Europa
Disco verde dell’Europa a Guaidò presidente Venezuela, Mosca stigmatizza invece il riconoscimento dei big europei
(foto Archivio Sud Libertà)
Disco verde di Francia, Regno Unito e Spagna e adesso di Austria, Svezia, Danimarca, Germania, Lituania, Lettonia e Olanda sul riconoscimento di Guaidò. E mentre l’Italia non si è ancora pronunciata, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiesto “Responsabilità e chiarezza su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e tutti i nostri partner dell’Unione europea”
Maduro -è noto – ha respinto nettamente l’ultimatum europeo e non ha escluso il rischio di una guerra civile.
Anche il Regno Unito ha riconosciuto Guaidó come “presidente provvisorio” del Venezuela, sottolineando che non avendo Maduro convocato elezioni presidenziali “negli 8 giorni che ci eravamo prefissati” il Regno Unito “insieme ai suoi alleati europei ora riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim fino a quando si potranno tenere elezioni credibili”.
A unirsi al coro anche l’Austria di Sebastian Kurz, inizialmente contraria al riconoscimento e che ha cambiato idea, dopo una conversazione telefonica con il presidente ad interim. “. Per la cancelliera tedesca Angela Merkel “Guaidò è la persona con la quale dialoghiamo e dal quale ci aspettiamo che avvii il prima possibile un processo elettorale”.
A non riconoscere Guaidò è invece l’Irlanda, che chiede elezioni “libere e giuste” nel Paese. L’Italia sembra assumere una posizione di attesa più che diplomatica….
Disco rosso al riconoscimento di Mosca che ” invece stigmatizza il riconoscimento dei big europei parlando di tentativo ” di legittimare una usurpazione del potere” e di “ingerenza diretta e indiretta” negli affari interni del paese latino americano.
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, risponde all’ultimatum dell’Unione Europea: “Comportamento arrogante”.
CARACAS (VENEZUELA) –
Fibrillazione e tensione in Venezuela tra Maduro e Guaidò per la leaderschip del Paese.
L’Europa ha chiesto chiaramente- visto il caos esistente e l e divisioni tra la popolazione – elezioni immediate altrimenti riconoscerà come nuovo presidente Juan Guaidòtanto amato e sponsorizzato dagli Stati Uniti
Un ultimatum che non piace all’attuale leader venezuelano Nicolas Maduro: “Si comportano con arroganza – nessuno può darci un ultimatum. Se vogliono andarsene dal Venezuela, se ne vadano. Noi non siamo collegati con l’Europa ed è un comportamento sbagliato. L’élite europee non riflettono l’opinione dei popoli europei“.
Giuseppe Conte: “Sogniamo un’Europa del Popolo”- Vi spiego perchè la disciplina del bilancio ha bloccato il Pil
Le molte sfide internazionali di fronte a noi, come il protezionismo, i flussi migratori, il cambiamento climatico, le persistenti crisi internazionali, ci spingono a concentrarci sulle complesse dinamiche che coinvolgono le relazioni fra i principali attori globali.
L’opinione pubblica europea ha considerato per anni il progetto europeo come uno strumento per affrontare queste sfide e come uno scudo contro i loro effetti avversi, ma oggi si interroga sulla sua validità e credibilità. Senza ignorare i meriti storici di quest’ultimo, l’opinione pubblica si aspetta che esso diventi più appropriato per fronteggiare le sfide presenti e future.
Oggi ho l’opportunità di mostrare come daremo attuazione a questa istanza di cambiamento. Mi concentrerò principalmente su aspetti economici e sociali interni al nostro Paese, ma sono sicuro che sarà di interesse per voi, in quanto la nostra esperienza può essere un precursore dell’aspetto che assumerà l’Europa domani.
C’è una parola chiave attorno alla quale abbiamo costruito la nostra visione politica e la nostra attività quotidiana: questa parola è POPOLO.
Il popolo italiano è stato paziente e disciplinato per molti anni. Ha avuto fiducia nelle istituzioni italiane ed europee, politiche e tecniche.
Per anni, gli italiani hanno fatto propri i principi economici fondamentali predicati dal cosiddetto ordine liberal-democratico: l’integrazione nel mercato globale, la libera circolazione di persone e capitali, la disciplina di bilancio, l’adozione incontrollata di nuove tecnologie e la crescita senza limiti della finanza globale.
Hanno creduto che l’euro sarebbe stato in grado di risolvere tutti i loro problemi cronici: l’alta inflazione, una moneta debole, il debito pubblico. Così, hanno adottato in maniera entusiasta la nuova moneta.
Ma la realtà si è rivelata molto diversa.
Il prezzo da pagare per avere una moneta stabile e una bassa inflazione è stato un debito pubblico crescente, nonostante si richiedesse continuamente di stringere la cinghia per mantenere la spesa pubblica primaria (al netto della spesa per interessi) costantemente al di sotto delle entrate fiscali.
La disciplina di bilancio ha frenato la crescita del PIL. Nel terzo trimestre del 2018, il PIL è ancora 5 punti percentuali al di sotto del picco massimo di questi anni, registrato nel 2008.
L’apertura globale dei mercati, la libera circolazione dei capitali e la rivoluzione tecnologica hanno prodotto grandi risultati come promesso, ma di questi benefici hanno goduto in pochi, e non in molti.
Perciò, l’entusiasmo sul futuro è stato rimpiazzato da una visione più cupa. Si è diffuso un sentimento di disperazione; persino la classe media, che si sentiva emancipata dalle necessità economiche di base, ora teme la povertà. Tutti, con poche eccezioni, tendono a ritenere che il domani sarà peggiore dell’oggi. Chi può permetterselo incoraggia i propri figli a trasferirsi e cercare migliori opportunità altrove.
La storia ci insegna che può accadere di tutto quando le persone si sentono ingannate e trattate ingiustamente.
Nonostante questi pericoli, i miei concittadini italiani si sono dimostrati molto maturi e profondamente legati alle loro istituzioni democratiche; non hanno occupato le piazze né hanno espresso il loro malcontento e la loro rabbia in maniera violenta.
Al contrario, hanno utilizzato il voto democratico per sconfiggere le vecchie élite e sostenere coloro i quali suggeriscono strade alternative per tornare su un sentiero di prosperità.
Il mio governo costituisce la risposta istituzionale al desiderio degli italiani di trovare una nuova prospettiva per il futuro.
Il mio compito e la mia priorità come Presidente del Consiglio è preservare questo prezioso patrimonio di fiducia che mi è stato affidato, mettendo in campo soluzioni immediate per le necessità più urgenti del mio popolo.
Solo continuando ad occuparmi delle necessità dei miei cittadini, sarò in grado di fare affidamento sulla loro fiducia per affrontare i problemi di lungo termine che hanno frenato la nostra economia per così tanto tempo.
Lo ritengo un tema politico cruciale. Per troppi anni, i politici italiani hanno interpretato questa sequenza al contrario: dando priorità all’utilizzo della fiducia di cui disponevano invece che al mantenimento della stessa.
Nel passato, hanno chiesto al popolo di fare sacrifici in nome di un futuro brillante. Hanno smantellato la regolamentazione del mercato del lavoro nel nome di una maggiore e migliore occupazione. Hanno accettato una ritirata dello Stato dal suo ruolo di produttore diretto di beni e servizi, in cambio di una presunta migliore qualità dei servizi, di prezzi inferiori e una maggiore soddisfazione dei consumatori. Temendo i “fallimenti dello Stato”, hanno chiesto al popolo di tollerare i “fallimenti del mercato”. La cura degli interessi di lungo termine è stata rimpiazzata dalla dipendenza dal breve termine.
Le persone hanno già pagato il costo di questi cambiamenti, mentre i benefici si devono ancora vedere.
I cittadini sono ora consapevoli del fatto che tutti i cambiamenti che hanno dovuto sopportare abbiano prodotto una società peggiore in termini di opportunità, distribuzione del reddito, giustizia sociale, condizioni del welfare, sicurezza del lavoro e prospettive di crescita per loro e i propri figli.
Dobbiamo dare risposte a tutto questo. Non sarà facile e non succederà tutto domani. Ciononostante, mentre progettiamo e implementiamo le soluzioni, dobbiamo alleviare i problemi.
Le due principali misure contenute nella nostra Legge di Bilancio, il Reddito di Cittadinanza e la cosiddetta Quota 100, sono le nostre risposte immediate alle urgenze del Paese.
Il Reddito di Cittadinanza fornisce un sostegno al reddito a circa 1,7 milioni di famiglie povere, che corrispondono a 5 milioni di persone, in cambio della loro disponibilità a lavorare o ad acquisire le competenze necessarie per essere in grado di farlo in futuro. Le imprese hanno un incentivo ad offrire un lavoro alle persone coinvolte nel programma perché beneficeranno di sgravi sui contributi previdenziali e assistenziali.
Il programma è orientato alle persone più povere, ma al contempo fornisce un meccanismo di assicurazione implicito per le famiglie della classe lavoratrice vulnerabili rispetto a shock inaspettati a causa della loro fragile situazione finanziaria.
È opportuno chiarire alcune errate convinzioni riguardo alle nuove regole che si applicano all’età pensionabile. Questa misura rappresenta una soluzione riparatrice per un’intera generazione che, dall’oggi al domani, si è vista aumentare l’età pensionabile di molti anni. Crediamo che questa sia stata una seria violazione del patto sociale, alla quale si doveva porre rimedio.
Inoltre, vorrei rassicurare tutti coloro che sono preoccupati della sostenibilità di lungo periodo del nostro sistema pensionistico. Il sistema rimane completamente sostenibile perché coloro che scelgono di andare in pensione prima finiranno per ricevere una somma inferiore e perché questa riforma si applica solo per tre anni.
Lasciatemi inoltre sottolineare che chi sceglie di andare in pensione prima lascerà posti di lavoro vacanti che saranno occupati dai giovani. Nel settore pubblico, questo potrebbe innescare inoltre un ringiovanimento indispensabile del personale ed un aumento significativo della produttività.
Siamo orgogliosi di essere riusciti a trovare il modo di introdurre questo programma nonostante lo stretto spazio disponibile per le nostre finanze pubbliche.
Si tratta di interventi estremamente importanti e urgenti, necessari a guarire delle gravi ferite sociali. In ogni caso, difficilmente essi possono fornire di per sé una soluzione a problemi profondamente radicati nella nostra società, che è percepita come disuguale nelle opportunità che offre, ingiusta nella distribuzione della ricchezza prodotta, e incapace di generarne abbastanza per tutti.
Per affrontare questi problemi, abbiamo bisogno di ampi correttivi alle regole che governano la nostra economia e la nostra società.
Dobbiamo predisporre delle regole del gioco capaci di sostenere le persone comuni e di preservare l’ambiente; di generare una redistribuzione del reddito più equa, migliori opportunità per ognuno, condizioni di lavoro dignitose, sicure e stabili per tutti e non soltanto per una minoranza fortunata.
In una parola, abbiamo bisogno di regole che mettano al centro gli esseri umani, le famiglie e la comunità. Dobbiamo smetterla di confondere i mezzi con i fini, come abbiamo fatto per tanti anni. Abbiamo bisogno di un nuovo “umanesimo”.
Questa visione è radicalmente nuova.
È una visione nuova perché non è costruita in termini di una contrapposizione tra statalismo e liberismo, come ha fatto la tradizionale divisione tra sinistra e destra per più di un secolo. Piuttosto, pensiamo che la vera divisione risieda tra coloro che hanno e coloro che non hanno il potere di cambiare le sorti della propria nazione. Pensiamo che questo diritto non possa essere concesso solo a una piccola minoranza di cittadini.
Siamo radicali perché vogliamo riportare questo potere dove fin dall’inizio lo aveva collocato la nostra Carta Costituzionale: al popolo, che lo esercita nelle forme e nei limiti della legge.
Si tratta di un programma vasto e multiforme, guidato da un concetto semplice: sostenere il merito mentre si combattono i monopoli e le rendite di posizione.
Una sequenza infinita di riforme può scaturire dal perseguimento di questa idea fondamentale.
Il sostegno del merito porterà la nostra attenzione sull’istruzione, e in particolare su quella della prima infanzia, che molti scienziati sociali ora considerano come la fase cruciale della vita in cui si decide il destino di una persona. La qualità dell’istruzione primaria per tutti, sebbene questa sia relativamente economica, è uno degli strumenti più potenti per creare uguaglianza nelle opportunità e uno degli investimenti di maggior rendimento a disposizione di una società.
La lotta alle rendite di posizione e al comportamento monopolistico implica una revisione radicale delle regole per accedere ai mercati, per entrare negli ordini professionali; più in generale, una revisione di tutte le norme burocratiche che non perseguono altri obiettivi se non proteggere gli insider.
Combattere le rendite di posizione significa essere inflessibili con la corruzione, perché si tratta dell’abuso di potere più vergognoso, volto a estorcere un beneficio da coloro che stanno solo chiedendo di esercitare un legittimo diritto.
Il mio governo su questo fronte non ha avuto esitazioni. Abbiamo adottato una legge anticorruzione che al momento è tra le più severe al mondo. Abbiamo iniziato a rivedere la regolamentazione economica praticamente in qualsiasi materia: dalla normativa sulla crisi d’impresa, al codice degli appalti, alla riforma del codice e del processo civile.
La nostra ambizione è dimostrare che non ci sono scelte mutuamente esclusive da fare tra una società più eguale, inclusiva (e direi gentile) e un’economia robusta che genera più ricchezza per tutti in maniera sostenibile.
Quando l’equità è percepita da un ampio numero di persone, e la fiducia prevale sui comportamenti opportunistici, le persone tendono a guardare con maggiore speranza al futuro, e a rinunciare a qualcosa oggi per ottenere qualcosa di meglio domani.
Quando gli sforzi e i sacrifici vengono ricompensati, invece di essere sfruttati dai percettori di rendite e dai loro comportamenti predatori, è razionale per le persone investire di più nel capitale umano e nel capitale fisico, perché avranno rendimenti maggiori.
Quando il senso di inclusività è in grado di cementare le comunità, è razionale per le persone investire nel “capitale pubblico” e avere più fiducia nelle istituzioni, perché il frutto di questo investimento sarà condiviso equamente piuttosto che essere indirizzato esclusivamente ai più benestanti.
Infine, una società più giusta ed equa è più forte perché le persone hanno fiducia reciproca, ed è più efficiente perché meno risorse vengono sprecate nella difesa di privilegi ingiusti.
L’Italia oggi sta percorrendo questa strada. Noi vogliamo andare molto lontano, non so dire quanto tempo ci vorrà. Quello che so è che senz’altro la nostra battaglia per una società migliore sarebbe più facile se non fossimo soli lungo questo percorso.
Ogni comunità, se lasciata sola, faticherà a fronteggiare i venti contrari che provengono da chi mette una Nazione contro l’altra solo per il proprio vantaggio.
Se noi, come europei, fossimo più uniti in questi sforzi, saremmo molto più forti nel sostenere la visione originale che ha ispirato il sogno di un’Europa che protegge i suoi cittadini e i valori a noi cari: la libertà, la giustizia sociale, un trattamento equo per ciascuno, la solidarietà fra popoli e nazioni, lo Stato di diritto.
Questa è l’Europa che noi italiani sogniamo. Un’Europa del popolo, dal popolo, per il popolo.
Giorgia Linardi ,portavoce di Sea Watch: “Siamo allo stremo, aiutateci……”
E’ la disperazione. Il Papa lancia l’appello, la Chiesa chiede di intervenire in favore dei deboli e di chi ha bisogno di assistenza in mare.”Siamo al diciottesimo giorno in mare, queste persone non ce la fanno più. A bordo c’è grande frustrazione, siamo allo stremo. Fate sbarcare queste persone”. E’ l’appello di Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch che aggiorna sulla situazione dei migranti a bordo e su quella dei 17 che si trovano sulla ‘Sea Eye’, ancora in attesa di un porto sicuro dove sbarcare.
“Alcuni di loro rifiutano di mangiare. Ci stanno dando un aut aut. Guardano l’Europa dal binocolo, si sentono in prigione. Ad alcuni di loro la situazione ricorda le prigioni in Libia in cui hanno subito le vessazioni che ora si portano dentro”, afferma la portavoce. “Da cittadini europei a bordo è vergognoso guardarli in faccia e spiegare loro come mai nessuno in Europa li voglia. Per favore – aggiunge – che siano i nostri governanti a spiegare, a queste persone, una ad una, perché non possono arrivare in Europa”.
“Non riporteremo mai le persone soccorse in mare in un Paese in cui è illegale farlo, in un Paese in cui vengono sottoposte alle violazioni e agli orrori di cui le persone a bordo che abbiamo soccorso ci stanno raccontando” rimarca Giorgia Linardi,
MAXBLITZ CONTRO LA ‘INDRANGHETA: 90 ARRESTI, INDAGINI DELLA DIREZIONE ANTIMAFIA
Un max blitz contro la ‘ndrangheta e le sue ramificazioni all’estero è in corso in queste ore da parte di Polizia e Guardia di finanza. Sono 90 le misure cautelari che le forze di polizia stanno eseguendo in Italia e – in collaborazione con le autorità di quei paesi – in Germania, Olanda, Belgio e in alcuni paesi del Sud America. L’indagine è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e riguarda diversi importanti esponenti di famiglie storiche della ‘ndrangheta operante nella Locride.
Tutti sono accusati, a vario titolo, di gravi delitti fra i quali associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, associazione mafiosa, riciclaggio, fittizia intestazione di beni ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose.
”L’operazione -si sottolinea in una nota- è frutto di anni di intenso lavoro investigativo svolto nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) costituita presso Eurojust tra Magistratura e Forze di Polizia di Italia, Paesi Bassi e Germania cui hanno aderito, per l’Italia la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e Reparti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza”.
Che Dio aiuti l’Italia e gli Italiani nei guai con i mutui -Conte fiducioso nella crescita della manovra
Conte dopo l’intervento in Aula a Montecitorio apre un dialogo sereno con l’Europa: “Nel caso in cui l’Ecofin dovesse decidere di aderire alla raccomandazione della Commissione, chiederemo tempi di attuazione molto distesi” dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula di Montecitorio con un’informativa urgente. “Questo tempo – spiega – ci servirà per consentire alla manovra economica di produrre i suoi effetti sulla crescita e, grazie a questo, di ridurre il debito pubblico”. All’Ecofin “ribadiremo gli effetti della manovra sulla crescita. Nell’immediato – sottolinea il premier – miriamo all’accelerazione degli investimenti e alla possibile rimodulazione di alcuni interventi previsti dalla legge di bilancio, se dal confronto parlamentare dovessero emergere indicazioni che possano accrescere gli effetti positivi delle misure proposte sulla crescita, senza alterarne la ratio e i contenuti”.
“La prima opportunità offerta per intervenire nella procedura” dell’Europa sulla manovra, spiega ancora, “è quella relativa alle controdeduzioni, che il governo potrà formulare a beneficio dell’Ecofin, in merito alla raccomandazione della Commissione. Ci riserviamo di predisporre una replica ben articolata ed esaustiva, allo scopo di illustrare i programmi e le misure che il governo ha adottato o ha intenzione di adottare” e “spiegheremo che non abbiamo accolto le loro raccomandazioni in materia di aggiustamento strutturale, perché non compatibili con lo stato congiunturale della nostra economia e con il nostro disegno di politica economica, più orientato alla crescita che non all’austerità”.
E’ ARRIVATA LA “LETTERINA DI BABBO NATALE”: MANOVRA BOCCIATA, NON ATTUATI I CORRETTIVI”- GUAI PER CHI DEVE PAGARE I MUTUI
“Una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è giustificata“. Il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis a Bruxelles spiega che l’iter della procedura per deficit eccessivo basata sul debito “prevede tempo per uno Stato per correggere il suo percorso di bilancio, prima che entrino in funzione rigidi meccanismi di enforcement”.
“Con quello che il governo italiano ha messo sul tavolo vediamo il rischio che il Paese cammini come un sonnambulo nell’instabilità“, ha aggiunto Dombrovskis in conferenza stampa. “Spero – ha continuato – che questo rischio venga evitato, perché, in fin dei conti, quello che è in gioco sono il benessere e la prosperità futura del popolo italiano. Il nostro lavoro è di segnalare i rischi prima che sia troppo tardi. E’ quello che la Commissione ha fatto nelle ultime settimane ed è quello che stiamo facendo oggi“.
Per il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici la manovra “comporta rischi per l’economia italiana, per le imprese, per i risparmiatori e per i contribuenti. Salvini non dà alcun peso alla bocciatura e considera l’appunto europeo una specie di “letterina” di Babbo Natale”. Sì, ma il regalo sarà un sacco di carbone per l’Italia intera( in particolare per chi deve pagare i mutui bancari) se non si corre ai ripari nel corso di un dialogo sereno e costruttivo
Nota del deputato Pedicini (M5S)sui “Cambiamenti climatici”
Riceviamo e pubblichiamo:
L’8 Novembre al Parlamento europeo un grande evento: “Change the climate for our health”
“In Europa ci sono 68 mila km di coste, 161 milioni di ettari di foreste, 54 mila km di ghiacciai. Negli ultimi 50 anni la temperatura è aumentata di 1 grado e il consumo di suolo ha divorato 19 milioni di ettari.
Ben otto Stati europei hanno un inquinamento atmosferico sopra i livelli stabiliti. In tutta Europa ben 400 mila persone muoiono ogni anno per malattie legate alla cattiva aria.
Ben 250 kg di plastica ogni secondo finiscono negli oceani. La plastica è il nemico numero uno dell’ecosistema marino, delle forme di vita che lo popolano ma anche per la salute dei cittadini che sono esposti agli interferenti endocrini che possono contenere.
L’Unione europea ha il potere di autorizzare i pesticidi usati in agricoltura che poi finiscono sulle nostre tavole. I pesticidi sono una delle cause principali del crollo della produzione di miele. Le api sono essenziali per il buon funzionamento del nostro ecosistema.
Al Parlamento europeo settimana scorsa abbiamo chiesto di intervenire efficacemente e urgentemente per arrestare la perdita di biodiversità, la straordinaria varietà di ecosistemi, specie e risorse genetiche che ci circonda. Oggi la biodiversità è fortemente minacciata da un’agricoltura sempre più intensiva e dalla dipendenza mondiale del settore dalle sementi geneticamente modificate e da pesticidi altamente dannosi.
Bisogna combattere le cause principali della perdita di biodiversità: non possiamo più assistere passivamente agli effetti negativi sui territori e sulle comunità locali, e dobbiamo agire, anche al di fuori delle aree protette, integrando e rispettando la biodiversità in tanti settori oggi trascurati quali l’agricoltura, la silvicoltura, la pianificazione del territorio, la ricerca le attività minerarie e la salute, e dobbiamo eliminare quei sussidi che minacciano direttamente o indirettamente la biodiversità.
Una grande vittoria: il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sui cambiamenti climatici nella quale abbiamo chiesto che si prendano decisioni coraggiose e che si facciano passi avanti significativi. L’Europa si impegna a ridurre del 55% le emissioni di gas serra nell’atmosfera entro il 2030. Una risposta chiara all’urgenza di contenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C, limite oltre il quale sono previsti cambiamenti catastrofici.
Il prossimo 8 novembre al Parlamento europeo il gruppo Efdd organizzerà un grande evento dal titolo “Change the climate for our health”. È arrivato il momento di agire prima che sia troppo tardi! “
On. Piernicola Pedicini,
deputato M5S _Gruppo Efd
Il ministro Toninelli aveva dato il via libera, Salvini si oppone al collega, la Diciotti non attraccherà a Catania
Colpo di scena. Oppure rientro nella “normalità. Si apprende che Salvini, interpellato sullo sbarco a Catania della nave Diciotti, contrariamente al suo collega Toninelli che si era espresso diversamente, si è decisamente opposto ad accogliere l’equipaggio della Diciotti. “L’Italia- ha dichiarato il ministro dell’Interno- ha accolto in questi anni 700.000 immigrati sbarcati dal Mediterraneo – – 160.000 sono ancora ospiti, a spese nostre, di alberghi, caserme, agriturismi e appartamenti in tutte le Regioni. Basta, il limite del possibile è stato superato, ricordando anche i 5 milioni di italiani poveri. O l’Europa comincia a fare sul serio difendendo i suoi confini esterni ed accogliendo gli immigrati giunti in Italia, oppure cominceremo finalmente a riportare nei porti di partenza tutti i nuovi arrivati”. “Voglio anche capire se le accuse a Malta, formulate dagli immigrati arrivati l’altro giorno a Lampedusa, sono vere oppure no. In caso positivo – saremmo davanti all’ennesima prova dell’inesistenza dell’Europa, dove troppi Paesi fanno i furbi a danno dell’Italia”. Per la nave Diciotti si profila un’odissea senza fine.