Camorra: arrestato un latitante ricercato per reati di stampo mafioso

Guida per la città Barcellona, tutto quello che devi sapere

Nella foto d’Archivio, Barcellona

I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno arrestato un noto latitante, ritenuto elemento di spicco di un clan camorristico. L’uomo, irreperibile dal luglio del 2020 e destinatario di due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria partenopea, è ritenuto gravemente responsabile del reato di estorsione aggravata dalle finalità mafiose e associazione a delinquere di stampo mafioso.

Questa notte a Barcellona – città dove il latitante si rifugiava – il F. A. S. Team Spagnolo, attivato dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia italiano e su precise indicazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, ha catturato l’uomo che era insieme alla compagna. La donna, partita da Napoli, lo aveva appena raggiunto. La localizzazione da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, si inquadra nell’ambito di un’articolata indagine partita dal novembre scorso e coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia. Ora è in carcere in attesa del provvedimento di estradizione.

Rocco Morabito, il supercriminale specialista in “traffico di droga” che l’Italia aveva chiesto l’estradizione, è evaso dal carcere

Evaso in Uruguay il superboss della droga Rocco Morabito

Tre detenuti del carcere ‘Central’ di Montevideo e il pezzo da novanta Rocco Morabito, dove era rinchiuso, sono riusciti ad evadere dalla casa circondariale. La comunicazione viene fornita dal  ministero dell’Interno uruguayano secondo la quale  i quattro evasi sono fuggiti nelle prime ore di lunedì attraverso i tetti dell’edificio. I quattro sono poi entrati in unedificio da dove hanno prelevato denaro.. Gli altri tre evasi sono Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastian Acosta Gonzalez e Bruno Ezequiel Diaz.

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Morabito, figura di rilievo della ‘ndrangheta calabrese, “pericolo pubblico” per la società italiana, dove l’attende una condanna a 30 anni di carcere per traffico di droga. Il criminale era stato arrestato in un hotel di lusso di Montevideo nel settembre del 2017, dopo 23 anni di latitanza.Il governo aveva chiesto per lui l’estradizione in Italia.

Il Giudice brasiliano Luis Fux apre la strada all’estradizione in Italia del criminale Cesare Battisti

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Ordinato l’arresto di Cesare Battisti. Un giudice del Tribunale Supremo brasiliano, Luiz Fux, riconosce le osservazioni dell’Italia di considerare Battisti un terrorista ed  apre la strada all’estradizione del criminale assassino autore di diversi omicidi
Durante la campagna elettorale e dopo la sua vittoria, Bolsonaro ha più volte ripetuto la sua intenzione di estradare in Italia Battisti, che vive in libertà in Brasile dal 2010 e attualmente risiede a Cananeia, sulla costa dello Stato di Sau Paulo.

Con la sua decisione, il giudice ha accolto la richiesta della procuratrice generale Raquel Dodge, dell’arresto preventivo di Battisti, una misura definita “necessaria” per “evitare il rischio di fuga e per assicurare l’eventuale futura estradizione in Italia”. Il giudice Fux ha ricordato quando, nell’ottobre 2017, Battisti è stato fermato a Corumba, sulla frontiera con la Bolivia, mentre – secondo quanto dichiarato dalle autorità – cercava di attraversare il confine con denaro in euro non dichiarato

– Il Tribunale Supremo brasiliano aveva votato già nel 2010 per l’estradizione di Battisti, condannato in Italia per quattro omicidi, ma l’allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva la negò concedendogli lo status di rifugiato. Poichè quella decisione era di  natura “strettamente politica” , il giudice Lux ha quindi affermato che il nuovo presidente potrà rivederla: “E’ nella stessa natura degli atti prodotti nell’esercizio del potere sovrano la loro reversibilità”, osserva  il giudice visto che Battisti tra l’altro non può essere immaginato come un rifugiato politico bensì come un autentico assassino criminale

(Ag.).

Europa indecente che uccide l’idea della Libertà- Anche gli Onorevoli italiani un gregge di pecore: ecco perchè!

Che delusione l’Europa.   Che delusione il rappresentante italiano alla Presidenza dell’Unione europea. Che delusione Juncker.  Un’Europa che uccide le idee come quelle di Carles Puigdemont e dei suoi colleghi di governo non  rappresenta il giusto, la verità, la democrazia, la vera libertà.      E’ un’Europa di cui vergognarsi per infierire contro gli “ultimi”, il Presidente desitituito della Generalitat de Catalunya, ed accettare un governo e il suo sacrificio imprigionato come fosse criminale .   E’ davvero inaccettabile ed indecente vedere che gli Stati membri dell’Unione sostengano Rajioy e la sua dittatura nel “colpo di Stato” contro dei rappresentanti eletti democraticamente.    Ma chi dei nostri Onorevoli italiani o siciliani ha mosso un dito, un rigo cioè, in una interrogazione parlamentare, contro il premier spagnolo Rajioy  suddito del  “suo” re di Spagna.

Ci piacerebbe sapere chi  dei professionisti della politica ha criticato anche il premier italiano Gentiloni, tanto indecente – e pecora – nella sua difesa del governo spagnolo.     Le idee di questo Signore, Puigdemont meritano l’assoluto rispetto. E non solo politicamente ma anche come uomo. E’ qui la grandezza della Catalogna. Di avere dei grandi sostenitori dei valori umani, quelli che l’Europa non considera neanche e si allinea come un gregge di pecore. Onore a Puigdemont un uomo che non ha esitato a perdere tutto per il valore della Libertà.   E’ l’urlo della libertà che 200 sindaci hanno urlato nella Catalogna.              Il dubbio adesso  diventa legittimo: lo esprime lo stesso leader catalano – se il 21 dicembre, giorno delle elezioni, dovesse vincere il fronte indipendentista cosa faranno i potenti dell’Europa’?      Non riconosceranno il risultato elettorale allineandosi con Madrid?

Sarebbe un’altra grave indecenza e a questo punto gli animi diventerebbero così infiammati che scoppierebbe la rivoluzione armata. Inevitabile.

 

 

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Dal canto suo Puigdemont si è detto pronto all’eventualità di un’estradizione in Spagna. “Tutti sappiamo che possiamo finire in prigione se verrà concessa l’estradizione. Siamo preparati al fatto che ci estradino” ha detto a a Catalunya Radio.

Puigdemont, che si trovava con i suoi quattro ex consiglieri, Clara Ponsatí, Lluís Puig, Toni Comín e Meritxell Serret, ha nuovamente denunciato il ‘polso totalitario’ di Mariano Rajoy: “A noi catalani hanno rubato una legislatura, un governo e un parlamento”. Il leader catalano ha anche ribadito la sua contrarietà all’applicazione dell’articolo 155 della costituzione ed ha lasciato trapelare l’intenzione di deferire il governo davanti al Tribunale di Strasburgo perché la Spagna “provi imbarazzo”.

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Abbiamo diritto di parlare di costituzionalità nei tribunali, di cosa hanno paura? Lo Stato spagnolo parla di costituzionalità solo quando gli conviene. L’attuazione del 155 è illegale“.  “L’Europa non può avere prigionieri politici, non può avere un governo legittimo in prigione o in esilio”,è un golpe illegale questo di Madrid  ha aggiunto il leader catalano esprimendo sdegno ed indignazione.