Si contano ogni giorno i morti nelle acque maltesi ma l’Europa resta ancora immobile. Accuse del sindaco di Lampedusa

Migranti: naufragio a largo Libia, oltre 100 morti ...

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Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, dopo l’ennesimo naufragio  accusa l’Europa di immobilismo. Cisì si è espresso: “Il naufragio è avvenuto in acque Sar maltesi, dove sono intervenute le nostre motovedette. E’ inconcepibile che ci siano Stati Ue che non adempiano al dovere, non dico di accoglienza, ma quanto meno di soccorso e che l’Europa davanti a simili atteggiamenti non prenda posizione, salvo poi scandalizzarsi davanti alla questione delle navi ong”. 

In 33, tra cui 3 donne e 7 minori, sono stati tratti in salvo da un peschereccio in acque internazionali. Una donna avrebbe riferito ai soccorritori di aver perso i due figli, un neonato e un bimbo di 6 anni. All’appello mancherebbero anche altri due uomini. I superstiti sono stati trasbordati su una motovedetta della Capitaneria di porto e condotti a Lampedusa. “L’Italia non si è mai tirata indietro di fronte a un soccorso – prosegue   Mannino -, ma serve un intervento strutturale e organico. Invece, mentre noi continuiamo a contare i morti l’Europa resta ferma e in silenzio. Lo ripeto ormai da cinque mesi: è necessario un intervento forte con la collaborazione tra tutti gli Stati membri e cambiare il prima possibile il regolamento di Dublino”.

 

L’Ucraina eroica , riconquista fiducia e morale e si batte per riprendersi le città chiave

 

L’Ucraina riconquista morale e fiducia.  Si riprende alcuni territori perduti nel conflitto con i russi.Il presidente Zelensky: “Tutto il Paese dovrà essere liberato. Ci stiamo preparando alla riconquista delle città chiave di Mariupol, Melitopol e Kherson”

La Russia ha lanciato un altro attacco missilistico su Zaporizhzhia, comunica  il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh.  Afferma: “Secondo le informazioni preliminari, un razzo ha colpito il centro regionale, vicino al fiume Dnipro. Le informazioni sulle vittime sono in corso di chiarimento

Si apprende che un  missile russo è  caduto nella notte a 300 metri dalla centrale nucleare di Pivdennoukraïns’ka, conosciuta anche come centrale nucleare Ucraina del Sud, nella regione di Mykolaiv. “Una potente esplosione si è verificata a soli 300 metri dai reattori –  – L’onda d’urto ha danneggiato – spiega un comunicato – gli edifici della centrale nucleare, oltre 100 finestre sono state rotte. Una delle unità idrauliche, che fa parte del complesso energetico dell’Ucraina meridionale, è stata chiusa. Anche tre linee di trasmissione di potenza ad alta tensione sono state disconnesse”.

Il ministero della Difesa della Gran Bretagna afferma: “La consapevolezza dei piloti russi è spesso scarsa, c’è una reale possibilità che alcuni aerei si siano smarriti sul territorio nemico e siano caduti in zone di difesa aerea, mentre le linee del fronte stavano avanzando rapidamente”..

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, reagendo alla notizia del missile russo caduto nella notte a 300 metri dalla centrale nucleare di Pivdennoukraïns’ka, conosciuta anche come centrale nucleare Ucraina del Sud, nella regione di Mykolaiv ha lanciato nuovamente l’allarme erivolto un nuovo appello all’Europa:  ” La Russia mette in pericolo il mondo intero bombardando gli impianti nucleari, deve essere fermata“,

Il missile – ha aggiunto Zelensky – ha causato un’interruzione di corrente. Le finestre sono state danneggiate negli edifici vicini alla centrale nucleare. I russi hanno dimenticato cosa sia una centrale nucleare. La Russia mette in pericolo il mondo intero. Dobbiamo fermarla prima che sia troppo tardi”.

Forse qualcuno può pensare che dopo una serie di vittorie ci sia una certa tregua”, ma in realtà “ci si prepara” alla prossima fase della controffensiva, cioè la riconquista delle città chiave di Mariupol, Melitopol e Kherson, la prossima fase della controffensiva….

Il presidente ucraino è un fiume in piena: “Poiché l’Ucraina deve essere liberata, tutta”, l’esercito ucraino non cercherà solo di riconquistare il territorio che controllava prima dell’inizio dell’invasione russa, ma anche il territorio nel Donbass e in Crimea che è nelle mani dei separatisti sostenuti da Mosca dal 2014

Il  governatore regionale Oleh Syniehubov  afferma che “Kiev  ha riconquistato più di 6.000 chilometri quadrati di territorio nel sud e nell’est dell’Ucraina dall’inizio di settembre, anche se le forze russe continuano a bombardare le città della regione di Kharkiv nonostante il loro ritiro una settimana fa”

Si apprende pure che i russi hanno colpito con missili a lungo raggio una diga nella città industriale di Kryvyi Rih…

Il consigliere presidenziale Mykhailo Podoliak, citato dai media ucraini. dichiara :”Il processo negoziale stesso e un incontro faccia a faccia tra i presidenti non hanno senso al momento”

Draghi:”Sosteniamo l’Ucraina e superiamo la crisi”

 

Quirinale, Draghi presidente della Repubblica già lunedì. Inside -  Affaritaliani.it

 

L’Italia continuerà a lavorare con l’Ue e il G7 per sostenere l’Ucraina, ricercare la pace, superare questa crisi. Questo è il mandato ricevuto del Parlamento, da voi, e questa è la guida per la nostra azione”. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha concluso così le sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.

Sulla risoluzione sulle comunicazioni del premier è stato raggiunto l’accordo nella maggioranza. Il testo è stato sottoscritto da tutte le forze politiche, anche i 5 Stelle.

Arrivando al Senato, alla domanda se fosse preoccupato per la tenuta della maggioranza, Draghi aveva risposto: “Non lo so, vediamo, vediamo…”.

LE COMUNICAZIONI DI DRAGHI –

“Ci avviciniamo al quarto mese di invasione russa dell’Ucraina. Mosca continua ad aggredire militarmente le città al fine di espandere il controllo sul territorio” ha detto il premier in Senato, ricordando che “al 20 giugno sono 4569 i civili uccisi” ma il numero “reale” potrebbe essere “molto molto più alto”. “Anche il numero dei cittadini ucraini in fuga dalla loro terra è aumentato, sono 135mila solo in Italia. Esprimo ancora una volta la mia gratitudine agli italiani e alle italiane che li hanno accolti” ha aggiunto. Mentre “continuano a emergere nuove atrocità commesse ai danni dei civili da parte dell’esercito russo. Le responsabilità saranno accertate e i crimini di guerra saranno puniti” ha scandito il presidente del Consiglio.

Nel corso delle comunicazioni, Draghi ha ribadito che “solo una pace concordata e non subita può essere duratura“. Durante la “visita a Kiev ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constatato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro Paese” ha sottolineato, e “il presidente Zelensky ci ha chiesto di continuare a sostenere l’Ucraina per raggiungere una pace che rispetti i loro diritti: solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura”.

A Kiev ho ribadito che l’Italia vuole l’Ucraina in Europa e vuole lo status di Paese candidato. Siamo stati tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza in Ue e in Occidente e per la prima volta l’ho fatto proprio in questo Parlamento, continueremo a farlo anche al Consiglio Ue” ha affermato il presidente del Consiglio.

“Sono consapevole – ha aggiunto – che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione ma la raccomandazione della Commissione è un segnale incoraggiante e confido che il Consiglio Ue raggiunga una posizione consensuale in merito“.

Quanto alla Russia, “il 3 giugno il Consiglio europeo ha varato un sesto pacchetto di sanzioni”, sanzioni che “funzionano”, il “tempo ha rivelato che sono efficaci” ma i “canali di dialogo restano aperti” ha detto Draghi.

Il premier ha sottolineato che per l’Ucraina va fatto uno “sforzo collettivo e coinvolgere organi internazionali e banche. Bisogna costruire e ridare una casa a chi l’ha persa, riportare i bambini a scuola e aiutare la ripresa della vita economica e sociale. Oggi spetta a tutti noi di permettere all’Ucraina di rinascere“.

Il conflitto in atto rischia di creare crisi una umanitaria di dimensioni straordinarie – ha ribadito – la fornitura di grano è a rischio, nei porti sono bloccati cereali che rischiano di marcire, e la devastazione della guerra peggiorerà la situazione”.

Draghi ha spiegato che “i bombardamenti russi hanno distrutto la più grande centrale agricola ucraina che conteneva tra i 250 e le 300mila tonnellate di cereali. Le proiezioni ucraine indicano che la produzione potrebbe calare tra il 40 e il 50% rispetto all’anno scorso. Bisogna liberare le scorte in magazzino e fare spazio al nuovo raccolto di settembre” e per farlo “è necessario realizzare lo sminamento dei porti e garantire l’uscita delle navi in sicurezza. Ma dopo vari tentativi falliti non vedo alternativa all’adozione di una risoluzione delle Nazioni Unite dove l’Onu garantisca l’operazione sotto la sua egida”.

LA REPLICA IN SENATO –

Poi, nella replica in Aula, Draghi ha ringraziato “il Senato per il sostegno nel difendere la libertà e democrazia dell’Ucraina, nel sostenere le sanzioni” a Mosca

“Grazie per il sostegno, il Parlamento è stato unito e l’unità e essenziale in questi momenti. Vi ringrazio anche per un motivo diciamo personale, quando le decisioni che si devono prendere sono complesse e profonde” è decisivo “avere sostegno, quello del Senato è molto molto importante per me”.

 

Registrati oggi 649 decessi Covid, l’Italia ha il triste primato in Europa con 64.036 decessi totali

Coronavirus, a Wuhan c'è un reparto ospedaliero interamente gestito dai  robot - la Repubblica

 

 

L’Italia ha il triste primato in fatto di  decessi in Europa da Covid. Secondo i dati dell’osservatorio della Johns Hopkins University il numero di decessi da coronavirus nel mondo ha superato quota 1,6 milioni. A livello globale i morti da Covid-19 accertati sono stati 1.600.219, a fronte di 71.349.508 casi accertati.

L’Italia risulta il Paese più colpito in Europa, con 64.036 decessi totali, superando così il Regno Unito, le cui autorità sanitarie al momento dichiarano 64.026 decessi (+519 nella giornata di oggi), sebbene nel computo totale i certificati di morte sui quali compare l’attestazione di positività siano 73.125.

Oggi  i nuovi contagi da coronavirus in Italia sono 19.903 resi noti dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 649 morti, che portano il totale a 64.036 dall’inizio dell’emergenza legata alla pandemia. Sono 28.066 le persone ricoverate con sintomi (-496 da ieri), 3.199 quelle in terapia intensiva (-66), 1.076.891 i guariti (+24.728) e 684.848 gli attualmente positivi (-5.475).

SICILIA    –     Sono 1016 i nuovi casi di Coronavirus in Sicilia nelle ultime 24 ore, a fronte di 9.059 tamponi effettuati. 23 i morti e 1642 le persone dimesse o guarite. Sono invece 35.761, 649 in meno di ieri, gli attuali positivi di cui 1243 ricoverati in regime ordinario, 196 in terapia intensiva e 34.322 in isolamento domiciliare.

Papa Francesco: “Pregare perchè l’Europa cresca unita nella sua diversità”

Nella Messa a Santa Marta, Papa Francesco ricorda due recenti commemorazioni: la festa dell’Europa e l’anniversario della fine della seconda guerra mondiale nel vecchio continente, pregando che l’Europa cresca unita nelle sue diversità. Nell’omelia, ha affermato che la preghiera è l’accesso al Padre: bisogna avere il coraggio di pregare e di credere nell’onnipotenza della preghiera

Nelle premesse il Pontefice  ha rivolto il suo pensiero all’Europa:

In questi due giorni passati, ci sono state due commemorazioni: il 70.mo della Dichiarazione di Robert Schuman, che ha dato inizio all’Unione Europea, e anche la commemorazione della fine della guerra. Chiediamo al Signore per l’Europa, oggi, che cresca unita, in questa unità di fratellanza che fa crescere tutti i popoli nell’unità nella diversità.

Il Papa ha centrato la sua omelia sulla preghiera, commentando il passo del Vangelo in cui Gesù dice ai suoi discepoli che chi crede in Lui, anch’egli compirà le opere che Lui compie e ne compirà di più grandi di queste, perché va al Padre. Gesù afferma: “Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio”.

Possiamo dire –  che questo passo del Vangelo di Giovanni è la dichiarazione dell’ascesa al Padre. Il Padre sempre è stato presente nella vita di Gesù, e Gesù” diceva che il Padre ha cura di noi e delle sue creature. E quando i discepoli gli chiesero di imparare a pregare, Gesù ha insegnato il “Padre nostro”. Gesù “va sempre al Padre” e “in questo passo è molto forte” perché “è come se aprisse le porte della onnipotenza della preghiera”, perché dice: “Io sono con il Padre: voi chiedete e io farò tutto. Ma perché il Padre lo farà con me”.

Questa fiducia nel Padre, fiducia nel Padre che è capace di fare tutto. Questo coraggio di pregare, perché per pregare ci vuole coraggio, ci vuole lo stesso coraggio, la stessa franchezza che per predicare: la stessa”. Il Papa ricorda il coraggio di Abramo, quando “mercanteggiava”: aveva “il coraggio della lotta nella preghiera, perché pregare è lottare: lottare con Dio”. E anche il coraggio della preghiera di Mosè che osava dire “no” al Padre. Pregare con poco coraggio “è una mancanza di rispetto. Pregare è andare con Gesù al Padre che ti darà tutto. Coraggio nella preghiera, franchezza nella preghiera. La stessa che ci vuole per la predica”.

Il Papa poi si sofferma sugli  Atti degli Apostoli,  di “quel conflitto nei primi tempi della Chiesa, perché i cristiani di origine greca mormoravano – mormoravano, già a quel tempo si faceva questo: si vede che è un’abitudine della Chiesa … – mormoravano perché le loro vedove, i loro orfani non erano ben custoditi; gli apostoli non avevano tempo”. E Pietro, insieme agli altri apostoli, “illuminato dallo Spirito Santo, ‘inventò’ i diaconi: sette persone di fede che si prendessero cura del servizio, in modo che quelle persone che avevano ragione di lamentarsi, fossero assistite nei loro bisogni”. Una decisione presa dagli apostoli perché potessero dedicarsi alla preghiera e all’annuncio della Parola.

Questo – ha detto Francesco – è il compito del vescovo: pregare e predicare. Con questa forza che abbiamo sentito nel Vangelo: il vescovo è il primo che va dal Padre, con la fiducia che ha dato Gesù, con il coraggio, con la parresìa, a lottare per il suo popolo. Il primo compito di un vescovo è pregare”.

Il Papa ricorda un sacerdote, “un santo parroco, buono”, che quando incontrava un vescovo faceva sempre la stessa domanda: “Ma eccellenza, quante ore al giorno lei prega?”, e sempre diceva: “Perché il primo compito è pregare”. “Perché è la preghiera del capo della comunità per la comunità, l’intercessione al Padre perché custodisca il popolo”.

La preghiera del vescovo, il primo compito: pregare. E il popolo, vedendo il vescovo pregare, impara a pregare. Perché lo Spirito Santo ci insegna che è Dio che ‘fa la cosa’. Noi facciamo un pochettino, ma è Lui che ‘fa le cose’ della Chiesa, e la preghiera è quella che porta avanti la Chiesa”. E per questo “i vescovi devono andare avanti con la preghiera”.

Quella parola è profetica: “Che i diaconi facciano tutto questo, così la gente è ben custodita e ha risolto i problemi e anche i suoi bisogni. Ma a noi, vescovi, la preghiera e l’annuncio della Parola”.

È triste – ha osservato Francesco – vedere bravi vescovi, bravi, gente buona, ma indaffarati in tante cose, l’economia, e questo e quell’altro e quell’altro … La preghiera al primo posto. Poi, le altre cose. Ma quando le altre cose tolgono spazio alla preghiera, qualcosa non funziona. E la preghiera è forte”. Gesù lo ha detto: “Io vado dal Padre, e qualunque cosa chiederete nel mio nome al Padre, la farò, perché il Padre sia glorificato”. “Così – ha concluso il Papa – va avanti la Chiesa, con la preghiera, il coraggio della preghiera, perché la Chiesa sa che senza questa ascesa al Padre non può sopravvivere”.

Papa Francesco in soccorso del premier Conte: “L’Europa dia prova di solidarietà anche con soluzioni innovative. Non è più il tempo di divisioni e di egoismi..”

Francesco ha un sogno: che indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza siano parole da bandire. «Vogliamo bandirle da ogni tempo!»

Città del Vaticano

L’Unione Europea dia prova di solidarietà, non perda questa occasione, anche ricorrendo a soluzioni innovative, ha di fronte una sfida epocale”«Non è questo il tempo degli egoismi». L’appello in mondovisione di Papa Francesco è per tutti ma, stavolta, in particolare, è diretto al cuore dell’Europa. Le divisioni tra i paesi del Nord e quelli dell’area mediterranea sarebbero, infatti, fatali.  Il problema Italia con il trascorrere dei giorni è diventato il problema dell’Europa, di tutti e del mondo intero

 

Il futuro dell’Europa

Il virus che «stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone» ha detto. Il pensiero di Francesco si è concentrato su una Europa sempre più spaccata e sorda, come non è stata nemmeno dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando – «questo continente è potuto risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà che gli ha consentito di superare le rivalità del passato. È quanto mai urgente, soprattutto nelle circostanze odierne, che tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un’unica famiglia e si sostengano a vicenda». Praticamente quello di Francesco è un atto d’accusa contro le posizioni granitiche della Germania e dell’Olanda che tengono in scacco un progetto comune. «Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni». E poi il Papa ha ripetuto che non è questo il tempo delle divisioni, delle separazioni, degli smembramenti.

RICORDO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME MORTE IN ASSOLUTA SOLITUDINE

Papa Francesco ha martellato sul concetto di speranza. Un contagio che stavolta «si trasmette da cuore a cuore (..) Non si tratta di una formula magica, che faccia svanire i problemi. No, la risurrezione di Cristo non è questo. È invece la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte». Da qui il ricordo dei malati di coronavirus, dei familiari, delle vittime che spesso sono morte in totale solitudine, dei medici e delle infermiere, degli anziani soli e di tutti coloro che a vari livelli e in diversi settori stanno provvedendo a mandare avanti la macchina della collettività in questo periodo di confinamento coatto. «Per molti è una Pasqua di solitudine, vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici».

LA PREOCCUPAZIONE PER L’AVVENIRE INCERTO DELLE FAMIGLIE E DEI LAVORATORI 

La fine del lockdown e la ripresa a una vita normale segnerà un periodo difficile per tanti lavoratori e imprenditori. «Per tanti però è anche un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi porta con sé. Incoraggio quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e favorire, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane».
Sobrietà
Nel corso della celebrazione, sempre per l’emergenza sanitaria in atto, è stato omesso il rito del «Resurrexit», una antica tradizione che si interruppe con la cattività avignonese ma che poi venne ripresa nel 2000 durante il Giubileo.  E’ una sosta di preghiera adorante, e lieto annunzio del Risorto. La messa odierna è stata molto semplificata anche per l’assenza di concelebranti, di dignitari, cardinali, vescovi, canonici, ambasciatori, funzionari.GLI AUGURI DI MATTARELLA
Come consuetudine nel giorno di Pasqua sono arrivati al Papa gli auguri del capo di Stato italiano. «In questo tempo di profonda inquietudine Vostra Santità non ha fatto mancare a un’umanità sofferente la consolazione del Suo paterno accompagnamento, il sollievo della Sua concreta e generosa vicinanza, l’invito a compiere gesti di attenzione e di premura nei confronti di chi è nel bisogno sul piano affettivo, spirituale o materiale». Mattarella coglie l’occasione per fare gli auguri di buon onomastico ormai prossimo, vista la ricorrenza di San Giorgio, il martire guerriero che uccise il drago, celebrato dalla Chiesa il 23 aprile.

Iran nel dramma e la guerra in Siria
Il Papa in un passaggio del testo ha ricordato indirettamente il dramma iraniano, uno dei paesi maggiormente colpiti dal virus e attualmente sotto scacco per le sanzioni americane. Nei giorni scorsi il governo degli Ayatollah aveva inviato un appello al Papa affinché potesse intercedere per allentare un po’ le misure restrittive. «In considerazione delle circostanze, si allentino pure le sanzioni internazionali che inibiscono la possibilità dei Paesi che ne sono destinatari di fornire adeguato sostegno ai propri cittadini e si mettano in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri».

. «Sia invece il tempo in cui porre finalmente termine alla lunga guerra che ha insanguinato la Siria, al conflitto in Yemen e alle tensioni in Iraq, come pure in Libano. Sia questo il tempo in cui Israeliani e Palestinesi riprendano il dialogo, per trovare una soluzione stabile e duratura che permetta ad entrambi di vivere in pace. Cessino le sofferenze della popolazione che vive nelle regioni orientali dell’Ucraina. Si ponga fine agli attacchi terroristici perpetrati contro tante persone innocenti in diversi Paesi dell’Africa». Ha anche ricordato il dramma dell’isola di Lesbo, dove nel campo di Moria, sono ammassati decine di migliaia di migranti in condizioni disumane.

 

 

Disco verde di Rousseau al governo dei “Sognatori”

GLI ELETTORI PROTAGONISTI  DELLA POLITICA- LE POLTRONE FANNO GOLA A TANTI -ADESSO CONTE DIRA’ I NOMI DEI MINISTRI SECONDO LE INTESE CON IL PD 

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Archivio-Sud Libertà -Concessioni-

di R.Lanza

Un successo “mondiale” afferma Casaleggio. Sono oltre 73 mila votanti iscritti e registrati al Movimento cinque stelle che con la loro connessione -reti Web intasate sul Blog dei cinque stelle- accendono il disco verde al governo dei “Sognatori” -termine coniato dal premier incaricato.

Sono tutti sorpresi i politici di qualunque colore politico del gran numero dei partecipanti al Voto Rousseau.  Altro che Movimento arretrato. Cammina a passi giganteschi come fosse un dinosauro che vuole modificare il mondo.  A Palazzo Chigi, nel corso della mattinata si sono dati appuntamento  il sottosegretario Vincenzo Spadafora, il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli, il suo omologo alla Camera Francesco D’Uva e il senatore nonchè presidente commissione Antimafia  Nicola Morra.  Da sciogliere ancora il nodo della compagine per i ministeri chiave, a partire dal Mef. Nodo che sarà affrontato in queste ore  a votazione su Rousseau conclusa. Tanti senatori  pentastellati – come alcuni big democratici -sono in fibrillazione appesi alla speranza di avere una “poltrona”.  Il dissenso con i cinque stelle significa l’allontanamento dal gruppo di Rousseau.  Con i dem di Zingaretti significa infinita protesta e polemica all’interno del partito combattuto dalle correnti di idee diverse e contrastanti.  Orlando infatti ritira già la propria candidatura di ministro. Non perchè sia un “altruista” ma qualcuno all’interno gli avrà dato una spinta più in là.

Uno dei protagonisti Luigi  Di Maio afferma.. “Ho votato ma il mio voto è segreto. Comunque vada sarà un successo della democrazia diretta”, ha chiarito  il leader M5S.    Al Viminale Conte preferirebbe un tecnico come il Capo della Polizia Gabrielli.  Un ministero importante sarà affidato a Dario Franceschini,persona di Cultura e di capacità non comuni, forse il Ministero dell’Interno.  

Resa nota pure la bozza del documento di programma di governo M5s-Pd. Si tratta di 26 punti, dall’Iva al conflitto di interessi alla sicurezza. Su questo ultimo punto di prevede che: “La disciplina in materia di sicurezza dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica“. La versione finale del testo dovrebbe arrivare in serata, dopo un nuovo incontro a Palazzo Chigi. Sull’immigrazione si invoca una scossa, una svolta, una “forte risposta europea, anche attraverso la definizione di una normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e all’immigrazione clandestina, ma che al contempo – affronti i temi dell’integrazione revisionando l’accordo di Dublino“.

Conte: “lotto perchè si trovi il giusto equilibrio in Europa senza che una famiglia si imponga sull’altra”

Riceviamo e pubblichiamo:

 

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“In partenza per Bruxelles per un’altra intensa giornata insieme ai leader europei, in cui proveremo a disegnare e a costruire l’Europa dei prossimi anni. Come ho fatto fino ad oggi, e ancora di più nelle ultime ore, darò il mio convinto contributo affinché tra le famiglie europee non primeggi né, soprattutto, si imponga un asse su un altro, ma si trovi il giusto equilibrio sulla base di criteri di scelta delle persone ben bilanciati. Dobbiamo individuare personalità che sappiano rinnovare il sogno europeo, che abbiano una chiara visione e sappiano esprimerla con coraggio, evitando di rifugiarsi nella angusta logica dell’austerity o di affidarsi al primato della finanza. Vogliamo personalità che mettano al centro la crescita, i cittadini, le persone.

Lo sguardo rimane sempre rivolto verso l’Italia. Mi lascio alle spalle una giornata, quella di ieri, che – dati alla mano – mi dà molta fiducia sulle politiche sin qui svolte dal mio Governo e mi rende ottimista sulla strada che abbiamo intrapreso. I dati certificano la grande solidità della nostra economia, dei nostri fondamentali. I conti pubblici migliorano, il deficit è in calo, aumentano le entrate, diminuisce la disoccupazione mentre sono in crescita gli occupati, al top da oltre 40 anni. Anche la curva dello spread tra Btp e Bund tedeschi, e con esso i rendimenti dei titoli di Stato decennali, sembra affrontare un’importante fase di calo. Sono notizie che a volte sui media non trovano lo spazio che meritano, e anche per questo è bene sottolinearle.

Andiamo avanti avendo sempre come punto di riferimento gli interessi degli italiani. Io tifo Italia!  Firmato  Avv.G .Conte”

Elezioni europee: in cerca di interlocutori onesti e leali – La Lituania, “la Tigre del Baltico”, rapido sviluppo e eccellente territorio

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di Raffaele  Lanza

 

Quali sono i Paesi dell’Europa dove il 26 Maggio prossimo si terranno le elezioni nel 2019?

Le elezioni nel 2019 in Italia

Dopo il 2018 l’Italia  torna al voto per eleggere il nuovo Parlamento.. Dopodomani si chiudono le più recenti polemiche, Mafia, retorica sulla Mafia,commemorazioni, pochi fatti in realtà. C’è la nausea a sentire i soliti discorsi dei politici. Ma dell’Europa sappiamo poco o niente. Cosa devono costruire i nuovi eurodeputati?  

Non abbiamo compreso gli attacchi al limite della diffamazione anche contro il premier Giuseppe Conte che ,forse, più di tutti, nella sua autonomia ed autorevolezza, è l’uomo, l’avvocato o se preferite, il professore che lavora come un robot e respinge- con signorilità, le sciocche provocazioni politiche.Abbiamo bisogno in Europa di persone leali, oneste, che davvero siano al servizio degli italiani.  Non chini ai potenti delle banche, delle grandi industrie supportate dai miliardari che neanche vedono i giovani disoccupati  protestare nelle piazze  I politici devono cambiare metodi.

Un fatto nuovo è stata la lotta di alcuni giovani che hanno definito l’Italia negli anni  “invivibile” .Avevano e hanno perfettamente ragione.  Sì il nostro Paese fatica a camminare ma da una quindicina d’anni si era mummificato con politici interessati a  scambiarsi gli insulti fra loro nel tentativo di nascondere l’inerzia e le leggi a favore delle banche corrotte o potentati occulti..    Dobbiamo stare attenti a non cadere nell’atmosfera biblica della Torre di babele dei lunghi anni precedenti trascorsi.

Un’ altra particolare attenzione è da rivolgere alla problematica dell’occupazione . Sì al reddito della cittadinanza giovanile ma dobbiamo ora creare le occasioni di lavoro con sveltezza senza che questa interessante iniziativa- benchè vi siano sempre le osservazioni politiche demolitrici-  cada nel cimitero dei bisogni inappagati..

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Vinius, nel cuore della Lituania
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Nella foto il Castello di Trakai con il lago in Lituania

Vista la delicata situazione continentale,con gli eterni problemi dell’immigrazione e della grave crisi economica e dove l’avanzata dei partiti sovranisti e di sinistra crea difficoltà ai  Popolari e Socialisti, queste europee appaiono essere un eccellente osservatorio per capire quale potrà essere il destino dell’Unione e forse del governo italiano. Saranno 751 eurodeputati della legislatura 2019-2024. 

I 76 seggi che spettano all’Italia saranno scelti con il principio proporzionale “tanti voti, tanti seggi sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. Quello per le Europee è un sistema disegnato nel 1979, per il primo voto diretto per l’Europarlamento, e ‘imita’ il proporzionale puro allora vigente anche per le politiche. 
Ricordiamo che il sistema elettorale italiano è cambiato più volte –  muovendosi verso forme maggioritarie (il Mattarellum o il misto Rosatellum in vigore) o proporzionali con premi di maggioranza (il Porcellum o l’Italicum) – ma la legge per le europee è rimasta fuori dal dibattito sulle riforme elettorali.

Nel voto di domenica 26 maggio l’Italia eleggerà 76 membri dell’europarlamento, anche se solo 73 entreranno subito in carica. Gli altri tre diventeranno effettivi solo quando il Regno Unito uscirà dall’Unione

Decisamente interessante anche il voto in Grecia che si terrà in autunno: ora che la Troika se ne è andata e la crisi economica sembrerebbe essere passata, Alexis Tsipras tuttavia sembra aver  perduto terreno rispetto ai Popolari..

 

In Romania sono i Socialisti a essere  favoriti, tanto da puntare a spodestare l’attuale presidente liberale Klaus Iohannis che ha annunciato la sua ricandidatura.

Centrosinistra in vantaggio anche in Portogallo dove si voterà in autunno: il primo ministro socialista Antonio Costa appare nettamente in testa, ma per ottenere la maggioranza deve accettare accordi con la sinistra.

Lituania, “missile balistico baltico”

Altri Paesi europei dove nel 2019 si apriranno le urne  sono quelli resisi indipendenti come  la Lituania che ha una distanza in linea d’aria con l’italia, Roma, di 1.696 chilometri. ed è un Paese in radicale trasformazione, accogliente    La Lituania elegge 11 eurodeputati con un sistema proporzionale in un’unica circoscrizione nazionale, con soglia di sbarramento al 5%  Ci si consenta un breve focus su un territorio d’eccellenza europea   ….

Negli ultimi anni, la Lituania è diventata una delle principali mete per gli investitori esteri e un centro competitivo per le fonti di produzione nella regione. Questo è dovuto principalmente al fatto che la Lituania rappresenta un’alternativa altamente specializzata, efficiente e a basso costo alla produzione occidentale, oltre che un forte e solido trampolino di lancio verso gli enormi mercati dell’Est. A questo si aggiungono un’imponente crescita economica, una valuta stabile e attraenti incentivi per gli investitori nelle Free Economic Zones (Zone di Libero Commercio – FEZ) e i Parchi Industriali lituani, che nell’insieme fanno della Lituania la località più importante della regione baltica.
La Lituania possiede una delle economie con la crescita più rapida dell’Europa centrale e orientale, all’interno della quale il settore privato produce attualmente oltre l’80% del PIL del Paese. La sua base industriale,ben sviluppata, comprende aziende di elettronica, chimica, macchine utensili, trasformazione dei metalli, materiali edili, prodotti alimentari e industria leggera, compresi manifatture di tessuti, abbigliamento, mobili ed elettrodomestici, ed è completata dai forti settori dei trasporti e dei servizi.
Con i suoi 3,5 milioni di abitanti, è un Paese aperto e in rapida crescita che ha tutto quello che serve per sfruttare al meglio la sua posizione strategica al centro di tre enormi mercati. In poco più di un decennio di indipendenza, la Lituania ha fatto un enorme passo in avanti e ha ormai raggiunto un avanzato stadio di trasformazione. Lo sviluppo è stato rapido. Circa un anno fa, la famosa banca di investimento Goldman Sachs ha descritto il rapido sviluppo della Lituania definendolo “il missile balistico baltico”. Recentemente nuove parole di elogio sono state spese per la Lituania alla luce di indicatori economici da record.       Altri osservatori affermano che l’intelligenza della popolazione è tale che “La Lituania sta diventando la tigre del Baltico”, citando una straordinaria crescita del PIL e bassi deficit del bilancio e inflazione. Il Fondo Monetario nternazionale, dopo aver valutato il progresso e l’andamento economico della Lituania, ha definito il Paese “una stella nascente della regione”.
Il merito del rendimento economico del Paese va in gran parte al dinamico settore privato lituano, orientato all’internazionalità. Nel periodo relativamente breve dall’indipendenza, i liberi professionisti d’affari hanno dimostrato, in molti settori, una straordinaria imprenditorialità, iniziativa,capacità di adottare le prassi commerciali occidentali, nonché l’abilità di competere sui mercati occidentali.
Ampio riconoscimento hanno ricevuto i grandi passi avanti compiuti dalla Lituania verso l’ingresso nell’Unione Europea e nella NATO, e al tempo stesso il processo di adesione all’UE ha aiutato il Paese a migliorare il proprio sistema legale, fiscale e doganale – . Tutto questo, inoltre, è positivo anche per gli investimenti; di fatto investire in Lituania è ormai parte integrante delle strategie di sviluppo commerciale su scala europea. Tasso di crescita del PIL e PIL pro capite La Lituania, un’economia di esportazione aperta, è un Paese dove si vive bene ed è riuscita ad accelerare la crescita mantenendo al tempo stesso l’inflazione a livelli molto bassi. Forse, con la sua indipendenza, tra i migliori Paesi del mondo

Se dovessimo  trasferirci in un Paese estero- osserviamo-  non sceglieremmo i i soliti Paesi dove le tasse si pagano poco o niente. Ma un territorio come questo che offrirà al mondo sempre prospettive migliori. Complimenti ai professionisti della Lituania.

Aspettando che nel 2020 gli Stati Uniti tornino al voto, i candidati potenziali concorrenti democratici8 di Donald Trump sono numerosi, in Nord America nel 2019 si voterà in Canada.

Il primo ministro Justin Trudeau proverà a ottenere il suo terzo mandato respingendo l’assalto dei conservatori. In Centro America invece si voterà a El SalvadorPanamaGuatemalaGuayanaBelize e in Dominica.

In Sud America saranno tre i paesi ad andare al voto. In Bolivia l’attuale presidente Evo Morales, che ha sospeso alcune norme costituzionali (da lui stesso introdotte) così da potersi candidare per un quarto mandato nel 2019, veste ovviamente i panni del grande favorito.

Grande attesa anche per le elezioni in Argentina: la data scelta è quella del 27 ottobre, con l’eventuale ballottaggio che nel caso si terrà il 24 novembre. Si ricandiderà l’attuale presidente conservatore Mauricio Macri, con la principale sfidante che potrebbe essere l’ex presidente Cristina Fernández Kirchner.

Asia e Oceania

Africa

Aspettando di capire cosa succederà in Libia, in stato di guerra e dove il voto appare ancora come una stranezza visto che le urne si dovevano aprire a dicembre 2018, in Africa nel 2019 ci saranno diverse elezioni molto importanti.

Paese in cambiamento politico anche la Tunisia dove il presidente Beji Caid Essebsi dovrebbe ricandidarsi, mentre le urne e si apriranno anche in NamibiaMalawiGuinea-BissauBotswanaMauritania e Mozambico.

Provvisorio il numero dei parlamentari con la Gran Bretagna

Il ritardo di un’accordo sull’uscita del Regno Unito ha costretto Londra a partecipare al voto 2019, ciò significa che gli equilibri saranno rivisti, appena uscita la GB dall’Ue.
Gli eurodeputati scenderanno da 751 a 705, con una parte dei 73 membri britannici che sarà stata redistribuita tra gli altri Paesi. Francia e Spagna sono quelli che ne guadagneranno di più, cinque, seguiti da Italia e Olanda (+3), Irlanda (+2) e un europarlamentare in più a testa per Polonia, Romania, Svezia , Austria, Danimarca, Slovacchia, Finlandia, Croazia ed Estonia.

I tedeschi resteranno il gruppo più numeroso (96 eurodeputati) …

Gli altri Paesi Ue

Si apprende che negli altri Paesi dell’Ue il sistema di voto presenta lievi differenze. Vediamo le comunicazioni politiche AUSTRIA L’Austria elegge 19 eurodeputati con un sistema proporzionale uguale a quello italiano, ovvero con soglia di sbarramento al 4%. Unica differenza: il territorio nazionale non è diviso in circoscrizioni. 

BELGIO – Il Belgio elegge 21 deputati. Il territorio è diviso in tre circoscrizioni elettorali differenti. La regione francese e quella fiamminga eleggono rispettivamente 12 e 8 deputati con un sistema proporzionale. La Regione germanofona elegge un solo candidato con metodo maggioritario.

BULGARIA – La Bulgaria elegge 17 deputati con il sistema proporzionale.

CIPRO – Cipro elegge 6 eurodeputati con un sistema proporzionale in un’unica circoscrizione nazionale.

CROAZIA – La Croazia eleggerà 12 eurodeputati con un sistema proporzionale su un’unica circoscrizione nazionale, con voti di preferenza e soglia di sbarramento al 5%. 

DANIMARCA – La Danimarca elegge 14 eurodeputati con sistema proporzionale puro: unico collegio nazionale, voto di preferenza e nessuna soglia di sbarramento.

ESTONIA – L’Estonia elegge 7 eurodeputati con un sistema proporzionale in un’unica circoscrizione nazionale.

FINLANDIA – La Finlandia elegge 14 eurodeputati con sistema proporzionale puro: unico collegio nazionale, voto di preferenza e nessuna soglia di sbarramento.

FRANCIA – La Francia elegge 79 eurodeputati con un sistema proporzionale e soglia al 5%. E’ il Paese che guadagna più deputati con l’uscita della Gran Bretagna. Il territorio nazionale è diviso in 8 circoscrizioni, di cui una per tutti i territori oltre mare. 

GERMANIA – La Germania è il Paese più popoloso della Ue ed elegge il maggior numero di eurodeputati: 96. Utilizza un sistema proporzionale senza soglia di sbarramento, con il territorio nazionale diviso in circoscrizioni che corrispondono ai singoli Lander. 

GRECIA – La Grecia elegge 21 eurodeputati con un sistema proporzionale su un’unica circoscrizione nazionale e con soglia di sbarramento al 3%. 

IRLANDA – In Irlanda si eleggono 13 deputati e vige il sistema del voto singolo trasferibile. Gli elettori scelgono due candidati, uno ‘preferito’ e una seconda scelta, in piccole circoscrizioni (da tre o quattro candidati). Il secondo voto viene trasferito al candidato seconda scelta se il ‘preferito’ ha già ottenuto il seggio. Questo sistema permette la riconoscibilità dei candidati come fosse un maggioritario puro ma ha effetti proporzionali. 

LETTONIA – La Lettonia elegge 8 eurodeputati con un sistema proporzionale e soglia di sbarramento al 5%.

LITUANIA – La Lituania elegge 11 eurodeputati con un sistema proporzionale in un’unica circoscrizione nazionale, con soglia di sbarramento al 5%

LUSSEMBURGO – Lussemburgo elegge 6 eurodeputati con un sistema proporzionale in un’unica circoscrizione nazionale.

MALTA – Malta elegge 6 eurodeputati e utilizza il sistema del voto singolo trasferibile. Gli elettori fanno una graduatoria di preferenza tra i candidati (ma possono anche indicarne solo uno) in un’unica circoscrizione nazionale. Prima si contano solo i voti dei candidati indicati come prima scelta e quelli che raggiungono la quota necessaria (un settimo del totale dei voti) vengono eletti direttamente. I seggi successivi vengono assegnati in turni successivi in base alle seconde e terze scelte. Questo sistema permette la riconoscibilità dei candidati come fosse un maggioritario puro ma ha effetti proporzionali. 

PAESI BASSI – L’Olanda manderà a Strasburgo 29 eurodeputati, eletti con sistema proporzionale puro: unico collegio nazionale, voti di preferenza e nessuna soglia di sbarramento.

POLONIA – La Polonia elegge 52 eurodeputati con un sistema elettorale proporzionale. I seggi vengono assegnati a livello nazionale e poi attribuiti alle singole circoscrizioni elettorali

PORTOGALLO – Il Portogallo elegge 21 eurodeputati con sistema proporzionale puro: unico collegio nazionale e nessuna soglia di sbarramento.

REGNO UNITO – La Gran Bretagna, nonostante storicamente preferisca un sistema elettorale uninominale, per le europee usa un sistema proporzionale. I 73 deputati sono eletti in 12 circoscrizioni (relativamente piccole quindi, favorendo i partiti più grandi) con liste bloccate e senza soglia di sbarramento.

REPUBBLICA CECA – La Repubblica Ceca elegge 21 eurodeputati con un sistema proporzionale su un’unica circoscrizione nazionale e con soglia di sbarramento al 5%. 

ROMANIA – La Romania elegge 33 eurodeputati con un sistema proporzionale su un’unica circoscrizione nazionale e con liste bloccate.

SLOVACCHIA – La Slovacchia elegge 14 eurodeputati con un sistema proporzionale e soglia di sbarramento al 5%. Possibili fino a due voti di preferenza.

SLOVENIA – La Slovenia elegge 8 deputati con un sistema proporzionale senza soglia di sbarramento. Ogni elettore può dare un voto di preferenza.

SPAGNA – La Spagna manderà a Strasburgo 59 eurodeputati, eletti con sistema proporzionale puro su un unico collegio nazionale e senza soglia di sbarramento. Le liste sono bloccate, ovvero non sono consentiti voti di preferenza.
 
SVEZIA – La Svezia elegge 21 deputati con un sistema proporzionale su un unico collegio nazionale. La soglia di sbarramento per le liste è fissata al 4%.

UNGHERIA – L’Ungheria elegge 21 eurodeputati con un sistema proporzionale su un’unica circoscrizione nazionale e con soglia di sbarramento al 5%. Le liste sono bloccate.

 

Sprechi in Europa: tagliare con urgenza i numerosi privilegi ai politici – Un comunicato-protesta del M5S

Riceviamo e pubblichiamo (in sintesi)

 

“Dagli stipendi dei Commissari europei alla pensione privilegio degli europarlamentari, dalle spese forfettarie alle agenzie da accorpare. L’Europa concede anacronistici privilegi ai politici, mentre ai cittadini impone sacrifici nel nome dei vincoli di bilancio e dell’austerity. Ecco una carrellata dei principali sprechi da tagliare e le proposte del Movimento 5 Stelle per rendere l’Europa più equa e trasparente.

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STIPENDI COMMISSARI EUROPEI

Gli stipendi dei Commissari europei sono uno schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri presenti in tutta Europa. Il Presidente della Commissione Juncker percepisce il 138% dello stipendio del funzionario con più alto grado della Commissione (fonte dati relativi al 2016) e cioè 27.436,90 euro al mese. L’alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini 25.845,35 al mese, i cinque vicepresidenti 24.852,26 euro al mese, mentre tutti gli altri Commissari 22.852,26 euro al mese.

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Nella foto il Presidente Commissione Juncker: percepisce circa 28 mila euro al mese

A queste esorbitanti cifre vanno aggiunte alcune indennità variabili, come l’indennità di residenza, di espatrio e per i figli. I Commissari hanno inoltre a disposizione 1.500 euro al mese per le spese di rappresentanza. In totale nel 2019 i contribuenti europei spenderanno per mantenere tutti i Commissari una cifra pari a 12,6 milioni di euro.

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LIQUIDAZIONE COMMISSARI EUROPEI

Nel 2019 sono stati messi a bilancio anche 682.000 euro previsti per le indennità transitorie, ovvero una sorta di sussidio che i Commissari ricevono alla fine del loro mandato per una durata di due anni. Questa indennità è proporzionale allo stipendio dei Commissari, tagliando quindi i salari automaticamente si riducono anche queste indennità che, comunque, coprono un arco temporale troppo lungo.

 

STIPENDI E PENSIONE DEGLI EURODEPUTATI

I parlamentari europei ricevono un’indennità per l’esercizio delle loro funzioni pari al 38,5% del trattamento di base di un giudice della Corte di giustizia delle Comunità europee. Lo stipendio di base equivale, dunque, a 8.757,7 euro lordi al mese. A questo si somma un’indennità di soggiorno che viene assegnata per ogni giorno di presenza al Parlamento europeo e che ammonta a 320 euro.

Tutti gli eurodeputati, inoltre, al compimento dei 63 anni di età, hanno diritto a un pensione di anzianità a vita pari al 3,5% della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio di mandato. Questo privilegio scatta dopo appena un solo anno di mandato. Con una sola legislatura (5 anni di mandato) ogni europarlamentare matura una pensione a vita pari a 1.484,70 euro al mese. Questo importo raddoppia se l’europarlamentare fa due legislature.

 

SPESE FORFETTARIE

I deputati europei hanno diritto a un’indennità forfettaria mensile (denominata “indennità di spese generali”). L’importo mensile è di 4.342 euro. Questa indennità – che per tutti gli europarlamentari raggiunge la cifra di 40 milioni di euro l’anno – è destinata a coprire le spese effettuate nel Paese in cui il deputato è stato eletto, come per esempio le spese di locazione per uffici, spese telefoniche e informatiche. Queste spese vengono erogate in modo forfettario.

 

ACCORPIAMO LE AGENZIE

Così come per il Parlamento europeo, anche alcune Agenzie hanno una doppia sede amministrativa e operativa. Qualche esempio? L’Agenzia dell’Unione europea per le ferrovie e l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT. Durante i nostri cinque anni al Parlamento europeo abbiamo presentato degli emendamenti per aumentare i risparmi e accorpare le funzioni amministrative comuni delle AgenzieCi aspettiamo dalla futura Commissione europea un piano per ridurre le spese, tagliare i rami secchi e rendere più efficiente le numerose Agenzie europee.

 

PARTITI E FONDAZIONI EUROPEE

I cittadini pagano, i partiti spendono. In Europa c’è un sistema ben oleato di finanziamento pubblico a partiti e fondazioni che in pochi conoscono: tutte le delegazioni, presenti al Parlamento europeo, hanno dei fondi messi a disposizione per costituire dei partiti politici europei e delle fondazioni europee. Basta 1 europarlamentare che si iscriva a un partito con rappresentanti in almeno 1/4 degli Stati membri e il gioco è fatto. I partiti europei possono utilizzare questi fondi per riunioni, pubblicazioni, per spese amministrative, per il personale e per i i costi relativi alle campagne per le elezioni europee. Per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19.7 milioni per le fondazioni politiche. La delegazione del Movimento 5 Stelle ha rinunciato totalmente alla possibilità di usufruire di questi fondi perché non ha aderito a nessun partito europeo. Rinunciamo a circa 3 milioni di euro. Chi altri lo fa?

Ricerca e comunicazione del M5S