Gli avvocati di Carola: una querela per diffamazione contro Salvini

Il Ministro dell’interno Matteo Salvini  dovrà affrontare un procedimento penale per il reato ipotizzato di diffamazione .”Abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazion e a delinquere, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell’Interno”. Lo  afferma pubblicamente Alessandro Gamberini, legale della comandante della Sea Watch Carola Rackete che  passa ora al contrattacco dopo le umiliazioni subite e la riabilitazione dalla magistratura competente.

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L’avv. di Carola prosegue : “Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all’insulto, è Matteo Salvinii che muove le acque dell’odio”  “Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente”.  La condanna del ministro di fronte a tanto scempio di linguaggio sarà inevitabile

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Nella foto il Giudice Alessandra Vella che ha scarcerato Carola considerando prioritario il salvataggio di vite umane

Non si scompone egualmente Salvini che rischia il processo, quasi certo, , anzi rincara la dose e fornisce( ingenuamente) ulteriori elementi di diffamazione – Afferma il Ministro. “Carola infrange leggi e attacca navi militari italiane, e poi mi querela. Non mi fanno paura i mafiosi –  -, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca! Bacioni”.

 

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Il Gip libera Carola, ha salvato vite umane,(soddisfazione dell’Ue), gli imbecilli invece vogliono allontanarla dall’Italia

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Fibrillazione al Viminale dopo la decisione del Gip di Agrigento, Alessandra Vella, di non convalidare  l’arresto della comandante della Sea Watche escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra. Secondo il Gip il reato di resistenza a pubblico ufficiale sarebbe stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare. Da stasera la donna tornerà quindi libera perché cessa, anzi risulterebbe arbitraria la misura degli arresti domiciliari.
La decisione di attraccare a Lampedusa -avverte la magistratura -non sarebbe stata “strumentale, ma obbligatoria” perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri. Di altro avviso la Procura secondo cui non c’era “lo stato di necessità”. Inoltre, per la Procura l’impatto tra la nave Sea watch e la vedetta della Gdf è stato “volontario”, come rivelato i dal Procuratore Luigi Patronaggio al termine dell’udienza di convalida. “E’ stata valutata negativamente, in maniera volontaria, la manovra effettuata con i motori laterali della Sea Watch che ha prodotto lo schiacciamento della motovedetta della Guardia di finanza verso la banchina.

Questo atto è stato ritenuto, da noi, fatto con coscienza e volontà”, ha detto. Carol Rackete è libera ma accusata per i reati 1100 del codice della navigazione, cioè resistenza a nave da guerra, e l’articolo 337 del codice penale, cioè resistenza a pubblico ufficiale. .La motivazione del Gip è comunque prevalente: Carola ha agito per salvare vite umane. Va rispettata dunque. Tutto il resto che si sta confezionando contro questa guerriera è roba da imbecilli. Il prefetto di Agrigento ha disposto nei confronti di Rackete un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera. Il provvedimento dovrà essere convalidato dall’autorità giudiziaria. Anche qui sussistono dubbi e perplessità sulla liceità del provvedimento prefettizio. Senza dubbio fuori luogo e non più pertinente. Che indecenza…!

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