Corte dei conti: attuare subito un ricambio generazionale dei dipendenti pubblici, formare i giovani disoccupati

Corte dei conti -Sez di Palermo Archivi SUD LIBERTA’

 

L’unificazione delle scuole preesistenti e l’individuazione di ulteriori esigenze formative dopo l’emergenza pandemica, la diffusione della didattica a distanza e la necessità di impiego dei fondi europei per i progetti inseriti nel PNRR sono state l’oggetto della riforma della Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA).

E’ quanto emerge dalla delibera n. 12/2022/G della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, dal titolo “I processi di formazione del personale delle Pubbliche Amministrazioni e il ruolo della Scuola Nazionale dell’Amministrazione”, riferita all’arco temporale 2015-2020.

La magistratura contabile auspica che la SNA possa assumere un ruolo primario per la ripresa economica del Paese e sottolinea che la formazione e la valorizzazione del personale pubblico, anche mediante un ricambio generazionale dei dipendenti, sono considerate leve indispensabili per una migliore qualità dei servizi a cittadini e imprese, nonché per un’efficiente attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La Corte rimarca la necessità di un monitoraggio costante sull’utilizzo del fondo, istituito con iniziale dotazione di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, al fine di migliorare la capacità formativa della PA entro il 2026.

 

Corte dei conti, inaugurazione Anno giudiziario- Nel 2021 126 sentenze di condanna per un importo di oltre 37 milioni di euro

 

Oggi ì 11 marzo 2022, alle ore 10,00, nell’Aula Magna dello Steri (Piazza Marina, 61), sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo, si è tenuto, alla presenza delle più alte Autorità civili, militari e religiose, l’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2022 della Sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana.

Hanno svolto le relazioni il Presidente della Sezione giurisdizionale regionale, Vincenzo Lo Presti, e il Procuratore regionale ad interimGianluca Albo.
Sono seguiti gli interventi del rappresentante dell’Ordine degli Avvocati, del Presidente della Sezione regionale di controllo e del rappresentante dell’Associazione Magistrati.           Pubblichiamo i primi due interventi in sintesi.

 

Dr. Vincenzo Lo Presti  (intervento in sintesi) “

Preliminarmente, vorrei svolgere alcune brevissime considerazioni sul ruolo della Corte dei conti nell’attuale assetto costituzionale.
La nostra Costituzione assegna alla magistratura contabile l’oneroso compito di garantire, in posizione di terzietà, che la gestione delle pubbliche finanze venga effettuata in maniera oculata e trasparente, assicurando, in tal modo, che il contributo fiscale corrisposto dai cittadini onesti venga effettivamente utilizzato per proporre alla collettività i migliori servizi possibili.
Un ottimale utilizzo delle risorse disponibili è, infatti, indispensabile per lo sviluppo economico e sociale del paese e costituisce il presupposto per l’adempimento dei “…doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale…”,sanciti dall’art. 2 della nostra Costituzione.
La Corte dei conti deve, quindi, assicurare che la Pubblica Amministrazione persegua i fini determinati dalla Costituzione e dalla legge e, nello stesso tempo,operi con criteri di economicità, efficienza, imparzialità e trasparenza, così come previsto dalla legge 7 agosto 1990 n. 241, che è norma direttamente attuativa dell’art. 97 della Costituzione.
Inoltre, dopo la riforma dell’art. 81 della Costituzione, la Corte costituzionale ha costantemente ribadito, in numerose pronunce, che il bilancio è un “bene pubblico” di rilevanza costituzionale che, da un lato, assicura il soddisfacimento degli interessi della comunità, nel bilanciamento tra risorse disponibili e spese destinate a finalità pubbliche, e, dall’altro, deve rendere conoscibile l’attività di gestione delle pubbliche finanze consentendo ai cittadini di valutare, in modo obiettivo e informato, se, e in che misura, gli amministratori,nello svolgimento del mandato, abbiano dato concreta attuazione a quanto promesso durante la campagna elettorale.
Oggi, l’esigenza di legalità finanziaria è particolarmente avvertita dalla collettività che, sempre più spesso, si rivolge alla Corte dei conti per segnalare fenomeni di sperpero e distrazione delle risorse pubbliche. In tale contesto, la giurisdizione contabile costituisce un indispensabile presidio per il contrasto ad ogni forma di spreco, anche in considerazione della persistenza, nonostante le numerose condanne, di fenomeni corruttivi.
Inoltre, le sentenze del giudice contabile costituiscono, per il pubblico amministratore, un’importante guida per il corretto esercizio dei compiti istituzionali e, per altro verso, la prospettiva della responsabilità amministrativa può costituire un efficace deterrente alla commissione dell’illecito erariale. Questa è probabilmente la ragione per cui oggi, la giurisdizione del giudice contabile si è estesa bel oltre la nozione tradizionale di danno erariale (inteso come mero risarcimento dei danni materiali e finanziari arrecati alla pubblica amministrazione) ricomprendendo anche la lesione di beni immateriali come il danno all’immagine della pubblica amministrazione (cagionato da comportamenti del dipendente pubblico costituenti reato) e i danni da disservizio (conseguenti a comportamenti illeciti che riducono l’efficienza amministrativa vanificando le aspettative della collettività).
Inoltre, la giurisdizione del giudice contabile ricomprende anche l’attività di soggetti estranei alla pubblica amministrazione quando questi si ingeriscano, in virtù di legge o convenzionalmente, nell’attività amministrativa, ovvero siano destinatari di contribuzioni pubbliche finalizzate alla realizzazione progetti di pubblico interesse.
*****
La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Sicilia, nel 2021, ha esaminato varie tipologie di illeciti erariali: alcuni, caratterizzati dal conseguimento di personale profitto e, quindi, aventi natura dolosa, altri, invece,caratterizzati da grave negligenza, imprudenza e imperizia nell’espletamento delle funzioni.
Per sua natura, l’illecito erariale, a differenza di quello penale, è atipico e si fonda sulla clausola generale di responsabilità secondo cui chi cagiona un danno ingiusto, con dolo o colpa, è tenuto al risarcimento in favore della amministrazione danneggiata.
Nell’esercizio della giurisdizione, i casi dedotti in giudizio, pur avendo ciascuno caratteri peculiari per il multiforme palesarsi delle condotte antigiuridiche, vengono scrutinati con riferimento ai principi fondamentali,imposti dalla Costituzione e dalle Leggi, che costituiscono la stella polare dell’agire pubblico.
Tali principi impongono la doverosa osservanza: • dell’obbligo di fedeltà e del dovere di adempiere con disciplina ed onore alle funzioni svolte; • del principio di legalità, che impone il rispetto delle leggi attributive competenze ed obiettivi per la realizzazione dell’interesse pubblico; • del principio di buon andamento, che impone l’erogazione di servizi
efficienti e rispondenti a criteri di economicità; • del dovere di imparzialità, che non consente favoritismi e discriminazioni nello svolgimento delle funzioni; • delle prescrizioni introdotte, dalla riforma costituzionale del 2012, per
assicurare l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.
*****
Ciò premesso, faccio presente che, nel 2021, in materia di responsabilità amministrativa, la Sezione ha pronunciato 126 sentenze nei confronti di 222 convenuti (di cui: 93 di condanna, 14 di assoluzione e 19 con altra formula).
In particolare, le sentenze di condanna, per un importo totale di € 36.875.768,20, sono state pronunciate a carico di:
– soggetti privati che hanno chiesto ed indebitamente ottenuto contributi pubblici o che ne hanno fatto un uso diverso da quello per il quale erano stati concessi, vanificandone, in tal modo, le finalità pubbliche;
– amministratori e dipendenti che hanno indebitamente disposto, a vantaggio loro o di altri, la liquidazione di indennità ed emolumenti non dovuti; – dipendenti pubblici che, violando il principio di esclusività del rapporto di pubblico impiego, hanno svolto attività professionale privata, anche in concorrenza con la struttura pubblica presso la quale prestavano servizio,o, addirittura, utilizzando mezzi e personale in dotazione a quest’ultima;- amministratori che hanno attribuito incarichi esterni per attività che dovevano essere svolte da personale in servizio presso l’Ente o, per le quali,
la legge non consentiva il ricorso a professionalità esterne;

personale sanitario per risarcimenti erogati dalle strutture sanitarie a pazienti lesi da comportamenti gravemente colposi; – amministratori e dipendenti, definitivamente condannati in sede penale, che, con il loro comportamento, divulgato dagli organi di informazione, hanno gravemente leso l’immagine ed il prestigio della pubblica amministrazione; – amministratori e dipendenti che, con il loro comportamento illecito, hanno determinato la soccombenza processuale dell’Amministrazione ed il conseguente obbligo del risarcimento del danno e delle spese processuali, in favore di terzi.
*****
Inoltre, la Sezione, nel trascorso anno, si è anche occupata dei conti giudiziali. Il giudizio sui conti, infatti, ha per oggetto specifico l’esame delle scritture contabili cui è tenuto chiunque abbia maneggio di denaro o valori pubblici e rappresenta un efficace strumento per prevenire e fare emergere ogni irregolarità nella gestione delle risorse finanziarie pubbliche.
Nel corso del 2021, sono stati definiti 3.977 conti giudiziali, di cui 49 in udienza pubblica (con 13 sentenze che hanno posto a carico del contabile addebiti per € 33.950,20 e le restanti con formula assolutoria) e 3.928 con decreto
presidenziale di discarico; sono state, inoltre depositate dai Magistrati 2.985 relazioni di cui: 357 con proposta di discarico, 2.618 con proposta di estinzione e 10 con richiesta di deferimento al Collegio.
*****
Infine, in materia pensionistica, altra tradizionale competenza rientrante nella giurisdizione della Corte di conti, sono state emesse 1175 sentenze (di cui 575 di accoglimento, 276 di rigetto, e 324 con altra formula); sono state anche emanate
19 ordinanze di sospensiva e 479 ordinanze istruttorie.
*****
Passando adesso all’esame delle novità normative del 2021, desidero segnalare l’art. 51, c. 1, lett. h) del decreto-legge n. 77/2021, convertito in legge L. 29 luglio 2021, n. 108. Tale norma proroga, fino al 30 giugno 2023, le limitazioni della
responsabilità amministrativa, introdotte in precedenza e fino al 31 dicembre 2021, dall’art. 21 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito in legge 11 settembre 2020, n. 120.
In proposito, facendo un passo indietro, osservo che, prima della entrata in vigore del decreto-legge n. 543/1996, convertito in legge 20 dicembre 1996, n. 639,alle condotte illecite, causative di danno erariale, conseguiva il risarcimento del danno, anche in caso di colpa lieve.
A partire, invece, dalla entrata in vigore di tale ultima norma, per evitare così detta “paura della firma” la responsabilità amministrativa era stata limitata alle sole ipotesi di dolo o colpa grave (ponendo, quindi, a carico della collettività le conseguenze dannose derivanti da comportamenti lievemente colposi di pubblici amministratori e dipendenti).
In tale contesto, avallato anche dalla sentenza della Corte costituzionale n.371/98 e già fortemente limitativo della responsabilità amministrativa, aveva suscitato non poche perplessità la ulteriore limitazione della responsabilità
amministrativa introdotta, fino al 31 dicembre 2021, dall’art. 21 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito in legge 11 settembre 2020, n. 120; tale norma,infatti, aveva limitato la responsabilità amministrativa ai soli casi in cui il danno,conseguente alla condotta attiva del soggetto agente, era stato da lui dolosamente voluto (tale limitazione di responsabilità non si applicava, invece, per i danni cagionati da omissione o inerzia del soggetto agente che, in tale ultimo caso,rispondeva, come in precedenza, anche per colpa grave).
Tale forte limitazione della responsabilità amministrativa, è stata ancora prorogata, fino al 30 giugno 2023, con il citato decreto-legge n. 77/2021 inoltre,sono attualmente all’esame del senato, emendamenti (presentati in relazione al
disegno di legge n. 1359) finalizzati a renderla permanente

L’intervento del Procuratore GianLuca Albo (in sintesi)

“Abbiamo cercato di valorizzare al meglio le risorse a disposizione abbiamo creduto energicamente sul ruolo centrale della Procura contabile nel sistema anticorruzione, oggi identificato nel contrasto allo spreco delle risorse pubbliche.
Nel quinquennio vi è stato un incisivo turn-over del personale di magistratura, per i colleghi più anziani in ruolo reso necessario dal limite decennale di permanenza e per i giovani referendari reso possibile da una infausta legittimazione al trasferimento che il Consiglio di Presidenza a tutt’oggi consente prima dell’immissione in ruolo dei vincitori di concorso, così innestando un meccanismo di rotazione che si ripercuote negativamente proprio sugli uffici connotati da gravi carenze di magistrati come la Procura siciliana.
Nonostante dal 2018 la scopertura dell’organico di magistratura abbia superato il 40% e che tutti i colleghi oggi in servizio siano giovani referendari con una anzianità massima di circa 3 anni, la piccola e giovanissima squadra
siciliana non solo ha retto… ma ha fatto.
Tranquillizzo subito i presenti, non inizierò a sciorinare numeri; una eventuale curiosità statistica è agevolmente esaudibile esaminando i grafici, anche quinquennali, illustrati nella seconda parte della relazione scritta.
Sia consentita, invece, una breve analisi del progetto iniziale ancorato al principio di effettività di tutela dell’Erario, e da attuare sia con un intervento qualitativo dell’Ufficio sui fenomeni territoriali di mala gestio, sia responsabilizzando l’amministrazione nella tutela della legalità funzionale.
Sarebbe ingenuo pensare che una Procura erariale composta da cinque o sei magistrati possa neutralizzare lo spreco delle risorse pubbliche in Sicilia,ma al contempo non va sottovalutata l’efficacia deterrente dell’intervento del
pubblico ministero contabile se dedicato alle criticità di sistema e se di intervento credibile si tratti.

Vado via con l’auspicio che l’entusiasmo del giovane Ufficio di cui mi è stato affidato il coordinamento si sia tradotto nella percezione per le amministrazioni e gli amministratori siciliani che la Procura della Corte dei conti se interviene lo fa efficacemente; a tale efficacia è affidata la tenuta generalpreventiva del sistema anticorruzione.
Un’idea dell’intervento di sistema anche sui cc.dd. macro-danni all’Erario-Funzione richiede qualche dato numerico di riferimento.
Nel quinquennio 2017-2021 sono state depositate 495 citazioni con valore ponderale medio di 1,74 con cui sono stati convenuti 1.105 soggetti per una contestazione complessiva di euro 179.078.474,34 di danno erariale.
Non indicherò, comprensibilmente, i casi concreti ma le categorie di azioni sulle quali i Giudici hanno avallato l’operato della Procura siciliana: indebita percezione o mala gestio di contributi pubblici di rilevantissimo importo; vendite e locazioni di immobili pubblici in condizioni svantaggiose per l’ente; inerzia nella riscossione dei canoni demaniali; mala gestio dei beni confiscati alla criminalità organizzata; incompatibilità assoluta e relativa nello svolgimento di incarichi esterni; erogazione ingiustificata di emolumenti; violazione del principio di omnicomprensività della retribuzione; indennità di posizione e di risultato sine titulo; gravi disservizi; ricorso ingiustificato a dirigenti esterni, consulenze, esperti e nomine fiduciarie; violazione del divieto di assunzione di personale; minori entrate per inerzia funzionale; mala
gestio fondi gruppi parlamentari e consulenze ufficio di presidenza; mala gestio enti funzionali e società in house; acquisti di beni e servizi in violazione del principio di economicità; danni indiretti per andamento anomalo degli
appalti, violazione del procedimento e della sua tempistica, aggiudicazione illegittima, errori sanitari, violazione dei diritti del dipendente; sanzioni pecuniarie e interdittive per dissesto dell’ente; strumentalizzazione illecita di
funzioni e danni all’immagine per gravi episodi di infedeltà funzionale; azioni revocatorie.
Come già detto, oltre ai traguardi raggiunti ci sono anche quelli mancati e tra questi rimane il rammarico per l’esito infausto delle azioni intraprese per il c.d. danno da abusivismo edilizio ancorato alla perdita delle indennità di
occupazione degli immobili abusivi, per le difficoltà a intervenire efficacemente, anche per ragioni interpretative, sulla mala gestio del “sistema rifiuti” nonché su una fattispecie sanzionatoria molto diffusa nei comuni dell’Isola, quale quella prevista dal comma 4 dell’articolo 148 D.lvo 165/2001 per l’omessa istituzione o per l’inadeguatezza dei controlli interni.
La Procura non vive solo di azioni ma è anche momento di impulso e sintesi di problematiche interpretative, alcune delle quali hanno avuto rilievo generale per la Corte dei conti.
Nel quinquennio sono 35 le pronunce delle Sezioni Unite della Corte di cassazione adite dalle difese che invocavano l’insussistenza della giurisdizione: la legittimazione della Procura contabile siciliana è stata sempre confermata dal Giudice della giurisdizione ad eccezione di un isolato caso che riguardava una società regionale.
Inoltre, con l’avallo della prospettazione della Procura regionale siciliana sono stati definiti i ricorsi avverso provvedimenti di sospensione del giudizio adottati dalla locale Sezione di primo grado e annullati dalle Sezioni Riunite
della Corte dei conti.
In particolare, nell’ordinanza 3/2017, le Sezioni Riunite hanno affermato che “la sospensione si risolve comunque in un diniego di giustizia, sia pure temporaneo”.
La più recente ordinanza 5/2020 del Collegio della nomofilachia haritenuto pienamente vigente l’istituto della separazione delle cause offrendo in motivazione pregevoli spunti ricostruttivi del rapporto tra codice di giustizia contabile e principi generali del processo civile.
Da ultimo per cercare di superare interpretazioni asistematiche dove la propensione per soluzioni innovative sembra aver prevalso sul tradizionale – e doveroso – obbligo di ragionevolezza del sillogismo giudiziale, la Procura
regionale ha dato impulso a una proposta di deferimento di questione di massima e di questione di diritto condivisa dal Sig. Procuratore Generale, il quale ancora una volta ringrazio per la vicinanza umana oltre che tecnica riservata all’Ufficio siciliano. È stato quindi formalizzato l’atto di deferimento alle Sezioni Riunite adite d’ufficio ex art. 114, comma 3, c.g.c., per la risoluzione del seguente quesito: “se con il rito sanzionatorio previsto dagli articoli 133 e ss.
c.g.c. possa valutarsi solo l’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dai commi 5 e 5 bis dell’articolo 248 D.lvo 267/00 o possa accertarsi anche la connessa misura interdittiva prevista dai medesimi commi quale effetto ope legis della condotta sanzionata.”
Non si conosce ad oggi la soluzione del quesito, ma certo è che la Procura siciliana ha rivendicato chiarezza e ragionevolezza……..

 

 

CORTE CONTI: ECCO IL PROGRAMMA DI CONTROLLO UE – 2022 DELLA SEZIONE AFFARI COMUNITARI E INTERNAZIONALI

 

 

Dettaglio notizia

 

Il quadro delle attività della Sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali -comunica l’Ufficio Stampa della Corte dei conti- sì è arricchito nell’ultimo biennio, per gli effetti della pandemia sul sistema dei Fondi europei. Nello scenario consolidato dei controlli sui Fondi, servirà rafforzare l’attenzione sulle misure attuative delle politiche di coesione del primo pilastro del Next Generation EU, con ingenti risorse assegnate.

È quanto emerso nell’adunanza del 23 febbraio u.s. della Sezione controllo affari comunitari e internazionali della Corte dei conti, in cui è stato approvato – con Delibera n. 3/2022 – il Programma di controllo per il 2022. Sul tema, ha rimarcato la Sezione, sarà significativa l’esperienza maturata anche nei rapporti con l’Unione e la Corte dei conti europee, data la non addizionalità delle risorse che impone monitoraggi di breve periodo per evitare il rischio di esiti negativi dei controlli UE.

Saranno cruciali i temi legati all’impatto delle risorse del Recovery Fund e “Sure” sulle aree presidiate dai Fondi strutturali; le problematiche della Programmazione 2014-2020 e le potenziali connessioni con la successiva, in fase di avvio; l’intervento dei fondi relativi al PNRR; la semplificazione delle procedure; le carenze progettuali degli enti intermedi; l’avvio della nuova Politica Agricola Comune, nonché il controllo sull’affidabilità dei sistemi informativi di gestione degli avanzamenti legati al PNRR (sistema REGIS). L’avvio della Programmazione 2021-2027 rimarcherà, inoltre, l’importanza della rilevazione delle diverse fonti di finanziamento.

Per quanto descritto, “si manterrà- prosegue la nota – la tradizionale articolazione della Relazione annuale al Parlamento, con l’analisi dei riscontri sull’attuazione dei progetti del PNRR, in coordinamento con la Corte dei conti europea. Per le relazioni speciali 2022, si confermano l’indagine su “Le funzioni di audit di primo e secondo livello” e quella sul “Ricorso all’assistenza tecnica nella gestione dei progetti a valere sui fondi europei”. Per ognuna di esse, la Sezione svolgerà il follow-up sulle misure adottate dalle Amministrazioni a seguito delle osservazioni formulate.

Prosegue l’attività di External auditor di Agenzie specializzate ONU (ITU; WMO; ICGEB e ICRAnet, fuori dal sistema ONU), con la prospettiva del mandato presso il CERN di Ginevra. Completa il quadro internazionale l’attività nell’Audit Board delle Nazioni Unite prevista nel Protocollo d’Intesa 2020 tra le Corti dei conti italiana e francese, firmato dai rispettivi Presidenti Guido Carlino e Pierre Moscovici.

Sul versante interno, continuerà la collaborazione tra la Sezione e quella per il controllo sulle gestioni delle Amministrazioni dello Stato, come nel caso del Parallel audit sulla “Sudden pollution in Adriatic Sea” (Trieste, settembre 2021) e si proseguirà nel rafforzamento della collaborazione con le Sezioni regionali.

Per adeguare gli strumenti di lotta verso frodi e irregolarità al nuovo quadro di bilancio, prosegue la presenza nel COLAF (Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea) insieme alla Procura generale, nonché l’impegno nella costruzione della piattaforma informatica PIAF, che coinvolge il Dipartimento delle politiche europee, l’IGRUE e l’Agenzia per la coesione. Avrà rilevanza, in questo quadro, il sistema gestito direttamente dalla Corte, denominato “SIDIF”.

 

Corte dei Conti, condanna di 139.000 euro per due poliziotti accusati di assenteismo(false certificazioni) e permessi facili ai cinesi

Marito e moglie sono tuttora a processo penale per i fatti contestati, che sono antecedenti al 2016

La Corte dei Conti: difficile mantenere a lungo il Superbonus, è troppo  oneroso - ItaliaOggi.it


La corruzione investe anche la polizia qualificata. La Corte dei Conti ha condannato Roberto Brunetti e Maria Cristina Massaro al pagamento, rispettivamente di 78.261 euro e 61.018 euro, in favore del Ministero dell’Interno, quale risarcimento del danno procurato alla pubblica amministrazione. I due poliziotti, marito e moglie, sono tuttora a processo, in primo grado, per fatti antecedenti al gennaio 2016. Tra i reati ipotizzati nell’inchiesta, ci sono la corruzione, la falsità ideologica e la truffa.

Se il processo al Tribunale di Prato, a quasi 5 anni dal rinvio a giudizio, non si è ancora concluso, la magistratura contabile è giunta nei giorni scorsi a sentenza di primo grado.
Brunetti, all’epoca ispettore capo alla Digos, in concorso con il proprio medico di base, senza sottoporsi a visite di sorta, avrebbe ottenuto false certificazioni di malattia per 385 giorni, nell’arco di un anno e mezzo. Nel periodo di assenza dall’ufficio per malattia, il poliziotto è accusato di aver svolto attività non compatibili con il riposo prescritto: allenamenti in palestra, una maratona non competitiva, oltre ad un’attività professionale non consentita, come addetto alla sicurezza in una società di portavalori privata. Brunetti è accusato anche di aver ottenuto indebitamente il riconoscimento di un’infermità dipendente da causa di servizio.
Al danno patrimoniale, quantificato in 68.261 euro, si è aggiunta la condanna di 10.000 euro per danno d’immagine. Brunetti è stato invece assolto dalla Corte dei Conti per quanto riguarda il secondo filone d’inchiesta: quello dei presunti illeciti corruttivi finalizzati a far ottenere il permesso di soggiorno a cittadini cinesi.
Per queste circostanze è stata invece condannata dai giudici contabili la moglie Maria Cristina Massaro, all’epoca dei fatti vicedirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura di Prato, accusata di aver accettato denaro e regali (fra cui vestiti e borse di di marca e quattro I-phone) da due intermediarie della comunità cinese, una delle quali ha patteggiato e l’altra ha subito una prima condanna nel processo penale.
La Corte dei Conti ha condannato Massaro per aver distratto, per fini illeciti, le proprie energie lavorative in orario di servizio, e ha quantificato il risarcimento nella misura del 20% della retribuzione complessvamente percepita dalla vicedirigente nel periodo in questione.
Gli avvocati difensori Mauro Cini e Cino Benelli preannunciano ricorso contro la sentenza della Corte dei Conti e confidano di portare all’attenzione dei giudici di appello il materiale probatorio emergente nel processo penale in corso.

La Corte dei conti denuncia interventi omissivi e carenze dell’organizzazione del sistema Protezione civile

 

Terremoti in Italia, tutti i dati dal 1005 d.C. al 2014 | L'HuffPost
Corte dei conti denuncia le carenze dell’organizzazione della Protezione civile

La Corte dei conti denuncia le carenze post Sisma 2016 e d interventi omissivi della Protezione civile in particolare.

Fra le cause del ritardo nell’attuazione degli interventi previsti in seguito al sisma del 24 agosto 2016, che ha colpito l’Italia centrale, vi è anche la mancanza di un’organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione, a fronte di strutture già operative per la gestione delle emergenze (Protezione civile). Vista la natura del territorio del nostro Paese, più volte devastato dagli eventi sismici, vi è la necessità di uno studio per disciplinare, anche con opportuni interventi legislativi, l’organizzazione della fase successiva all’emergenza, mediante modelli idonei a velocizzare l’avvio delle fasi di ricostruzione.

È quanto emerge dall’indagine svolta dalla Sezione centrale controllo gestione Amministrazioni Stato della Corte dei conti in materia di “Interventi per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016” (delibera n. 21/2021/G) nell’ambito della quale la magistratura contabile ha analizzato la complessa struttura commissariale, le procedure utilizzate per la ricostruzione degli edifici privati e degli immobili pubblici (opere pubbliche, scuole, infrastrutture, chiese), nonché l’attività posta in essere dal 2016 sino agli ultimi mesi del 2021.

Il sisma del 2016 ha causato gravissimi danni infrastrutturali agli edifici pubblici e privati, al patrimonio culturale, alla rete dei servizi essenziali e alle attività economiche di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, comportando una gestione straordinaria – distinta da quella emergenziale – delle attività volte alla ricostruzione, affidate ad un Commissario straordinario del Governo oltre a quattro vice-Commissari, individuati nei Presidenti delle Regioni interessate. La stima dei danni, inizialmente quantificati in 16,5 miliardi di euro dei quali 2,8 destinati all’emergenza, è stata sottoposta ad aggiornamento, in via di ultimazione, solo di recente.

Dal 2016 al 2020, per le attività della gestione commissariale sono stati previsti 4,118 miliardi di euro, dei quali 2,568 trasferiti alla stessa. La verifica dei magistrati contabili ha accertato una limitata utilizzazione delle risorse disponibili, con un’inversione di tendenza a partire dalla seconda metà del 2020, a seguito delle numerose modifiche organizzative e procedurali adottate nell’ambito delle misure di semplificazione e accelerazione. Modifiche con cui si è inteso porre rimedio ai ritardi registrati sia nella ricostruzione privata che in quella pubblica.

Per gli interventi di ricostruzione pubblica, dal 2016 al 30 settembre 2021 sono state erogate dal Commissario straordinario risorse pari a 468,32 milioni di euro, a fronte di 266,508 milioni di euro registrati fino al 31 dicembre 2020. 

Le misure di semplificazione e accelerazione introdotte per la ricostruzione privata hanno consentito, nel corso dell’ultimo anno, la riduzione dei tempi necessari per ottenere il contributo, che ha visto il raddoppio del numero di domande analogamente a quello delle istanze accolte, malgrado le interruzioni e i rallentamenti causati dagli eventi pandemici.

La Corte dei Conti centrale boccia il bilancio 2019 della Regione Siciliana e scopre altre catastrofi finanziarie

ATTEGGIAMENTO DI SFIDA -E SCORRETTO – DELL’ARS CHE APPROVA, NONOSTANTE LA BOCCIATURA DELLA CORTE DEI CONTI,IL RENDICONTO 2019.   

Pino Zingale, Sicilia, Politica

Il Procuratore generale della Corte dei Conti siciliana, Pino Zingale

Accolto il ricorso del Procuratore generale della Corte dei Conti siciliana Sezione centrale dell’Organo di controllo dei conti e ha di nuovo bocciato due parti del bilancio 2019. È l’esito del procedimento che si è concluso oggi davanti alle Sezioni Riunite in sede giurisdizionale in speciale composizione, chiamate appunto a dare l’eventuale placet al documento contabile della Regione arrivato al termine del giudizio di parifica del giugno scorso a Palermo fosse corretto o meno.

La sentenza emessa oggi obbliga la Regione a correggere in aumento lo stanziamento previsto nel fondo crediti di dubbia esigibilità: si dovrà passare dagli attuali 34 milioni e 992 mila euro a 43 milioni e 503 mila euro.

Ma di più:  la Corte dei Conti centrale ha sollevato questione di legittimità su un articolo della Finanziaria del 2016 con cui la Regione ha spostato a carico del Fondo sanitario nazionale il pagamento della rata annuale da 128 milioni di un vecchio mutuo contratto per la copertura dei debiti delle Asp. In attesa di un giudizio su questo articolo restano sospesi gli effetti finanziari e dunque il rischio è una nuova catastrofe finanziaria.

La sentenza della Corte dei Conti nazionale ha di nuovo acceso la protesta dell’opposizione sulla situazione contabile della Regione. «Siamo di fronte ad una ennesima bocciatura dei conti della Regione – dice il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo – che apre ulteriori preoccupazioni sul futuro della Sicilia. Il presidente Musumeci e l’assessore Armao hanno il dovere di illustrare in aula come intendono agire di fronte allo stop della parifica del bilancio 2019. Ormai abbiamo perso il conto degli errori contabili ed amministrarvi di questo governo regionale. Purtroppo il prezzo che i siciliani saranno costretti a pagare per i pasticci di Musumeci sarà altissimo».

Anche il gruppo pentastellato ha sollevato obiezioni con  Luigi Sunseri ” perché malgrado fosse pendente il giudizio che è arrivato al traguardo oggi il governo ha fatto approvare all’Ars il rendiconto 2019 chiudendo di fatto il bilancio: «Avevo chiesto a Miccichè, Armao e Musumeci di non dare seguito all’approvazione del documento contabile. Ed invece lo hanno fatto, con il voto contrario del Movimento 5 Stelle – ha detto il deputato -. L’approvazione del rendiconto regionale, nelle more della decisione sul ricorso proposto dalla Procura, è stata una mossa sbagliata. Adesso, purtroppo, a pagare le conseguenze dell’incapacità del governo è la Sicilia».

 

SICILIA CORROTTA : LA CORTE DEI CONTI CONDANNA GLI EX GOVERNATORI LOMBARDO E CROCETTA E RINVIA A GIUDIZIO 14 EX ASSESSORI PER LA NOMINA ILLECITA DI PATRIZIA MONTEROSSO

La corruzione, fenomeno ancora molto diffuso nel nostro Paese - Il Faro  Online

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I giudici d’appello della Corte dei Conti, presieduta da Valter Camillo Del Rosario, hanno confermato la condanna per due ex presidenti della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta e 12 ex assessori regionali a risarcire le casse della Regione per la nomina e la successiva riconferma di Patrizia Monterosso, (nella foto sotto) a segretario generale dell’ente perché ritenute “illecite”.

 

 

La nomina di Patrizia Monterosso illegittima", il procuratore Albo chiede  un risarcimento di un milione di euro | BlogSicilia - Ultime notizie dalla  Sicilia

La Procura della Corte dei Conti aveva citato in giudizio gli amministratori al pagamento di 893.942 euro. Il procuratore regionale della Corte dei conti, Gianluca Albo, ha disposto la citazione in giudizio per i 14 ex amministratori regionali. Con Lombardo gli ex assessori Alessandro Aricò, Accursio Gallo, Beppe Spampinato, Daniele Tranchida, Amleto Trigilio, Marco Venturi; con Crocetta anche Mariella Lo Bello, Vania Contrafatto, Giovanni Pistorio, Bruno Marziano, Baldo Gucciardi e Luisa Lantieri. Parte della richiesta è andata in prescrizione circa 576 mila euro. Alla fine per Lombardo dovrà risarcire 52 mila euro, Crocetta 106 mila euro. Gli ex assessori della giunta Lombardo: Aricò, Gallo, Spampinato, Tranchida, Trigilio, Venturi dovranno pagare a testa 8 mila e 600 mila euro. Gli ex assessori di Crocetta: Lo Bello, Contrafatto, Pistorio, Marziano, Gucciardi e Lantieri, a testa 17.750 euro.

Patrizia Monterosso non fu confermata nell’incarico dal governatore Nello Musumeci e ora è direttore della Fondazione Federico II, articolazione della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.

CORTE DEI CONTI. “REGIONE SICILIANA CON 101 MILIONI DI EURO DI DEBITI FUORI BILANCIO……”

CONSIGLIERI DEL M5S ALL’ARS:  ” VI E’ UNA MOLTEPLICITA’ ED ETEROGENEITA’ DELLE AREE DI CRITICITA’, NON FUNZIONA LA MACCHINA REGIONALE  SICILIANA   TROPPO CORROTTA   “

 

Corruzione, la Sicilia primeggia ma la Calabria è in quarta posizione

Il quadro dipinto quest’oggi dalla Corte dei Conti, riunita in udienza pubblica per la parifica del rendiconto 2019, è un quadro disarmante con tinte molto scure. I consiglieri prima e il PM dopo non lasciano molto scampo al fallimentare governo di Musumeci: con numeri alla mano e relazioni piene di dettagli hanno evidenziato la molteplicità e l’eterogeneità delle aree di criticità finanziarie della macchina regionale, criticità che mettono anche in dubbio l’attendibilità del risultato di amministrazione. A questo punto c’è solo da prepararsi al peggio”.

Lo affermano i deputati del M5S all’Ars.

I magistrati – affermano i deputati – hanno evidenziato criticità vecchie e nuove che testimoniano il fallimento politico e l’inoperosità di questo governo regionale, visti anche che i numerosi moniti della Corte non sono stati recepiti dalla Regione. La propaganda di Musumeci si scontra con la dura realtà raccontata dalla Corte dei Conti. Chi governa deve essere credibile ed attuare quanto serve per mettere in sicurezza i conti e per evitare che la nave affondi. I siciliani sono veramente stufi di questo fallimentare governo regionale” .

Sono tantissime – accusano e ribadiscono i parlamentari 5 stelle – le criticità evidenziate dai magistrati che lasciano pochissimo spazio all’ottimismo, tra queste. soprattutto: l’inadeguatezza delle misure di rientro messe in atto con l’assestamento bilancio 2019, il fondo contenziosi, che nonostante i numerosi moniti precedenti, sconta ancora la mancanza di una banca dati che impedisce una sua corretta quantificazione, la mancanza, di 101 milioni di euro di debiti fuori bilancio, non ancora riconosciuti e quindi non ancora accantonati in apposito fondo rischi, la mancanza di 34 milioni dal Fondo dei crediti di dubbia esigibilità. E ancora l’assenza di una corretta quantificazione patrimonio regionale e la mancanza del collegio dei revisori, figure che faciliterebbero il lavoro della stessa Corte”.

 

 

Per le spettanze pregresse dei dipendenti il Sindaco Pogliese chiede alla Corte dei conti il pronunciamento

 

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Foto Ufficio Stampa Comune di Catania (N.M.)

Le spettanze ai dipendenti comunali a cui fa riferimento il Pd, il partito che dal 2013 al 2018 ha guidato l’Amministrazione Comunale, risalgono a prestazioni di lavoro effettuate proprio in quegli anni o precedenti. Quella compagine amministrativa anziché liquidare le somme ai dipendenti, circa 4 milioni di euro, ha rinviato il problema scaricandolo agli anni successivi.

Il dissesto finanziario che ne è seguito, ha bloccato la liquidazione e rinviato alla Commissione Straordinaria l’onere di pagare i dipendenti il salario accessorio. Purtroppo, l’Organismo di Straordinario di Liquidazione, oltre due anni dopo l’insediamento, ha ritenuto che quelle spettanze andassero liquidate dall’Amministrazione Comunale. Un’interpretazione  che da subito abbiamo contestato; sia perché le esauste casse comunali non consentono di affrontare un onere così gravoso e sia perché, in punto di diritto, la liquidazione  delle somme, a nostro avviso, spetti alla Commissione Straordinaria nominata dal Ministero dell’Interno.

IN  ATTESA DELLA PRONUNCIA DELLA CORTE DI CONTI

Tanto che d’intesa con tutte le organizzazioni sindacali il sindaco Pogliese ha chiesto il pronunciamento della Corte dei Conti per stabilire con certezza l’attribuzione delle competenze che, come tutte gli oneri precedenti al 2018, siamo convinti spetti all’OSL; tanto più che il Comune non è in condizione di reperire i 4 milioni di euro necessari. A fronte di ciò, l’Amministrazione, come anche legittimamente sollecitato dalle organizzazioni sindacali, ha invece accelerato e già liquidato il saldo degli oneri della produttività del 2020 e concluso le procedure per la Progressione Economica Orizzontale del 35 % dei dipendenti, tredici anni dopo l’ultimo avanzamento di carriera, tanto che nei prossimi giorni in busta paga ci saranno anche i maggiori oneri.

Ma il Comune-nel proprio comunicato, lancia altre osservazioni. “A fronte di questo oggettivo stato di cose, appare davvero incomprensibile, per non dire altro, che sia proprio il Pd, tramite il sig. Algozino, ex esponente della Cgil e dipendente comunale in pensione, a sollevare il problema dei pagamenti delle spettanze accessorie degli anni pregressi, visto che quella compagine amministrativa quando avrebbe dovuto, non si è assunta l’onere di pagare, creando uno dei tanti lasciti con cui ogni giorno siamo costretti a confrontarci. Tuttavia, così come stiamo facendo per tante altre questioni ereditate dal passato, con senso di responsabilità ci stiamo facendo carico anche di questo debito e insieme agli organi preposti individueremo il percorso più adeguato e legittimo, per liquidare le somme ai dipendenti, alcuni dei quali già pensionati”.

 

 

REGIONE SICILIA: ALLA RICERCA DEI VERI SPRECHI E DEI “FURBETTI”

 

NECESSARIO UN INTERVENTO DEL PROCURATORE DELLA CORTE DEI CONTI DELLA SICILIA

  QUATTRO MESI DI STIPENDIO AI DUE GIORNALISTI UFFICIO STAMPA ERSU DI PALERMO E CATANIA,  D.MATRANGA (CAPO DEL COBAS-CODIR SICILIA) E GIAMPIERO PANVINI (COMMISSARIO DELL’IST.CIECHI -ARDIZZONE-DI CT) PRONTI IN “LIQUIDAZIONE”  LA STRATOSFERICA SOMMA DI ”  Euro 70.915.70

DI   RAFFAELE   LANZA

Pubblichiamo il decreto di impegno spesa aI due giornalisti dell’Ersu di Palermo e Catania.  Poi, alla fine della lettura, i nostri spunti e proposte

”                                                                                                                          

Visto lo Statuto della Regione siciliana,

Vista la legge  23.3 1971 N.7  “Ordinamento degli Uffici e dell’Amministrazione regionale;

Visto il D.P.R. 28.2.1979 n.70 “Approvazione Testo Unico delle leggi sul Governo italiano e della Regione Siciliana;

Vista la legge n. 15.5.2008 n.10 “Norme sulla dirigenza e sui rapporti di lavoro nella Regione siciliana;

Vista la legge n. 16.12.2008 n.19  ” Norme per la riorganizzazione dei Dipartimenti regionali e del Governo e dell’Amministrazione regionale;

Visto il Dlgs      23.6.2011  n. 118 ” Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, degli schemi di bilancio della Regione,degli Enti locali e dei loro organismi a norma degli art. 1 e 2        della legge 5 Maggio 2009 n.42 e successive modificazioni ed integrazioni , in particolare l’art. 43 e l’allegato 4/2 al punto 5/2 nella parte in cui prevede che per la spesa corrente , l’imputazione  dell’impegno per la legge  regionale  16.12.2008  n.19 Rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali ai sensi  dell’art. 13, comma 3 della legge regionale 17. 3.2016  Modifica del decreto del Presidente della Regione 18.1.2013 n.6 e succ. modificazioni ed integrazioni; 

Visto il DDG 3845 DEL 3.9.2020 con il quale il Dirigente generale del Dipartimento della Funzione pubblica (Madonia n.d.r.) ha conferito al dott. Giovanni Stimolo l’incarico ad interim del Servizio 8 Trattamento economico del personale a tempo determinato a decorrere dal 31.8.2020;

Visto il vigente CCRL;

Vista la L.R. n.9 del 12 maggio 2020 Legge di Stabilità regionale n. 2020-2022;

Vista la Legge .n.10 del 12 maggio 2010 sul Bilancio di previsione della Regione siciliana   triennio 2020-2022;

Vista la Delibera di Giunta n.172 del 14.5.2020   -Approvazione del Documento Tecnico di accompagnamento e del Bilancio gestionale triennio 2o2o-2o22;

Visto il paragrafo 8/3 punto 2 dell’Allegato 4/2 del Dlgs 118/2011 e s.m.int.;

Visto il DP DEL 27:6.2019 N.12   Regolamento di attuazione del Titolo  II della Legge regionale; 

Visto il Capitolo 190001 “Stipendi ed altri assegni fissi da erogare al personale a tempo  determinato con qualifica diversa da quella dirigenziale in servizio negli uffici   dell’Amministrazione regionale (Spese obbligatorie) -l’art 14 Gestione stipendiale accentrata presenta una disponibilità pari a 8.00.00.25;

Considerato che l’impegno per il pagamento degli emolumenti stipendiali  dei giornalisti dell’Ersu di Catania e Palermo deve essere assunto   nei limiti degli stanziamenti di spesa previsti per l’esercizio 2019 nel Bilancio di previsione 2019    – 2012 approvato con legge regionale 22 febbraio 2019 n.2 “Bilancio di previsione della Regione siciliana nel trienno 2019-2021”;

Ritenuto di dover impegnare per il pagamento degli emolumenti stipendiali    per il periodo da settembre a dicembre e Tredicesima mensilità 2020 in favore dei giornalisti dell’Ersu di Catania e Palermo sul capitolo 190001- art 14   la somma di   Euro 70.915.70;   sul capitolo 10901 la somma di Euro 602800 per Irap; sul capitolo 108006 la somma di 402900

per il pagamento degli oneri per l’Amministrazione e sul capitolo 108171 la somma di Euro 19. 217.00 per il pagamento degli oneri a carico dell’Amministrazione (Casagit e Inpgi)riportati dettagliatamente negli allegati prospetti che fanno parte integrante del presente provvedimento.

                                                                                                                                  DECRETA

ai sensi del Dls 118/2011 e s.mod.e int.

ART.1- E’ impegnata sul bilancio della Regione siciliana-esercizio finanziario  2020 la somma complessiva di Euro 70.915.70 necessaria per il pagamento degli emolumenti stipendiali per il periodo da settembre a dicembre e Tredicesima mensilità 2020 in favore dei giornalisti  dell’ERSU di Palermo e Catania: sig. Dario Matranga e Giampiero Panvini, gravante sul Capitolo 19001- Art 14 –  Codice gestionale U.O.I. OI.OI.OI.OO2; 

ART2- E’ impegnata per il periodo da settembre a dicembre e Tredicesima mensilità 2020 sul Bilancio della Regione siciliana  2020: sul Capitolo 108006 la somma di euro 6.02800            per il pagamento degli oneri per l’Amministrazione,Codice gestionale U.O.I. OI.OI.OI.OO2; SUL CAPITOLO 108171 -Codice gestionale U.O.I. OI.OI.OI.OO2 LA SOMMA DI EURO 19.217.00 per il pagamento degli oneri a carico dell’amministrazione ( Casagit e Inpgi)

ART 3- E’ impegnata sul bilancio della Regione siciliana la somma di euro 6.02.800 necessaria per il pagamento dell’IRAP ai giornalisti dell’Ersu di Palermo e Catania per il periodo da settembre e dicembre e Tredicesima mensilità 2020 sul capitolo 109001 (Imposta regionale sulle attività produttive..)

Firmato dal dirigente regionale –direttore dr Giovanni Stimolo _con firma digitale- e dall’istruttore direttivo S.Ocello il 15 Settembre 2020

Acireale/ Il neo-commissario Panvini incontra il personale dell'Oasi Cristo Re: “La situazione è grave, ma restiamo uniti!” - La Voce dell'Jonio

Il “Commissario” dell’Istituto Ciechi G.Panvini -Da circa due decenni percepisce  una elevata somma-
per “l’attività di Ufficio  Stampa all’Ersu” di “Caporedattore”- anche in assenza di redattori giornalisti

SUD LIBERTA‘ – L’abbiamo pubblicata così come ci è stata consegnata ed appare oggi- per la norma sulla Trasparenza- sul sito Internet della Regione siciliana    (Aggiornamento: la pagina dei due decreti ai giornalisti Pamvini e Dario Matranga ”  successivamente è scomparsa. “Non è stata più trovata)

CHE INDECENZA ALLA REGIONE, SIGRA MADONIA, DIRIGENTE GENERALE, ANCHE LA PAGINA SUL SITO DELLA REGIONE SICILIANA , HA FATTO TOGLIERE O NON HA PIU’ GARANTITA.   VERGOGNA, VERGOGNA. E ,FORSE MUSUMECI NON SA NULLA, AVREBBE  CORRETTO LA QUESTIONE.

I due giornalisti interessati sono per l’Ersu di Palermo Sig. Dario Matranga – Segretario generale del Cobas-Codir comparto regionale siciliano. Per l’Ersu di Catania Giampiero Pamvini, commissario  dell’Ist.Ciechi “Ardizzone Gioeni”di Catania. Ambedue per soli quattro mesi – vedi il decreto sopra -fruiranno di una somma complessiva di oltre settantamila euro -comprensiva dei relativi oneri.               Ambedue da circa vent’anni  sono riusciti a formalizzare una “delibera” al proprio Consiglio di amministrazione dell’Ersu di Palermo e Catania , enti  autonomi di sottogoverno tenebroso-“controllati” (si fa per dire) dal Dipartimento alla Formazione, dove la Procura di Palermo ha notificato-ricorderemo- provvedimenti di arresto ed altro ad impiegati corrotti ed arraffoni,  presieduti da un governante -presidente con il quale hanno dichiarato di avere la qualifica di “Caporedattore” per la presenza di personale agli Uffici Stampa.

La differenza sul piano economico è sostanziale: una cosa è dichiarare  “di essere coordinatore o capoufficio stampa(personale amm/vo o precario nell’ufficio), una cosa è dichiarare di essere caporedattore che dà diritto (ma qui è-inequivocabilmente -calpestato ed inosservato) ad un’altra ed elevata indennità stipendiale riconducibile all’apice del contratto giornalistico. Una apparente mistificazione lessicale insomma.       Caro Matranga, caro Panvini , non siamo stupidi e nemmeno i siciliani-appena aperti gli occhi- lo saranno.

In realtà gli atti di organizzazione degli uffici stampa di Catania e Palermo -Ersu- non sono per nulla conformi alle disposizioni vigenti in materia stampa e di pubblica amministrazione perchè il personale che coadiuva il  “capo redattore Dario Matranga” dell’Ersu di Palermo nonchè quello di Catania – visibile sui siti delle due strutture-è del tutto privo del requisito dell’iscrizione all’albo nazionale dei giornalisti e nell’esercizio delle funzioni istituzionali non può – salvo che ambedue gli uffici, in assenza temporanea dei due giornalisti, abbiano operato così abusivamente per vent’anni o meno- e  “afferma la legge: ” non possono i dipendenti intrattenere rapporti diretti con la stampa, e in generale con i media”.  Il personale di questi due uffici stampa devono avere dall’Ersu cioè altre mansioni che non rientrano nelle previsioni delle norme sulla stampa.   Sappiamo ad esempio che la Procura della Corte di conti ha recentemente obiettato sulla qualifica dei 24 giornalisti “caporedattori”dell’Ufficio stampa centrale-documantazione  della Presidenza regionale poi “mandati a casa”- è notorio – dal governatore di turno   

Ersu Catania, assegnate borse di studio al 100% degli studenti idonei – LiveUnictNuova Isola delle Femmine: Piano Regione Sicilia Tutela Qualità Aria: Finisce al Csm il caso del processo sull'inquiname...

 

E’ anche logico -che l’Ufficio stampa, sostanziandosi essenzialmente nella funzione di comunicazione all’esterno dell’attività istituzionale dell’ente pubblico, risponde ad esigenze di carattere continuativo.     “Che ci azzecca” allora un giornalista “caporedattore ” all’Ersu di Catania o all’Ersu di Palermo per l’invenzione di una delibera interna sottomano con la penna in prestito al Presidente dell’Ersu protempore, se nessuno dei componenti l’ufficio stampa è tale da definirsi “redattore”?

I redattori sono solo quelli che entrano nelle previsioni legislative di operare solo come giornalisti iscritti all’Albo  . Affermare il contrario realizza un falso e l’ipotesi investigativa da parte dell’Autorità giudiziaria di Palermo e Catania ed in particolare l’attento Procuratore della Corte dei conti  sarà o dovrebbe essere-   di accertare la peculiarità del lavoro giornalistico del personale degli Uffici Stampa di Catania e Palermo

Motivi di giustizia – e di disparità- con l’ufficio Stampa centrale ricostituito in parte sorprendentemente con il risorto Contratto dei dipendenti regionali anzichè quello giornalistico-  ci hanno indotto a richiedere chiarimenti sul decreto confezionato dalla Regione siciliana per dare i superstipendi/emolumenti al Matranga,capo sindacale dei dipendenti regionali della Sicilia, e al Panvini in perenne veste di Commissario Ist. Ciechi di Catania, e quindi “assente” dal proprio Ufficio Stampa.

Il dott Giovanni Stimolo, Direttore del Servizio regionale economico,da noi interpellato, ha risposto alla nostre domande pacatamente. “Sono vent’anni – spiega il dirigente che cerchiamo di scoprire e capire questa matassa , vorremmo capire meglio la posizione giuridica di questi due giornalisti. Io tuttavia- tengo a precisare dr. Lanza – mi sono occupato della parte economica. Loro cioè hanno consegnato i contratti-registrati- e io ho solo preso atto della loro regolarità. Eventuali modifiche giuridiche sulla loro posizione di “redattore” anzichè di caporedattore” , -come Lei sostiene- in coerenza con la Corte dei conti,    devono essere suggerite dal dirigente generale della Funzione pubblica del Personale della Regione siciliana.Tale qualifica di “caporedattore”comunque io non l’ho trascritta nel decreto di impegno spesa. E’ lì che deve richiedere specifiche domande, al la dott.ssa  Carmen Madonia.”    Invìi una denuncia e/o segnalazione alla drssa.Madonia”

In data 30 Novembre SUD LIBERTA’ ha inviato un’e-mail al direttore generale della Funzione Pubblica. Eccola: Richiesta informazioni -e risposte- per intervista sul Quotidiano “Sud Liberta”    Pubblichiamo il testo integrale

Carmen Madonia, dirigente generale Funzione Pubblica Pers.
“Buongiorno Dott.ssa Carmen Madonia
…. desidero rivolgerLe alcune domande sull’Ufficio stampa dell’Ersu di Catania ed impegno spesa con  Vs decreto n.4161(a firma del dirigente
Giovanni Stimolo ed istr.dir.Ocello) comprensivo stipendi D.Matranga (per l’Ersu di Palermo) e Pamvini (per l’Ersu di Catania)
da settembre a dicembre 2020 più tredicesima mens.   Euro  70.915.60    art14  Cap190001  eccetera
Domanda:  Si apprende dal Vs dirigente Settore Economia con il quale lo scrivente ha avuto breve colloquio che ambedue i giornalisti precitati “rivestono la qualifica di “CAPOREDATTORE” in coerenza con un Contratto registrato regolarmente e presentato alla Regione.  Alzando il velo sull’Ufficio stampa dell’Ersu di Catania, Lei dottssa Madonia, dirigente generale della funzione pubblica della Regione Sicilia, è a conoscenza che da tanti anni – il drStimolo precisa- “saranno almeno vent’anni che cerchiamo di capire questa cosa, faccia una segnalazione-denuncia al dirigente generale”-  il giornalista Pamvini, ex funzionario dell’Ersu, afferma di essere “Caporedattore” senza che vi siano giornalisti all’interno della struttura etnea?        Il personale collocato nell’Ufficio stampa dell’Ersu -così anche all’Ersu di Palermo-  è quasi tutto amministrativo non risulta cioè iscritto all’Albo Giornalisti ed è pertanto arbitrario -oltre che illecito – dichiarare di rivestire la qualifica di “CAPOREDATTORE” in assenza di tale requisito  perchè le persone che collaborano con i giornalisti dell’Ersu di Catania e Palermo non possono definirsi “Redattori”, qualifica che spetta solo agli iscritti all’Albo prof. Elenco Prof/Pubblic.
Si desidera sapere quindi se in questi venti anni è stata solo una svista della Regione oppure intenzionalmente si vuole proseguire – come prova il Vs decreto -su un percorso che già la Corte dei conti ha censurato con gli ex 24 giornalisti degli ex Presidenti della Regione sicilia.
2)  Perchè il decreto in oggetto non cita la qualifica dei giornalisti (uno dei quali fra l’altro perennemente nelle vesti di Commissario dell’Ist.Ciechi Catania)?  Un’altra svista?
3)  Ricordo  alla dirigente generale che queste circostanze delineate fanno molta ombra alla Regione impegnata nella ricostituzione dell’Ufficio stampa centrale con altre modalità e, comunque ,più economiche, ricondotte alla qualifica contrattuale di “funz.direttivo”.        Vi è una vergognosa disparità che mette in cattiva luce anche il Presidente della Regione siciliana On Dr.Nello Musumeci che, con la Sua onestà  dovrebbe comunque intervenire soprattutto sotto il profilo economico dei due giornalisti da segnalare alla Corte dei conti
La Sua opinione a riguardo Dottssa Madonia e quali correttivi- se intenderà attuarli- porrà in essere?
Si richiede gentilmente una risposta – possibilmente in tempi brevi – alle domande sopra formulate.
           Cordiali    Saluti
30 Nov. 2020                                      Dr. Raffaele   Lanza                                       Direttore di Sud  Libertà

Un sollecito telefonico ed una risposta che dal 30 Novembre non è mai arrivata al Quotidiano “SUD LIBERTA”   nè al suo direttore  .  I lettori potranno farsi una idea di come funzionano le cose in Sicilia, come viene praticata alla Regione ed enti “padronali” che ruotano nell’ambito regionale quali l’Ersu, la norma -burletta sulla Trasparenza  e come viene “distribuito il denaro pubblico”     

 

 

 


Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze perché l’uomo è libero solo quando può esprimere il proprio pensiero senza piegarsi ai condizionamenti “ (Charlie Chaplin).