Ordine architetti di Catania:”Con la legge “Semplificazioni” sono state ingessate le città ed aggirati i pareri delle Soprintendenze”

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CATANIA

Il recente decreto-legge Semplificazioni all’articolo 10 stabilisce che in tutte le zone A delle nostre città si potranno demolire e ricostruire edifici esistenti solo se inseriti in un piano particolareggiato di recupero e riqualificazione. In assenza di un dettagliato strumento di pianificazione urbanistica, la demolizione e ricostruzione sarà consentita solo e soltanto se l’edificio verrà riedificato con la stessa sagoma, sedime, volumetria, prospetti e caratteristiche tipologiche.    Assieme ad altri Ordini italiani il consiglio dell’ordine architetti etneo-si apprende – ha inviato al Senato proposta di modifica della legge “Semplificazioni” per una maggiore flessibilità.        Sarà da valutare quindi se vi siano interessi particolari da un lato o dall’altro.

«Contrarietà ha espresso  infatti –  il  consiglio dell’Ordine  Architetti di Catania e il presidente Alessandro Amaro perchè nel capoluogo etneo, come in tutte le altre città italiane, alcuni “mostri” urbani che si trovano in centro storico, verrebbero tutelati alle stessa stregua di edifici dal valore architettonico, e risorgerebbero tali e quali, senza alcuna miglioria qualitativa in chiave contemporanea». Un approccio legislativo che penalizza la rigenerazione urbana e che difende i «falsi storici», tutelando anche edifici senza alcun pregio: «Le modifiche apportate all’articolo 10 – spiega Amaro – annullano ogni possibilità di riqualificazione nelle zone A, ingessando di fatto le città, lì dove spesso è presente uno scenario edilizio del dopoguerra, che vede edificazioni frammentarie, disomogenee, dissestate, degradate e spesso legittimate da piani di recupero o condoni edilizi. In altre parole, diventeranno intoccabili anche quelle strutture di scarso o nullo valore architettonico».

L’emendamento in vigore rappresenta un ostacolo non solo all’ammodernamento e alla rigenerazione dei tessuti storici, ma anche alla prevenzione e sicurezza urbana: «Con le modifiche apportate al decreto e con l’impossibilità di lavorare sulla sagoma dell’edificio – sarà molto difficile, se non impossibile, attivare interventi di messa in sicurezza antisismica. Impensabile in una città come Catania, così come in buona parte del territorio nazionale».

Il disappunto del consiglio etneo si riferisce non solo alle modifiche dell’articolo 10, ma anche all’emendamento riguardante gli stadi: «La possibilità di aggirare i pareri delle Sovrintendenze per la riqualificazione degli stadi mi sembra un controsenso e una legge che tutela interessi specifici, piuttosto che quelli collettivi».  

Disco verde del Cdm alle semplificazioni, “salvo intese” e con riserva sull’abuso d’ufficio

SI VUOL RIDURRE LA “DISCREZIONALITA’ DEI PUBBLICI UFFICIALI SULL’ABUSO D’UFFICIO: UN REGALO ALLA CLASSE DIRIGENZIALE

Consiglio dei Ministri n. 31 | www.governo.it

 

 Seduta fiume del Consiglio dei ministri ma alla fine il decreto Semplificazioni è passato con la clausola “salvo intese”. 

L’elenco delle grandi opere da sbloccare è abbastanza lungo ma gli  appalti  potranno viaggiare su una ‘corsia preferenziale’ su ispirazione del cosiddetto ‘modello Genova’.

La riunione al Mit ha visto ‘partorire’ una lista di 50 opere, che potranno essere affidate a dei commissari nominati con Dpcm ad hoc da qui a fine anno. La lista non compare nel testo del decreto, ma nell’allegato infrastrutture adottato insieme al Programma nazionale di riforma, approvato anch’esso nella riunione di ieri assieme all’assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato.

Anche sulla riforma dell’abuso d’ufficio, altra ‘partita’ difficile del dl semplificazioni, sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo, rispetto al quale però, nel corso della riunione,  capodelegazione di Iv,  ministro Teresa Bellanova, ha “confermato le riserve già espresse”.

L’accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, ha ristretto i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della ‘discrezionalità’ di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio.       Un omaggio in sostanza alla classe dirigenziale e un freno all’azione sindacale .Il danno erariale – altro tassello della riforma – scatterà solo in presenza di  dolo.

Nel testo – 48 articoli in 100 pagine – trova spazio poi la digitalizzazione della Pa, con servizi e pagamenti che potranno essere gestiti da un’App e la carta d’identità digitale che assume un ruolo sempre più centrale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione. Procedure speciali, e più veloci, poi, per la valutazione di impatto ambientale e per le autorizzazioni da parte degli enti locali: passa anche da qui la strada per la semplificazione del Paese.