Richiedere l’Ecobonus al 110 per cento: vediamo questa breve Guida di SUD LIBERTA’

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Con la conversione del decreto rilancio  l’ecobonus 110 per cento sappiamo è già operante . Già numerose sono le richieste degli interessati, e le imprese al lavoro.Vediamo cosa cambia, come funziona e a chi spetta l’ecobonus o bonus 110%, con le modifiche apportate in Parlamento sul tema delle seconde case e dei tetti di spesa.

Con la conversione del decreto rilancio, l’ecobonus 110 per cento è legge. Vediamo cosa cambia, come funziona e a chi spetta l’ecobonus o bonus 110%, con le modifiche apportate in Parlamento sul tema delle seconde case e dei tetti di spesa.

L’articolo 119 del decreto rilancio stabilisce i soggetti beneficiari delle detrazioni 110:

  • condomini
  • persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari – limitatamente all’ecobonus 110%, questi soggetti possono beneficiare della detrazione per gli interventi realizzati sul numero massimo di due unità immobiliari, fermo restando il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio
  • istituti autonomi case popolari (IACP) per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazione di volontariato e associazioni di promozione sociale
  • associazioni e società sportive dilettantistiche, limitamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi

Tra le ultime novità che riguardano l’ecobonus’è anche l’estensione delle detrazioni 110% per tutte le seconde case e le villette a schiera, mentre sono escluse dalla fruizione del nuovo ecobonus le unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali:

  • A/1 abitazioni di tipo signorile
  • A/8 abitazioni in ville
  • A/9 castelli, palazzi di eminenti pregi storici o artistici

Per l’articolo 119 del dl rilancio a detrazione fiscale del 110% per “interventi di efficienza energetica, sismabonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”. Restano fermi i tre interventi “trainanti”:

  • Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate (novità) che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda;
  • Interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione, del 18 febbraio 2013, a pompa di calore, ivi compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, ovvero con impianti di microcogenerazione o a collettori solari, nonché, esclusivamente per i comuni montani non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, definiti ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera tt), del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102;
  • Interventi sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, a pompa di calore, ivi compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo ovvero con impianti di microcogenerazione, a collettori solari o, esclusivamente per le aree non metanizzate nei comuni non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, con caldaie a biomassa aventi prestazioni emissive con i valori previsti almeno per la classe 5 stelle individuata ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2017, n. 186, nonché, esclusivamente per i comuni montani non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, definiti ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera tt), del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102;
  • Interventi finalizzati all’adozione di misure antisismiche. La detrazione viene prevista anche per sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici, purché realizzati congiuntamente a interventi di miglioramento o adeguamento antisismico sull’edificio.

L’installazione di pannelli solari e di colonnine di ricarica rientra nella detrazione del 110% solo se effettuata insieme a uno degli interventi trainanti. Anche gli interventi di riqualificazione energetica tradizionali possono rientrare nel 110% se fatti insieme a uno degli interventi trainanti.

Durante l’iter parlamentare sono stati definiti nuovi tetti di spesa rispetto a quelli previsti dalla prima formulazione del dl rilancio.

Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Rilancio, dovrà essere emanato un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate e un decreto attuativo del Mise che renderanno davvero operativo l’ecobonus 110% e definiranno le modalità di cessione del credito e sconto in fattura.

Per poter optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito sarà necessario richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta. Inoltre, la scelta delle due opzioni dovrà essere comunicata telematicamente all’Agenzia delle Entrate. Inoltre per poter accedere alle due opzioni sarà necessario che gli interventi siano asserverati da un tecnico abilitato.

L’asseverazione tecnica degli interventi può essere rilasciata:

  • al termine dei lavori;
  • per ogni stato di avanzamento dei lavori, fino a un massimo di 2 e per una percentuale minima del 30% del medesimo intervento.

Ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2000 a euro 15000 per ciascuna attestazione o asseverazione infedele resa.

 

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Ecobonus 110, il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate

Pronto il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate sullEcobonus, che detta le regole per la cessione del credito alle banche o per lo sconto in fattura del bonus 110. In allegato anche il modello per la cessione e le istruzioni per permettere a cessionari e fornitori di fruire del credito d’imposta per la detrazione del 110 per cento.

Dopo i decreti attuativi del Mise sull’ecobonus 110, il decreto asseverazioni e quello tecnico sui requisiti minimi arriva anche il decreto attuativo dell’Agenzia delle Entrate che permette all’ecobonus 110 di diventare completamente operativo.

Il provvedimento dell’8 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate reca le “Disposizioni di attuazione degli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, per l’esercizio delle opzioni relative alle detrazioni spettanti per gli interventi di ristrutturazione edilizia, recupero o restauro della facciata degli edifici, riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti solari fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici

Provvedimento 8 agosto 2020

Secondo quanto stabilito dal provvedimento dell’8 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate, la comunicazione per fruire della cessione del credito o dello sconto in fattura deve essere inviata in via telemativa a partire dal 15 ottobre 2020 ed entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui viene sostenuta la spesa. Bisogna utilizzare l’apposito modello di comunicazione in allegato al provvedimento denominato “Comunicazione dell’opzione relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica”

L’opzione può essere esercitata tanto per le unità immobiliari che per quelle relative alle parti comuni degli edifici e la comunicazione può essere inviata dal beneficiario della detrazione, direttamente, o avvalendosi di un intermediario, per il primo caso, mentre quella relativa agli interventi eseguiti sulle parti comuni degli edifici è inviata dall’amministratore di condominio, direttamente o tramite intermediario.

Provvedimento attuativo Entrate bonus 110

PDF icon pdf

  • Modulo per la comunicazione dell’opzione per gli interventi di efficienza energetica

  • PDF icon comunicazione
  • Con la firma del ministro Patuanelli sul decreto requisiti minimi tecnici per l’ecobonus 110, il superbonus 2020 è pienamente attivo. Dopo la pubblicazione del decreto asseverazioni e della corrispondente modulista, entrambi i decreti attuativi Mise del bonus 110 sono a disposizione di chi vuol realizzare gli interventi di efficientamento energetico usufruendo di una detrazione del 110 per cento.

    Decreto requisiti minimi per il superbonus in pdf

    Il decreto requisiti minimi per il superbonus definisce i requisiti tecnici che devono soddifistare gli interventi che danno diritto alla detrazione delle spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente, nonché gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti (il cosiddetto bonus facciate introdotto dalla legge di bilancio 2020) e gli inteventi che beneficiano della detrazione fiscale del 110% come previsto dal decreto rilancio.

    In sintesi, vengono quindi definiti i requisiti tecnici per usufruire delle agevolazioni dell’ecobonus, del bonus facciate e del superbonus 110%. Inoltre vengono indicati i costi massimali per ogni singola tipologia di intervento e le procedure e le modalità di esecuzione dei controlli a campione.

    È stata inoltre prevista anche la possibilità di applicare l’incentivo ai microgeneratori a celle di combustione (idrogeno) ed è stato chiarito che anche le porte d’ingresso, oltre alle finestre, sono detraibili, posto che contribuiscano a migliorare l’efficientamento energetico.

    L’allegato n1 del decreto requisiti minimi per il superbonus o ecobonus 110 riporta anche un’utile tabella in cui per ogni intervento è riportato:

    • il riferimento legislativo
    • la detrazione massima o l’importo massimo ammissibile
    • la percentuale di detrazione
    • il numero di anni su cui deve essere ripartita la detrazione

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    Gli interventi per i quali è possibile la cessione del credito o lo sconto in fattura per l’ecobonus 110

    In tema di modalità di esercizio dello sconto in fattura o della cessione del credito , vediamo per quali interventi è possibile scegliere una delle due alternative alla detrazione

    L’opzione dello sconto in fattura o cessione del credito può essere esercitata per gli interventi di:

    • Recupero del patrimonio edilizio previsto dal TUIR. Si tratta degli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento corporativo e di ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari nonché dei precedenti interventi e di quelli di manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni degli edifici
    • Riqualificazione energetica rientranti nell’ecobonus. Si tratta di interventi quali la sostituzione degli impianti di riscaldamento o delle finestre comprensive di infissi, degli interventi sulle strutture o sull’involucro degli edifici, e anche quelli finalizzati alla riduzione del rischio sismico.
    • Interventi previsti dal sismabonus. Anche se si tratta di acquisto di case antisismiche.
    • Recupero o restauro della facciata degli edifici. Sono previsti anche gli intervneti di pulitura e tinteggiatura esterna, per i quali è previsto il Bonus facciate
    • Installazione di impianti fotovoltaici, compresi quelli che danno diritto al Superbonus.
    • Installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, compresi quelli che danno diritto al bonus 110.

    LE   BANCHE DISPONIBILI

  • Aumenta il parterre delle banche italiane che si dichiarono disponibili alla cessione del credito dell’ecobonus 110 offrendo i propri servizi non solo ai cittadini, ma anche alle aziende che realizzano i lavori.   Dopo Unicredit, infatti, è stata la volta di Banca Intesa Sanpaolo.La pubblicazione dei decreti attuativi e del provvedimento delle Agenzie delle Entrateha fornito le modalità operative per la cessione del credito e lo sconto in fattura per le spese effettuate per l’ecobonus 110 per cento. Le offerte di Intesa Sanpaolo si rivolgono sia ai cittadini sia alle aziende. Non a caso il gruppo bancario nei giorni scorsi ha annunciato il raggiungimento di un accordo con Confapi (la Confederazione delle piccole e medie imprese italiane) per consentire alle aziende di cedere il credito d’imposta derivante dai lavori dell’ecobonus 110.

    La banca ha poi pubblicato un foglio informativo (n 497/003) con il quale ha reso noto le seguenti condizioni economiche:

    • prezzo di acquisto del credito d’imposta superbonus 110%: 90,91% del valore nominale del credito;
    • prezzo di acquisto del credito d’imposta ecobonus e sismabonus, ristrutturazione edilizia e bonus facciate: 80% del valore nominale del credito.

    Per quanto riguarda la modalità di pagamento,  il corrispettivo di cessione verrà versato dal cedente al cessionario entro 5 giorni lavorativi successivi alla data in cui:

    • il credito risulti nel cassetto fiscale della banca;
    • il cedente abbia consegnato al cessionario la documentazione prevista.

    Il corrispettivo sarà corrisposto al cedente mediante accredito sul conto corrente indicato dal cliente ed è determinato nella misura percentuale del valore nominale del credito ceduto sopra indicata.

    PDF icon foglio informativo

 UniCredit propone servizi dedicati e prodotti finanziari per usufruire in modo rapido dell’ecobonus 110%. Vediamo come.

Nel dettaglio, per i condomìni o persone fisiche (proprietarie di edifici unifamiliari o plurifamiliari autonomi e di seconde case) nonché soggetti del Terzo Settore detentori di immobili che vogliono avviare i lavori con l’ecobonus 110%, la Banca prevede la possibilità di acquisire il credito fiscale derivante dai lavori agli immobili che comportino un miglioramento della classe energetica o un miglioramento degli standard sismici degli edifici, come previsto dalla normativa vigente.

Il cliente, sia un privato che un condominio, previa valutazione del merito creditizio, riceve un’apertura di credito fino a copertura del 100% degli interventi che danno diritto ai benefici fiscali, con contestuale sottoscrizione di mandato alla cessione del credito d’imposta a stato avanzamento lavori o a fine lavori nei confronti della banca.

In questo caso il controvalore della compravendita del credito fiscale permetterà l’estinzione diretta della linea concessa. Il cliente pertanto potrà utilizzare la linea di credito ogni volta che deve pagare le fatture al fornitore (es. anticipo, SAL o saldo a fine lavori), in modo da rendere più agevole e immediato l’accesso agli incentivi governativi.

Fino al 30 settembre UniCredit ha attivato una promozione dedicata a tutti i clienti privati e condomìni: la banca prevede l’acquisto al valore di 102 euro per ogni 110 euro di credito fiscale, destinando i proventi derivanti dalla cessione di tali crediti, diventati liquidi ed esigibili, alla riduzione-estinzione del finanziamento concesso.

“Surreale” l’interesse dell’U E sulla manovra “espansiva” del governo italiano-Oggi la “sentenza”

 

Oggi la Commissione europea pubblicherà le opinioni sui documenti programmatici di bilancio degli Stati dell’Eurozona, quello rivisto dell’Italia, opinione che lascia con il fiato sospeso per la riflessione lanciata dal Ministro Tria che ha confermato i saldi (2,4% di deficit/Pil nel 2019) e non riporta i cambiamenti “sostanziali” che erano stati chiesti a Roma.

Ieri il governo è stato battuto alla Camera sull’anticorruzione. Oggi è sulle spine per il giudizio della Commissione europea.Ricorderemo che la maggioranza ieri  è andata sotto su un emendamento al ddl Bonafede votato a scrutinio segreto.  Il presidente della Camera, Roberto Fico, ascoltato il parere dei gruppi, ha sospeso i lavori a Montecitorio per 30 minuti per poi convocare la conferenza dei capigruppo al termine della quale è stato comunicato che l’aula della Camera avrebbe ripreso l’esame del ddl domani alle 11.

L’emendamento al ddl anticorruzione a prima firma dell’ex M5S ora al gruppo Misto, Catello Vitiello, sul quale la maggioranza è stata battuta, depotenzia il reato di peculato. . La maggioranza aveva dato parere contrario all’emendamento Vitiello. I voti a favore sono stati 284, i voti contrari 239.  Ora tocca all’Europa giudicare il lavoro svolto dall’Italia.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha invitato tutti al realismo, definendo quasi “surreale” il vespaio sollevato dalla manovra del governo gialloverde, visto che essa è “solo moderatamente espansiva” e che va inquadrata in un contesto economico in deciso “rallentamento”, ieri è stata il vertice del Meccanismo di vigilanza unica della Bce, Danièle Nouy,a rincarare la dose contro il governo italiano

Risultati immagini per immagine parlamento europeo

Obiettivo, le banche italiane, le cui quotazioni di Borsa continuano a soffrire del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato. In audizione davanti alla commissione Econ dell’Europarlamento, l’ex alta funzionaria della Banca di Francia  ha detto : “Teniamo le dita incrociate per far sì che le banche italiane stiano andando ancora verso una migliore solvibilità e migliori bilanci, sui quali hanno già fatto molti sforzi, con buoni risultati negli stress test dell’Eba”.

Poi ha paragonato la situazione delle banche italiane a quella degli istituti di credito della Grecia, un Paese che è stato sottoposto alle ‘cure’ della Troika, con dosi massicce di austerità che hanno abbattuto drasticamente il Pil, con pesanti conseguenze sociali: “Personalmente – ha detto la Nouy – penso che le banche italiane abbiano fatto molti sforzi per ripulire i bilanci, aumentare le loro posizioni di capitale, migliorare i loro modelli di business: sarebbe molto triste se venissero colpite dalle conseguenze del dibattito politico”. Poi ha aggiunto: “Ma sono cose che succedono: i problemi delle banche greche sono iniziati con discussioni politiche”. Anche se lo spread tra i Btp e i titoli greci a 10 anni attualmente supera di poco il punto percentuale (Atene paga il 4,68%, noi il 3,63%), mentre quello tra i nostri decennali e i Bund tedeschi supera i 3,2 punti percentuali, la situazione dei due Paesi, e quindi delle relative banche, è oggettivamente difficile da paragonare: il Pil dell’intera Grecia è inferiore, e non di poco, a quello della sola Lombardia.

Nonostante che  il debito pubblico supera il 130% del Pil, il nostro Paese destina al servizio del debito, cioè al pagamento degli interessi (un indicatore molto più affidabile della sostenibilità di un debito rispetto al mero rapporto con il Pil), poco più dell’8% del gettito, a fronte del 7% di Regno Unito e Spagna, Paesi che pure hanno rating molto più elevati, come ha notato recentemente il capo economista di Unicredit Erik Nielsen.

 

SUD : “Il disavanzo pubblico servirà per finanziare reddito e pensioni di cittadinanza”- I rischi con l’Europa e le banche

 

La vita dovrebbe migliorare dopo i recenti provvedimenti governativi. Ma dobbiamo confrontarci con l’Europa. Adesso anche il partito Liberi e Eguali dell’ex Giudice Grasso si è schierato con il governo gialloverde giudicando positiva e coraggiosa la manovra.  Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è salito però ino a 280 punti e il Ftse Mib 8-3,7%)  risulta l’indice peggiore tra le piazze finanziarie europee

L’intesa dovrebbe prevedere un deficit pubblico in rapporto al Pil pari al 2,4% – ben al di sopra degli obiettivi che si era posto, secondo indiscrezioni, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Il maggior disavanzo servirà a Lega e M5S per finanziare alcune misure in manovra, tra cui reddito e pensioni di cittadinanza.      Cosa teme l’Europa, cosa temono i mercati ? E il Sud avrà davvero benefici’? Vediamo i Comunicati come pongono il nostro Paese dopo questa manovra

– Un aumento del deficit può compromettere la stabilità dei conti pubblici del Paese ,debito  pari a luglio a 2.341 miliardi. 

 

Risultati immagini per immagini della commissione europea
Se per caso il ministro Tria dovesse lasciare il governo i guai diverrebbero giganteschi perchè  “Lo spread potrebbe spingersi fino a 450-500 punti base e l’ipotesi di vedere all’azione il piano Omt della Bce sarebbe molto probabile”. L’Outright Monetary Transactions è una sorta di scudo antispread, ma implica restrizioni fiscali ai Paesi che ne fanno uso

Entro la fine di ottobre le agenzie di rating pubblicheranno i loro giudizi sul debito sovrano dell’Italia. Si tratta di S&P e Moody’s che, rispettivamente, assegnano al Paese un rating di BBB con outlook stabile la prima e un rating di Baa2 con outlook negativo la seconda. E’ probabile che con questi presupposti, le agenzie si pronuncino con un downgrade che metterebbe l’Italia nelle condizioni di essere solo un gradino sopra la pericolosa soglia dello speculative grade.

Un conflitto con la Commissione Europea  è una delle ipotesi a cui l’Italia potrebbe dover far fronte nei prossimi mesi destabilizzando la credibilità internazionale del Paese.
– Gli istituti bancari  insieme alle assicurazioni e alle società di gestione del risparmio, sono tra i maggiori detentori di Titoli di Stato e quindi del debito pubblico italiano. Il rialzo dello spread implica una perdita di valore per i Titoli di Stato, più difficili da vendere se non a tassi di rendimento più alti. La loro svalutazione a bilancio potrebbe implicare per le banche un ammanco di capitale che, se sotto le richieste della Bce, comporta manovre correttive come gli aumenti di capitale. In parole più semplici il rischio immediato è il rialzo dei tassi dei mutui, una vera batosta per milioni di persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese

Non fidarsi delle banche: ecco perchè!

 

Oggi vorrei fare una domanda:  chi si  fida ancora delle banche?

La verità è che se vuoi investire i tuoi risparmi, non sono più una soluzione.

L’unica vera soluzione è investire nella tua educazione finanziaria e diventare finanziariamente libero. Alfio Bardolla, il giovane miliardario italiano che ha già costruito un impero economico, invia un interessante video al nostro giornale. Ve lo proponiamo:

 

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Troppe truffe e meccanismi illeciti nelle banche: fiducia crollata!

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Meccanismi bancari sotto i riflettori  e, in particolare le banche venete, Mps e, la banca Etruria. La parola oggi alla  Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presieduta da Pier Ferdinando Casini.. Si comincia oggi con il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ma l’attesa più grande è per le audizioni del governatore della Banca di Italia Ignazio Visco, in calendario domani, e dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni, in programma il giorno dopo, mercoledì.

Si parte dalle dichiarazioni lanciate dal capo della Consob Giuseppe Vegas che non hanno lasciato indifferenti.Pur smentendo “pressioni” ha confermato l’esistenza di “uno, forse due” incontri con l’allora ministro Boschi sul caso Etruria.   Ciò vuol dire che il marciume c’è, si vuol nascondere e, soprattutto si è cercato di allineare al silenzio gli uomini chiavi di questa vergognosa vicenda. Vicenda che fa riflettere bene gli italiani.Diciamolo francamente: fra i milioni regalati dal governo e dal suo paladino Renzi alle banche, il fenomeno anatocismo bancario, le truffe pressochè generali in Italia sui nostri conti correnti , la fiducia alle imprese bancarie è crollata.

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Il Governatore, confermato a Palazzo Koch nonostante la mozione ostile del Pd e la  sfiducia espressa più volte da Matteo Renzi, ha sempre sostenuto che” l’operato della Vigilanza andasse giudicato proprio dal lavoro della Commissione di inchiesta. E sarà quindi in questa sede che utilizzerà tutti gli argomenti a sua disposizione per sostenere la correttezza dell’operato della sua struttura. Anche in questo caso, potrebbero emergere contatti ‘sensibili’ con la politica oltre ai limiti, già denunciati in passato, di un sistema che di fatto comprometterebbe l’efficacia degli interventi della Vigilanza“.

Visco dovrà comunque rispondere ai dubbi e alle accuse che sono finora emerse dalle altre audizioni in commissione. Nel caso di Bankitalia, sono quasi tutte firmate Pd: per i dem, impegnati a dimostrare che non c’è stato conflitto di interessi nelle azioni della Boschi, sono gli organi di vigilanza ad aver sbagliato. Hanno sottovalutato la situazione degli istituti di credito tra operazioni baciate, crediti senza controllo, favori ad amici e parenti e truffe ai risparmiatori. Le Autorità non hanno comunicato tra loro, accusano, come è anche emerso dalle parole di Vegas, che ha raccontato di aver appreso di una lettera di Bankitalia a Etruria 4 anni dopo, perché l’istituto aretino la nascose per falsare i prospetti informativi.

Altre contestazioni sostanziali sono arrivate dagli ex vertici delle banche venete. In questo caso, la responsabilità di Bankitalia sarebbe soprattutto quella di aver spinto per aggregazioni, con Etruria e Veneto Banca, guidate da Bpvi. Una linea condivisa dall ex presidente di Bpvi, Gianni Zolfi che in audizione ha tra l’altro detto che Visco chiese ai vertici di  lavorare per l’aggregazione. Pensiero confermato da Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, che ha raccontato di un incontro durante il quale venne fuori la questione della fusione, a casa Boschi. E dove partecipò anche Maria Elena in qualità di ascoltatrice: 15 minuti e poi via, senza dire parola. Contro la Vigilanza anche D’Aguì, ex dirigente di Bim, che su Bankitalia non ha dubbi: ispezioni killer e piene di errori hanno ucciso un’eccellenza quale era la Banca Intermobiliare.

Altre audizioni chiave saranno quelle di Ghizzoni e Padoan. Al primo, trascinato per la giacca nella polemica su Etruria, spetterà rispondere a una domanda chiave: Maria Elena Boschi, come racconta De Bortoli nel suo libro ‘Poteri Forti’, ha veramente chiesto un aiuto a Unicredit per salvare la banca dove il padre era vicepresidente?

Il ministro, invece, avrà questa mattina sul tavolo la documentazione per rispondere a un altro caso spinoso: i derivati che il Tesoro ha acquistato da Morgan Stanley e che sono stati definiti dalla Procura della Corte dei Conti come un “debito infinito”, con un contratto firmato “senza consapevolezza dei rischi e dalle conseguenze sconcertanti”.

(Agenzia)