Papa Francesco: “Ricevere Gesù significa creare unità non divisione”

 

 

 

Papa Francesco dalla finestra del suo studio davanti ai fedeli riuniti in piazza S.Pietro: E’ la Chiesa che fa l’Eucaristia, ma è più fondamentale che l’Eucaristia fa la Chiesa, e le permette di essere la sua missione, prima ancora che di compierla”. “Ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro, e perché faccia di noi l’unità” …

“Gesù è presente nel sacramento dell’Eucaristia per essere il nostro nutrimento, per essere assimilato e diventare in noi quella forza rinnovatrice che ridona energia e voglia di rimettersi in cammino, dopo ogni sosta o caduta”, : “Ma questo richiede il nostro assenso, la nostra disponibilità a lasciar trasformare noi stessi, il nostro modo di pensare e di agire; altrimenti le celebrazioni eucaristiche a cui partecipiamo si riducono a dei riti vuoti e formali”.

“E tante volte qualcuno-aggiunge il Pontefice – va a messa perché si deve andare, come un atto sociale, rispettoso ma sociale”: “Ma il mistero è un’altra cosa: è Gesù che viene per nutrirci”. “La comunione al corpo di Cristo è segno efficace di unità, di comunione, di condivisione”, al punto da diventare tra loro un corpo solo, come unico è il pane che si spezza e si distribuisce”: “Non si può partecipare all’Eucaristia senza impegnarsi in una  fraternità vicendevole che sia sincera.

Ma il Signore sa bene che le nostre sole forze umane non bastano per questo. Anzi, sa che tra i suoi discepoli ci sarà sempre la tentazione della rivalità, dell’invidia, del pregiudizio, della divisione…Tutti conosciamo queste cose. Anche per questo ci ha lasciato il Sacramento della sua Presenza reale, concreta e permanente, così che, rimanendo uniti a Lui, noi possiamo ricevere sempre il dono dell’amore fraterno”. “Questo duplice frutto dell’Eucaristia: l’unione con Cristo e la comunione tra quanti si nutrono di Lui, genera e rinnova continuamente la comunità cristiana”, ha ricordato  il Santo Padre citando il Concilio. “Ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro, e perché faccia di noi l’unità e non la divisione”..

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