Provocante “candore” dell’avvocato delle belve senegalesi di Desirèe: il mio assistito non parla perchè non sa di che cosa è accusato”

 

Desiree, uccisa da un branco di belve a soli 16 anni

 

Sono stati trattenuti  ben tre ore davanti al Gip nel carcere di Regina Coeli ma solo uno dei tre fermati ha parlato. Il giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli ha convalidato i fermi e deciderà sulla ric hiesta della Procura di adottare le misure cautelari

Durante l’interrogatorio di convalida in relazione all’omicidio e allo stupro -nonchè altri reati – della a 16enne Desirèè Mariottini di Cisterna di Latina trovata morta una settimana fa in uno stabile abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma, due di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. 

Solo il senegalese di 43 anni Brian M.ha parlato -d’altronde l’evidenza è provata anche da un filmato diffuso pubblicamente -mentre il  senegalese, Mamadou G., 27 anni, e il nigeriano, Alinno C. di 46 anni, forse perchè consigliati dal proprio legale, sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

 

Prova inutile comunque, il Giudice procede contro di essi con l’aggravante di omessa collaborazione procedurale

Infine anche il paradosso e il finto candore: “Non mi sarei mai permesso neanche di toccare Desirée perché si vedeva che era una bambina”: è quanto avrebbe riferito al suo difensore proprio quest’ultimo, il nigeriano Alinno C.. “Il mio assistito ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere perché non è in grado di capire di che cosa è accusato”, ha detto l’avvocato, non sappiamo- noi di SUD LIBERTA’ -se corretto deontologicamente nella funzione difensiva.