Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione del 150° anniversario della nascita di Luigi Einaudi

Il Presidente Mattarella alla scrivania

Mattarella ricorda la figura di Luigi Einaudi

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Nel 150esimo anniversario della nascita, la Repubblica ricorda Luigi Einaudi, primo Capo dello Stato eletto con le regole della Costituzione del ’48, costruttore tra i più importanti della nostra democrazia, figura di elevato prestigio internazionale che aiutò l’Italia nel dopoguerra a riconquistare la dignità perduta con il fascismo.
Grande è il debito che la comunità nazionale ha verso questo padre della Patria e ricco il patrimonio di pensiero, di azione politica, di equilibrio istituzionale, di coerenza personale, che ci ha lasciato.
Economista di vasta cultura, sensibile ai temi dell’equità sociale, democratico autentico che non ebbe timore a firmare nel 1925 il Manifesto degli intellettuali non fascisti di Benedetto Croce, Luigi Einaudi si dedicò con intelligenza e passione alla ricostruzione del Paese e poi, da Presidente della Repubblica, spiegò il suo impegno a tessere la tela della nuova democrazia italiana.
Costituente, Ministro e Vice Presidente del Consiglio, Governatore della Banca d’Italia, Einaudi ha impresso la propria impronta con sobrietà e misura, grande determinazione e fede nella libertà, contribuendo a far crescere il consenso su quei valori che hanno consentito all’Italia di risalire dalle macerie della guerra e della dittatura.
Il convinto europeismo di Einaudi risalta come un’altra chiara testimonianza della sua capacità di visione del futuro.
Tutto questo rende prezioso e vitale il suo insegnamento».

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella per l’80° anniversario dell’eccidio dei fratelli Cervi e di Quarto Camurri

Il Presidente Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Sono trascorsi ottant’anni dall’eccidio dei fratelli Cervi, simbolo della Resistenza partigiana, giovani vite spezzate dalla ferocia fascista nel 1943. Nel Poligono di tiro di Reggio Emilia vennero fucilati Quarto Camurri e i sette fratelli Cervi: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore.
All’alba del 28 dicembre 1943, dopo un mese di prigionia e vessazioni, i sette fratelli Cervi e il loro compagno Quarto Camurri, vennero trucidati dai fascisti a causa del loro coinvolgimento nella Resistenza partigiana. La loro determinazione e coraggio nel combattere contro l’oppressione fascista li hanno resi simbolo della lotta per la libertà e la democrazia del nostro Paese.
La memoria del brutale eccidio vive nelle coscienze degli Italiani a indelebile ricordo del loro sacrificio e degli ideali di pace, libertà, eguaglianza e giustizia per i quali hanno lottato e che sono oggi valori cardine della nostra Costituzione.
La Repubblica ne ricorda il sacrificio e ne onora la memoria».

Dichiarazione del Presidente Mattarella per la scomparsa di Piero Craveri, storico di grande rilievo culturale

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Piero Craveri, Presidente della Fondazione Biblioteca “Benedetto Croce”,in occasione del convegno dal titolo “La legge sul paesaggio di Benedetto Croce a cento anni dalla sua approvazione”

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione:

«Storico di grande rilievo, presidente della Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, Piero Craveri lascia una vuoto importante nella cultura italiana. Esponente di quella cultura laica ispirata alla tradizione dello stesso filosofo suo avo, fu attore anch’egli dell’apertura europea del dibattito culturale del nostro Paese. Impegnato da giovane universitario nell’associazionismo studentesco, portò avanti successivamente il suo impegno civile nelle istituzioni rappresentative locali in Campania, venendo anche eletto, nel 1987, al Senato della Repubblica. Acuto interprete dei tempi, nelle sue opere  ha proposto analisi importanti e originali della nostra democrazia.
Ai familiari di Piero Craveri esprimo il cordoglio della Repubblica».

 

 Roma, 24/12/2023 (II mandato)

L’avv Enrico Trantino: ” Ho chiesto agli amici di fermarmi semmai dovessi usare la carica come strumento di potere”

 

 

Si è insediato- informa un Comunicato stampa pervenuto in redazione –  in Municipio a palazzo degli elefanti il nuovo Sindaco di Catania l’avvocato Enrico Trantino, 59 anni, proclamato ufficialmente eletto con il 65,83% dei consensi, pari a 85.479 voti.

Sono qui non per servire una carica ma la mia città –ha detto il neo sindaco visibilmente emozionato-. Sono abituato a lottare e non mi interessano i ruoli di potere ma quelli di servizio; la fascia tricolore è certo un simbolo pesante,  i catanesi stiano certi che non tradirò mai Catania”. Trantino, giunto nel palazzo degli elefanti con la moglie Tiziana, i figli Francesca e Alessandro (il più grande Vincenzo non ha potuto partecipare perché fuori sede) ha anzitutto firmato il libro d’onore del Comune con una breve dedica: “A Catania, con amore e devozione”. Poi ha ringraziato per l’impegno profuso nel ruolo di reggenza del Comune il commissario straordinario Piero Mattei e il suo vice Bernardo Campo. Si è quindi soffermato coi cronisti e sulle priorità da affrontare come capo dell’Amministrazione Comunale: ”Sono a lavoro da alcuni giorni  per non perdere neppure un attimo di tempo -ha detto il primo cittadino-. Già domani faremo un incontro con i rappresentanti delle imprese e dell’associazionismo per la prima di otto riunioni sui Piani Integrati del Pnrr che riguardano un investimento per la nostra città di 86 milioni di euro. Avremo –ha aggiunto Trantino- anche un confronto con il Ministro Salvini per sollecitare il finanziamento del nodo ferroviario di Catania di cui si parla da tanti anni, per ridare alla città il rapporto con il mare. Inoltre, il prossimo 9 giugno, verrà a Catania il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per presiedere una riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, un tema che considero strategico per la nostra Catania e che più volte ho sollecitato ai massimi livelli di governo”.

Tra i presenti, diversi rappresentanti istituzionali tra cui il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, l’assessore regionale Marco Falcone, il senatore Salvo Pogliese, i parlamentari alla Camera Valeria Sudano e Francesco Ciancitto, il parlamentare regionale Dario Daidone.

Il sindaco, prima di recarsi in Cattedrale, ha anche incontrato per un breve saluto e di reciproco augurio di buon lavoro il professore Maurizio Caserta, suo sfidante principale nella competizione elettorale.

Dopo l’insediamento in municipio, Enrico Trantino, indossando per la sua prima uscita pubblica la fascia tricolore, si è recato in Cattedrale, accompagnato dalla moglie e i figli, per l’omaggio floreale a Sant’Agata.
Ad accogliere il primo cittadino, mons. Barbaro Scionti, che ha officiato un breve rito nella Cappella dedicata alla Santa Patrona, con una speciale preghiera per la città e per chi è chiamato a governare e amministrare, oltre che per tutti i cittadini. Il parroco della Cattedrale ha poi invitato il sindaco Trantino e i presenti ad un momento di raccoglimento davanti all’urna reliquiaria del Beato Cardinale Dusmet e  dinanzi alla tomba di Vincenzo Bellini. Tanti i cittadini che hanno voluto stringere la mano al nuovo Sindaco.
“Avere chiesto a Sant’Agata di aiutarmi a sostenere il peso di questo gravoso impegno – ha commentato con commozione Trantino – mi fa sentire meglio, adesso proseguiamo con maggiore forza e dedizione per servire Catania”.

 

Il Presidente Mattarella rilascia una dichiarazione sulla morte di Franco Frattini

Il Presidente Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno

Archivi -Sud Libertà

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

La morte del Presidente Franco Frattini mi addolora profondamente.

La sua scomparsa priva la Repubblica di un protagonista di alto profilo che in questi anni ha recato un importante contributo alla vita delle nostre istituzioni. In Parlamento, alla guida di importanti ministeri, come Componente della Commissione della Unione Europea, nella autorevole presidenza del Consiglio di Stato e nell’impegno politico, culturale, amministrativo, la sua presenza è sempre stata da tutti apprezzata in grande misura.

Esprimo ai familiari il più partecipe cordoglio della Repubblica e mio personale, ricordandone le tante occasioni di incontro e di collaborazione.”

 

 Roma, 25/12/2022 (II mandato)

POLITICI ITALIANI D’ACCORDO SUL NULLA, PENSANO A DISTRIBUIRSI IL POTERE- GRAVISSIMA LA PIAGA DELLA DISOCCUPAZIONE NEL SUD DOVE I GIOVANI PARTONO ALL’ESTERO

La disperazione dei giovani disoccupati della Sicilia. Costretti a partire all’estero per un lavoro qualsiasi

 

E’ chiaro a tutti: vogliono l’ingresso in una coalizione o l’altra per la distribuzione del potere in Italia. Un potere che ha determinato finora disoccupazione gigantesca, divario tra Nord e Sud, arricchimento dei già ricchi, la scelta dei giovani disoccupati  siciliani di trovare un lavoro, di qualsiasi livello, in Germania, o Gran Bretagna, seppellimento della trasparenza e della lealtà, favoritismi ed illeciti dei Comuni e Enti  locali,una classe dirigenziale ingorda e turpe che affianca la Mafia del Sud e, in particolare della pubblica amministrazione siciliana.     I  politici italiani?  I politici dell’Ars?    Poche le eccezioni, ma fanno davvero schifo. I lettori ne sono informati e saranno informati.

 

R.  Lanza

 

 

Carlo Calenda non ci sta più  con il Pd in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. “L’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”, è la replica del segretario dem Letta .  Il leader di Italia Viva Renzi apre a un dialogo con Azione nel nome del Terzo Polo che lui definisce “opportunità straordinaria”.

    • Chiamatelo "Federatore", Enrico Letta: "Calenda magnete per ...

“Calenda commenta : “Non mi sento a mio agio, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così, ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza”.

“A Letta – spiega Calenda – ho detto che se avesse firmato un patto antitetico al nostro sarebbe stata una confusione totale, ieri ho avuto la sensazione di un Pd in mezzo e tante altre forze, che dovevano essere Bonelli e Fratoianni, poi si sono aggiunti Di Maio e altri. Dal momento successivo al nostro accordo hanno attaccato l’agenda Draghi, ci doveva essere una coerenza di linguaggio che è saltata subito”.

“E’ la decisione più sofferta che ho preso da quando ho cominciato a fare il politico –  – Ed è questo l’elemento che mi fa decidere, ho deciso di fare politica nel 2018 quando il Pd prese il minimo storico, e l’ho fatto per contrastare il populismo becero, pensavo che il Pd fosse l’unico argine, poi il Pd ha preso una strada differente”.

Questa coalizione di sinistra è fatta per perdere, c’era l’opportunità di farne una per vincere, per questo eravamo disposti a cedere su tutto, anche i collegi, la scelta è stata fatta dal Pd”, insiste. In ogni caso “c’è delusione per Letta, non animosità. Letta ha fatto quello che hanno fatto tutti i leader dem prima di lui”, dice ancora Calenda aggiungendo: “Solo mi aspettavo un pochino di più”.

La reazione di Letta è immediata :”Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”, aggiunge …

Il segretario dem dice: “Gli italiani hanno visto benissimo, c’è stato un patto sottoscritto e una parte ha deciso di non onorare la parola data. Secondo me in politica, come nella vita, è abbastanza grave: che promesse puoi fare agli italiani se sanno che già con gli alleati rompi la parola data?”.

Il mio stato d’animo dopo lo strappo? “Molto determinato, adesso si parte in campagna elettorale. Le alleanze sono definite. Quello che è fondamentale adesso è parlare di lavoro, di pensioni, di giovani, di ambiente. Queste sono le cose che interessano agli italiani”. Il Pd, assicura, sarà “ancora più determinato rispetto a prima, perché è chiaro che gli italiani, con questa legge elettorale, potranno scegliere se essere governati da Meloni e dalle destre o da noi. E’ una scelta netta e Calenda ha deciso di aiutare la destra facendo quello che ha fatto”.

Il Sindaco Orlando: “Se la mafia non governa Palermo lo si deve anche a Piersanti Mattarella che ha contribuito alla liberazione della città…”

 

Il messaggio di Piersanti Mattarella ai giornalisti: "Lavorare con più  coraggio per una immagine nuova della Sicilia"
Piersanti Mattarella ucciso dalla mafia.

 

PALERMO

 

Sono passati quarantadue anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella e sono ancora troppe le zone d’ombra di un’uccisione che ha segnato la storia del nostro paese.  Mattarella è stato vittima di un potere criminale-mafioso legato a doppio filo con l’eversione fascista e con alleanze locali e internazionali. Per Mattarella il compromesso storico, interrotto col sequestro e il delitto di Aldo Moro, rappresentava la convinzione di un dialogo, della condivisione di un percorso che in quegli anni sarebbe stato rivoluzionario. Piersanti Mattarella è stato un rivoluzionario perché richiamava il primato della politica unito all’etica in un periodo storico in cui il volto del potere criminale si identificava con quello delle istituzioni.

Ed è questo uno dei tanti valori che ci lascia, ovvero il rispetto per il primato della politica intesa nel suo più alto valore, come servizio ai cittadini, senza biechi compromessi, senza paure o infingimenti, avendo come unica guida la nostra Costituzione. Se oggi la mafia non governa Palermo lo si deve anche a Piersanti Mattarella che ha contribuito al cammino di liberazione della città e al suo cambiamento culturale. Anche per questa ragione, a distanza di quarantadue anni, non dobbiamo arrenderci ma cercare verità e giustizia”.

Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando che domani, giovedì 6 gennaio, parteciperà in via Libertà alla cerimonia commemorativa del 42mo anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella.

Memoria della strage di Via D’Amelio: Mattarella ricorda l’impegno comune per sradicare mafie

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«L’attentato di via D’Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale.
Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone, sapevano bene che la lotta alla mafia richiede una forte collaborazione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia. Da magistrati hanno espresso altissime qualità professionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagini e nei processi. Hanno testimoniato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari possono essere assicurati alla giustizia.
Per questo sono stati uccisi. Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falcone.
La Repubblica è vicina ai familiari di Borsellino e ai familiari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spezzata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuovendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze».

 

MATTARELLA,IL GIORNO DEL RICORDO CONTRO I CRIMINI DELL’UMANITA’

 

Conferenza di Berlino: tutti d’accordo, “Cessate il fuoco”in Libia

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Approvata la dichiarazione finale “senza modifiche sostanziali” alla proposta presentata che era stata messa a punto. I partecipanti hanno espresso l’accordo di mantenere l’embargo sulle armi in Libiae di mettere fine al sostegno militare alle parti in conflitto. Probabilmente per una sorta di diplomazia   non sono state studiate sanzioni  per eventuali violazioni dell’embargo.         La cancelliera tedesca Angela Merkel nel corso della conferenza stampa finale ha espresso soddisfazione del passo avanti concreto dei leader dei Paesi partecipanti alla Conferenza..

 “I partecipanti di Berlino – si legge – sono a favore di rapporti più frequenti degli esperti al comitato sulle sanzioni”.

Nella dichiarazione si ricorda che “la responsabilità per il rispetto delle attuali risoluzioni dell’Onu connesse al regime delle sanzioni e all’embargo sulle armi ricade anzitutto sotto primaria responsabilità dei Paesi membri”. “Un rispetto tempestivo e rafforzato delle attuali risoluzioni dell’Onu porterà ad una riduzione del numero di violazioni dell’embargo sulle armi e agisce come misura per la costruzione della fiducia a sostegno del cessate il fuoco”.

Dalla conferenza di Berlino esce fuori un altro punto essenziale cioè la necessità di una riforma del consiglio presidenziale libico, che sarebbe composto, nella sua nuova struttura, da un “nuovo primo ministro e due vice premier” incaricati di formare il governo. La riforma del consiglio presidenziale sarà discussa nell’ambito di un “Forum di Dialogo Politico” da tenersi “fuori dalla Libia prima della fine di gennaio”. Questo Forum si precisa nel documento finale, sarà composto da 40 “rappresentanti libici” che dovranno essere selezionati a seguito di consultazioni con le parti interessate. Il nuovo governo dovrà ottenere la fiducia della Camera dei Rappresentanti per entrare in carica.

“La formazione di un nuovo governo – si precisa – richiederà naturalmente l’accordo di tutte le parti per lo scioglimento dell’attuale esecutivo. Questo deve avere luogo simultaneamente con l’unificazione delle istituzioni nazionali attualmente divise”.

Ci possiamo ritenere soddisfatti,- ha affermato Conte- perché comunque abbiamo compiuto passi avanti, 55 punti condivisi, che includono il cessate il fuoco, l’embargo sull’arrivo di nuove armi ed un percorso politico-istituzionale ben definito. E’ stato nominato anche il comitato militare congiunto che veglierà, monitorerà che la tregua sia rispettata, abbiamo dei passi avanti significativi”, precisato il premier Giuseppe Conte al termine della conferenza, certamente l’uomo che si è impegnato molto nella costruzione della pace in Libia.