«NUOVO PUG, CRITICITÀ ED EMERGENZE : UNA VISIONE GLOBALE PER LE ESIGENZE DELLA SOCIETÀ»

Catania, “La città dell’abitare”: confronto per progettare il Piano Urbanistico Generale

Forum di discussione organizzato da Ordine e Fondazione Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori all’interno della serie d’incontri promossi dal Comune di Catania

CATANIA 

Partire dal basso e dai problemi della città per una progettazione di qualità, che porti a un processo di rigenerazione e riqualificazione urbana. Questo lo scopo del forum “La città dell’abitare, tra sussidiarietà, qualità e bellezza”, organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania. Un appuntamento inserito nella serie di incontri promossi dal Comune di Catania per individuare le linee-guida per la stesura del nuovo Piano Urbanistico Generale, che andrà a sostituire quello datato 1969.

«Un confronto da cui emergono sicuramente istanze e riflessioni interessanti per riscrivere la storia della città – ha dichiarato il sindaco etneo Salvo Pogliese – il contributo di chi la conosce e di chi ha le competenze tecniche per migliorarla è fondamentale, perché con il nuovo PUG c’è in gioco il futuro di Catania». A rafforzare il concetto l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino, secondo il quale «la città ha bisogno di un dibattito costruttivo, mettendo da parte le polemiche e la ricerca di elementi di dissenso. Quella di oggi è un’opportunità per rispondere alla necessità di una nuova visione della città – oggi di fronte a innumerevoli sfide – e per evitare di sprecare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Possiamo dare una nuova impronta e iniziare un percorso virtuoso».

Della stessa opinione il direttore della Direzione Urbanistica di Catania Biagio Bisignani, che ha sottolineato l’importanza «del contributo di chi studia e conosce la città – anche di chi la osserva dall’esterno – per individuare un modello da seguire e realizzare: primo grande passo nell’evoluzione della città».

«Un risultato raggiungibile trasformando le emergenze e le criticità in opportunità – ha evidenziato il presidente OAPPC CT Sebastian Carlo Greco – e puntando sulla partecipazione attiva, sulla sensibilizzazione e sulla conoscenza del territorio. Da qui la necessità di un polo attrattivo su cui far convergere progettualità, logistica e creatività, aperto a cittadini e associazioni per raccogliere le istanze di chi vive i quartieri e ragionare sugli spazi e sulla loro funzione e funzionalità: l’Urban Center. Un luogo per sviluppare quella visione d’insieme che Catania vuole avere nel medio e lungo termine: un futuro in cui la città possa essere messa a sistema attraverso una mobilità interconnessa, con la giusta attenzione al rischio sismico e a quello idrogeologico – su cui realizzare un adeguato waterplan – con il recupero di aree dismesse e ricorrendo a sistemi innovativi, quali lo sviluppo verticale».

«Un progetto della città che può essere realizzato solo guardando con “altri occhi” – ha aggiunto la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno – non ci si può fermare solo all’aspetto estetico e urbanistico – di cui si conoscono potenzialità e limiti – ma bisogna mettere sotto la lente di ingrandimento anche gli aspetti sociali. Sviluppo e futuro di Catania passano non solo dal coinvolgimento degli architetti e delle categorie professionali tecniche, ma anche da quello di sociologi, psicologi, antropologi e criminologi. “Abitare”, infatti, riguarda tutti gli elementi che fanno parte integrante della nostra quotidianità».

Partecipazione e multidisciplinarietà appaiono dunque elementi imprescindibili per il futuro di Catania e per un PUG che tenga conto di numerosi aspetti. Oltre all’intervento dell’architetto Maurizio Carta, infatti, ad arricchire il dibattito sono stati i contributi tecnico-scientifici e metodologici del sociologo Carlo Colloca, della criminologa Thea Giacobbe, di Giuseppe Messina (segretario e coordinatore del Dipartimento Governo del Territorio dell’OAPPC CT) e Andrea Toscano (vicepresidente della Fondazione). Durante i loro interventi, sono stati presentati i risultati del lavoro di ricerca svolto dall’OAPPC CT, che ha raccolto le segnalazioni e le proposte avanzate nelle varie circoscrizioni e dalle associazioni coinvolte – Officine Culturali, CittàInsieme, Acquedotte, Antico Corso, Trame di Quartiere, Fiab – «rappresentando un ottimo punto di partenza per i progetti futuri».

«Bisogna lavorare sulle infrastrutture, sulla qualità della vita e dei quartieri partendo dalle richieste di chi vive la città e abbia consapevolezza delle criticità e delle problematiche. Solo così si può avere una Catania che abbia cura dei propri spazi, dei propri cittadini e che si affacci prepotentemente nel globale, sia dal punto di vista artistico, sia architettonico, che economico», hanno chiosato Greco e Bonanno.

A conclusione dei lavori, è stato possibile vedere il “lato B” della città, attraverso la mostra dell’artista Vlady: “Greetings from Catania”. Un ulteriore spunto di riflessione sulla Catania di oggi.

L’uso al femminile dei mestieri vale anche ora per la donna “architetta”

 

Architetti etnei: istituito Osservatorio “Pari opportunità”

La parità sul lavoro, un diritto da verificare e da pretendere - Corriere.it

Archivi Sud Libertà–                       

       Una visione meno sessista condivisa dalle istituzioni

CATANIA –

«Una decisione che rispetta la libera scelta delle professioniste di essere identificate in quanto donne e che contrasta in maniera evidente il principio androcentrico che ha regolato per secoli la lingua italiana». Questo il commento della presidente della Fondazione degli Architetti di Catania Eleonora Bonanno, a seguito dell’iniziativa dell’Ordine della categoria etnea, che ha ufficialmente approvato il timbro professionale di genere, con la dicitura al femminile “architetta”.

Una visione meno sessista condivisa da istituzioni, enti e anche dall’Accademia della Crusca, per una parità che parta proprio dall’idioma: «L’uso al femminile dei mestieri – spiega Bonanno – era già stata vista in modo favorevole nel 1986 dalla Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna. E nella stessa direzione si è mossa l’Unesco nel 1994, invitando a un uso non sessista della lingua, per prendere coscienza che certe forme di linguaggio possono essere sentite come discriminatorie per le donne, perché tendono a nascondere la loro presenza o a farla apparire come eccezionale».

«Non si tratta di un obbligo, ma solo di una possibilità di scelta – sottolinea il presidente dell’Ordine etneo Sebastian Carlo Greco – chiara dimostrazione della nostra posizione in merito al dibattito sulla parità di genere e sul tema dell’inclusione, in una società dove spesso le minoranze vengono poste ai margini e dove i cliché sulla donna possono offuscare qualità e professionalità».

Proprio le pari opportunità e la lotta a ogni tipo di discriminazione sono pilastri del programma del nuovo Ordine e della nuova Fondazione – insediatisi lo scorso giugno – che hanno «istituito un “Osservatorio per le Pari opportunità”, con lo scopo di evidenziare eventuali difficoltà riscontrate dalle nostre iscritte e proporre valide soluzioni – concludono Greco e Bonanno – Sappiamo bene che la desinenza di una parola non è risolutiva delle problematiche della società, ma è un segnale, forte, che vogliamo dare a tutta la comunità».

Architetti, “importante dare più qualità e professionalità alla categoria”

Fondazione Ordine Architetti di Catania, inizia il nuovo quadriennio

 

«PROGRAMMAZIONE, PARI OPPORTUNITÀ E PROGETTUALITÀ PER UNA FONDAZIONE PIÙ APERTA E INCLUSIVA»

Primo incontro con la neopresidente Eleonora Bonanno e i nuovi membri del Consiglio

«Una Fondazione aperta, inclusiva e non discriminatoria»: questi, in sintesi, i punti chiave individuati dalla neopresidente della Fondazione degli Architetti di Catania Eleonora Bonanno. «Tasselli che serviranno a rafforzare il concetto che vede l’architetto quale figura capace di una visione strategica per affrontare le sfide che ci riserva il futuro. Programmazione, pari opportunità, formazione e progettualità saranno i pilastri su cui verterà l’operato della Fondazione per il prossimo quadriennio», ha spiegato Bonanno, in occasione del primo Consiglio composto dal vicepresidente Andrea Toscano, dal segretario Fabrizio Russo, dalla tesoriera Melania Guarrera, da Martina ArenaCristina CaudulloGiovanni LonghitanoIgor NastasiAnna PolisanoDesiree RussoIvana Laura SorgeTiziana Torrisi e dal delegato del presidente Andrea Garozzo.

«Molteplici sono gli obiettivi da raggiungere – ha commentato Bonanno – su tutti, la formazione, importante per tenere alta la qualità e la professionalità della categoria e per cui occorre un’attenta programmazione degli eventi e dei convegni. Una pianificazione per il 2022 che confluirà nella “Foundation night”, manifestazione di fine anno in cui verrà presentato il nostro calendario alla città, con lo scopo di trovare supporter e sponsor». Obiettivo di questa iniziativa «è trasformare la Fondazione in una istituzione culturale e accreditata a livello regionale quale Ente di Formazione».

«Uno sforzo non indifferente – ha spiegato Bonanno – dove il lavoro di 12 consiglieri non sarà sufficiente. Per centrare gli obiettivi prefissati sarà fondamentale la stretta collaborazione con l’Ordine degli Architetti e del suo nuovo presidente Sebastian Carlo Greco, oltre che di quella ormai consolidata con le istituzioni e gli altri Ordini professionali». Quale sarà la marcia in più? «La presenza sul territorio e un raggio di azione più ampio – anche al di là della città di Catania – Risultato raggiungibile solo attraverso la sinergia con le Associazioni, l’entusiasmo delle forze fresche del Coordinamento Giovani Architetti (CoGA), il Comitato Tecnico Scientifico e il continuo confronto con le altre Fondazioni nazionali, frutto della Rete delle Fondazioni, fortemente voluta dal Consiglio precedente». Presenza sul territorio e dialogo con la comunità che «passa anche da una comunicazione più incisiva. Da qui l’idea di una nuova sede e di un sito ancora più dinamico». Infine, «ampio spazio e sostegno agli iscritti e alle donne, garantendo a tutti pari opportunità. In quest’ottica, daremo vita al movimento #manels, rifiutando la partecipazione a eventi in cui relatori saranno esclusivamente uomini».

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