Le Soprintendenze siciliane? Fabbriche di dirigenti ambiziosi,alla ricerca di svariati interessi, ma non più invisibili , e senza più i poteri del passato

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di  Raffaele  Lanza

 

Le organizzazioni dei Beni culturali. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl: “In nome dell’autonomia speciale,si  sa, hanno richiesto a . Sammartino (nella foto sopra) un confronto approfondito con i sindacati”.    Oggi Luca Sammartino ha comunicato di aver riordinato la complessa materia ed accolto vari spunti sui beni culturali  Vediamo un pò..

Sappiamo che i  sindacati  hanno già risposto alla V Commissione Ars che ha chiesto loro un parere sulla legge in discussione, “Disposizioni in materia di beni culturali e di tutela del paesaggio”.

Intanto-osserviamo noi – dovrebbe intervenire l’Aran perchè si è realizzata l’omissione di interpellare anche  i sindacati autonomi rappresentativi ..salvo che questi non intendono esprimere alcuna opinione nella consapevolezza che la questione è squisitamente politica

Ci chiediamo perché – affermano pubblicamente i segretari generali delle federazioni Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango – pur a fronte della competenza esclusiva sulla materia, unica tra le Regioni a Statuto speciale, sia necessario scostarsi a tutti i costi dal modello messo in campo dal Ministero dei Beni Culturali, svuotando le Soprintendenze dei loro poteri”.

Occorre discutere attentamente di questa norma, sotto ogni aspetto, valutando anche la consistenza delle numerose critiche che sono giunte da esperti e rappresentanti della categoria. Ci interessano, ovviamente, gli aspetti legati alle ricadute della norma sui lavoratori del settore, ma siamo preoccupati anche per la tenuta di un intero settore, quello della cura e dalla valorizzazione del nostro patrimonio storico, artistico e culturale”.

Non hanno perduto l’occasione di esporsi le figure -ombre dei dirigenti delle unità operative delle soprintendenze.Sono archeologi, storici dell’arte, chimici, paleografi, fisici, etnolinguisti, naturalisti e geologi  diversi dei quali – hanno vinto nel 2000 il concorso per dirigente tecnico bandito dal Dipartimento dei beni culturali e che, ancora oggi, pur assumendo il livello D fino a D6 sono stati in realtà declassati -per la presenza nell’organico di funzionari direttivi plurilaureati – a qualifiche non dirigenziali, del comparto.   Alcuni hanno fatto singoli ricorsi nelle varie province e hanno ottenuto le qualifiche ma la distorsione,nata male già all’assessorato ai beni culturali con la stesura e il bando di concorso, era diventata evidente.

Pioggia di critiche sul dirigente autore del testo di concorso dirigenziale, Angileri.  Successivamente questo dirigente -siamo nel periodo di fuoco delle Soprintendenze perchè Direttore generale era stato collocato Gesualdo Campo  dall’ex governatore Raffaele Lombardo -si occuperà di servizio personale beni culturali navigando -e naufragando pure- tra vibrate denunce sindacali contro il Campo e l’Angileri- di agguerriti sindacalisti autonomi di Catania dell’epoca.

Secondo il personale che reclama la qualifica originaria, ” il testo sui beni culturali , – è il loro lamento – pur avendo l’obiettivo dichiarato di adeguare il sistema regionale agli standard nazionali, non affronterebbe quelle che sono le cause reali dell’inefficienza amministrativa della gestione dei beni culturali e, in particolare, la questione del personale che, invece, non è affrontato. “Si perde così l’occasione di mettere ordine e di ripristinare un principio di equità giuridica ed economica che vede i funzionari regionali, vincitori di un concorso 20 anni fa, penalizzati  al confronto  con il personale  dell’amministrazione statale” .

Le loro aspirazioni si sarebbero interrotte con l’istituzione del “ruolo unico della dirigenza” con la legge regionale 10/2000, e della conseguente soppressione di fatto del “ruolo tecnico dei beni culturali” istituito dalla legge regionale 116/1980    Ma finoggi cosa hanno fatto ,  – sono le obiezioni spontanee- perchè nessuna voce sindacale li ha rappresentati, perchè sono sempre alla ricerca dei dirigenti coordinatori per avere posizioni migliori degli altri ?    Perchè essi -le contraddizioni della Regione siciliana- sono i più iscritti nei sindacati regionali ma non hanno avuto il coraggio di contestare nel loro interno la legge 10 del 2000 sul riordino del personale?  

Da qui la richiesta: “il ripristino del“Ruolo tecnico del personale dell’amministrazione regionale dei beni culturali” e, con ciò, l’assetto pluridisciplinare degli organi tecnico scientifici dell’assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, previsti dalle leggi regionali ma disapplicate da vent’anni, a seguito del “caos organizzativo” determinato dall’emanazione della legge regionale 10/2000. “ anche perché renderà possibile l’indizione di nuovi bandi di concorso per i “professionisti dei beni culturali” previsti dall’articolo 9 bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio, per cui si rileva un vuoto di organico nell’attuale assetto dell’amministrazione regionale dei beni culturali”.

Osserviamo che i contratti  di lavoro dei dipendenti prevedono già  le figure specialistiche nella Regione siciliana, giovani che si sono formati e laureati nel tempo acquisendo una formazione specialistica.  Un serbatoio non trascurabile.

Altri spunti   Apprendiamo che le associazioni  contestano il nuovo schema dei beni culturali perchè«punta allo svilimento delle Soprintendenze, cioè di organismi deputati esclusivamente alla tutela e salvaguardia del territorio e dei beni culturali, storici, artistici. Tentativo peraltro perpetrato da anni da parte di forze politiche che mirano soprattutto, dietro il paravento dello snellimento della burocrazia, a privilegiare la via degli incarichi di natura di derivazione fiduciaria, piuttosto che potenziare l’organico qualificato». Un modo, insomma, perché «il committente politico possa più facilmente condizionare le scelte delle istituzioni pubbliche». La nuova legge affiderebbe ai Comuni l’esercizio di funzioni quali autorizzazioni, valutazioni di compatibilità paesaggistica delle opere edilizie, azioni di vigilanza, adozioni di provvedimenti sanzionatori, che in atto sono competenza delle soprintendenze. Insomma, secondo le associazioni firmatarie del documento «consegnerebbe il territorio e le risorse di questo nelle mani di chi fosse incline a compromessi e a far prevalere interessi localistici, che potrebbero non coincidere con quelli più generali della comunità nazionale». In due parole: totale mancanza di fiducia nella politica locale e nei suoi legami di interessi con il territorio.

Il testo,in nostro possesso, è firmato tra gli altri da Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni; Legambiente Sicilia; Zero Waste Sicilia; WWF Sicilia; Italia Nostra Sicilia; Comitato Rodotà Beni Pubblici e Comuni Sicilia; Centro Consumatori Italia.

Singolare la posizione di  Claudio Fava “..L’unico merito è probabilmente quello di avere stimolato, nella fase istruttoria, decine e decine di segnalazioni ed osservazioni da parte delle realtà istituzionali e associative, impegnate nel lavoro di valorizzazione e tutela dei beni culturali in Sicilia. Si parta proprio da questi contributi e da queste esperienze per riscrivere, stavolta in modo partecipato e condiviso, un testo di riordino del settore che affronti i limiti attuali delle Sovrintendenze senza però compromettere la loro azione di tutela e di vigilanza.”

Commissione Antimafia: LUMIA ERA L’UOMO CENTRALE DEL SISTEMA DI GOVERNO PARALLELO_DELLA REGIONE SOTTO L’OMBRA DELLA MAFIA

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Nella foto Claudio Fava, Presidente della Commissione regionale Antimafia

PALERMO

Un nuovo scenario siciliano rivela il Presidente della commissione regionale antimafia On Claudio Fava dopo aver ascoltato le audizioni del Musumeci.     “«Audizioni svolte dove sembrerebbe emergere, più che un “sistema Montante”, un “sistema Lumia”, nel quale il primo era garante di interessi particolari e specifici del mondo imprenditoriale, ma era il secondo ad essere appunto al centro del sistema parallelo di governo della Regione. È ovviamente ancora un quadro che si sta delineando e non già una certezza. Un motivo in più per proseguire nel lavoro della Commissione». Ne è convinto Claudio Fava dopo le rivelazioni sorprendenti di Nello Musumeci, nell’ambito delle audizioni per l’indagine conoscitiva sul cosiddetto sistema dell’imprenditore Antonello Montante arrestato per corruzione e indagato insieme a esponenti delle forze dell’ordine, dei servizi segreti e politici. 
«Avremmo voluto ascoltare tutti i presidenti della Regione – ha detto Fava al termine dell’audizione – Abbiamo ascoltato Raffaele Lombardo ed avremmo voluto ascoltare Crocetta, che ha declinato l’invito. Oggi abbiamo ascoltato anche il presidente Musumeci per la sua esperienza di presidente della commissione antimafia e deputato dell’opposizione nella scorsa legislatura. Vogliamo capire quanto di questo “sistema Montante” rischia di sopravvivere come governo parallelo della Regione siciliana». 

 

 MUSUMECI ALL’ANTIMAFIA :   “LUMIA ERA L’UOMO OMBRA DEL GOVERNO PARALLELO DELLA REGIONE SICILIANA”

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Non si lasciano sfiggire l’occasione i deputati del M5 S per i quali restano ancora sul tappeto parecchie perplessità pur confermando l’assunto che dietro Lumia aleggi l’ombra della Mafia e dei favoritismi regionali «Abbiamo appreso dal presidente della regione Musumeci, audito in commissione antimafia, che il senatore Lumia aveva addirittura una propria stanza in presidenza della Regione Siciliana. Musumeci ha parlato addirittura di “sistema Lumia” e non di “sistema Montante”. Ebbene, vorremmo capire però se Lumia era lì in veste di osservatore esterno o se lo stesso, rendesse conto a qualcuno».

«Nulla di nuovo sotto il sole – aggiunge De Luca – ma c’è da comprendere a che titolo Lumia fosse lì e cosa abbia fatto o governato in particolare alla Regione. Secondo Musumeci, Lumia era lì per fare il regista, ma io mi chiedo se piuttosto Lumia facesse da guardiano di una strategia che aveva sede in altri luoghi. Non dimentichiamo, per esempio, che gli interessi in gioco riguardavano anche l’agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, che in sostanza è la più grande holding dell’intero paese».

«Oggi per me – commenta  Roberta Schillaci – è importante capire se ci sono refluenze di quel sistema nel governo attuale, ecco perché staremo a vigilare sull’attività del governo ed in particolare, su determinati assessorati cardine per l’economia siciliana, come ad esempio quello alle attività produttive e dove le cronache di questi ultimi giorni non lasciano stare sereni».

UN PROIETTILE RECAPITATO AL PRESIDENTE DELL’ANTIMAFIA CLAUDIO FAVA, FORSE L’INCUBO VIVENTE DEI MAFIOSI PUROSANGUE

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di Raffaele  Lanza

Come sapete ,il  presidente della commissione regionale Antimafia  on.Claudio Fava.è stato destinatario di una busta  contenente un proiettile calibro 7,65.. Quella di spedire proiettili alle persone scomode sembra diventare una moda.

Ricordate la busta contenente proiettile al Pm dr.Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento dopo tutta quella storia sui migranti?     La storia si ripete con altro personaggio eccellente.

La Digos ha già provveduto al sequestro e ad avviare le indagini.Il comunicato proviene dagli investigatori. La busta è arrivata in commissione Antimafia, gli uffici si trovano al piano basso di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea siciliana, assieme ad altra corrispondenza. Ad aprire il plico sono stati alcuni collaboratori di Claudio Fava, che hanno immediatamente avvertito la Digos. Gli agenti sono entrati a Palazzo e hanno sequestrato la busta; oltre al proiettile non ci sarebbe stato altro all’interno.

L’Antimafia, sotto la guida di Fava, è impegnata su diverse problematiche  tra cui quelle sul cosiddetto “sistema Montante”, dall’ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, e sul depistaggio nella strage Borsellino.  – Una ipotesi  credibile- ma fino ad un certo punto- sulla minaccia di porre fine all’esistenza di Fava consisterebbe nella dichiarazione obbligatoria dell’appartenenza eventuale dei deputati alla Massoneria. Iniziative ritenute discriminatorie da alcuni perchè le infiltrazioni mafiose erano presenti nelle Logge massoniche un quarto di secolo fa e quindi l’idea di Claudio Fava è oggi superata dal tempo, per alcuni motivo solo di visibilità e nulla più.    La questione Ciancio e i suoi giornali “omissivi”?     Dubbi, tanti dubbi perchè in realtà Fava l’unico strumento che in atto detiene è quello dell’Antimafia sventolante in diverse direzioni dell’Isola.   

Non vediamo altri spunti sul personaggio che non può ricevere pressioni , per il  piccolo e, comunque non gigantesco ruolo politico che riveste,e l’assoluta estraneità di fatto in materia di appalti e trattative.

Forse ciò che ad alcuni può dare fastidio è il simbolo di lotta alla mafia che Claudio Fava ha rappresentato in Sicilia e continua a rappresentare- tale e quale il padre Giuseppe – come cioè  il peggior incubo vivente dei mafiosi purosangue della Sicilia e del resto del Paese..

 

VIDEO SULLA MAFIA ASSASSINA DELLO SCRITTORE-GIORNALISTA DE L’ESPRESSO SERA 

Dr. GIUSEPPE FAVA

 

L’ARS RICORDA RITA BORSELLINO, “PATRIMONIO DEI SICILIANI E DELL’ITALIA”

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Perviene alla Redazione di SUD LIBERTA’ comunicato stampa ag.

Ricordata all’Assemblea regionale siciliana, nel corso della seduta d’Aula pomeridiana, Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso in via D’Amelio, ex deputata regionale, venuta a mancare lo scorso 15 agosto. La proposta di una commemorazione a sala d’Ercole era stata avanzata, durante l’ultima seduta, dal capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo. “Una protagonista della migliore antimafia, quella lontana dalle passerelle, ma concreta e sempre presente”, ha sottolineato il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciche’, prendendo la parola.

“Ha rappresentato un’opposizione ferma e senza compromessi – ha aggiunto -. Tra i suoi disegni di legge, quello sulla modifica delle competenze della Commissione antimafia, con l’intuizione di mettere il fenomeno della corruzione intimamente legato all’azione dell’infiltrazione mafiosa. Non posso che essere fiero che quella intuizione, che in quella legislazione non e’ stata raccolta, sia stata trasfusa in uno dei primi atti che questo Parlamento ha approvato, modificando le competenze della Commissione”.

Rita Borsellino e’ patrimonio di tutti, non solo del partito Democratico. E’ un esempio da seguire anche per Forza Italia”, ha dichiarato il deputato di Forza Italia, Tommaso Calderone. Dello stesso avviso il deputato di “Diventera’ bellissima”, Giorgio Assenza, presidente del Collegio dei Deputati questori, che ha aggiunto: “Fu antesignana e scopri’ con dolore che, dietro una antimafia parolaia e di facciata, si nascondevano interessi particolari”.
“Rita Borsellino ci rende orgogliosi di essere siciliani ed era riuscita in un’opera incredibile: mi ha fatto votare il Partito Democratico, perche’ l’ho votata quando venne candidata alla presidenza della Regione”. Cosi’ il vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 Stelle, durante la commemorazione a Sala d’Ercole, di Rita Borsellino. “Vorrei che da oggi cominciassimo davvero un nuovo percorso – ha aggiunto -. Dobbiamo vivere dei suoi insegnamenti”.
Rita e’ un patrimonio di quest’Aula, dei Siciliani e di tutta l’Italia. Ha portato addosso tutto il peso della sua vicenda familiare”. ha detto Claudio Fava,(nella foto sopra) presidente della Commissione regionale antimafia.”

Claudio Fava in pista per la Presidenza?

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Una nota del movimento “Sinistra italiana” -pervenuta in redazione– rilancia la candidatura di alcuni personaggi noti ai siciliani ma che ancora non si sbilanciano.   “Crediamo che le proposte di candidare personalità, – si afferma nello scritto – tra cui quella di Claudio Fava, siano importanti e debbano servire a ricomporre quello che già c’è, ma anche allargare ulteriormente il campo, che non deve essere percepito semplicemente come quello dell’unità a sinistra, ma ambire a diventare una alternativa di governo. Il 3 settembre è già stata convocata l’assemblea regionale di Sinistra italiana, che formalizzerà le proposte relative a metodo e programma, da sottoporre immediatamente dopo alla consultazione di tutte e tutti gli iscritti siciliani”.

Claudio Fava non ha tuttavia sciolto la riserva fino a quando non sarà certo che il partito lo sosterrà davvero.