Piano vitivinicolo della Regione Sicilia. L’assessore Sammartino: « Rilanciare il settore vitinicolo..”

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Attivazione della misura della vendemmia verde, investimenti per le cantine e per la promozione sui mercati extraeuropei per rilanciare il comparto vitivinicolo siciliano. Sono alcune delle misure concordate nel corso della riunione del gruppo di lavoro della Sicilia del Vino, istituito nei mesi scorsi per la redazione del Piano vitivinicolo regionale, che si è tenuta recentemente nei locali dell’Assessorato dell’agricoltura.

Un incontro per fare il punto sui bandi in procinto di essere pubblicati e sulle misure volte a proteggere e rilanciare il settore vitivinicolo dopo “l’annus horribilis” del 2023, caratterizzato da diverse criticità, dalla crisi economica alla “catastrofe” della peronospora passando per la siccità. Tutti fattori che stanno mettendo a dura prova anche la produzione del 2024.

Dichiara l’assessore all’agricoltura Luca Sammartino   :«Coniugare programmazione ed emergenza è la vera sfida che caratterizzerà il nostro lavoro nei prossimi mesi per salvaguardare un settore che ha costruito una grande credibilità e reputazione a livello internazionale. Le misure concordate con i rappresentanti della filiera vitivinicola vanno in questa direzione».   Si apprende che la  pubblicazione del bando è in corso ,per i contributi per danni causati da peronospora 2023 previsti dalla Legge di stabilità 2024, con una dotazione finanziaria di 25 milioni di euro.

Prolungare la durata dei “diritti di impianto” e salvaguardare il vigneto Sicilia elemento paesaggistico fondamentale sottoposto all’aggressione della perdita di valore, del fotovoltaico e del cambiamento climatico. Sono le richieste che i rappresentanti della filiera vitivinicola hanno sottoposto all’assessore Sammartino affinchè le riporti in sede nazionale ed europea.

Mobilità, 147 nuovi autobus extraurbani in Sicilia. Il Presidente della Regione Sicilia Schifani e l’assessore Aricò: «Investimento da 31 milioni» (Ma l’AST che “serve ” tutti i comuni nel baratro, neppure un cenno) “

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Dal prossimo anno ci saranno 147 nuovi autobus sulle strade extraurbane siciliane. La Regione, attraverso l’assessorato alle Infrastrutture, ha impegnato 31 milioni di euro, provenienti da fondi Pon del ministero delle Infrastrutture, relativi al programma “Infrastrutture e Reti” 2014-2020 – Asse IV del Programma “Potenziamento della mobilità regionale per la ripresa verde, digitale e resiliente”.
Sono venti, nel complesso, le aziende di trasporto pubblico locale che, in base alle richieste presentate un anno fa, potranno adesso beneficiare del contributo regionale e acquistare i nuovi autobus. Il dipartimento regionale delle Infrastrutture, infatti, ha finanziato per l’80 per cento l’acquisto degli autobus, consentendo alle società di trasporto pubblico locale di anticipare soltanto il 20% delle somme, anche sotto forma di fidejussione.
Afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani: «Con queste risorse contribuiamo a rinnovare il parco mezzi di decine di aziende del trasporto locale con mezzi nuovi e moderni per offrire maggiori servizi e sicurezza ai cittadini, e nel contempo contribuire al miglioramento della qualità dell’aria»..
«Sono molto soddisfatto – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò – perché si tratta di un provvedimento che ho fortemente voluto e per il quale un anno fa avevo presentato all’Ars la norma, poi diventata legge regionale, che ci ha consentito di anticipare le somme e di rispettare così i termini imposti dal ministero. In questo modo, non solo aiutiamo le aziende azzerando di fatto il costo d’acquisto dei nuovi autobus, ma contribuiamo a migliorare un servizio essenziale per la mobilità di migliaia di siciliani».
Queste, nel dettaglio, le aziende che beneficeranno del contributo regionale: Autolinee Gallo srl, Autolinee Giuseppe Cavaleri srl, Autolinee Magistro srl, Autoservizi Salemi srl, Autotrasporti Tumino srl, Camarda e Drago srl, Etna trasporti spa, F.lli Camilleri & Argento Srl, Fratelli Patti Autolinee Srl, Giuntabus Trasporti Srl, Interbus s.p.a., Prestia e Comande’ Srl, SAIS Autolinee S.p.A., SAIS TRASPORTI SPA, Salvatore Lumia s.r.l., Sberna Viaggi Srl, Segesta Autolinee S.P.A., Sicilbus s.p.a., Urso Guglielmo Srl, Zappalà & Torrisi Srl.

Bonus Energia Sicilia: ecco i potenziali beneficiari del bonus contro i rincari dei costi energia

 

 

 

Si allarga la platea di potenziali beneficiari del “Bonus Energia Sicilia”, la misura approvata dal governo regionale proposta dall’assessorato delle Attività produttive, per andare incontro all’aumento delle spese per le imprese dopo il rincaro dei costi dell’energia. La norma ha subito un’ulteriore modifica in giunta e adesso, oltre ai settori individuati, sarà estesa anche al comparto della sanità ed assistenza sociale residenziale e non residenziale. All’interno del settore ricadono infatti attività economiche particolarmente esposte agli effetti negativi del caro energia, fra cui le residenze sanitarie assistite e gli asili nido.

Beneficiari del contributo saranno i settori agricoltura, silvicultura e pesca che interessano oltre 83 mila imprese attive, e ancora estrazione di minerali da cave e miniere, attività manifatturiere, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, alcuni settori dediti al trasporto e magazzinaggio, attività di servizi di alloggio e di ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, istruzione, attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento e altre attività di servizi, a cui si aggiungono anche le attività sanitarie e di assistenza sociale per un totale di 351.491 aziende attive nell’Isola.

«Aiuteremo le imprese siciliane ad affrontare i rincari dei costi dell’energia causati dalla crisi internazionale a seguito del conflitto in Ucraina – afferma l’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo – aumenti che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende siciliane. Per questa ragione ci siamo attivati per erogare al più presto il “Bonus Energia”, grazie ai 150 milioni che il governo Schifani ha affidato al dipartimento delle Attività produttive per aiutare gli imprenditori della nostra Isola a fronteggiare il caro-bollette. Pubblicato l’avviso per fare domanda di partecipazione, le aziende avranno tempo fino a marzo. Il bonus darà respiro alle realtà aziendali nei vari comparti produttivi e alle tante famiglie che vi ruotano attorno».

Il contributo per le aziende sarà stabilito in funzione del fabbisogno di liquidità determinato dalla crisi energetica calcolato in percentuale (30%) sull’aumento (rispetto alle tariffe 2021) del costo energetico (gas o elettrico o entrambi) riferito al periodo dal primo febbraio 2022 alla data dell’ultima fattura di fornitura disponibile, in base alle fatture emesse nei confronti dell’impresa che partecipa alla procedura e riferite a una o più sedi operative ubicate in Sicilia (fino ad un massimo di tre sedi). Alle imprese che hanno registrato un aumento minimo di 5 mila euro sarà concesso l’aiuto che può essere massimo di 20 mila euro per ogni singola azienda. La domanda va presentata esclusivamente sul portale telematico sportelloincentivi.regione.sicilia.it dalle ore 12 del 14 febbraio 2023 alle ore 12 del 14 marzo 2023. L’avviso per le imprese è consultabile sul sito del dipartimento delle Attività produttive, al questo link.

Agricoltura, un fondo da 50 milioni per imprenditori siciliani

 

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Contribujti agli allevatori

 

Palermo,

L a Regione siciliana comunica perl’assessorato regionale dell’Agricoltura per complessivi 50 milioni di euro (la dotazione finanziaria è di 25 milioni per ciascun bando). Si tratta di fondi destinati agli alleatori delle aziende post tecniche sicilikane  che producono latte e agli agricoltori delle aziende vinicole che pagano i contributi per l’irrigazione ai consorzi di bonifica.
Un aiuto concreto ad agricoltori e allevatori messi a dura prova dagli effetti della crisi dovuta al Covid prima e al conflitto Russia-Ucraina poi, per via della maggiorazione dei costi delle materie prime e dell’energia. Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) nel documento “Agroalimentare e guerra: gli effetti sui costi e sui risultati economici delle aziende agricole italiane”, elaborato sulla base dei dati aziendali rilevati dalla rete Rica (Rete d’informazione contabile agricola), attesta un aumento del costo medio nazionale di oltre il 54 per cento, con la previsione per oltre il 30% delle aziende su base nazionale di un probabile reddito netto negativo, rispetto al 7% registrato prima dell’attuale crisi internazionale.
Si apprende che le  istanze dovranno pervenire al dipartimento regionale dell’Agricoltura entro il prossimo 30 settembre. L’aiuto è concesso entro e non oltre il 31 dicembre 2022. I bandi con le info e i dettagli sono disponibili sul portale della Regione Siciliana.

 

Concessione di contributi a fondo perduto a favore delle Microimprese

 

È pubblicato sul sito istituzionale del Dipartimento delle Attività Produttive della Regione siciliana  , l’Avviso relativo al BonusSicilia CLLD.

La Regione Sicilia d’intesa con i GAL siciliani ha previsto di intervenire al fine di assicurare la tenuta dell’intero tessuto produttivo colpito dall’epidemia “COVID-19”. Si tratta di un contributo a fondo perduto a favore delle Microimprese fino a 5000,00 euro per sostenere la riduzione di fatturato che hanno subito nel periodo di sospensione delle attività economiche, a causa della pandemia.

I soggetti beneficiari sono le Microimprese artigiane, commerciali, industriali, di servizi e tutte quelle con codice ATECO inclusi nell’elenco, allegato C, regolarmente iscritte alla Camera di Commercio. I beneficiari devono avere la sede e/o operativa nei Comuni ricadenti nel territorio del Gal Taormina – Peloritani. Relativamente alle ditte site nei villaggi del Comune di Messina ricadenti nel territorio del Gal, indicate nell’allegato B, è necessaria un’attestazione rilasciata dal GAL. I soggetti interessati possono inviare l’istanza accedendo alla piattaforma regionale  Indicata nell’art. 8 del Bando (allegato), fino alle ore 12.00 del 6 giugno 2022.

Relativamente a Messina sono ammissibili esclusivamente le zone agrarie 5 e 6, le Contrade di Gesso, Salice, Castanea delle Furie, Massa San Giorgio, Massa San Giovanni, Massa Santa Lucia, Massa San Nicola, Curcuraci, Altolia, Molino, Giampilieri Superiore, Briga Superiore, Pezzolo, Santo Stefano Briga, Galati Sant’Anna, Galati Santa Lucia, Mili San Marco, Mili San Pietro e Larderia.

Dopo “Quota 100 pensioni”, forse il buio e tanta nebbia all’orizzonte- IL “miracolo”dei pensionamenti Regione Sicilia

 

Emergenza Covid: a rischio le pensioni degli italiani? - Vitale Associati

 Scenari difficili a gennaio 2022. Come saranno le pensioni quando “scadrà” quota 100 tra poco più di tre mesi, il 31 dicembre? “La strada da seguire, 

Quota 100, la forma di pensionamento anticipato introdotta nel 2019 sperimentalmente per 3 anni, voluta fortemente dalla Lega, scomparirà dall’orizzonte. Il rischio scalone all’orizzonte non è stato ancora scongiurato e non pare esserci nel governo un’unità d’intenti in grado di sbrogliare la matassa a breve termine. Nessuno vuole tornare alla “vecchia” legge Fornero e servono nuovi meccanismi di flessibilità in uscita.

Al momento la pensione di vecchiaia (la legge Fornero) prevede il ritiro dal lavoro a 67 anni e un’anzianità contributiva minima di anni 20, nonché, della pensione anticipata senza il vincolo dell’età anagrafica ma con solo il requisito contributivo da rispettare che porta a 42 anni e 10 mesi per i lavoratori e poco meno di un anno per le lavoratrici, ossia 41 anni e 10 mesi.

Quota 100, lo ricordiamo, consente di anticipare la pensione a 62 anni di età con 38 di contributi fino al 31 dicembre 2021, dal primo gennaio si tornerebbe alle regole di prima e quindi allo “scalone” di cinque anni di età. Di colpo il pensionamento sarebbe accessibile solo a partire dai 67 anni di età. Si andrebbe verso scenari molto complessi.

Ad esempio: dal 31 dicembre 2021, senza un’eventuale armonizzazione, per gli esclusi ci sarà un aumento secco di cinque o sei anni dei requisiti di pensionamento. Ecco un caso limite: Mario e Giovanni hanno lavorato 38 anni nella stessa azienda solo che il primo è nato nel dicembre del 1959 e il secondo nel gennaio del 1960. Mario andrà in pensione (se lo vorrà) a 62 anni, mentre Giovanni dovrà optare tra un pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi nel 2026 o il pensionamento di vecchiaia con 67 anni e nove mesi, addirittura nel 2029. Talee scalone andrebbe persino oltre quello della vecchia riforma Maroni (legge 243/2004), quando fu introdotta una differenza di tre anni lavorativi tra chi avrebbe maturato il diritto alla pensione il 31 dicembre del 2007 e chi lo avrebbe fatto il primo gennaio del 2008. In quegli anni per evitare che a circa 130mila lavoratori venisse impedito di andare in pensione subito si fece la riforma Damiano, con un aumento della spesa pensionistica “monstre”, di 65 miliardi, nel decennio che seguì.

La pensione anticipata si ottiene perfezionando un requisito di natura contributiva. Nel dettaglio, a oggi il requisito contributivo è pari a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini, senza differenza fra lavoratori dipendenti privati, pubblici o autonomi. Come previsto dalla riforma Fornero, il requisito contributivo necessario a ottenere la pensiona anticipata avrebbe dovuto essere periodicamente adeguato all’aspettativa di vita. Con l’introduzione di Quota 100 e delle successive disposizioni attuative, gli adeguamenti sono stati sospesi fino al 31 dicembre 2026. Altra possibilità per andare prima in pensione è quella nota come  isopensione. Si tratta di un prepensionamento attivabile dai datori di lavoro con più di 15 lavoratori, con costi unicamente a carico dell’azienda. Permette un anticipo dell’accesso a pensione fino a 7 anni nel caso di esodi collocati entro il 30 novembre 2023.

Scadono a fine 2021 anche Opzione donna con cui le lavoratrici possono uscire dal mondo del lavoro a 35 anni netti di contribuzione e 58 anni di età anagrafica, per le subordinate, 59 anni per le lavoratrici autonome e l’Ape sociale, sussidio erogato in attesa del raggiungimento dell’età pensionabile rivolto ai contribuenti di entrambi i sessi che hanno compiuto 63 anni e con 30-36 anni di contributi versati.

L’Ape sociale è una misura previdenziale sperimentale, introdotta nel 2017 e prorogata sino al 31 dicembre 2021, che consente l’uscita anticipata dal lavore: ha espressamente il fine di accompagnare in anticipo soggetti in possesso di determinati requisiti verso la pensione e si estrinseca in un’indennità che l’Inps, nel rispetto dei limiti di spesa fissati, eroga a coloro che abbiano almeno 63 anni di età, non siano titolari di pensione diretta in Italia o all’estero e si trovino nelle condizioni determinate dalla legge. Spetta solo a determinate categorie di lavoratori, come disoccupati o lavoratori impiegati in mansioni gravose, oppure ancora invalidi e caregivers. L’elenco di mansioni gravose potrebbe essere ampliato di molto nel 2022, è questa la novità delle ultime ore.

Solo una suggestione invece Quota 41 (ovvero pensionamento per chiunque abbia 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica): ma sarebbe difficilmente sostenibile per i conti pubblici: si parte da un costo di oltre 4,3 miliardi il primo anno, a salire. Troppo esosa. Si ragiona sempre sull’introduzione di altra flessibilità in uscita dopo i 62 anni d’età.

Tanto si è parlato della possibile futura divisione della quota pensione in due quote: retributiva e contributiva. L’ipotesi prevede in pratica un “anticipo pensionistico solo per la parte contributiva: 62/63 anni e 20 anni di contributi. Il resto (la quota retributiva) lo si ottiene a 67 anni”.

In atto solo laRegione Sicilia con provvedimento legislativo regionale presidenziale ha inviato a casa migliaia di dipendenti diplomati e laureati  consenzienti inserendoli in appositi contingenti.  Un miracolo autentico che ha visto ad es, un funzionario direttivo D6 (con laurea) avere il medesimo trattamento economico in servizio.

In pratica si potrebbe prevedere 1 anno in meno per ogni figlio per madri lavoratrici, oppure aumento del coefficiente di trasformazione corrispondentemente e 1 anno in meno per ogni 10 anni di lavori usuranti/gravosi, oppure aumento del coefficiente di trasformazione corrispondentemente (semplificando la certificazione). L’anticipo pensionistico per la parte contributiva si potrebbe quindi dare a 62-63 anni mentre il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe solo anni dopo, a 67 anni. 

Restano tanti punti di domanda sul futuro delle pensioni: ‘Quota 100’ ha ampiamente dimostrato che, in un sistema misto, non tutti coloro che possono accedere al pensionamento anticipato decidono effettivamente di utilizzare questa possibilità. Infatti  il sistema contributivo molto più incentivante alla permanenza al lavoro.

Chi chiede regole semplici e valide per tutti, giovani e anziani, retributivi, misti e contributivi puri, sa che la sfida è complessa. Se saranno mantenuti identici i requisiti per la pensione di vecchiaia con 67 anni di età adeguata alla aspettativa di vita e almeno 20 di contribuzione, l’ipotesi di Quota 102 per andare in pensione sarebbe fattibile con:

64 anni di età anagrafica (indicizzata alla aspettativa di vita);38 anni di contributi di cui non più di 2 anni figurativi (esclusi dal computo maternità, servizio militare, riscatti volontari).

Sarebbe tutto da stabilire il taglio dell’assegno fino alla naturale scadenza fissata a 67 anni. La pensione anticipata dovrebbe essere resa stabile con 42 anni e 10 mesi per gli uomini (1 anno in meno per le donne), svincolata dalla aspettativa di vita e togliendo qualsiasi divieto di cumulo tra lavoro e pensione e prevedendo altresì agevolazioni per le donne madri (ad esempio 8 mesi ogni figlio fino a massimo 24 mesi), per i caregiver (un anno) e per i lavoratori precoci (maggiorando del 25% gli anni lavorati tra i 17 e i 19 anni di età). Vedremo dal primo gennaio 2022.

Maggio dei Libri 2021, aperte le adesioni al Comune di Catania

 

locandina maggio libri 2021

Dal 23 aprile al 31 maggio il libro e la lettura tornano protagonisti con un ventaglio di eventi online e, in caso di allentamento delle misure anticovid, in presenza, organizzato per il “Maggio dei Libri della Città di Catania”. Il Comune e l’assessorato alla Cultura partecipano con una specifica programmazione alla campagna nazionale di promozione della lettura sostenuta dal Centro per il Libro e la Lettura e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il patrocinio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Tutti possono contribuire con proposte, presentazioni e iniziative che saranno inserite nel cartellone che si aprirà il 23 aprile in occasione della giornata mondiale Unesco del libro e del diritto d’autore. Gli eventi saranno fruibili attraverso i canali di comunicazione del comune di Catania e dell’assessorato alla Cultura e, solo nel caso di un allentamento delle attuali restrizioni dovute al perdurare della pandemia, anche in presenza negli spazi che saranno messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, sempre nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa anti-Covid19.

 

 

Mafia Messina. Arresto di imprenditore coinvolto in un’articolata frode all’Inps e all’Agea

Un’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata dalle Fiamme gialle del Comando Provinciale di Messina  nei confronti dell’imprenditore agricolo L.D. cl. 63, risultato contiguo ad esponenti della criminalità organizzata operante nell’area dei Nebrodi ed accusato, in concorso con altri, dell’indebita percezione di finanziamenti pubblici e prestazioni assistenziali e previdenziali riconducibili al cosiddetto “falso bracciantato agricolo” agricolo”, nonché innumerevoli ipotesi di falso .

Il provvedimento eseguito in data odierna è l’evoluzione d e l’Operazione LADYBUG dal nome della principale società coinvolta, condotta dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Patti e che, nel dicembre scorso , aveva già portato al sequestro preventivo disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina , di beni per un valore di circa 1,5 milioni di euro .

In particolare, il provvedimento ablativo all’epoca eseguito risultava l’epilogo di un’ articolata attività d’indagine , sviluppata dai Finanzieri pattesi che aveva consentito di stroncare un rodato meccanismo illecito, in virtù del  quale diverse centinaia di lavoratori avevano indebitamente conseguito le indennità assistenziali e previdenziali destinate al settore agricolo, con la fuoriuscita dalla casse dell’INPS di oltre 550.000 Euro. Nel medesimo ambito, lo schema criminogeno ideato era risultato servente anche al l’illecita percezione di altri contributi pubblici, ammontanti a circa mezzo milione di Euro, concessi dall’A.G.E.A. per migliorare le strutture aziendali agricole operanti nell’area dei Nebrodi.

Nel merito, nella frode scoperta risultarono implicate ben 15 società che, sistematicamente, erano risultate dedite all’utilizzo strutturato di fatture “ gonfiate ”, al solo fine di dimostrare ai due enti pagatori, l’Ispettorato dell’Agricoltura di Messina e l’A.G.E.A., spese asseritamente riferibili al la realizzazione di lavori agricoli, in realtà mai sostenute.

I reati contestati agli indagati, in concorso tra l oro, vanno dal falso commesso in atto pubblico sino alla truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e la truffa ai danni dell’INPS.

A far scattare l’odierna misura cautelare personale, invece, sono state le determinanti dichiarazioni rese da due recenti collaboratori di giustizia, M.G.G. cl. 71 e C.Z.S. cl. 82 , entrambi raggiunti dall’ordinanza di misura cautelare in carcere nell’ambito della maxi Operazione Nebrodi che , nel decorso gennaio 2020, ha condotto la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina a disporre l’esecuzione di 94 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso, con il contestuale sequestro di oltre 150 aziende, in virtù dell’acclarato interesse d ei due gruppi mafiosi all’epoca investigati il clan dei tortoriciani ed il clan dei batanesi proprio per il controllo e l’illecita percezione di ingenti contributi comunitari concessi dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Ag.E.A.).

Più in particolare, proprio i nominati collaboratori , appartenenti alla famiglia mafiosa dei batanesi, dopo aver deciso di cambiare vita, tra novembre 2020 ed il recente gennaio 2021, rende vano importantissime dichiarazioni ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, anche autoaccusatorie , che supportavano le ipotesi di reato già acclarate a valle della poderosa attività d’indagine, nonché consentivano di fare piena luce sulle dinamiche criminali della complessa e delicata area dei Nebrodi .

Per quanto di rilievo agli odierni fini, oltre ad attestarne l’operatività criminale sino ai recenti anni 2018 e 2019, il collaboratore M.G.G. cl. 71 confermava la vicinanza del l’odierno imprenditore arrestato L.D. cl. 63 agli ambienti mafiosi locali, talché riferiva come lo stesso si fosse rivolto proprio al notissimo pregiudicato mafioso B.S. cl. 72 detto “ il biondino ” per recuperare manovalanza da impiegare quali fittizi braccianti agricoli su terreni di sua proprietà. Tale richiesta trovava immediata conferma, tale che veniva fittiziamente assunta come bracciante agricola anche la C.Z.L. cl. 75 , moglie del “ biondino ””, solo per fargli percepire, illecitamente, le indennità spettanti ai braccianti agricoli. Parimenti, lo stesso M.G.G. cl. 71, oltre ad essere egli stesso un “falso bracciante agricolo”, tanto da percepire direttamente in carcere gli illeciti emolumenti percepiti, riferiva come analoga qualità fosse riferibile a diversi suoi familiari.

Dichiarazioni di pari tenore venivano poi rese anche dal collaboratore C.Z.S. cl. 82, il qua le confermava quanto già acquisito. In conclusione, i l già compromesso quadro probatorio, ulteriormente aggravato dalle dichiarazioni dei citati collaboratori di giustizia, ha quindi consentito a l G.I.P. del Tribunale di Messina , su richiesta della Procura della Repubblica di Messina a disporre nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’odierna operazione , che ha visto l’impiego degli specialisti del G.I.C.O. di Messina in supporto ai militari della Tenenza di Patti, conferma ulteriormente quanto sia alta la soglia di attenzione della Procura della Repubblica di Messina e della Guardia di Finanza nei confronti di un territorio, quale quello dei Nebrodi, significativamente minato dalla pervasiva presenza di strutturate organizzazioni criminali, vieppiù di matrice mafiosa.

Tale attenzione , peraltro , è perfettamente aderente a più ampie direttive operative emanate dall’Autorità di Vertice della Guardia di Finanza per il controllo della spesa pubblica, a contrasto delle truffe e degli sprechi di denaro pubblico, col duplice obiettivo di consentire, da un lato, un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari, arginando efficacemente la diffusione dell’illegalità e, dall’altro, di salvaguardare i tanti imprenditori onesti di un settore così vitale per l’economia locale.

Il marciume italiano : la facile ricchezza dei personaggi pubblici

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di    Raffaele  Lanza

Perchè l’Italia affonda? Perchè vi sono personaggi che si sono diventati ricchi  oltremisura?  Col loro lavoro? Suvvia non scherziamo.   Molti nel nostro Paese sono diventati Paperoni perchè hanno colto le debolezze del sistema di controllo. Un sistema che incardina manager, funzionari, politici che smuovono il placet per i finanziamenti/Contributi, insomma roba da spazzatura, marciume.    Fondazioni che nascono come nel cilindro di un prestigiatore fantasioso per avere soldi pubblici. Che indecenza. E poi presentarsi candidamente sui palcoscenici o nelle piazze per dire “Che volete-afferma Renzi- così va l’Italia..”

Ma il destino è sempre in agguato.  Cade un ponte, muoiono in tanti, ne cade un altro, si ispezionano viadotti e ponti, in particolare quelli gestiti dalla società di Autostrade. Si scopre che la manutenzione è mascherata. Finta.  Adesso è Benetton ad essere all”angolo.  Chiede aiuto e vuol sottrarsi alle sue responsabilità  . Che razza di uomini di carta ha l’Italia….Comunque vada per Benetton e la sua famiglia “miliardaria” sarebbe opportuno  andare a vivere in un Paese lontano dall’Italia Di lui abbiamo e avremo sempre un bruttissimo ricordo.  Riportiamo un “pezzo” che viene inviato alla direzione di Sud Libertà  ed è firmato dal movimento cinque stelle,pure sul Blog interno

Uno dei segreti del successo dei Benetton si chiama “convenzione”. E’ questa la parolina magica che dobbiamo inquadrare per capire il fiume di denaro incassato negli anni dalla famiglia di Ponzano Veneto. La convenzione è di fatto l’accordo che regola i rapporti tra lo Stato, che dà in concessione il servizio, e le Autostrade, ovvero il cosiddetto concessionario. Ebbene, la prima convenzione, risalente addirittura al 1968, regolava questi rapporti quando la società Autostrade era ancora pubblica, perché controllata dall’Iri. Questo presidio pubblico obbligava il concessionario a rispettare l’equilibrio economico-finanziario e prevedeva che gli utili dovessero essere riservati al bilancio dello Stato.

Nel 1993, invece, il processo di privatizzazione cambia tutto. Ne consegue la seconda convenzione, snodo fondamentale dei privilegi che le Autostrade hanno avuto, coltivato e alimentato negli anni successivi. Per prima cosa questa convenzione, datata 1997, proroga la sua scadenza al 2038, 20 anni secchi in più rispetto al termine precedentemente fissato. Ma soprattutto, tarata su contraenti che in quel momento erano ancora pubblici, non tiene in considerazione il fatto che Autostrade di lì a poco sarebbe finita in mano agli appetiti privati. La privatizzazione, infatti, si perfeziona nel 1999. E subito dopo decolla la stagione degli affidamenti delle concessioni autostradali con trattativa privata, con l’ulteriore privilegio che consente ai concessionari di affidare lavori di manutenzione direttamente a imprese controllate. L’anticamera della cuccagna. Questa situazione viene censurata dal Garante della concorrenza in una segnalazione più che eloquente al Parlamento del 28 marzo 2006.     Non finisce qui.

A cogliere disfunzioni di ogni genere, che significano guadagni a palate per la società privatizzata, è anche l’allora Autorità di vigilanza sui lavori pubblici. In una segnalazione al Parlamento dell’8 giugno 2006, l’Autorità registra la “pacifica omessa realizzazione di notevole parte degli investimenti previsti” dai piani finanziari che vanno dal 1997 al 2005. E sempre l’Autorità censura duramente la convenzione in vigore, spiegando che la natura ancora pubblica di Autostrade all’epoca della sottoscrizione “poteva aver indotto a stipulare una convenzione alquanto generica, e con scarse garanzie formali per il concedente”.

A pochi anni dalla privatizzazione tutti sapevano dell’inaccettabile sbilanciamento del rapporto a favore dei Benetton. Le Autorità di controllo sapevano. Il Parlamento sapeva. Ma nessuno (o quasi) ha mosso un dito” 

  

IN PIAZZA PER NUOVI VOLONTARI NEI REPARTI DI PEDIATRIA

             –       IL SORRISO  DOVE C’E’ LA MALATTIA  –

Sabato 28 settembre 2019 | Giornata Nazionale perAmore, perABIO

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LE PERE PIÙ BUONE? QUELLE CHE AIUTANO I BAMBINI IN OSPEDALE

Abio, ecco dove sarà possibile incontrare i volontari a Catania e provincia

 

CATANIA

Anche i volontari del capoluogo etneo, sabato 28 settembre, saranno in piazza per portare proprio lo stesso sorriso che ogni giorno – da oltre quarant’anni – regalano ai bambini, agli adolescenti in ospedale e alle loro famiglie. Tutti potranno contribuire e sostenere l’associazione, ricevendo il simbolo della Giornata nazionale: un cestino di pere.

A Catania e provincia sarà possibile incontrare i volontari di Abio presso le seguenti postazioni: Corso Italia, angolo via Pasubio; Centro Commerciale Katanè e Polo Commerciale Le Zagare e Piazza Bellini a Caltagirone.

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Grazie a questo straordinario contributo, l’associazione potrà realizzare corsi di formazione per portare nuovi volontari nei reparti di pediatria della nostra città. Per l’intera Giornata ai bambini saranno dedicati palloncini, giochi, sorrisi: una vera e propria festa dedicata alla solidarietà e all’#orgoglioABIO.

Da quindici anni la Giornata Nazionale Abio è una straordinaria occasione per raccontare una storia a misura di bambino, fatta da 5.000 volontari che in oltre 200 reparti di pediatria in tutta Italia sono al fianco dei bambini, degli adolescenti in ospedale e delle loro famiglie.

 

 

ABIO?      CHE SIGNIFICA?

ABIO è l’Associazione per il Bambino in Ospedale che dal 1978 è al fianco dei bambini, degli adolescenti e dei loro genitori.

ABIO è 5.000 volontari presenti in oltre 200 reparti di pediatria, riuniti in 66 Associazioni ABIO presenti in tutta Italia.

ABIO è formazione, che garantisce un servizio costante e qualificato.

ABIO è sale gioco e ambienti a misura di bambino realizzati negli ospedali di tutta Italia.

ABIO è diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale.

ABIO è il sorriso portato dove c’è la malattia, è il colore che arriva in un ambiente che può fare paura, è essere vicino ai genitori, ai bambini, agli adolescenti in un momento così difficile.


“Essere un volontario ABIO non è sempre facile…”. Scopri perché con questo video!

Tana


La storia

Nel 1978 un piccolo gruppo di persone accoglie l’appello di Giuseppe Zaffaroni, primario di chirurgia infantile presso il padiglione “Alfieri” dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e sceglie di dedicare il suo tempo per i bambini ricoverati in ospedale. Negli anni il volontariato ABIO cresce, nella qualità e nella quantità: vengono organizzati i primi corsi di formazione, nascono nuove Associazioni ABIO. Un Coordinamento, un Comitato e poi, nel 2006, la nascita di Fondazione ABIO Italia Onlus danno l’idea della crescita e dello sviluppo nazionale. Di quei primi anni resta l’idea che sia necessario offrire al bambino, ma anche all’adolescente e ai suoi genitori, un ospedale vicino ai suoi bisogni, che oltre a curarlo si “prenda cura” di lui. E prendersi cura, per ABIO, da oltre trentacinque anni, significa sempre gioco, ambiente accogliente, ascolto, sorriso.


 

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