LOTTA DI PAPA FRANCESCO CONTRO IL “MALE”-CORRUZIONE- CHE TENTA DI IMPADRONIRSI DEL VATICANO

Finanze vaticane, un protocollo anti-corruzione per rispettare gli obblighi internazionali

Quale la contestazione velata del Pontefice all’uomo di fiducia della Segreteria di Stato vaticana?     Si apprende sia un accordo di partnership per apporre il marchio ‘Caritas Roma’ sulla ‘Birra Pollicina’, una birra artigianale prodotta dal pane raffermo e commercializzata dalla società di cui è amministratore Mario Becciu, il fratello dell’ormai ex cardinale Angelo Becciu, in cambio della “donazione” alla Fondazione del 5% del fatturato di vendita.

 

 

Santa Sede all'Osce: allarme corruzione, Paesi operino con trasparenza - Vatican News

Sembra che l’operazione possa essere stata “favorita da mons. Angelo Becciu” e che, anche in considerazione della disciplina di settore prevista in Italia, possa aver generato guadagni indiretti alla Angel’s, cosa che è stata appunto contestata da Francesco al suo ex uomo di fiducia nell’udienza choc del 24 settembre. Ma anche altri punti dell’accordo firmato il 18 novembre 2019 da mons. Giampiero Palmieri, come legale rappresentante pro tempore della Fondazione Caritas Roma Onlus, e da Mario Becciu, quale  amministratore unico e azionista al 95% della società, sono stati sottoposti all’attenzione del pontefice.

 Il Vaticano- la Magistratura – pone sotto i riflettori  il concetto di ‘donazione’, intesa come erogazione liberale che, come tale, consentirebbe alla società detrazioni e deduzioni fiscali,  in contrasto,  con l’articolo 7 dell’accordo che prevede, tra le cause di risoluzione del contratto “il mancato versamento da parte della Angel’s Srl dei contributi previsti all’art. 4”.

In particolare l’articolo 4 dell’accordo, tra l’altro recita: “La Angel’s Srl si impegna a donare alla Fondazione ‘Caritas Roma’ Onlus un importo non inferiore al 5% del fatturato di vendita verificabile con cadenza trimestrale attraverso il sistema contabile della Angel’s Srl”. E ancora: “Il versamento di suddetti importi avverrà trimestralmente entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre di riferimento a mezzo bonifico bancario intestato alla Fondazione e sarà accompagnato da un report dettagliato composto dai tabulati estratti dal sistema contabile della Angel’s S.r.l. da cui sarà possibile verificare la corretta determinazione dell’importo”.

Le indagini e le verifiche comunque sono in corso per l’accertamento completo della verità e del ruolo dell’ex Cardinale Becciu….

Ancora ombre sul Vaticano e le sue finanze: Becciu si dimette da Cardinale

 

Il cardinale Angelo Becciu si è dimesso e ha rinunciato al cardinalato. Lo comunica il Vaticano. “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”..Vaticano, Becciu si dimette e rinuncia a cardinalato

Nella foto il Cardinale Angelo Becciu

Dunque esce  di scena il cardinale Angelo Becciu, già sostituto della Segreteria di Stato dal 2011 al 2018, poi ‘promosso’ prefetto per la congregazione della causa dei Santi.        Forse lo scandalo del  palazzo di Londra che da mesi fa tremare i Sacri Palazzi hanno causato la retromarcia del cardinale.

Lui preferisce non parlare.

 

Ricorderemo allora gli ” investimenti fatti dalla Segreteria di Stato nell’Athena Capital Global Opportunities Fund del noto finanziere Raffaele Mincione, dopo un analogo tentativo di business naufragato in Angola, che parte l’inchiesta portata avanti dagli inquirenti dell’Ufficio del Promotore di Giustizia Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi. Un’operazione, quella con Athena, nata proprio quando a capo della sezione Affari generali della Segreteria c’era monsignor Angelo Becciu, e considerata anomala dalla magistratura vaticana già solo per il fatto che si fosse deciso di finanziare in parte il fondo con i denari dell’Obolo di San Pietro, destinando dunque a operazioni speculative somme possedute con vincolo di scopo per il sostegno delle attività caritatevoli”.

Gestione Becciu:  la segreteria di Stato decise di investire oltre 200 mln di dollari in Angola in una piattaforma petrolifera al largo delle coste del paese africano: è il 2013 e l’investimento venne inizialmente affidato al finanziere Antonio Mosquito della Falcon Oil. A fare l’advisor dell’operazione venne chiamato Raffaele Mincione e a rivolgersi a lui è Enrico Crasso, che, allora a Credit Suisse, già gestiva  le finanze vaticane per conto della Segreteria di Stato. La due diligence però è negativa e l’affare in Angola salta. I 200 mln vengono a quel punto affidati-nel 2014 – proprio a Mincione, che crea il fondo Athena.

Il Vaticano cambia direzione negli affari ed acquista l’immobile di Sloane Avenue a Londra con l’intermediazione del broker Gianluigi Torzi e della sua Gutt Sa.

L’operazione però non si rivela trasparente e disinteressata.Mons. Mauro Carlino (suo ex segretario, ‘emissario’ della Segreteria di Stato nella trattativa con Torzi),viene  indagato per estorsione in concorso con Torzi, Crasso e Fabrizio Tirabassi, e da mons. Alberto Perlasca, responsabile degli investimenti della Segreteria di Stato, indagato per peculato in concorso con Torzi, Tirabassi, Crasso e Mincione. Oltre ovviamente a Crasso, l’uomo a cui Becciu ha affidato per intero le casse vaticane. Perlasca, Tirabassi, Carlino e un altro stretto collaboratore di Becciu, Vincenzo Mauriello, oltre al direttore dell’Aif Tommaso Di Ruzza, saranno poi licenziati dal Papa il 1 maggio 2020, a seguito della perquisizione negli Uffici della Segreteria di Stato.

Vaticano: Libero Milone, revisore conti, è venuto meno al patto di riservatezza…”

Libero Milone racconta e quel che dice non piace al Vaticano che ritiene il Milone, responsabile di un incaricato illegale ad una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. Per il Vaticano Libero Milone è venuto meno all’accordo di riservatezza.

IL 9 MAGGIO – L’incarico arrivato il 9 maggio 2015 riguardava l’analisi dei bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Lo scorso 19 giugno Milone ha presentato le dimissioni al Pontefice che le ha accettate. E ora rivela di non essersi dimesso volontariamente. “Parlo solo ora perché volevo vedere cosa sarebbe successo dopo le mie dimissioni” afferma, sottolineando che visto che “in questi tre mesi dal Vaticano sono filtrate notizie offensive per la mia reputazione e la mia professionalità” non “lo potevo più permettere”.

“Mi spiace molto per il Papa – precisa -. Con lui ho avuto un rapporto splendido, indescrivibile, ma nell’ultimo anno e mezzo mi hanno impedito di vederlo. Evidentemente non volevano che gli riferissi alcune cose che avevo visto. Volevo fare del bene alla Chiesa, riformarla come mi era stato chiesto. Non me l’hanno consentito”.

IL 19 GIUGNO – Milone ricostruisce così le tappe della vicenda e non esclude, dice alla fine, che possa arrivare alla denuncia. Il 19 giugno “fui ricevuto dal sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Becciu, per parlargli del contratto dei miei dipendenti. E invece mi sentii dire che il rapporto di fiducia col Papa si era incrinato: il Santo Padre chiedeva le mie dimissioni. Ne domandai i motivi e me ne fornì alcuni che mi parvero incredibili. Risposi che le accuse erano false e costruite per ingannare sia lui che Francesco; e che comunque ne avrei parlato col Papa. Ma la risposta fu che non era possibile. Becciu mi disse invece di andare alla Gendarmeria”.

In Gendarmeria, spiega Milone, “notai subito un comportamento aggressivo. Ricordo che a un certo punto il comandante Giandomenico Giani mi urlò in faccia che dovevo ammettere tutto, confessare. Ma confessare che cosa? Non avevo fatto nulla”. E aggiunge: “Scoprii che indagavano da oltre 7 mesi su di me. Hanno sequestrato documenti ufficiali protocollati e coperti dal segreto di Stato”. “Impedirlo? Non potevo fare niente. Ero intimidito”.

LA REPLICA DEL VATICANO – “La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate da Libero Milone, già Revisore Generale. In questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall’Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Risulta purtroppo che l’Ufficio diretto da Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”. E’ quanto afferma la Sala stampa vaticana dopo le dichiarazioni dell’ex primo Revisore generale dei conti vaticani.

“Questo, oltre a costituire un reato – riferisce la nota -, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott. Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni. Si assicura, infine, che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona”.
(Agenzia)