Assenteismo medici , indagine della Guardia di Finanza all’Umberto I di Enna

 

Ufficio — Foto Stock

Archivi -Sud Libertà (assenteismo medici)

La Guardia di finanza – si apprende –  avrebbe notificato degli avvisi di conclusione delle indagini ,con ipotesi di reato di truffa ,a medici anestesisti dell’Umberto I di Enna.

Operazione “Vado e torno”- La Finanza combatte la piaga dell’assenteismo -e le coperture dei dipendenti- nei pubblici Uffici

 

Operazione Vado e torno - Assenteismo nella pubblica amministrazione

Militari della Guardia di Finanza di Torino,-apprendiamo da Comunicato stampa,  con il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, nell’ambito dell’operazione “VADO E TORNO” a contrasto del fenomeno dell’assenteismo nella Pubblica Amministrazione, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio della durata di 3 mesi nei confronti di una dipendente dell’ASL TO5 di Chieri, con mansioni di “tecnico della prevenzione, vigilanza ed ispezione in materia di igiene e sanità veterinaria”, denunciata per le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di un Ente pubblico e false attestazioni o certificazioni a mezzo di sistemi di rilevazione delle presenze.

Le attività investigative, avviate d’iniziativa e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, si sono svolte da gennaio a giugno 2021. In tale periodo i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino hanno effettuato articolate indagini con pedinamenti, fotografie, filmati ed analisi dei tabulati telefonici nei confronti della dipendente, a cui il citato Ente sanitario aveva affidato il compito di effettuare controlli sulla sicurezza degli alimenti presso macelli, macellerie e supermercati ma che, invece, avrebbe destinato parte del proprio tempo lavorativo ad incombenze personali.

All’esito degli accertamenti sarebbe emerso che la donna, pur risultando formalmente in servizio, si sarebbe trovata, in realtà, presso l’abitazione propria o dei familiari, oppure impegnata in acquisti presso centri commerciali, mercati rionali, in bar e rivendite di tabacchi.

Per recarsi in luoghi estranei ai propri doveri la dipendente si avvaleva della propria autovettura e talvolta di autoveicoli dell’ASL stessa. Nel corso delle indagini si è altresì verificato un episodio in cui la signora, in orario di servizio, si era recata presso il noto mercato all’aperto di “Porta Palazzo”, parcheggiando in sosta vietata e venendo anche sanzionata dalla forza di polizia intervenuta. Nel corso di 6 mesi, la donna avrebbe maturato oltre 90 uscite e più di 180 ore di assenza non autorizzate.

Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, la posizione della dipendente che, nel corso delle indagini preliminari, ha integralmente ammesso gli addebiti davanti all’Autorità giudiziaria, è stata comunicata anche alla Procura Regionale per il Piemonte della Corte dei conti, in relazione ai conseguenti profili di danno erariale e per il recupero delle somme.

L’operazione si inquadra nel più ampio dispositivo messo in atto dalla Guardia di Finanza a tutela della legalità nei luoghi di lavoro pubblici, quale testimonianza del quotidiano impegno delle Fiamme Gialle nel contrasto di fenomeni illeciti a danno della Pubblica Amministrazione, a salvaguardia degli interessi della collettività.

Assenteismo al Comune di Palermo, attestazioni false, timbrature “multiple”,oltre 55 impiegati,per truffa e falso, 18 raggiunti da misura cautelare

Assenteismo, l'Isola è maglia nera: undici licenziamenti in un solo anno -  Sardiniapost.it

PALERMO
Fenomeno assenteismo ai raggi x in Sicilia .Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Capoluogo e l’Unità Operativa di Polizia Giudiziaria del locale Comando di Polizia Municipale hanno eseguito, nella mattinata odierna, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, a carico di 18 dipendenti comunali che dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di falsa attestazione di presenza in servizio e truffa ai danni dell’Amministrazione Comunale. 

L’attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, si è sviluppata dopo alcune segnalazioni anonime a seguito delle quali venivano avviati due differenti filoni d’indagine condotti dalle due Forze di Polizia, che facevano emergere un pervasivo fenomeno di assenteismo dal lavoro di molti dipendenti dell’ufficio comunale competente per gli impianti cimiteriali, i quali attestavano falsamente gli orari di svolgimento delle proprie mansioni, traendo in inganno l’amministrazione di appartenenza, in violazione dei doveri di fedeltà e diligenza dei pubblici dipendenti.

Si apprende che ,in particolare, l’attività d’indagine svolta dal Carabinieri si è concentrata sulle assenze dei dipendenti, sia comunali che delle società partecipate che prestano servizio all’interno degli uffici dei Servizi Cimiteriali del Comune di Palermo, siti in via Lincoln. All’esito di tale articolata attività d’indagine, caratterizzata dall’esecuzione di numerosi servizi di osservazione e da mirati riscontri documentali, i Carabinieri constatavano come un elevato numero di impiegati comunali effettuavano, sia timbrature  anche multiple per conto di altri colleghi al fine di attestarne falsamente le loro presenze in servizio, sia allontanamenti autonomi non giustificati. Nel corso di 5 mesi d’indagine, i Carabinieri hanno documentato quasi 2.000 “timbrature sospette”, di cui 240 sviluppate e contestate, e ciò a testimonianza del fatto che si trattasse di un fenomeno diffuso e generalizzato tra gran parte dei dipendenti dell’ufficio comunale. 

Nel complesso, l’indagine ha consentito di ricostruire condotte penalmente rilevanti su 55 impiegati, ovvero più di un terzo dei circa 150 dipendenti che prestano servizio presso l’ufficio dei Servizi Cimiteriali del comune di Palermo. 
Tra questi, il G.I.P del Tribunale ha ritenuto di applicare la misura cautelare nei confronti di coloro i quali, avendo perpetrato un numero cospicuo di episodi delittuosi o avendo una particolare personalità desunta da pregressi precedenti penali, sussista un rischio concreto ed attuale di reiterazione del reato.

 

 

Assenteismo Asl : scoperto un sistema incentrato su uno scambio di favori. “Strisciavano” il badge” ai colleghi compiacenti. La Finanza li incastra

Video You tube- (Il Faro)-Guardia di Finanza- Roma

Sono otto i dipendenti dell’Asl Rm 5 ai quali le Fiamme gialle del comando provinciale di Roma hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura di Tivoli. Assenteismo vale a dire reato di truffa e falso .Alcuni non facevano neppure ingresso nella sede ma figuravano al lavoro, altri si allontanavano dopo aver ‘strisciato’ regolarmente il proprio badge nel dispositivo di registrazione delle presenze installato all’ingresso della ‘Casa della Salute’ di Zagarolo. 

Per gli otto impiegati  una vera odissea giudiziaria oltre che disciplinare..

Vicende come queste nascono da segnalazioni, esposti, elementi che inducono le Fiamme Gialle della Compagnia di Frascati, coordinate dal locale Gruppo, a monitorare i loro movimenti, posizionando delle telecamere nei pressi dell’apparecchiatura “marcatempo” e pedinandoli per diversi giorni. Le immagini registrate hanno confermato i sospetti, riprendendo dipendenti che, appena timbrato il cartellino, si allontanavano per alcune ore dal posto di lavoro per sbrigare faccende personali

Si apprende anche che le indagini hanno rivelato l’esistenza di un sistema consolidato incentrato su uno scambio di favori che, in alcuni casi, si è spinto anche a simulare la presenza per l’intero turno, in virtù di  colleghi compiacenti che “strisciavano” il badge a inizio e fine giornata. Gli 8 denunciati dovranno rispondere dei reati di truffa ai danni dell’Ente di appartenenza e falsa attestazione di presenza in servizio. 

Dopo lo spettacolo indecente dell’assenteismo ieri al Parlamento, oggi, alle 11, il governo prorogherà lo stato di emergenza

Foto Presidenza del Consiglio (Italia)

SANZIONI PER CHI VIOLA L’OBBLIGO DI INDOSSARE LA MASCHERINA E NUOVE REGOLE PER L’ESENZIONE

Oggi alle 11 intanto si riunirà  il Cdm per prorogare lo stato d’emergenza, rinviato dopo che ieri il Parlamento italiano ha offerto il solito spettacolo indecente dell’assenteismo e del nulla di fatto quindi sulla risoluzione della maggioranza e sulle comunicazioni del ministro Roberto Speranza.

E’ prevista la sanzione da 400 a 1000 euro per chi viola l’obbligo di mascherina e tamponi obbligatori per chi rientra da Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Repubblica Ceca. Sono queste alcune delle misure che dovrebbe prevedere il nuovo Dpcm   Ma ci sono alcune eccezioni sull’obbligo di indossare le mascherine: si è esentati se si fa attività motoria (fermo restando il distanziamento di almeno due metri), se si va in moto o in bicicletta, se si è in auto da soli o con i congiunti. Sanzioni da 400 a 1000 per i trasgressori. Inizialmente la sanzione per chi viene sorpreso senza mascherina arrivava fino a 3.000 euro, come prevedeva il decreto a marzo, ma a fine maggio quando era passata la prima emergenza è stata abbassata 1.000 euro.

I  proprietari dei locali pubblici che non osservano l’obbligo di mascherine rischiano la sanzione  da 400 a 1.000 euro ed inoltre si potrebbe subire anche la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.

Sanzioni 400 a 1.000 euro per chi non rispetta l’obbligo della quarantena. Mentre chi ha contratto il Covid-19 ma non rispetta le restrizioni può incorrere in una sanzione penale con l’arresto da 3 a 18 mesi, oltre che in un’ammenda da 500 a 5.000 euro. Può infatti essere denunciato per epidemia colposa.

Per quanto riguarda la possibile novità sui tamponi obbligatori per Gb. Olanda, Belgio e Repubblica Ceca andrebbe ad aggiungersi a quelli già previsti per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta, Spagna, oltre che da Parigi e altre sette regioni della Francia.

Parola del Presidente Musumeci:”I dipendenti regionali sono improduttivi e si grattano la pancia dalla mattina alla sera”

Timbratura cartellini per presenza docenti, a Cevignano per motivi ...

(Archivi-Sud Libertà)

 

di      R.Lanza

 

Palermo –

.Polemiche per una dichiarazione del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci nel corso di un convegno sull’energia a Catania,  “l’80 % dei dipendenti regionali si gratta la pancia”  

Musumeci ha definito i dipendenti regionali anche  “improduttivi», gente che «si gratta la pancia dalla mattina alla sera». «Affermazioni gratuite per i sindacati, che lasciano senza parole – denunciano i sindacati – non solo perché poco eleganti, per dirla così. Ma anche perché pronunciate dal formale datore di lavoro. ». Per i confederali, «è la riforma che non c’è, la chiave di tutto». «Fare finta di nulla – sostengono – lasciare il mondo com’è e poi andare addosso ai lavoratori, fa pensare al tentativo di scaricare sui dipendenti l’incapacità di realizzarla, la riforma».

Musumeci è anche assessore ad interim del dipartimento ai beni culturali e dell’Identità siciliana. Certamente non è uomo che inventa una dichiarazione tanto impopolare se non avesse fatto dei riscontri sui luoghi di lavoro. Ha coraggio, bisogna prenderne atto. Il suo predecessore-Crocetta – si scagliava contro i forestali -perchè aveva detto che alcuni forestali erano gli autori degli incendi  per garantire l’occupazione.  Le cronache del tempo in diversi casi confermavano la “verità” di Crocetta.Musumeci che è anche un acuto osservatore e conosceva-come politico dirigente e giornalista capocronista di un periodico siciliano- la burocrazia della pubblica amministrazione siciliana. Ha capito come funzionano gli uffici della Regione Siciliana. Chi dice il contrario ha interessi di parte e difende il contributo sindacale.

Assenteismo: in Italia il tasso più basso in aziende private

E il fenomeno assenteismo ad esempio, specie quello dirigenziale è sotto gli occhi di tutti. Oggi è molto ridotto certo, l’ombra del magistrato aleggia dapertutto.  Al dipartimento ai beni culturali i dirigenti hanno sempre “timbrato il cartellino”, cioè passato il classico badge una sola volta al giorno per un inusitato ordine di servizio regionale di un direttore generale dei beni culturali esperto in magia e  affari di prestigiazione.

La cosa è passata inosservata e messa sotto silenzio. E nel passato alle Soprintendenze,in particolare a Catania persino il caposervizio personale – è una cosa notoria -all’epoca della ex soprintendente Vera Greco, venica-    (circostanza all’attenzione della Guardia di Finanza che allora chiese chiarimenti al vertice -)  in ufficio da Adrano, dove risiedeva,  alle ore 945-10 del mattino anzichè alle 7.30 per rispondere alle istanze degli utenti.           E’ innegabile e nessuno lo può negare alla propria coscienza   Oggi i dipendenti probabilmente restano al loro posto ma non si può escludere che tanti di essi come afferma il governatore Musumeci- “si grattino davvero la pancia” o si tocchino altre parti del corpo..

ASSENTEISMO ALLA BNL E DIPENDENTI, QUASI TUTTI, SENZA MASCHERINA . PREFETTO SAMMARTINO INTERVENGA CON UNA ISPEZIONE

Assenteismo lavoro, il 30% sta a casa il lunedì per malattia. Alla ...

Assenteismo e lavoro che si accumula
di    R.Lanza

Si sa del nuovo scontro tra Vittorio Sgarbi, contrario ad indossare la mascherina in Aula, e la presidenza della Camera, che lo ha richiamato a farlo correttamente. “Non è che ci sono 629 imbecilli e una persona saggia, è una questione di rispetto per i colleghi”, ha riferito  Mara Carfagna, presidente di turno dell’Assemblea. Dopo due richiami e l’intervento dei deputati questori, la situazione è tornata alla calma.  

Fin qui, lo “spettacolo” di Vittorio Sgarbi ,personalità estrosa con tante idee strane in testa,  raddrizzato nell’Aula parlamentare, ma l’episodio costituisce  un triste esempio di imitazione/indifferenza anche da chi, come la popolazione bancaria, ha il dovere di indossare l’apposita mascherina,per proteggere se stessi e , soprattutto gli altri che attendono risposte.    Dovere ancora non revocato da alcuna disposizione governativa e/o regionale. Ci ha sorpresi dunque vedere ieri flotte di dipendenti della Banca Nazionale del Lavoro di Corso Sicilia a Catania che ,anzichè restare nei propri uffici ad onorare l’incarico assegnato loro dai vertici si assentono per ore- alla pari di un Ufficio pubblico dove è notorio il fenomeno assenteista- e rientrano,impeccabili nei loro vestiti monocolore e rituale cravatta, privi dell’apposita mascherina anti-Covid-19.

Il Prefetto Claudio Sammartino

Il Prefetto di Catania, dr Claudio Sammartino, nominato
dal Consiglio dei Ministri nel 2018

La situazione non cambia all’interno degli uffici e sportelli della Bnl  protagonista del disagio di numerosi utenti , tutti in fila,uno dopo l’altro, a raggiungere la corsia stradale.     Sportelli bancari  e scrivanie tutte vuote e un solo dipendente seduto a ricevere l’utenza disorientata.  Gli altri dipendenti che rientravano dal “Caffe”  ( naturalmente “lungo”)  a dialogare fra di loro senza mettersi la mascherina.       Le regole-abbiamo detto- dobbiamo osservarle, soprattutto quando diversi studiosi nutrono timori di una seconda ondata della pandemia.      Ci rivolgiamo al Prefetto di Catania, dr. Claudio Sammartino, che sappiamo  autore di numerose pubblicazioni fra cui “dialogo sulla corruzione,legalità e Giustizia, impegno per il bene comune”:  intervenga allora presso la Banca Bnl con una ispezione di Polizia idonea a verificare l’osservanza della legge AntiCovid. Se è il caso si diano sanzioni esemplari . Dobbiamo finirla con questa indifferenza verso gli altri. Siamo in attesa..

DIRIGENTI E FUNZIONARI DELL’ASP DI CATANZARO “PROTAGONISTI DELL’ASSENTEISMO ED ANCHE ISTIGATORI”

Reati  contestati sono quelli di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio.

Il tasso di assenteismo nei ministeri | nextQuotidiano

OPERAZIONE CARTELLINO ROSSO: FENOMENO DIFFUSO A CATANZARO MA  ANCHE IN TUTTA LA SICILIA

Operazione ‘cartellino rosso‘ della Guardia di finanza del comando provinciale di Catanzaro contro l’assenteismo alla Asp e all’ospedale ‘Pugliese – Ciaccio’ di Catanzaro .. Cinquantasette indagati e 15 misure cautelari     Oggi circa cento finanzieri del comando provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione  a un’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, Claudio Paris, su richiesta della Procura. I delitti contestati sono quelli di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio.

 

Nel mirino delle indagini, dirette dal Pubblico ministero Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, sono finite le “condotte illecite di numerosi dirigenti, impiegati e dipendenti delle strutture amministrative dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e dell’ospedale ‘Pugliese – Ciaccio’ del capoluogo calabrese”.

 

Si apprende che  “nei confronti di 15 persone, (un dirigente e sei dipendenti dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e otto lavoratori dell’azienda ospedaliera ‘Pugliese – Ciaccio’) è scattata la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno”.

Disposto invece “nei confronti di 18 persone fisiche (oltre ai quindici sopra citati, altri due ex dipendenti dell’azienda ospedaliera e un ex dirigente dell’azienda sanitaria provinciale, tutti ora in quiescenza), il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, delle somme di denaro corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati durante i periodi di indebita assenza, per un importo totale di circa 20.000 euro“.

Complessivamente –  i pubblici dipendenti assenteisti coinvolti nell’indagine sono cinquantasette e a ciascuno di essi viene oggi notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari del pubblico ministero”.

Dettagli dell’indagine. Dalle telecamere installate negli uffici amministrativi dei due presidi sanitari dai finanzieri del nucleo di polizia economico – finanziaria/gruppo tutela spesa pubblica, che hanno poi proceduto a riscontrare minuziosamente gli episodi di assenteismo, sono emersi “oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate“.

Il fenomeno è spiegato dalla Procura di Catanzaro in una nota, “variegato e per certi versi fantasioso era il sistema illecito ideato per eludere gli obblighi di registrazione della presenza in servizio attraverso l’utilizzo dei badge”. “Ad esempio, in moltissimi casi gli indagati si allontanavano dall’ufficio senza alcuna valida ragione lavorativa: molto spesso per fare la spesa, per esigenze di carattere personale o addirittura per recarsi a giocare ai videopoker in un vicino esercizio commerciale – spiegano gli inquirenti – in altri casi, invece, alcuni indagati (anche di rango dirigenziale) consegnavano il badge a colleghi o dipendenti compiacenti, affinché lo utilizzassero al loro posto per far rilevare falsamente la presenza dell’interessato”.

Una curiosità ha colpito l’attenzione degli investigatori.E cioè :un “dipendente, evidentemente intento a strisciare il cartellino per conto di altri colleghi assenteisti” che “è arrivato a coprirsi aprendo l’ombrello all’interno della struttura, per evitare di essere ripreso da eventuali sistemi di videosorveglianza”.

Il colonnello Carmine Virno, comandante del Nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza di Catanzaro che ha condotto le indagini, ha chiarito che si tratta di dirigenti, ex dirigenti e funzionari amministrativi, non di medici o infermieri.

Gli assenteisti erano tutti d’accordo, si coprivano a vicenda, anche i dirigenti erano compiacenti e anziché reprimere tali condotte ne erano protagonisti e in alcuni casi istigatori. Un atteggiamento diffuso, definito nell’ordinanza di custodia cautelare ‘corporativo’. L’indagine che si è conclusa oggi con queste misure ha messo a nudo un diffuso assenteismo, non circoscritto a pochi dipendenti”.

 

 

 

Evviva il festival dell’assenteismo, i giudici assolvono persino il”Vigile in mutande”

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Incredibile ma vero : assolto dall’accusa di “truffa per assenteismo” il vigile in mutande”

Dieci assoluzioni il processo con rito abbreviato, ai cosiddetti ‘furbetti del cartellino’ che aveva visto nel 2015 scattare 43 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza sull’assenteismo al comune di Sanremo. Tanti avevano deciso di patteggiare vista l’evidenza inequivocabile dei fatti. Gli altri rinviati a giudizio .

A sorpresa il  gup Paolo Luppi ha dunque assolto dieci imputati con la formula “il fatto non sussiste”. Tra loro c’è anche l’ex vigile Alberto Muraglia, assolto dall’accusa di truffa ai danni dello Stato,  simbolo per eccellenza dell’inchiesta antiassenteismo , ritratto come il vigile che timbrando il cartellino in mutande realizzava la denigrazione dell’immagine dell’ente comunale nonchè della categoria.       Il giudice non ha tenuto conto della denigrazione dell’immagine del Comune dove il vigile lavorava nonchè della circostanza inusitata che si era creata con quella “storica” timbratura.Incredibile la Giustizia.  Incredibili gli avvocati che sono riusciti a ” capovolgere quella situazione tragica per il vigile” (determinò il licenziamento)

Secondo lo studio legale del vigile in mutande lui  – era custode del mercato, in cambio aveva casa all’interno della struttura: alle 5.30 andava ad aprire come custode, senza dover timbrare il cartellino. Alle 6 prendeva poi servizio come vigile, la disposizione interna dice che tutti i vigili urbani timbrano in borghese e poi mettono divisa. La timbratrice è a 10 metri dalla porta di casa quindi lui timbrava normalmente in borghese e poi indossava la divisa. Per 4 volte in un intero anno di filmati mentre si cambiava era andato a timbrare, in questo avvantaggiando il comune e non l’opposto. E dopo proseguiva col fare il suo lavoro“.

Dopo 4 anni oggi è arrivata l’assoluzione.

 

QUATTRO EX LSU REGIONE SICILIANA RINVIATI A GIUDIZIO PER ASSENTEISMO

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Nella foto il Tribunale di Palermo
Quattro ex Lsu-lavoratori socialmente utili – sono stati rinviati a giudizio per assenteismo dalla Procura di Palermo
Secondo il Pubblico ministero Dr.Francesco Gualtieri il reato contestato  è di “Truffa aggravata a danno della Regione siciliana”-
A giudizio il Pm ha mandato Mari Bognanni e Domenica Valpa ambedue di 54 anni, Margherita Finazzo di anni 50 ,Rita Raccuglia di anni 43
Il fenomeno dell’assenteismo si è verificato nella cittadella giudiziaria di Palermo in via Pagano dove gli ex Lsu lavorano e, per uscire dagli uffici non hanno passato il badge dalle apposite apparecchiature e non hanno in ogni caso registrato il permesso
I legali nominati per il giudizio sono Giuseppe Siino, Fausta Catalano, Arianna Marsala, Valentina Longo e Vitale Giambruno

Il Gup Roberto Riggio ha comunicato che la prima udienza del processo si terrà il 20 marzo del prossimo anno .Si apprende che una segnalazione anonima ha fatto scattare  l’intervento giudiziario..Adesso la Regione dovrà presumibilmente attivare per legge l’autonomo procedimento disciplinare nei confronti dei lavoratori il cui contratto è assimilato a quello dei dipendenti regionali.