I VELENI DELL’ISTITUTO INCREMENTO IPPICO E LA TARANTOLA DELLA CLASSE DIRIGENZIALE DELLA REGIONE SICILIA

 

La tarantola nella foto

DIRIGENTI  REGIONE SICILIA: UNA TARANTOLA   

 

 

di    Raffaele Lanza

La vicenda dei lavoratori “gladiatori” licenziati all’Istituto incremento ippico di Catania ha messo in luce, come avevamo previsto, la retromarcia della Regione.  La legge   del 2019 che consentiva quell’obbrobrio era nata male ed è stata ” soppressa” con le più recenti disposizioni in materia finanziaria.  Le proteste, i ricorsi, gli scritti, di un caso inusitato, i pareri legali, i duelli tra avvocati esperti in materia,gli striscioni sindacali il contenzioso giudiziario, un punto di vista assai curioso di un giudice che vede la questione in un modo, un altro magistrato vede invece altre angolazioni più terrene. Chissà perché, ci chiediamo. quel che era diventato la topica per eccellenza della Regione siciliana si chiude qui.     Troppi errori della classe dirigenziale. Errori che hanno pagato come immagine i governanti attuali che hanno pensato bene di non perseverare e fare intelligente retromarcia.

Se consentite anche noi di SUD LIBERTA’ che abbiamo pubblicato ogni respiro di questi coraggiosi “gladiatori” abbiamo i nostri meriti e siamo orgogliosi di ricevere gli applausi.

Lavoratori-ricorderemo-  collocati a luglio dello scorso anno “in disponibilità” dall’Istituto Incremento Ippico di Catania,l’ente sottoposto alla vigilanza dell’Assessorato regionale alle Risorse agricole ed alimentari.

Fioccarono i ricorsi dei dipendenti interessati, – alcuni passi indietro in questa vicenda -con esclusione  dei volontari – coloro che hanno volontariamente accettato -e firmato” il declassamento delle mansioni, da “C” in A”  finalizzato alla sospensione degli effetti nefasti che hanno provocato le determinazioni     del direttore dell’ Istituto, supportato da un ex commissario ad acta, dirigente in pensione, Vito Sinatra in obbedienza , manco a dirlo, del governo regionale.

Una sorta di Cassa integrazione visto che lo stipendio è stato decurtato di circa 270 euro mese e ora dovrà essere restituito, probabilmente dal mese di settembre prossimo

Erano  8 unità  “in atto licenziati ingiustamente” da 21 luglio ” per un massimo di 2 anni”  Ridotti oggi a sei, uno per pensionamento l’altro- putroppo – per chiamata divina.

Ricordiamo al pubblico le sedi storiche di lavoro  quelle di Catania e Tenuta Ambelia in territorio Militello  Qui il presidente del consiglio  dell’Istituto, Caterina Maria Teresa Grimaldi di Nixima  ( “Principessa” iscritta nel Libro d’Oro della nobiltà italiana)  con il supporto del Presidente della Regione on Musumeci  vuol realizzare un processo di sviluppo e valorizzazione dell’intera area finalizzata alla realizzazione di un importante centro equestre 

 

Il Presidente della Regione On.Nello Musumeci  esprime dubbi  sulla  serietà sindacale  siciliana

Il Presidente Nello Musumeci esprime dubbi sulla classe dirigenziale della Regione-specie in alcuni dipartimenti Beni culturali- e sulla serietà dei sindacati

 

Un altro aspetto che merita di essere ricordato è che i sindacalisti della Regione  hanno dato  dimostrazioni di incompetenza tecnica  e sollevato interrogativi sulla loro onestà/capacità  nei confronti dei dipendenti.. Nella “riunione” del  13 luglio scorso presso la sede dell’assessorato regionale dell’Agricoltura sindacalisti del Comparto  e dirigenti dell’assessorato regionale all’agricoltura    si  discuteva proprio  della (ex) legge del 2019 che ha rimodulato la pianta organica dell’Istituto per razionalizzare le migliori risorse umane…     ll dirigente responsabile dell’Istituto Incremento Ippico e il dirigente generale del Dipartimento della Funzione Pubblica vennero  autorizzati a stipulare apposito accordo di mobilità in virtù della legge 165 del 2001 che regola anche la copertura dei posti vacanti  Ma non si decise nulla. Né si scrissero verbali di sorta

L’Ente avrebbe potuto procedere, secondo le disposizioni del Contratto collettivo vigente, anche al distacco del personale presso altri enti  inferiori di A e B fino ad esaurimento degli stessi.

Non si è compreso neppure – se non per intuibili scorrette motivazioni politiche – perchè il Dipartimento Funzione pubblica  abbia negato la mobilità al personale 

Altri appunti emergevano mai chiariti dalla Regione:: perchè questa riunione non venne formalizzata in un documento-verbale?    Era una riunione di famiglia?    Il 13 luglio scorso non venne sospeso alcun provvedimento dell’Istituto.  Il risultato: sempre lo stesso. I dipendenti più coraggiosi, coerenti, quelli che davano maggiormente “fastidio”   sono stati messi alla porta, “in disponibilità” .

SINDACATI  INCOMPETENTI, PRIVI DI PROFESSIONALITA’

 

    Abbiamo pure osservato che il personale avrebbe dovuto e dimettersi dai sindacati ed agire in proprio autonomamente.  Qualcuno invero l’ha già fatto.     

Altro punto che non lascia vedere alcun bagliore. “La verifica della professionalità adeguata” svolta con ordine di servizio o altro del direttore dell’Istituto non pone in luce alcuna proposta sindacale in ordine ai criteri da stabilire per la ricollocazione nei posti d’organico vacanti . L’Istituto cioè non pone alcuna regola o meccanismo di “Par condicio” per la scelta del personale da collocare nei posti vacanti . Sceglie quelli che più piacciono alla direzione,realizzando , quindi una ingiustizia con grave danno per i non “prescelti” che non hanno avuto questa opportunità e restano a casa.

 

Autori - Carmela Madonia
Carmela Madonia, ( 6/8/1964) dirigente generale della Regione Sicilia

   

Carmen Madonia, dirigente generale del Dipartimento Funzione Pubblica

–Abbiamo scritto in diversi servizi sulle omissioni della classe dirigenziale regionale–Potremmo davvero pubblicare un volume .Riportiamo parte di tratti  da nostro  testo già  pubblicato sul nostro giornale.

Vorremmo anche che il dirigente generale del Dipartimento della Funzione pubblica Carmen Madonia  spiegasse all’umanità una sua grave omissione istruttoria -per il posto che occupa-visto che la legge n.17 del 2019 ha rimodulato d’ufficio la dotazione organica dell’Istituto riducendo da 31 a 17 le unità di personale creando condizioni soprannumerarie inerenti a 27 soggetti di categoria C, profilo istruttore  ed “atteso pure che i trenta posti esistenti nella vecchia pianta organica sono stati ridotti a tre.

Perchè dunque -è questa l’omissione signora Madonia- non ha verificato la ricollocazione totale o parziale del personale in soprannumero o di eccedenza anche presso altre amministrazioni regionali con preventivo accordo visto che il dipartimento della funzione pubblica costituisce il cuore pulsante dell’intera Regione ?.    Perchè deve dire stupidaggini   all’Istituto ippico che le aveva richiesto di agire in tal senso, uscendo con la puerile e vergognosa scusa che la richiesta non “rientra nel Piano triennale di fabbisogno del personale”.?

Sappiamo pure che il Dipartimento alla funzione pubblica ritiene- risposta al direttore Alessandra- di “non essere autorizzato alla stipula di alcun accordo di mobilità per unità che appartengono al profilo economico C5 e C6, secondo una  delibera della giunta regionale …”

La verità, l’unica, signora Madonia, è che lei esempio di alta dirigenza obbedisce  solo a quella  politica che l’ha piazzata lì  per autoincensarsi e sprofonda la Regione Sicilia rispetto ad altre parti d’Italia  senza sapere forse che lei,per compito istituzionale, deve guidare correttamente la comunità del personale regionale come fanno i generali con gli eserciti.  Meglio il silenzio dunque signora dirigente della Regione …Ormai la conosciamo anche per altre vicende ed ingiustizie (vedasi Ufficio stampa Ersu)….”

 

A questo punto la storia sta per concludersi: i sei “gladiatori” entrano di diritto nel recentissimo concorso-flop della Regione. L’ammissione è con riserva come prevede la legge.          Come nei film-horror il colpo di scena finale: la legge del 2019 viene invalidata dalla Regione politica: il governo e Musumeci pur consentendo il rientro all’Istituto di questo personale ,erano già consapevoli che questi  “gladiatori”avrebbero fatto semtire il loro fiato fino alla fine.

Adesso tutto come prima, il personale è un po’ diviso in due per i colleghi finiti in gloria e il direttore dell’Istituto Incremento ippico, Alessandra nello stile della classe dirigenziale siciliana, ci riprova diversamente.

 

LA  VISITA   DEL  MEDICO    COMPETENTE : QUALE CRITERIO VISTI I PRECEDENTI?

Dott Rosaria BELLA- Un compito difficile l’aspetta giovedì prossimo

Comunica al personale di sottoporsi alla visita medica competente.Rosaria Bella  si chiama il medico del lavoro.  Un’eventuale idoneità alla pulizia dei cavalli metterebbe in crisi nuovamente la qualifica per la quale i sei lavoratori hanno lottato tanto finora.

Già nel passato il giudizio di idoneità alle mansioni di agente tecnico sui cavalli è stato contestato da un dipendente –Salvo Soldano – il più attivo del gruppo rientrante-ex dirigente provinciale sindacale autonomo (Siad) che si è rivolto al Collegio medico dello Spresal che ha modificato il giudizio del medico competente accertando l’idoneità alla qualifica di istruttore direttivo ma non alla mansione di “Addetto alla gestione di pulizia dei cavalli”       Sarebbe un atto –riferisce l’ex esponente sindacale- che travalicherebbe i compiti del medico aziendale al quale non spetta certamente di valutare i rischi relativi a mansioni inferiori di Agente tecnico di cui alla legge n.5/1985 abrogata dalla legge 10/2000 posta a base del nuovo Statuto dell’Itituto Incremento ippico

Lo Spresal – aggiunge Soldano- ne diede immediata comunicazione anche al medico competente ,dott.Venerando Rapisarda, e l’Istituto ippico collocò l’esponente in ufficio

A questo punto si scopre che la cartella sanitaria non risulta aggiornata come dispone l’art 25 della legge n.81 del 2008, sono stati omessi nella cartella il giudizio dello Spresal nonhè altri documenti che chiariscono la inapplicabilità delle mansioni. Insomma, la cartella è falsa “  spiega senza mezzi termini l’avv. Giuseppe Cannizzo ,legale di fiducia dell’ex dirigente sindacale–”Con abuso di potere il dr Rapisarda  ha esposto a rischi dipendenti   quai il Soldano .  quali “Polvere biologico “ riconducibile alle mansioni degli agenti tecnici ma non certamente a quelli di istruttore direttivo..”

Intanto cosa succede nella burocrazia del controllo sanitario?  Vediamo alcuni dettagli anche per far capire il funzionamento inusitato e pieno di furbizie e ” falsità” della Pubblica amministrazione siciliana.   Il dr Salvatore Carfi, nuovo medico aziendale in sostituzione del dr Venerando Rapisarda , dimissionario, consegna in busta chiusa e sigillata, copia della cartella clinica   Come risulta agli del fascicolo dello Spresal,la Commissione presieduta dal dr S.De Luca,quale direttore f.funzioni, ebbe ad ordinare l’acquisizione della cartella sanitaria. Il dr Rapisarda non consegnò la cartella, per l’evidenza dei fatti  -spiega Soldano -deduco che la cartella sanitaria dei rischi consegnatami nel giugno del 2019 dal dr Salvatore Carfi aveva profili di falsità . Si, falsa.

L’avv Cannizzo, legale del Soldano, precisa che in detta cartella  non vi erano inseriti il certificato del 22 luglio 2014 dell’ASP dipartimento Salute mentale;  ancora, il certificato a firma del dr. Zaffora; il verbale del Pronto soccorso

Del 25 agosto 2014; la prescrizione medica del 6 Ottobre 2014 dell’ASP di Paternò; Relazione psicologica della dottssa Barbaro Marisa

Ecco la richiesta del Soldano: “     …..chiede e fa istanza allo Spresal di voler provvedere a sanzionare                                     ai sensi dell’art.58 del Dpr 81/2018, immediatamente il dr. Venerando Rapisarda per la violazione sopra accennate nonché ad aprire una indagine di polizia giudiziaria riguardo la falsità indicata.Fa seguito la denuncia per l’illecita azione        del nuovo medico di sorveglianza dell’Istituto dott. Salvatore Carfi di eseguire la visita di sorveglianza in assenza di alcun presupposto di legge.       Infatti la sorveglianza sanitaria che il dott. Carfi intende eseguire sulla mia persona si manifesta illegittima perché si basa su  diagnosi e mansioni del precedente medico competente, false ed illecite.    Il dr Carfi invero non può sottoporre a visita di sorveglianza chi riveste la qualifica di istruttore direttivo valutando l’idoneità o la non idoneità             non già a rischi relativi alla qualifica posseduta  ma riguardo a rischi relativi alle mansioni di Agente tecnico di cui all’art 2 della  legge n.5/85, una legge che non si applica agli istruttori direttivi.Aggiunge ancora la difesa legale: “  E’ di tutta evidenza che che non spetta al medico competente dr Salvatore Carfi , così come non spettava al dr Rapisarda attribuire compiti e mansioni non rientranti nella qualifica di istruttore direttivo riconosciuta dallo stesso medico competente non essendo certamente lui che può assegnarmi mansioni diverse da quelle attribuite dalla legge n.10 del 2000 e del CCRL

Oggi l’organigramma dell’Istituto Incremento ippico si comprende che l’Ente è strutturato con una direzione e due Unitò operative.Una Unità operativa di base Affari Generali ed una Unità operativa di base, tecnico gestionale,che nell’insieme presentano otto uffici. E precisamente: l’Unità operativa di base ha tre uffici: Affari generali e consegnatario ;  Affari del Personale: Programmazione e conomica e gestione finanziaria

L’Unità operativa di base, tecnico gestionale, è composta da cinque uffici:

Unitò op.4: Selezione regionale, Fecondazione campagna, economo

Unità op.5: Fecondazione assistita, Ricerca, Manifestazioni, Sede di S.Fratello (gestione) Vice consegnatario

Unità op.6: Stalloneria privata-  Affidamento stalloni – Vice Economo

Unitò op-7: Gestione Tenuta Ambelia

Unità op-8: Registro Anagrafico – Anagrafe Equidi

“            

Conclusione lo stratagemma dell’Istituto ippico di reinserire le vecchie figure di Agenti tecnici alla gestione di cavalli, non riesce, va in fumo.   Ci vogliono occhi attenti oggi nella pubblica amministrazione.E  I’ex dirigente sindacale Soldano se ne accorge subito, “perché il dott. Carfi non si limita ad esprimere un giudizio di idoneità o inidoneità alla qualifica di Istruttore direttivo posseduta ma andando oltre il disposto della legge, si arroga ( o, precisiamo noi di Sud Libertà, c’è un accordo con il vertice dell’Istituto Incremento ippico?  N.d.r.)      il potere di demansionare a svolgere i compiti dell’agente tecnico contrariamente a quanto decretato nel provvedimento del 3 Ottobre 2018 dalla Commissione dello Spresal.

Il direttore dell’Istituto Alessandra rimanda i lavoratori a nuova visita medica. Giovedì prossimo sapremo il criterio del  il Medico competente nei confronti dei lavoratori “licenziati” e riassunti” per errore aiiestato dalla Regione.

 

 

                                                                                                             

QUEL TURPE PROTEZIONISMO DELLA CLASSE DIRIGENTE DELLA REGIONE SICILIANA

tangente - Wikizionario

di    RAFFAELE   LANZA

Palermo

Sono anni bui questi che stiamo vivendo come mai la nostra Regione ne attraversò nel passato vicino e remoto.  E se le dichiarazioni di un governatore come Nello Musumeci secondo il quale “il 7o% dei dipendenti regionali è inutile” è altrettanto vero allora il fenomeno parallelo della “protezione” dei sindacati rappresentativi che si configura più “distruttivo”,  fazioso, carico di interessi personali ed economici.   Recentemente abbiamo ascoltato questa dichiarazione:”

“Non è più tollerabile assistere ad una sorta di crociata contro i dipendenti regionali per raccattare qualche consenso o per altre inconfessabili ragioni. Il lavoro pubblico è e deve restare un valore che va difeso fino in fondo, per garantire servizi all’altezza dei bisogni dei cittadini e delle imprese» 

Più o meno quasi tutti i rappresentanti sindacali  hanno diffuso questo assunto e condividono per solidarietà la preriferita espressione. 

Sarebbe pretendere troppo che la Regione siciliana con la sua classe dirigenziale alla quale si sono ancorate la gran parte delle fasce A e B, cioè il risultato di una vasta operazione clientelare politica degli ultimi decenni, alla quale la Sicilia politica più deteriore ha servito una stabilizzazione di rapporto lavorativo, ha inventato l’abuso, l’arrivismo con dirigenti che si sceglievano le unità operative e i servizi da comandare con il placet dei dirigenti generali, l’insipienza amministrativa, il mobbing del personale servile concertato con il capoufficio o dirigente d’unità,il parassitismo degli inetti, la pretensiosità delle forze sociali organizzate,      Si converrà agevolmente su questo crediamo. Quel che ci rende diversi ed ha accelerato la caduta civile di una Regione dove il massimo rappresentante politico ha constatato l’inutilità del “7o%  del personale regionale, e se fosse un privato quindi li licenzierebbe legittimamente perchè non ne vedrebbe necessità alcuna”, sono due elementi: le dimensioni enormi di questi fenomeni distruttivi che nel resto del Paese, in altre regioni, sono più attenuati e l’assenza pressochè assoluta di fenomeni costruttivi, ossia compensativi.

Alla Regione si aveva il posto un tempo con un biglietto da visita dell’onorevole, guai all’epoca a fare denuncia.  Poi via via i dirigenti generali hanno cercato -come ai Beni culturali , e l’epoca non è neppure lontana- di inquadrare il figlio appena laureato con lo stratagemma di “consulente”.  Il posto era di “funzionario direttivo”. Niente male anche se alcuni avevano poi  scoperto il “trucco”. Non si può tirare troppo la corda, anche se i governatori dell’epoca avevano la patente di Mafiosi. 

 Oggi  Musumeci in realtà scopre  l’acqua calda. Tutti sapevano – e tuttora sanno- come vanno le cose realmente alla Regione.  Come dare torto al governatore?

Lui stesso ha provato adesso  l’incapacità di due suoi  “comandanti generali” dell’Arit e del  Dipartimento Attività produttive,.Enzo  Falgares e Carmelo Frittitta. La notizia è freschissima. Ha costituito un collegio ispettivo per accertare eventuali responsabilità sul mastodontico flop del click day del bonus destinato dalla Regione siciliana alla concessione di contributi a fondo perduto alle microimprese dell’Isola danneggiate dal lockdown.Con apposito decreto firmato nei giorni scorsi, Musumeci  nominava dirigenti interni dell’amministrazione regionale e anche “soggetti esterni” al fine “di verificare le procedure previste per la concessione dei contributi” sul Bonus Sicilia e “la relativa gestione”.

Nel decreto il Presidente  Musumeci ricordava i “disservizi creati alle imprese” dopo “la sospensione e l’annullamento della procedura” e le conseguenti “ripercussioni sull’immagine dell’amministrazione regionale”. Lo scorso 5 ottobre era previsto il cosiddetto ‘click day’, cioè la selezione per assegnare i 125 milioni di euro a fondo perduto alle imprese danneggiate dal lockdown. Una selezione mai partita. Il governatore ha ritenuto dunque  che “è necessario procedere con una apposita attività ispettiva alla verifica delle cause che hanno determinato la richiamata sospensione e annullamento della procedura di ricezione delle istanze prevista per l’avviso pubblico Bonus Sicilia”.

Coronavirus, in Sicilia nuova ordinanza restrittiva di Musumeci

Quel giorno- ricorderemo – la piattaforma digitale creata dalla Regione a cui le imprese avrebbero dovuto inoltrare la domanda nel più breve tempo possibile, a partire dalle 9, era andata subito in tilt sotto il peso di oltre 56mila istanze. Il sito non si apriva neanche e sulla schermata iniziale appariva un sintetico messaggio che rinviava il click day all’8 ottobre, alle ore 9.

Ma neppure l’8 ottobre è stato possibile accedere al click day. Perché dopo il crash registrato dalla piattaforma online che avrebbe dovuto dare il via alla ‘corsa’ telematica per ottenere una fetta dei 125 milioni di euro decisi con l’ultima finanziaria varata dall’Ars, la Regione si è arresa e ha annullato il ‘click day’, decidendo di spalmare le risorse su tutte le aziende registrate sulla piattaforma andata in tilt “a causa di una problematica tecnica imputabile a Tim Spa”, come venne detto quel giorno.

Ecco abbiamo ricordato questo episodio perchè il più recente.   Ma vicende di questo genere sono numerose negli Uffici della Regione siciliana dove non c’è amicizia alcuna nè amore fra le file  dei dipendenti delle categorie più disparate ..

Vi è stato finora un turpe protezionismo, in taluni casi interventi di magistratura come ai Beni culturali , alle Soprintendenze. I  nostri lettori ne sono stati informati e ne saranno informati.     Ma è il silenzio che copre generalmente tutte le magagne.     Abbiamo conosciuto un dipendente – funz, direttivo, alla Soprintendenza etnea,oggi in pensione, – citiamo solo le iniziali  S.R. – che offriva in servizio alla segreteria dove svolgeva il proprio “lavoro”,la propria collaborazione- era questa poi la vera “mansione” – al Soprintendente di turno “quale di spia o , in alcuni casi,testimone falso di fatti inventati” contro chi  denunciava la superficialità o gli abusi d’ufficio del Soprintendente. Nasceva un accordo  e una turpe protezione     Fioccavano le denunce e gli esposti della parte obiettiva sindacale dell’epoca (Siad Catania).    Questa vaghe annotazioni suggeriranno ai lettori più attenti, singoli casi con nomi e cognomi.     Spazzatura del potere di un servizio,  della Soprintendenza dell’epoca dove le ingiustizie non venivano sanate. Protezione dal dipartimento Beni culturali che  agiva con  superficialità.

Sono i connotati della nostra classe dirigente e di quella parte- funzionari direttivi, istruttori e alcuni ex contrattisti A e B ancorati ad essa per non far nulla, ripetiamo nulla, in ufficio che preferisce “obbedienza” solo ed unicamente  all’amico dirigente in dispregio del rispetto delle forme gerarchiche previste dall’ordinamento amministrativo.     

Naturalmente vi sono le eccezioni ma sono così poche che non modificano la realtà siciliana.   

Musumeci stia tranquillo: ha detto solo una verità scomoda perchè proviene dalla massima istituzione siciliana.  Ma all’orizzonte, caro Musumeci, non vedrai nulla: nè un bagliore nè il preavviso di un bagliore.   Fino alla fine, e qualunque sia la posizione politica ed ideologica di chi osserva gli eventi sociali, dovrai tenere il coltello fra i denti.  E’ la classe dirigente che guida per compito istituzionale se stessa e la comunità: proprio come fanno i generali con gli eserciti. Ma quando questi generali curano i propri interessi  e se ne strafottono di ciò che è la giustizia sociale, quando restano indifferenti al cittadino o all’impresa -disastrosamente disamministrati,   quando ci rendiamo conto che  hanno la solidarietà dei dipendenti A eB e via dicendo, “favoriti” e nulla fanno negli uffici, bisogna avere il coraggio di degradare questi generali e dichiarare, per colpa “altrui” il fallimento dell’istituzione pubblica.

“Il muro di gomma della burocrazia killer”

 

 

Immagine “Interris” e nel riquadro l’autore dell’Articolo comunicato al direttore di “Sud Libertà”

Riceviamo dal “Quotidiano Interris” un articolo di commento ,ricco di interessanti osservazioni varie , di Don Aldo Buonaiuto,direttore.

 

di Don Aldo Buonaiuto

Eccolo ”  Un’immagine, tratta dalle Sacre Scritture, simboleggia la paradossale e pericolosissima situazione nella quale l’emergenza sanitaria sta diventando tragedia sociale: la torre di Babele. In tempo di pandemia, la moltiplicazione delle task force di rinomati esperti e dei centri decisionali rende ancora più angosciosa la condizione dei cittadini, costretti a decifrare linguaggi tra loro inconciliabili che fanno sfociare la burocrazia in accanimento. Come nella Bibbia, la sovrapposizione di idiomi incomprensibili che tra loro non comunicano anzi confliggono, diventa causa ed emblema di rovina e condanna divina, così, il diluvio di carte, ordinanze, decreti, autocertificazioni ostacolano una ripresa già notevolmente difficoltosa e sempre più sofferta. Per evitare che l’intero impianto normativo crolli come la torre di Babele su un tessuto socio-economico già duramente provato da due mesi di lockdown, c’è bisogno immediatamente di un sussulto di dignità e soprattutto di concretezza. Come non smetterò mai di ripetere ovunque, il nuovo abbraccio al tempo della distanza di sicurezza deve essere un aiuto concreto da parte delle istituzioni nazionali e locali. Meno parole, più fatti. Tante persone ci descrivono il vero e proprio calvario al quale devono sottoporsi quotidianamente per richiedere i sussidi indispensabili a tenere in vita le attività e i mestieri che soli possono garantire la prosecuzione di una normale convivenza civile.

In tempi normali la burocrazia ferisce e danneggia, in questa situazione disperata la burocrazia uccide. Ne abbiamo avuto una sanguinosa testimonianza con il suicidio che a Napoli ha spezzato l’esistenza di un titolare di azienda e conseguentemente la serenità della sua famiglia e dei dipendenti. Lo sconforto culminato in un gesto così estremo e irreversibile è lo stesso che serpeggia, come il maligno nel giardino dell’Eden, tra milioni di cittadini che non sanno quanto e come potranno sopportare un’ulteriore decurtazione del proprio reddito.

All’ultima udienza generale, il Papa ha lanciato un accorato appello per richiamare l’attenzione dei governanti sulla dignità del lavoro che viene oggi sottoposto ad un inaudito declassamento a causa della pandemia. Non sono solo le inammissibili lungaggini burocratiche che costringono, senza alcuna ragione, a interminabili istruttorie prima di sapere se verranno concessi o no finanziamenti che risulteranno comunque tardivi e che imporranno, come una spada di Damocle, una restituzione gravosa che contrasta con la logica di una ripresa che nella migliore delle ipotesi sarà lenta e graduale.

Un muro di gomma contro il quale si scontrano e si disperano milioni di famiglie e di realtà economiche. Si favoleggia che nulla sarà più come prima. L’economia dovrà diventare più etica, la comunità sarà obbligata a maggior senso di condivisione, le singole libertà andranno modulate e in alcuni casi limitate per il superiore interesse comune, le religioni piegate alla ragione di Stato e alla realpolitik. In tutto questo c’è un unico universo che non sembra minimamente scalfito dalla rivoluzione in atto ed è quello della politica, con annessa amministrazione pubblica. Qui, nella casta rigenerata e intoccabile del potere, (che cambia forma per mantenere i contenuti) sembra che il Covid-19 sia una Giano Bifronte da tirare da un estremo all’altro a seconda delle convenienze. Un giorno torniamo a sentire che è una semplice influenza, il giorno dopo è un’apocalisse dalla quale non ci salveranno né il vaccino (chissà quando sarà pronto) né riaperture progressive che altra ragione non hanno se non quella di tentare una strada di cui si ignora lo sbocco.

In tre punti il mio auspicio alla classe dirigente. Abbandonare subito i balletti stucchevoli della litigiosità partitica. Azzerare i tempi necessari a mettere nelle tasche dei cittadini le risorse, senza onerose mediazioni. Regolarizzare le posizioni lavorative nei contesti (sanità, assistenza domiciliare, agricoltura) che si sono dimostrati vitali per la filiera della nostra sopravvivenza. Con una postilla finale prima di parlare di riapertura totale predisporre per aziende e scuole l’indispensabile dotazioni di sicurezza e test diagnostici. Se Parigi val bene una Messa, a Roma sarà difficile che tutto ciò accada nel breve volgere di una celebrazione concessa.

Il governatore Musumeci comincia a scoprire le magagne (e sono tante però)della Regione e denuncia: Vi sono criminali negli Uffici…”

”  I  FUNZIONARI  DELLA REGIONE LI MANDEREI IN GALERA.  IL PERSONALE HA FATTO QUEL CHE HA VOLUTO. SONO DEI CRIMINALI, LI MANDEREI  IN GALERA……..”

di R.Lanza

Risultati immagini per immagine di nello musumeci

Finalmente il Presidente della Regione scopre come funziona la burocrazia regionale.  E’ già qualcosa.    Le piaghe sono tante. Dovrebbe leggere il governatore tutti i nostri articoli e denunce sui dirigenti, e funzionari delle Soprintendenze.. Siamo certi  che si muoverebbe qualcosa. Una cosa è certa: la classe dirigente della Regione e, in particolare di alcuni settori dipartimentali , non va in Paradiso.    Assenteismo, timbrature parziali come sistema nelle Soprintendenze, oscuramento informatico ai dipendenti scomodi, c’è un pò di tutto, oltre alle violazioni  evidentissime della legge anticorruzione e alla barzelletta  invenzione del dirigente incaricato in ogni ente all’anticorruzione.   Ma Musumeci deve porsi anche un’altra domanda: dove sono e che fanno i dirigenti preposti al controllo delle attività di lavoro?    Riportiamo di seguito le affermazioni testuali del governatore:

Ci sono dei funzionari regionali che si comportano da veri criminali. Io li manderei in galera”. E’ la denuncia, durissima, del Governatore siciliano Nello Musumeci che,  a Palermo nel corso della manifestazione ‘Panorama d’Italia, ha criticato il comportanto di alcuni dipendenti regionali.

“Io ho trovato una Regione che lo era solo sulla carta intestata – dice – Non c’è un sistema informatico. Si lavora ancora con il cartaceo. Una pratica, per passare da un assessorato all’altro può necessitare di mesi. Un funzionario può lasciare la pratica sulla scrivania e invece di portarla al collega sullo stesso piano, la lascia sulla scrivania per due mesi. Criminali”. “E se ti metti di traverso – aggiunge – ti arriva subito il sindacato che minaccia lo stato di agitazione. Ma siccome io sono più agitato di loro, me ne frego. Tutti devono sapere la condizione in cui ci muoviamo in Sicilia”.