Tra tre anni tornerà libero Giovanni Brusca, il boss “-pentito-” che sciolse nell’acido un bambino ed autore di crimini efferati

Mafia, Giovanni Brusca resta in carcere. La Cassazione boccia la richiesta dei domiciliari

Ve lo immaginate di incontrare per strada un Mafioso come Brusca che chiede oggi alla Giustizia sconti ed agevolazioni sulla Pena? Tra quasi tre anni l’ex boss che a Capaci azionò la leva per far esplodere la bomba che uccise Giovanni Falcone, sarà completamente libero. Incredibile , ma vero!!

La prima sezione penale della Corte di Cassazione si è pronunciata sulll’istanza legale dell’ex boss mafioso Brusca che tra l’altro a Capaci azionò la leva per far esplodere la bomba che uccise Giovanni Falcone,  di finire di scontare la pena agli arresti domiciliari sulla base di un parere favorevole dato dalla Procura nazionale anti-mafia. Bassazione, dopo che la Procura nella sua requisitoria aveva chiesto di negare i domiciliari chiesti da Brusca e ha  deciso di non concedere il beneficio a  Giovanni Brusca, in carcere da 23 anni per la strage di Capaci e altri crimini efferati come aver sciolto nell’acido il figlio tredicenne del pentito Giuseppe Di Matteo.

Anche Maria Falcone che da anni custodisce la memoria del fratello Giovanni, ucciso nel 1992 dal tritolo di Cosa Nostra insieme alla moglie e agli uomini della scorta, ha mostrato contrarietà  ad altri benefici per il killer stragista che da anni cerca di uscire dalla cella e scontare la pena in una località protetta dal Servizio centrale di protezione della polizia.

«Nel parere negativo ai domiciliari, il Pg della Cassazione – – ha condiviso il Tribunale di sorveglianza che ritiene che Brusca non si è ravveduto a sufficienza».          Per la difesa di Brusca «non rifarebbe quello che ha fatto» e «ha dimostrato ravvedimento, come sostengono il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, la direzione del carcere di Rebibbia, le autorità di pubblica sicurezza di Palermo». Per il legale comunque è «umanamente comprensibile» la posizione di contrarietà al beneficio espressa dai familiari delle vittime di Brusca.

«Il Tribunale di sorveglianza – rileva la sorella del  supermagistrato Falcone ucciso dalla mafia – – ha scritto che non si ravvisa in Brusca ‘un mutamento profondo e sensibile tale da indurre un diverso modo di sentire e agire in armonia con i principi accolti dal consorzio civilè».

Brusca, per effetto delle norme sulla collaborazione, «oltre ad evitare l’ergastolo per le decine di omicidi commessi, ha usufruito di 80 permessi: la sua spietatezza e il controverso percorso nel collaborare – conclude Maria Falcone – lo rendono un personaggio ancora ambiguo e non meritevole di ulteriori benefici».

Il Tribunale della Libertà revoca gli arresti domiciliari all’ex sindaco Lucano

Riace, Mimmo Lucano al tribunale del riesame: "Se esiste un diritto tornerò libero"

Revocati i domiciliari al sindaco Mimmo Lucano per il quale è arrivato però il divieto di dimora a Riace. Questa la decisione del Tribunale della libertà depositata nella serata di ieri, giorno stesso dell’udienza.

Il primo cittadino del piccolo comune calabrese era finito agli arresti domiciliari il 2 ottobre per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.  Una libertà condizionata dunque a lasciare Riace e trasferirsi altrove.

Lucano ha ribadito: “Riace non morirà, andremo avanti con un’accoglienza autonoma. Adesso sono io che voglio uscire dal sistema Sprar, non voglio avere più niente a che fare con un governo che non rispetta i diritti umani”. Il sindaco ha poi replicato al prefetto Morcone, che ieri aveva ricordato come il governo negli anni scorsi avesse già avvertito il sindaco delle irregolarità nelle procedure e ha detto: “Morcone si ricordi quando dalla sera al giorno dopo ci mandò 400 immigrati. Come avremmo potuto fare ad ospitarli senza un affidamento diretto della gestione della loro accoglienza?”

Prima di Lucano è comparsa davanti al tribunale del Riesame Lemlem Tesfahun, la compagna etiope del sindaco che ha chiesto la revoca del provvedimento che la obbliga a stare lontano da Riace. La donna è accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Avrebbe tentato di far entrare illegalmente in Italia suo fratello combinando un falso matrimonio grazie ai documenti che le avrebbe fornito Lucano. La donna ha pianto davanti ai giudici respingendo le accuse. Poi è uscita accompagnata dal suo avvocato senza rilasciare alcuna dichiarazione .

 

Odio etnico-razziale: arrestate sette persone in Sicilia

.Risultati immagini per foto arresti sette persone per odio razziale

Sette persone in tutto, tra cui due donne, sono state arrestate su ordine del Gip tra Alcamo (Tp) e Partinico (Pa) per l’aggressione avvenuta durante la notte di Ferragosto nella spiaggia di Ciammarita a Trappeto (Pa) ad un gruppo di migranti minorenni  presi a calci, e picchiati con bastoni e insultati con frasi tipicamente razziste. L’aggressione è continuata poi con l’inseguimento e lo speronamento dell’autovetturache stava riportando i giovani nel centro di accoglienza a Partinico.

 L’accusa è di lesioni e violenza privata aggravata dalla  finalità dell’odio etnico e razziale. Le vittime erano state colpite anche  mazze di ferro e pietre. Le porte del carcere si sono aperte per  Antonino Rossello, 40 anni, Roberto Vitale, 33 anni, Salvatore Vitale, 49 anni, Emanuele Spitaleri, 37 anni, tutti di Partinico. Il Tribunale ha disposto gli arresti domiciliari per  Valentina Mattina, 28 anni di Partinico, Giacomo Vitale, di Alcamo, 71 anni e Rosa Inverga, 62 anni.