Ordinanza di misure cautelari del Gip del Tribunale di Roma per sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese accusate di spaccio di “shaboo”

shaboo

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Roma,

I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.

L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.

Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.

Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.

La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.

È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.

Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

 

Catania, operazione “Locu”, intensa attività di spaccio nel rione S.Cristofaro, 41 arresti

 

Catania,

Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 41 persone è stata eseguita dai poliziotti della Squadra mobile di Catania per associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti; una parte dei criminali dovrà rispondere anche di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegale di armi.

Le attività di indagine, durante le quali sono stati sequestrati 700 grammi di cocaina e 1 chilo di marijuana, hanno permesso di documentare un’intensa attività di spaccio nel rione popolare di San Cristoforo e più precisamente nella zona tradizionalmente chiamata “Locu”, zone storicamente controllate da noti clan mafiosi.

Le cessioni della droga sono state documentate anche grazie all’impiego di agenti sotto copertura del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato.

I pusher si alternavano su turni ben definiti e lo spaccio veniva organizzato all’interno di alcune abitazioni. Dei 41 indagati, 36 sono finiti in carcere e 5 agli arresti domiciliari.

Per l’operazione sono stati impiegati circa 300 poliziotti provenienti dalle Squadre mobili delle vicine province siciliane, da personale della questura di Catania e da unità di Polizia scientifica, della Stradale e del Reparto mobile.

 

 

 

 

Scoperto il carabiniere infedele che dava informazioni alla malavita in cambio di denaro

Giustizia: presidente tribunale Palermo revoca vicario - Notizie - Ansa.it

Archivi -Sud Libertà  – La Procura di Palermo

 

Palermo,

Paga un caro prezzo il  carabiniere che si è scoperto dare informazioni riservate a cinque indagati per spaccio di droga. Il militare, insieme agli indagati, è stato tratto in arresto dai militari del comando provinciale di Palermo che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalGip, accusati a vario titolo di corruzione.

L’attività d’indagine, condotta da gennaio a ottobre scorso dal personale della compagnia di Palermo-San Lorenzo e coordinata dalla Procura, ha prospettato ed accertato il dominio della  corruzione, tra il militare dell’Arma e gli indagati tutti già noti per spaccio di sostanze stupefacenti. Il carabiniere rivelava informazioni su indagini in corso, in cambio riceveva  somme di denaro. Per tutti gli indagati, due dei quali già agli arresti domiciliari per altri reati, il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere.

In carcere in base all’ordinanza cautelare firmata dal Gip dott.  Rosario Gioia  sono stati collocati: Giuseppe Roccamatisi, 47 anni, appuntato in servizio presso la stazione carabinieri Resuttana Colli di Palermo, Francesco Daniel Salute, di 24 anni, Massimo Ferrazzano di 45 anni, Pietro Castrofilippo di 30 anni, Vincenzo Castrofilippo di 51 anni e Angelo Bondì di 30 anni.

Quando l’Istituto di pena non è finalizzato al recupero: pregiudicato esce e ricomincia la malavita

Immagini di Drugs legalization, foto e fotografie stock di ...

 

Catania – Biancavilla
I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Paternò hanno arrestato un pregiudicato ragusano di 28 anni, sorpreso nella flagranza di reato di detenzione illegale di armi e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
In particolare il giovane, che solo 7 mesi fa era uscito dal carcere dove aveva scontato una pena di 10 anni di reclusione proprio per reati connessi agli stupefacenti, si era trasferito da qualche settimana a casa della cugina, a Biancavilla.
Il volto nuovo non è chiaramente passato inosservato ai Carabinieri che hanno avviato nei suoi confronti una mirata attività info-investigativa. I militari dell’Arma, dopo aver tra l’altro monitorato i suoi spostamenti per alcuni giorni, hanno quindi sospettato che il soggetto non era arrivato in zona per motivi “turistici”, ma piuttosto per porre in essere probabilmente delle condotte delinquenziali. I Carabinieri, all’esito di un servizio d’osservazione “discreto”, lo hanno perciò raggiunto nell’abitazione della parente e lì, nel garage di pertinenza della casa, hanno trovato due bilancini e materiale per il confezionamento di droga.
Questo riscontro ha quindi confermato la tesi investigativa dei Carabinieri, per cui la perquisizione è stata estesa anche alle autovetture di proprietà della zia e della cugina dell’uomo, parcheggiate nel cortile condominiale, proprio davanti a quell’autorimessa.
Nel frangente all’interno di una Alfa Romeo, tra l’altro confiscata, sotto il sedile passeggero, i militari hanno rinvenuto una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, con caricatore inserito e all’interno 8 colpi. Altre 12 cartucce dello stesso calibro sono state, poi, recuperate dentro una busta di plastica, occultata nel vano laterale di uno sportello.
Dentro il portabagagli una Fiat Bravo, invece, è stata scoperta una scatola contenente 60 grammi di cocaina e 550 grammi di marijuana, impacchettata sottovuoto. Il 28enne, dopo tutto quello che è stato sequestrato, ha ammesso di aver portato lui la droga e la pistola a Biancavilla, venendo pertanto arrestato. l’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’arresto, ha successivamente disposto la misura della custodia cautelare in carcere. L’arma è stata inviata al Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina per essere sottoposta agli opportuni accertamenti balistici al fine di verificare se sia stata utilizzata in occasione di eventi delittuosi.

 

 

Catania, lotta alla droga

Le nuove droghe spopolano in Italia: Shaboo, Krokodil e NZT-48 -  Affaritaliani.it

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 Catania 
I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Gravina di Catania hanno denunciato un 20enne pregiudicato, che aveva il divieto di dimora in quel Comune, nonché un 23enne incensurato del posto perché trovati in possesso di marijuana In pieno giorno, alle 10:00 di mattina, la pattuglia avvistava uno scooter SH con due persone a bordo, che percorreva la trafficata via Gramsci del Comune di Gravina di Catania.
Il conducente del veicolo, però, alla vista della “gazzella” imboccava repentinamente una traversa, cercando di dileguarsi. Il giovane, tuttavia, che non indossava il casco, veniva riconosciuto dai militari in quanto già coinvolto in vicende giudiziarie e, per questo motivo, veniva inseguito. Nonostante il conducente dello scooter avesse tentato di aumentare l’andatura del mezzo, i due ragazzi venivano fermati dopo qualche centinaio di metri e sottoposti a controllo: nella sella del motoveicolo i Carabinieri hanno rinvenuto 12 dosi di marijuana del peso di 3 grammi ciascuna per complessivi 36 grammi e la somma di 55 euro, verosimilmente provento dell’attività di spaccio.
Il 20enne successivamente, pensando di farla franca cambiando luogo di spaccio, ha quindi scelto come luogo di “lavoro” una piazzetta del comune di Tremestieri Etneo ma, manco a dirlo, è stato nuovamente sorpreso dai Carabinieri mentre tentava di nascondersi alla loro vista. A nulla però è valso il suo tentativo, perché è stato raggiunto dalla pattuglia, perquisito e trovato in possesso di 7 dosi di hashish del peso complessivo di 38 grammi, un involucro di marijuana da 3,5 grammi ed una dose di cocaina da 1 grammo, oltre a più di 1000 euro in contanti in banconote di vario taglio.

Biancavilla, nascondeva a casa armi e droga a fini di spaccio

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Catania – Biancavilla 
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò, in Biancavilla, supportati dai colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, hanno arrestato in flagranza di reato un 25enne del posto, incensurato, perché responsabile di detenzione di armi clandestine, detenzione abusiva di armi e munizioni, nonché di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Al riguardo, nel quadro delle azioni di contrasto disposte dal Comando Provinciale di Catania, volte a reprimere il fenomeno del traffico di armi clandestine, per sottrarle alla disponibilità delle organizzazioni mafiose, il Comando Compagnia di Paternò ha avviato nel proprio territorio di competenza una serie di battute di ricerca e servizi coordinati a largo raggio controlli per la ricerca di materiale d’armamento. In tale contesto operativo, i militari dell’Arma, nel corso di una di queste attività sul campo a largo raggio, hanno svolto una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del giovane biancavillese, recuperando, ben nascosta sul solaio del terrazzo, una sacca con all’interno un vero e proprio arsenale. Si tratta infatti di una mitragliatrice e 2 pistole, tutte armi clandestine con matricola abrasa, perfettamente funzionanti ed estremamente letali, nonché numerosi proiettili.
In particolare sono state trovate: una pistola mitragliatrice “Skorpion” cal. 7,65 con e 3 serbatoi; un revolver cal. 357 magnum, con 12 cartucce, di cui 6 già nel tamburo; una pistola cal. 7,65 con colpo in canna e 6 cartucce nel caricatore; 89 cartucce cal. 7,65 e 22. Sempre durante i controlli, è stata inoltre rinvenuta dai Carabinieri anche una busta di plastica termosaldata, con all’interno circa 300 grammi di marijuana, un bilancino di precisione ed il materiale necessario al confezionamento dello stupefacente.
Tutto il materiale d’armamento è stato sequestrato e inviato al RIS di Messina per gli accertamenti balistici e dattiloscopici, al fine anche di verificare se le stesse siano state già utilizzate in precedenti fatti delittuosi. Il 25enne arrestato è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che nell’immediatezza ne ha disposto la traduzione presso il carcere di Catania-Piazza Lanza, ove tuttora permane all’esito della successiva convalida del Gip.

Scoperto dai NAS laboratorio clandestino nel salernitano -Traffico anabolizzanti e ‘droga stupro’ ..

 

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(Ag.)

 

Scoperto dai Nas nel salernitano  un laboratorio clandestino di  droga e altre sostanze. Quattrocento chilogrammi di principi attivi di sostanze anabolizzanti di varia natura, tra cui steroidi, ormoni della crescita e stimolanti; 20 kg di efedrina, precursore della sostanza stupefacente sintetica ‘metamfetamina; quattro kg sibutramina, sostanza dopante nonché anoressizzante bandito dal commercio europeo dal 2010 per l’elevato grado di tossicità e che aveva causato diffuse reazioni avverse nei consumatori; 61 confezioni di nandrolone, sostanza anabolizzante e stupefacente vietata; 26 flaconi di Ghb, la cosiddetta ‘droga dello stupro’ e 300 chilogrammi di eccipienti e coloranti, funzionali alla produzione finale delle sostanze.

E’ frutto di  una indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini contro un sodalizio dedito al traffico internazionale di sostanze ad azione dopante e stupefacente.. Due gli arrestati..

Siracusa, baracca artigianale nascosta tra la vegetazione per lo spaccio di stupefacenti

 

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Siracusa,
Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Siracusa, costantemente impegnati nei servizi di contrasto alla droga, hanno arrestato un 25enne del luogo per detenzione e spaccio di stupefacenti.
L’uomo è stato sorpreso dai militari a spacciare nei pressi di una baracca artigianale situata nella periferia della città aretusea. L’attività fa seguito ad un rinvenimento di stupefacenti nella medesima zona degli scorsi giorni infatti, all’interno della baracca, nascosta tra la fitta vegetazione, sono state rinvenute oltre 100 grammi, tra cocaina, crack, hashish e marijuana, sottoposti a sequestro.
Al 25enne, in seguito alla convalida dell’arresto, è stato applicato l’obbligo di dimora nel comune di Siracusa con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione durante l’orario notturno.

Droga Marsala, 13 kg di stupefacente “marchiati” con immagine di Matteo Messina Denaro e Totò Riina, arrestato 28enne

Veleno, Bottiglia, Medicinale, Vecchio

 Trapani – Marsala 
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Marsala, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno scoperto un vero e proprio deposito all’ingrosso di sostanze stupefacenti che fungeva anche da laboratorio per il taglio ed il confezionamento delle dosi. Da giorni i militari controllavano l’ingresso di un magazzino della periferia marsalese, fino a quando hanno fermato un incensurato del posto, di 28 anni che, dopo aver aperto con le chiavi il deposito aveva fatto ingrasso nello stesso rimanendo per circa un quarto d’ora. Una volta uscito i Carabinieri lo hanno bloccato a bordo della propria autovettura e, a seguito di perquisizione personale, hanno rinvenuto, nella tasca del giovane, un involucro contenente 50 grammi di cocaina pura.
Nel magazzino i Carabinieri si sono trovati dinanzi ad un vero e proprio stock di stupefacenti di vario tipo, tra cui anche panetti di hashish recanti le effigi di Salvatore Riina,  Matteo Messina Denaro e del noto personaggio de il padrino.
I militari hanno complessivamente sequestrato 13 kg di hashish, 700 grammi di cocaina pura e 700 grammi di marijuana contenuta in diversi sacchetti di plastica. Nel magazzino è stata trovata anche una macchina per il confezionamento sottovuoto, due bilancini elettronici e diverso materiale utile per il taglio della sostanza.
In  serata, sono state effettuate altre perquisizioni in abitazioni ed autovetture nella disponibilità del soggetto fermato, rinvenendo appunti e contabilità al vaglio dei Carabinieri.
L’ingente quantitativo di sostanza stupefacente sequestrata avrebbe fruttato al dettaglio ricavi per oltre 200.000 euro. 
Dopo la convalida dell’arresto il GIP ha disposto per l’arrestato la custodia cautelare in carcere.

Droga,” Operazione Gold Green”, 15 arresti in Sicilia

La droga arriva a casa: chi sono i giovani tossicodipendenti

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Palermo –
Alle prime ore di stamattina, nelle città di Palermo e Africo Nuovo (RC), i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno dato esecuzione a 15 provvedimenti cautelari (10 in carcere e 5 degli arresti domiciliari), emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, con le aggravanti relative alla composizione dell’associazione con più di dieci associati, all’aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività mafiosa e per essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo mafioso e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva. Sono anche contestati vari episodi di detenzione, in concorso, di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
L’indagine costituisce l’esito di un’articolata manovra investigativa antidroga, focalizzata nel contesto territoriale dei mandamenti mafiosi palermitani di Porta Nuova, Brancaccio e Tommaso Natale – San Lorenzo, che ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine all’esistenza di un’associazione per delinquere dedita al traffico di stupefacenti, che si occupava di importare nel territorio palermitano, tramite vari e consolidati canali di rifornimento, grosse partite di narcotici da immettere nelle piazze di spaccio del capoluogo, registrando ulteriori connessioni con le singole articolazioni mafiose interessate territorialmente.
L’importante dispositivo di contrasto al traffico di stupefacenti connesso con “Cosa Nostra”, di cui si è dotato il Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, ha sviluppato un articolato percorso investigativo antidroga, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, finalizzato al contrasto del principale e più redditizio asset di arricchimento della criminalità organizzata mafiosa.
L’indagine, avviata nel settembre 2019, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario che è stato sostanzialmente accolto nella suindicata ordinanza cautelare, secondo il quale, per l’appunto, sussistono gravi indizi (che dovranno successivamente essere confermati dagli ulteriori passaggi processuali) in ordine ai gravi reati ipotizzati in capo ai soggetti indagati. In sintesi, le investigazioni hanno permesso di:
– individuare un’associazione dedita al traffico di stupefacenti che si occupava di importare a Palermo, tramite vari canali di rifornimento, grosse partite di narcotici di diversa tipologia, da immettere nelle piazze di spaccio del centro del capoluogo siciliano, registrando connessioni tra il sodalizio e distinte articolazioni territoriali di cosa nostra, riunite trasversalmente dal comune interesse di acquisire, per le loro finalità, ingenti quantitativi di droga;
– collocare, al vertice dell’associazione, importanti uomini d’onore (già definitivamente condannati per la loro appartenenza all’associazione mafiosa) delle famiglie mafiose di Palermo Centro e di Partanna Mondello, che, coadiuvati dagli altri sodali (fra i quali anche affiliati mafiosi del mandamento di Brancaccio – non attinti dalla presente misura in quanto già sottoposti a misura cautelare in altro procedimento), operavano a tutto tondo nel mercato degli stupefacenti, rapportandosi sia con fornitori operanti in altre regioni – Campania e Calabria – sia con spacciatori palermitani, incaricati di rivendere al dettaglio i narcotici;
– appurare che parte dei proventi derivanti dallo spaccio siano stati destinati al mantenimento dei detenuti affiliati a più famiglie mafiose del capoluogo;
– individuare, in un’abitazione di Pollena Trocchia (NA), un deposito di stupefacenti del gruppo criminale, all’interno del quale, il 14.05.2020, venivano sequestrati 255 kg di hashish;
– arrestare, nel corso delle indagini, otto corrieri e sequestrare, complessivamente, ulteriori 185 kg di sostanze stupefacenti di varia tipologia (cocaina, hashish e crack), nonché circa 52.000 euro in contanti, verosimile provento dall’attività illecita.