CATANIA:COLORE E CALORE PER I PICCOLI PAZIENTI PEDIATRICI

 

Crowdfunding, distribuiti i Kit “DPI Baby” acquistati grazie ai donatori digitali

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INTEGRAZIONE OSPEDALE-TERRITORIO PER POTENZIARE L’ACCOGLIENZA

Dalla parte di più fragili. Dalla parte dei piccoli pazienti pediatrici. Per proteggerli; per costruire un nuovo modello di accoglienza; per dare un tocco di colore e di calore che possa offrire alle famiglie la vicinanza degli operatori sanitari, ma anche dei cittadini che vogliono dare un contributo nell’ottica di una solidarietà creativa. Questo l’obiettivo del progetto “DPI Baby, Desideriamo Proteggervi Incondizionatamente”: iniziativa promossa da CittadinanzAttiva Sicilia su Laboriusa.it, per l’acquisto di dispositivi di protezione (mascherine, termometri, igienizzanti, brochure informative) per i reparti degli ospedali siciliani.

Questa mattina (24 giugno) presso l’aula Dusmet dell’ospedale Garibaldi, la distribuzione dei kit acquistati grazie ai 5mila euro donati attraverso il crowdfunding. «Un’iniziativa – ha sottolineato il segretario di CittadinanzAttiva Sicilia Giuseppe Greco  portata avanti grazie al potere comunicativo dei social, che hanno permesso d’instaurare nuove sinergie attorno alla parola “donare”. Una parola che rientra appieno nella mission della nostra associazione, volta a sostenere il servizio sanitario con grande impegno civico per sviluppare un innovativo percorso ospedale-territorio».

«Grazie a tutti coloro che da sempre ci sono vicini – ha continuato il direttore dell’U.O. di Chirurgia Pediatrica del Garibaldi Sebastiano Cacciaguerra – e che lo dimostrano ogni giorno con il loro sostegno. Anche questo progetto è stato un successo e contribuirà ad innalzare il livello qualitativo dei nostri reparti». Al centro di “DPI Baby”, i bambini «che hanno bisogno, in un momento di crescita – ha continuato il direttore sanitario Arnas Garibaldi Giuseppe Giammanco – di riconoscere l’ospedale quale luogo familiare e di ricevere un’educazione sanitaria adeguata attraverso un linguaggio che si avvicini il più possibile al loro mondo, così com’è stato fatto con questo coloratissimo progetto».

«Oltre alla donazione, in questa iniziativa c’è il trasferimento di un messaggio importante rivolto alle famiglie – ha spiegato il direttore del Dipartimento Materno Infantile Giuseppe Ettore – un messaggio legato alla sicurezza e alla prevenzione. Questo progetto aggiunge valore al nostro lavoro, consentendo di avviare un programma condiviso con gli utenti».

«Grazie per l’attenzione rivolta al mondo dei bambini ospedalizzati – ha ribadito il primario dell’Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Catania Giovanna Russo – un mondo fragile, soprattutto quando parliamo di malattie neoplastiche: la sanità di oggi dev’essere capace di rispondere ai bisogni dei pazienti col massimo sforzo mirato al benessere dei nostri piccoli».

«Un ringraziamento va a Maurizio Di Piazza Field Value Manager di Bristol Myers Squibb: insieme abbiamo voluto ampliare i confini di questo progetto, utilizzando uno strumento innovativo come il crowdfunding  – ha detto il direttore del Centro Studi ILHM Unict (Innovazione in Health Management) Elita Schillaci – in un momento doloroso i bambini ricevono un regalo, un dono che contiene amore, protezione, sostegno. Un progetto che ha visto impegnato un ecosistema virtuoso che ha agito nell’ottica del “fare”».

«Un’ennesima dimostrazione di solidarietà – ha concluso il direttore generale dell’Arnas Garibaldi Fabrizio De Nicola – che vede un’integrazione tra sanità pubblica e associazionismo; istituzioni e cittadini. Credo che il Covid, oltre alle preoccupazioni e alle paure, abbia lasciato un segnale molto positivo. Negli ultimi mesi abbiamo registrato infatti un rinnovato senso di generosità che forse nell’ultimo periodo si stava perdendo. Piccoli significativi gesti che hanno contribuito a creare una filiera solidale che conforta tutti coloro che ogni giorno sono in prima linea, e parlo degli operatori sanitari, impegnati nell’assistenza e nell’accoglienza. Tutto va nella direzione del potenziamento di una sanità pubblica che funziona e che vive di una nuova umanità».

Durante l’evento si è tenuto il collegamento con il direttore dell’U.O. di Oncoematologia Pediatrica dell’Arnas Civico, Di Cristina e Benfratelli di Palermo Paolo D’Angelo.

CENTRO ILhM A CATANIA: CAMBIAMENTO SOCIALE PER UNA CORRETTA GESTIONE DELLE RISORSE SANITARIE

 

Healthcare e nuovi modelli di governance: a Catania convegno regionale

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(foto archivio SUD LIBERTA’)

SANITÀ: CON IL POLO “ILHM” PASSA DALL’UNIVERSITÀ LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA MANAGERIALE PER LA SFIDA DIGITALE

CATANIA – «

Le nuove tecnologiche e i cambiamenti che ne derivano sono sempre più dirompenti in tutti gli ambiti della nostra vita sociale, ma è soprattutto nel settore della medicina che l’innovazione hi tech è in grado di aprire orizzonti straordinari, sotto i profili della prevenzione, della mappatura, della cura, della programmazione. Nuove visioni capaci di rivoluzionare lo sviluppo economico, e non solo, di un territorio. Il numero enorme di start up, di venture capital, di investimenti imprenditoriali in campo sanitario è il segnale che questo processo di evoluzione è in corso e che abbiamo il dovere di organizzarci per guidarlo con responsabilità». L’economista e docente universitaria Elita Schillaci spiega così lo slancio culturale da cui è nato il Centro Studi Avanzato di Innovazione, Leadership e Health Management dell’Università di Catania, definito anche con l’acronimo “ILhM”. Un’iniziativa che vede impegnati diversi Dipartimenti dell’Ateneo, sia di matrice scientifica che giuridica, a testimonianza che il tema della salute coinvolge in modo trasversale i diversi saperi.

 

Il Centro svolgerà attività di ricerca, formazione, consulenza e assistenza per determinare una corretta gestione delle risorse sanitarie che sappia dare un impatto positivo alla crescita del Pil di una regione come la Sicilia. Traducendo gli obiettivi in termini operativi: adeguata assistenza in tempi e spazi sostenibili, uso delle nuove frontiere della telemedicina, riduzione degli scarti, ottimizzazione delle risorse, migliori modelli di governance, ruolo attivo dei pazienti, incremento delle buone prassi per diagnosticare, trattare, curare. «È necessario capire come migliorare la qualità dell’erogazione della prestazione sanitaria, ma anche la qualità della gestione amministrativa» ha affermato il rettore dell’Università etnea Francesco Basile, durante la presentazione di ILhM nell’Aula Magna del Palazzo delle Scienze. «A Catania stiamo vivendo un momento positivo, e migliore rispetto ad altre parti dell’Isola – ha continuato il rettore – perché tutte le aziende sanitarie locali risultano ben governate e di alto livello. Abbiamo inaugurato diverse nuove strutture, come il pronto soccorso del Policlinico, e ci apprestiamo ad aprirne altre, come l’ospedale San Marco a Librino. Fondamentale è anche il tema della formazione del management, per dare la possibilità ai medici di esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Su questo fronte l’analisi dei dati è estremamente utile perché rappresenta uno stimolo per migliorare il sistema».

E proprio un excursus sugli scenari che emergono dagli studi sulla disciplina è stato tracciato da Elio Borgonovi, presidente del Cergas della Bocconi e relatore dell’incontro insieme ai promotori di ILhM: Elita SchillaciGiuseppe Vecchio e Salvatore Aleo, rispettivamente direttore e docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali presso cui avrà la sede amministrativa del Centro. Hanno preso la parola il vicesindaco di Catania Roberto Bonaccorsi e la direttrice del Dipartimento di Economia e Impresa Michela Cavallaro. In sala presenti direttori e docenti dei diversi Dipartimenti universitari, che hanno ascoltato con attenzione l’intervento dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, il quale ha definito la nascita del Centro la risposta «necessaria all’esigenza della Sicilia di avere una prossima generazione di manager e medici che sia maggiormente professionalizzata sulla nuova missione dell’healthcare. Occorre – ha detto – quel cuscinetto generazionale di professionalità in grado di raccogliere le nuove sfide e di gestire il periodo di transizione dal presente al futuro. Solo formando profili professionali adeguati, potremo creare quel sistema in grado di assorbire tutte quelle risorse spesso costrette a lasciare il territorio».