla storia , alle tradizioni di una comunità partitica. Si cercano solo poltrone, meglio se governative, incarichi importanti, distribuzione di  poltrone anche per enti di sottosottogoverno e periferici purchè mantengano vivo e vibrante il protagonismo e l’esistenza politica.   La scelta di Renzi fa riflettere, è la scelta del potere, una scorciatoia altro che la sottomissione al segretario Zingaretti.   

Perché Matteo Renzi aveva  perso la battaglia politica? Innanzitutto perché ne ha sottovalutato il potere: non si può varare una nuova norma contro il Consiglio di Stato ed evidentemente contro la Corte costituzionale. E se si cerca di farlo,  si finisce sotto graticola..
Renzi si porta un bel drappello, afferma di fare l’antiSalvini,in realtà la stoffa è identica. Corsa al potere assoluto..Sono ndividui e istituzioni che fanno i loro interessi e, quando si sceglie di fondare un partito autonomo si sceglie il più delle volte la difesa  a ogni costo dei  privilegi della casta. Finoggi se ne contano 41.

Sono questi i rischi del potere. Non parliamo più di coerenza, di programmi per il popolo, oggi è di moda la scissione, levati tu dalla poltrona che mi siedo io. Ciò spiega perchè vediamo parlamentari di destra correre e cambiare subito casacca nel neonato movimento di sinistra. Gli incarichi fanno gola e sono sempre più appetibili.
Detto questo, bisogna quindi fare attenzione perchè in tempi in cui ci si illude di poter risolvere i mali dell’Italia mettendosi in proprio, non ci si rende conto di quali rischi si corrano. Esiste infatti un potere frammentario, quello dei singoli,che brucia le idee della giustizia e del benessere ed è alla ricerca dei privilegi .  Non trascuriamo poi che la nascita di nuovi partiti o movimenti determinerà l’erogazione per legge di finanziamenti pubblici in un momento in cui i tribunali, in particolare il Collegio di giudici milanese, ha inchiodato parlamentari ancora con la “mani sporche” dei contributi ai partiti.   L’erogazione pubblica delle risorse avrà come intestatari i capi dei nuovi partiti. E i controlli si rivelano assai difficili per non dire improbabili.  Nuovi partiti, ma questa-Signori – è la nostra Italia.  “Viva” l’Italia . Ma …povera Italia.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *