La Corte dei conti Sicilia boccia il Rendiconto 2020 della Regione siciliana . Dove sono finiti i soldi del disavanzo? “Correttivi in atto”

 

 

I giudici contabili bocciano  la parifica del documento varato dall’allora giunta Musumeci.

L’assessore Falcone mimetizza: ” La bocciatura non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione”

La Corte dei Conti ha definito il giudizio sul rendiconto 2020 della Regione Siciliana, non parificando lo strumento finanziario. Presenti all’adunanza
l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, il ragioniere generale Ignazio Tozzo, il capo di gabinetto della presidenza della Regione Salvatore Sammartano. “Abbiamo preso atto – afferma Falcone – della decisione della Corte dei Conti inerente a una fase finanziaria risalente ormai a un quinquennio fa e che non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione. Se è vero che il disavanzo al 2018 andava ripianato non in dieci ma in tre anni, è vero anche che la Regione, da allora ad oggi, ha posto in essere tutti i necessari correttivi e guarda ai propri conti con maggiore serenità.

Lo scorso novembre i giudici contabili, accogliendo la richiesta della Procura generale della Corte dei conti, avevano sospeso il giudizio di parificazione del rendiconto, rinviando la decisione in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla questione del disavanzo: sentenza che è arrivata a fine gennaio di quest’anno, con la quale la Consulta ha dichiarato illegittimo il decreto che consentì all’ex governo Musumeci di spalmare il deficit in dieci anni perché per i giudici la Regione poteva essere autorizzata solo con una legge e dunque andava spalmato in tre anni, tesi questa che era stata sostenuta dalla Corte dei conti.

La manovra,  prevista all’origine in 100 milioni, sale intorno ai 350 milioni.       La Regione Sicilia dovrà dare i promessi 60 milioni ai Comuni per i rifiuti inviati all’estero; 15 milioni a Siciliacque per combattere la crisi idrica a Trapani; 7 milioni per la nuova ondata di stabilizzazioni dei Pip e 6 milioni e mezzo per l’Ast , azienda che funziona poco e male, incontrollata com’è. ma servono anche quasi 170 milioni per coprire tante altre piccole spese e nuove falle di natura contabile.

Ci adegueremo alle indicazioni dei magistrati nella revisione del rendiconto 2020 – aggiunge – potendo disporre degli opportuni accantonamenti che mantengono in sicurezza i nostri bilanci. Ciò è avvenuto anche grazie al rapporto di leale collaborazione che abbiamo instaurato con la Corte dei Conti e che ci ha condotto assieme a risultati importanti: infatti, il rendiconto 2022 certifica il calo del disavanzo della Regione a soli   miliardi di euro. Dal 2021 ad oggi siamo cioè rientrati di quasi tre miliardi e, secondo le nostre previsioni, nel rendiconto 2023, in fase di  predisposizione, rientreremo di altri 800 milioni di euro”.

 

Nuove norme per limitare i poteri di controllo della Corte dei conti

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Nuove norme per limitare i poteri di controllo della Corte dei conti. Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo informa che alla Camera il governo ha posto la questione di fiducia sull’esame del disegno di legge di conversione del decreto 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, il cosiddetto decreto Pa.  Il testo prevede anche nuove norme sulla Corte dei Conti.

Il voto di fiducia sul decreto si terrà domani.Una decisione della capigruppo di Montecitorio. Dalle 12.30 ci saranno le dichiarazioni di voto. 

CONTROLLI, CORTE CONTI: IL PROGRAMMA 2023 DELLA SEZIONE AUTONOMIE

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Le analisi sulla finanza territoriale pianificate per quest’anno dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti,- informa l’Ufficio Stampa dell’Organo di controllo-  dovranno tenere conto di un contesto, come quello attuale, in cui il perdurare delle criticità legate alla pandemia e quelle, più recenti, connesse all’aumento dei costi energetici o all’inflazione, costituiscono elementi di stress per i bilanci degli enti territoriali e richiedono un forte impegno a preservarne gli equilibri.

E’ quanto emerge dal “Programma delle attività per l’anno 2023” approvato, con Delibera n. 1/SEZAUT/2023/INPR, dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile, nel ribadire la necessaria sinergia con le articolazioni regionali dell’Istituto deputate al controllo, delinea un’agenda degli interventi incentrata sui temi legati alle criticità finanziarie, alle procedure di risanamento, alle partecipate locali, nonché alla copertura delle leggi regionali di spesa, alla realizzazione del federalismo fiscale, dell’autonomia differenziata e della riforma fiscale.

Nel documento, si evidenzia inoltre la prosecuzione del monitoraggio sull’attuazione del PNRR, nell’obiettivo di accompagnare gli enti nella sua fase attuativa. Questo, ha specificato la Corte, attraverso modelli di controllo incentrati sul raggiungimento di risultati misurabili, da perseguire coinvolgendo le autonomie locali e avvalendosi delle loro esperienze; ricalibrando gli interventi risultati non in linea con le scadenze o gli obiettivi programmati.

Tali attività, collocate nel solco delle linee generali tradizionalmente definite dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte, saranno affiancate dalla predisposizione delle tradizionali “Linee guida”, per l’acquisizione delle necessarie informazioni, nell’ulteriore obiettivo di rendere più funzionale la qualità delle basi informative di supporto al lavoro svolto dalla Sezione delle autonomie.

De Luca (M5S): “Gravissima la leggerezza della Regione Sicilia sulle performance dei dirigenti degli uffici promossi in massa. E’ una vera vergogna”

“Il rinvio della parifica del bilancio della Regione del 2020 e le troppe criticità sollevate dai magistrati contabili rappresentano l’eloquente e pesantissimo giudizio della Corte dei conti sull’operato dell’esecutivo Musumeci, un governo fallimentare, la cui unica nota di rilievo è stata quella di togliere il disturbo con anticipo”.

Così il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca al verdetto della magistratura contabile sui conti della Regione.Riportiamo il Comunicato stampa di De Luca:

“É andata peggio delle peggiori previsioni – dice Antonio De Luca – ora, altro che Finanziaria approvata per tempo, qui si bloccano le spese per centinaia di milioni di euro per investimenti e le assunzioni nei centri per l’impiego e nell’amministrazione regionale. A fare le spese di tutto ciò saranno i siciliani. Schifani, piuttosto che rivendicare la continuità col governo Musumeci, dovrebbe vergognarsene e, soprattutto, provare a cambiare rotta rispetto al passato. Intanto ritiri le variazioni di bilancio e prepari l’esercizio provvisorio”.

“La sollevazione della legittimità costituzionale per il ripiano di 2, 2 miliardi spalmati in dieci anni operato dalla Regione costringe ora il governo a trovare in tempi brevissimi grossissime risorse che rischiano di penalizzare ulteriormente i siciliani. Gravissime ci appaiono pure i rilievi della Corte su diversi profili interpretativi, considerati scorretti, la difficoltà nel recupero del vecchio disavanzo e l’assenza di riforme strutturali evidenziati.

Gravissime, a nostro avviso, sono pure la leggerezza sulle performance dei dirigenti ‘promossi’ praticamente in massa con la più alta valutazione. Stessa cosa per i non dirigenti, Come dire, niente di nuovo sotto il sole: anni fa denunciammo, con tanto di documentazione acquisita tramite accesso agli atti, i giudizi più che benevoli per i dirigenti, alcuni dei quali con altissime pagelle solo per aver mandato e mail o tenuto in ordine l’archivio, praticamente il minimo sindacale in qualsiasi ufficio, Ebbene, a parte il clamore mediatico di allora, pare che dopo anni sia cambiato poco o nulla. Schifani ne prenda atto”.

La Corte dei conti contesta alla classe dirigente della Regione siciliana numerose irregolarità e 866 milioni di disavanzo

 

 

Corte dei Conti, condannato dipendente per danno d'immagine ...

 

Palermo,

Le Sezioni riunite della Corte dei Conti hanno  sospeso il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione per il 2020 contestando numerose irregolarità nel conto economico e nel conto patrimoniale oltre che il risultato di amministrazione e ha deciso di sollevare la questione di legittimità costituzionale del ripiano del disavanzo di 2,2 miliardi che era stato spalmato in dieci esercizi finanziari mentre per i giudici andava fatto in tre anni.

Brutta storia per la classe dirigente della Regione siciliana. SONO TANTI GLI ILLECITI, LE ANOMALIE RILEVATE DALLA PROCURA. Il governo Schifani, in sostanza, dovrebbe adesso interessare il governo centrale per prevedere  già nel prossimo bilancio 866 milioni di euro .  Ma le irregolarità sono state commesse e non possibile , nè è giusto, come afferma Marco Falcone , sistemare tutto a Roma. E la ricerca delle responsabilità?       Attenzione dunque Falcone, le sue affermazioni hanno intento di copertura delle macchie della classe dirigente siciliana.  E’ un tipo di Mafia che non ci piace perchè non consente di pagare gli errori, gli illeciti e riproduce ogni anno il solito copione.

L’assessore all’Economia, Marco Falcone pensa di eludere la pronuncia della Corte dei conti : “Tratteremo subito col governo Meloni, basta una norma interpretativa che dia ragione alla Regione siciliana e che faccia decadere il motivo del contendere”.

Il pronunciamento dei giudici è più pesante rispetto alla richiesta che aveva fatto la Procura della Corte dei conti, che aveva proposto il via libera al bilancio consolidato 2020 senza le parti che riguardavano il ripianamento del disavanzo, il conto economico e quello patrimoniale oltre a una trentina di partite contabili contestate nei capitoli di entrata, di spesa e dei residui attivi e passivi. La partita più consistente riguarda il deficit. Per i giudici la Regione doveva spalmare il disavanzo in tre anni e non in dieci, come ha fatto, per due motivi: non si poteva fare con un decreto legislativo ma serviva una legge e comunque il provvedimento è stato fatto prima che fosse approvato lo stesso decreto legislativo. Sulla questione il giudizio passa alla Corte Costituzionale.

La Corte dei conti: “La manovra genera perplessità e non mantiene in equilibrio i conti pubblici….” IL governo con la revisione delle pensioni sbaglia perchè colpisce le fasce più deboli

Corte dei conti (Italia) - Wikipedia

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“Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità”. Non sta bene la manovra della Meloni alla Corte dei conti in un documento sulla legge di bilancio, presentato in un’audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità””I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. E’ importante conseguire – sottolineano i giudici contabili – significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli”.

  CRITICHE DELLA CORTE AL LA REVISIONE DEL GOVERNO MELONI DEL SISTEMA DI INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI “-IL GOVERNO COLPISCE LE FASCE PIU’ DEBOLI –
Come più volte sottolineato dalla Corte, per far ciò “è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione”.

“Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra – aggiunge la Corte dei Conti – che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future”.

Vediamo il testo integrale dell’Ufficio Stampa della Corte dei conti: ”

La manovra 2023-25 conferma i positivi orientamenti sui saldi di finanza pubblica preannunciati nella NaDEF. E’ positiva la scelta di mantenere entro margini limitati gli interventi previsti per il 2023 con ricorso a indebitamento, puntando, nel medio termine, alla riduzione del saldo di bilancio entro la soglia del 3% e a una più rapida discesa del debito rispetto a quanto prospettato nel DEF.

E’ quanto emerge dal documento che la Corte dei conti ha presentato, oggi, in audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame della Legge di bilancio 2023.

Nonostante il limitato tempo a disposizione, hanno evidenziato i giudici contabili, si sono approntati interventi per importi significativi senza ricorrere in misura rilevante a nuove entrate (eccettuata la misura sugli extra profitti delle imprese del settore energetico) e individuando minori spese per importi considerevoli.

Permangono, tuttavia, elementi di incertezza sul quadro di finanza pubblica modificato dalla manovra. L’intervento sui costi dell’energia, pur di dimensioni rilevanti (oltre 20 miliardi nel 2023), è destinato a esaurire la maggior parte degli effetti nel primo trimestre dell’anno. In caso di persistente aumento dei prezzi e nonostante il gettito che deriverebbe dalla tassazione dei sovraprofitti, la dimensione del fabbisogno è rappresentata dalla differenza con gli importi impiegati nel corso del 2022.

Oltre alle misure per l’energia (considerando gli importi al netto degli effetti fiscali per la deindicizzazione e per la decontribuzione e la sostituzione del reddito di cittadinanza), la manovra 2023 prevede ulteriori interventi per 18 miliardi, coperti, nel primo anno, sia con maggiori entrate (in gran parte temporanee, legate ai sovraprofitti energetici), pari a 7,6 miliardi, che con minori spese, pari a circa 10,5 miliardi. Nel biennio successivo, al contributo del risparmio sul fronte previdenziale e della revisione del reddito di cittadinanza, si aggiunge un limitato aumento delle entrate e, soprattutto nell’anno finale, un consistente taglio di spesa (poco meno di 16 miliardi, di cui 5 in conto capitale), che consente di prefigurare un avanzo di circa 5 miliardi.

Il quadro che emerge è, quindi, impegnativo. Anche per dare attuazione, sin dal prossimo anno, ad alcuni indirizzi programmatici, si mobilitano risorse importanti in uno scenario non ancora ben delineato. La revisione del sistema di indicizzazione delle pensioni, oltre a contribuire alla copertura di alcune misure che anticipano un più complessivo riassetto del quadro normativo, assicura risorse crescenti nell’arco di previsione: una scelta che, se porta ad una percepibile riduzione della “curva previdenziale”, va ad inserire ulteriori elementi di incertezza in un sistema che fatica a trovare un assetto definito in senso assicurativo e dal cui ridisegno – che verrà proposto – dipende, in misura rilevante, la sostenibilità del nostro debito. Una incertezza che caratterizza anche il futuro del sistema di sostegno delle fasce più deboli, di cui non è ancora percepibile lo sviluppo dell’aspetto più impegnativo: l’effettiva assistenza nella ricerca di occasioni di lavoro.

Alcune misure in materia di entrate – continuano i giudici contabili – generano alcune perplessità. I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. E’ importante conseguire significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli.

Come più volte sottolineato dalla Corte, per far ciò è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione. Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future. 

In definitiva, conclude la Corte, il quadro che emerge è delicato e richiede che, al più presto, si dispieghino gli effetti attesi dall’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. La definizione delle riforme per le quali il Governo e il Parlamento si sono impegnati sul fronte fiscale, previdenziale, assistenziale e del funzionamento degli apparati pubblici, rappresenta, oggi, una condizione indispensabile a cui la nuova legislatura è chiamata.

Corte dei conti
Ufficio Stampa

GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE DEL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE SICILIANA

 

Sabato 3 dicembre 2022 alle ore 10.30, nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Palermo, via Maqueda 172, avrà luogo la pubblica udienza del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2020.

L’evento si svolgerà alla presenza del Presidente della Corte dei conti Guido Carlino e delle autorità regionali.
Il collegio delle Sezioni Riunite per l’evento si svolgerà alla presenza del Presidente della Corte dei conti Guido Carlino e delle autorità regionali.
Il collegio delle Sezioni Riunite per la Regione siciliana sarà presieduto dal Presidente Salvatore Pilato e la relazione sarà illustrata dai magistrati Tatiana Calvitto e Giuseppe Massimo Urso.
Le funzioni di pubblico Ministero saranno esercitate dal titolare della Procura generale presso la Sezione Giurisdizionale d’Appello, Presidente Maria Rachele Aronica.

 

Bilancio della Regione siciliana, la Corte dei conti contesta le spese del precedente governo regionale

03/08/2020 - Corte dei Conti: responsabilità amministrativa ...

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Palermo,

Sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei conti, il bilancio 2020 della Regione Siciliana. Negli uffici di Palazzo d’Orleans è giunta una relazione dei magistrati della Corte dei conti che contesta oltre un miliardo di spese effettuate sulla base del documento messo a punto dal precedente governo regionale.     Per i magistrati contabili, c’è la modalità di copertura del disavanzo della Regione con la decisione di rateizzarlo in dieci tranche anziché tre.

La strada fu scelta dal governo Musumeci in base all’accordo che sarebbe stato poi firmato con lo Stato e consentì di vincolare soltanto 461 milioni di euro a fronte di una rata complessiva di 1,3 miliardi. L’accordo con Roma arrivò, però, soltanto nel 2021 e ora la Corte dei conti contesta il bilancio in quanto, a suo avviso, avrebbe dovuto essere realizzato con le vecchie norme.

Tra le contestazioni dei magistrati contabili ci sarebbe anche il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge poi dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. A questo punto la Regione potrà fornire entro metà novembre le sue controdeduzioni, poi saranno le sezioni riunite della Corte dei conti, a dicembre, a esprimersi con il giudizio di parifica che potrebbe costringere il nuovo governo a trovare circa 1,1 miliardi con una manovra.

“Afferma Cateno De Luca :   “. Il governo Musumeci, quello dalle carte in regola, ha approvato i bilanci senza tenere conto delle norme vigenti al momento dell’approvazione. Nel 2019 è stato proposto un bilancio in violazione del diritto di base. La Corte dei conti fa riferimento ad uno squilibrio di circa un miliardo ma noi sappiamo che in realtà il buco è molto più profondo……”

 

Corte dei conti: nel semestre 2022 emergono difficoltà notevoli degli Enti pubblici nella capacità di spesa e un reale sviluppo

GRANDE SOFFERENZA DELLE IMPRESE  CHE ANCORA NON PROCEDONO A NUOVE STRATEGIE  AZIENDALI  E/O  DI ASSUNZIONI  GIOVANI

 

Corte Conti | Nuovo Sud

Palermo,

Le amministrazioni centrali dello Stato- comunica la Corte dei conti siciliana- hanno reagito positivamente al primo impatto con il PNRR, con il conseguimento pressoché totale degli obiettivi previsti dal Piano ma l’attenzione sulla sua esecuzione resta particolarmente elevata e il giudizio complessivo sul 2022 potrà delinearsi solo a fine anno. 

E’ quanto emerge dalla relazione approvata, con Delibera n. 47/2022/G, dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile ha riportato gli esiti delle analisi svolte, attraverso un campionamento qualitativo e quantitativo, sullo stato di attuazione di 31 su 45 degli interventi ricompresi nel PNRR e sul conseguimento degli obiettivi previsti per il primo semestre 2022.

Il controllo eseguito dalla Corte si è svolto seguendo le specifiche cadenze temporali previste per la realizzazione degli interventi connessi al Piano, con precisa attenzione sui temi della tutela ambientale e della salute, delle politiche del lavoro e dello sviluppo sostenibile, della digitalizzazione, dell’internazionalizzazione, dell’istruzione, dell’inclusione e del sostegno sociale.

Malgrado il dato formale positivo, nei settori esaminati sono emerse sostanziali criticità, in un contesto, come quello attuale, che ha visto modificare il quadro economico finanziario rispetto alle previsioni iniziali, determinando l’emersione di elementi di incertezza destinati ad influenzare il rialzo dei costi di realizzazione di alcuni progetti.

In tale prospettiva, la Corte ha sottolineato il permanere di difficoltà notevoli nella capacità di spesa delle singole amministrazioni, a dimostrazione del fatto che una maggiore disponibilità ed un maggior impiego di risorse non corrispondono automaticamente a reali capacità di sviluppo. Un aspetto, quest’ultimo, da valutare in un lasso di tempo più ampio, che consenta di elaborare previsioni sull’impatto reale degli interventi del PNRR sul PIL.

Il rafforzamento delle strutture amministrative e l’adeguatezza delle risorse umane in corso di reclutamento – ha specificato la magistratura contabile – costituiscono elementi essenziali ai fini dell’attuazione degli interventi, così come adeguate attività di assistenza tecnica che garantiscano lo svolgimento delle azioni connesse alla realizzazione degli obiettivi. Le osservazioni della Corte, su questo punto specifico, si sono focalizzate sulla necessità di superare la questione della finanziabilità dell’assistenza tecnica, attualmente non finanziabile con i fondi del PNRR. Molto potrà essere fatto, a parere della Corte, con l’introduzione, nel giugno scorso, del nuovo portale ”Capacity Italy”.

Sul versante attuativo degli interventi sul territorio – ha rilevato la Corte – è richiesta, soprattutto in alcune aree del Paese, un’azione di razionalizzazione che assicuri uniformità e omogeneità di presidio e di offerta di servizi, oltre a consentire lo svolgimento di efficaci controlli sui flussi di risorse e sul raggiungimento degli obiettivi finali.

Alla conclusione del Piano, per governare il ritorno a una gestione ordinaria priva delle attuali, ma momentanee, disponibilità legate alle risorse europee, sarà fondamentale garantire la stabilizzazione dei flussi finanziari destinati alle amministrazioni, anche per evitare la messa in sofferenza delle imprese che hanno tarato organizzazione e strategie aziendali sull’attuale entità degli stimoli economici e finanziari.

Corte dei conti -Reg  Siciliana

Gestione Inps sotto la lente della Corte dei conti

Corte dei conti: «L'inefficenza crea zone oscure dove si insinua la  corruzione» - Il Sole 24 ORE
Corte dei conti – Archivi Sud liberta’

 

l conto consuntivo 2020 dell’INPS mostra un avanzo di 88,415 miliardi di euro (in diminuzione di 20,491 sul 2019), un risultato d’esercizio negativo per 25,200 miliardi e un patrimonio netto che scende da 39,759 a 14,559 miliardi.

E’ quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2020 dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti con Delibera n.79/2022, in cui si evidenzia, nell’ambito delle entrate correnti (373,684 miliardi, in crescita di 18,460 sul 2019), un valore di quelle contributive pari al 60,25% di quelle accertate (225,150 miliardi, in valore assoluto).

La crisi pandemica – ha aggiunto la Corte – ha inciso negativamente sulle entrate contributive per 11,061 miliardi di euro – determinando, invece, un aumento delle uscite per prestazioni istituzionali pari a 28,461 miliardi (359,517 miliardi in termini assoluti).

Sul fronte delle agevolazioni contributive (17,471 miliardi), la Corte ha raccomandato la verifica preventiva sui requisiti di accesso alla riduzione del cuneo contributivo, per i casi di richieste di esonero contributivo derivanti dall’assunzione dei beneficiari. Sono state 237 (per un totale di 1.244.000 euro) le istanze di sgravio accolte, riferibili al credito di imposta per effetto di assunzioni di percettori di Reddito di cittadinanza.

Su 13.181 ispezioni in materia previdenziale, 8.477 hanno rilevato irregolarità. Sono 144.014 i lavoratori trovati in posizione irregolare, di cui 2.455 (circa il 2%) totalmente in nero. L’ammontare accertato della sorte contributiva omessa/evasa è di 375,808 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 532,204 del 2019. Il numero di ispettori in forza all’Istituto è in costante calo, dai 1.073 del 2019 ai 1.020 nel 2020 (-4,9%).

Per il 2020, infine, la Corte ha dato atto all’Ente dei risultati raggiunti nella mitigazione del rischio di povertà, svolta mediante l’erogazione, sia di prestazioni a sostegno del reddito di Cassa integrazione guadagni ordinaria, con causale Covid-19 (1.765.228.806 ore autorizzate, a fronte di 673.222.022 utilizzate), sia delle indennità Covid-19 (c.d. bonus) per una spesa di 6,002 miliardi.

Le analisi complessivamente svolte dalla Corte si sono estese all’assetto organizzativo dell’Istituto, ai temi generali della riscossione dei crediti contributivi, della gestione del contenzioso e delle misure assistenziali, nonché alle previsioni statistico-attuariali della spesa pensionistica.

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