Contachilometri auto manomessi, falsate le reali percorrenze, indagini della Finanza , denunce

 

Contachilometri manomessi: una truffa da 2 miliardi ...

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Caltanissetta

Indagine nel mercato dell’auto usata, si controllano i contachilometri, la loro manomissione, in primo luogo perché il valore delle vetture d’occasione viene falsato, in secondo luogo perché le auto a cui vengono ridotti i chilometri possono diventare potenzialmente pericolose, dal momento che la manutenzione è disallineata rispetto alla reale percorrenza.

La nuova truffa è stata scoperta dai  finanzieri del comando provinciale di Caltanissetta che hanno effettuato una vasta operazione relativa alle frodi in commercio nel settore della compravendita di autoveicoli, specificamente ai casi di vendita di vetture «ringiovanite» a prezzi concorrenziali.

L’attività ha preso spunto dagli approfondimenti avviati d’iniziativa dai finanzieri del Gruppo di Caltanissetta, successivamente coordinati dalle Procure della Repubblica di Caltanissetta e Gela, tramite un’analisi periodica delle compravendite effettuate da numerose concessionarie, i cui dati sono stati incrociati con le banche dati della Motorizzazione civile, delle case madri e dell’apposito servizio fornito dal portale dell’Automobilista – revisioni periodiche.

In particolare, le autovetture oggetto della frode sarebbero state circa 110, con un totale di chilometri scalati pari a circa 10 milioni. La frode ammonterebbe complessivamente a circa 400.000 euro, frutto di prezzi di vendita esorbitanti rispetto al reale valore di mercato delle auto.

 

Autodemolizione: controlli a tappeto della Guardia di Finanza

 

 

Il Comando Provinciale Guardia di Finanza della B.A.T., la Questura, rispettivamente coadiuvati dalle specialità della locale Polizia Stradale e dai “Baschi Verdi” e dal Reparto Operativo Aeronavale di Bari, hanno effettuato incisive verifiche presso autodemolitori, autoparchi e rivenditori di pezzi usati insistenti nella provincia con il molteplice obiettivo di verificare i connessi aspetti autorizzativi, quelli di gestione dei veicoli destinati alla cessazione della circolazione, nonché le misure di tutela ambientale e, non ultimo, contrastare i reati contro il patrimonio, con particolare riferimento alla ricettazione.

Nelle 3 aziende controllate, due ad Andria ed una a Barletta, sono emerse diverse importanti irregolarità sulle quali sono tutt’ora in corso i relativi accertamenti.

Nello specifico, un’attività di rivendita al dettaglio di pezzi usati di autovetture è stata sottoposta a sequestro per il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, ai sensi di quanto previsto dall’art. 256 del Testo unico Ambiente. Il sequestro si è reso necessario in quanto è stato constatato che all’interno della suddetta ditta veniva esercitata abusivamente la gestione di rifiuti oltre alla vendita e allo stoccaggio di pezzi d’auto in un’area in realtà destinata alla conduzione agricola. In ragione di quanto appurato sono stati apposti i sigilli all’attività economica abusiva ed il contestuale deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani del titolare dell’azienda.

Le operazioni di polizia sono inoltre proseguite nei confronti di un autoparco, dove all’interno di due box, legittimamente concessi in locazione a due rispettivi conduttori, sono stati individuati circa 9.000 pezzi di cosmetici e di cura della persona, sottoposti a sequestro poiché privi dei requisiti di sicurezza contemplati dalla normativa a tutela del consumatore (c.d. codice del consumo) e la contestuale segnalazione alla Camera di Commercio per l’irrogazione delle sanzioni amministrative previste dalla normativa vigente. Sono inoltre stati rinvenuti 799 profumi contenenti sostanze nocive poiché contenenti la sostanza chimica Butylphenyl Methylpropional, vietata dal Regolamento della Commissione Europea 1902/2021 del 29 ottobre 2021, in quanto annoverate tra quelle cancerogene, mutagene o tossiche, che hanno portato alla segnalazione dei responsabili all’Autorità Giudiziaria di Trani.

Le attività investigative espletate hanno inoltre consentito di rinvenire, e sottoporre a sequestro, a carico di un soggetto, circa 800 litri di gasolio ad aliquota agevolata e destinato ad uso agricolo, in quanto lo stesso era privo del libretto UMA (utenti motori agricoli), requisito imprescindibile per l’utilizzo del suddetto beneficio e che pertanto porterà alla quantificazione dell’accisa evasa. Il titolare è inoltre stato denunciato alla Procura della Repubblica di Trani poiché il gasolio era custodito in violazione della disciplina antincendio e quindi con modalità potenzialmente pericolose.

Durante le operazioni di controllo, che hanno visto l’impiego di 50 unità tra poliziotti e finanzieri, e di un elicottero di ultima generazione della Sezione Aerea della GdiF di Bari, sono stati inoltre controllati 35 soggetti molti dei quali gravati da precedenti di polizia ed analizzate le posizioni lavorative del personale intento ad espletare la propria attività lavorativa all’interno dei siti controllati, le cui posizioni amministrative e contributive sono al vaglio degli organi ispettivi.

 

 

 

Assenteismo medici , indagine della Guardia di Finanza all’Umberto I di Enna

 

Ufficio — Foto Stock

Archivi -Sud Libertà (assenteismo medici)

La Guardia di finanza – si apprende –  avrebbe notificato degli avvisi di conclusione delle indagini ,con ipotesi di reato di truffa ,a medici anestesisti dell’Umberto I di Enna.

Napoli, sgominata associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti – 16 ordinanze di custodia cautelare

Immagine del luogo

 

Napoli,

In data odierna, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di sedici persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione a fine di spaccio di droga, sequestro di persona a scopo di estorsione, procurata inosservanza di pena.

Le indagini, condotte dai finanzieri della Sezione G.O.A. del Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, avrebbero consentito di disvelare l’operatività di quattro diversi gruppi criminali (in provincia di Napoli, ma con ramificazioni anche in altri territori italiani e in Spagna), dediti al traffico di partite di stupefacenti di diverso genere (per lo più, hashish e cocaina).

In particolare:

– un primo gruppo, operativo nel territorio di Napoli e provincia e con ramificazioni a Crotone, capeggiato da un soggetto che, tramite corrieri, si sarebbe occupato della commercializzazione all’ingrosso di partite di stupefacenti in favore di clienti non solo campani ma anche calabresi;

– un secondo gruppo, operativo a Napoli e provincia e con ramificazioni in altre Regioni italiane (in particolare, l’Emilia-Romagna), che avrebbe distribuito partite di stupefacente anche al primo sodalizio;

– un terzo gruppo, che avrebbe importato partite di stupefacenti dalla Spagna destinandole soprattutto al mercato irpino;

– un quarto gruppo, avente base operativa in Giugliano in Campania (NA), che si sarebbe occupato della commercializzazione del narcotico in favore, in particolare, di un altro gruppo criminale attivo nei paesi vesuviani.

Nel corso delle attività investigative, condotte in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, sono stati sottoposti a sequestro oltre 300 Kg. di hashish, 36 Kg. di cocaina e oltre 400 mila euro in contanti.

L’indagine avrebbe anche consentito di accertare il sequestro di persona a scopo di estorsione di uno dei destinatari della misura cautelare per costringere la moglie e il fratello di questi a saldare un debito di 7.700 euro originato da precedenti forniture di droga non pagate.

Il provvedimento eseguito in data odierna è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Operazione interforze contro un’associazione mafiosa Messina – Sviluppi e provvedimenti dell’attività investigativa

 

 

Messina,

Si apprende dalla Finanza riguardo gli arresti operati oggi per gli appartenenti  alla famiglia mafiosa “tortoriciana”, poiché indagati, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione/acquisto/detenzione/cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

I reati fine (ad eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati ai sensi dell’art.416.1 bis c.p. poiché commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis c.p. ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso c.d. dei “tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei “Batanesi”, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.

Il provvedimento si pone in prosecuzione rispetto agli esiti dall’operazione “NEBRODI” eseguita nel gennaio 2020 dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina e dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Tutela Agroalimentare su delega della locale D.D.A. che aveva fatto luce sulla fitta interconnessione di interessi criminali sui fondi europei e che aveva condotto all’arresto oltre 100 soggetti, per 91 dei quali, in data 31.10.2022, i Giudici del Tribunale di Patti (ME), ad esito del Processo di I grado, hanno emesso sentenza di condanna per complessivi 600 anni di reclusione.

Tra qualche settimana inizierà il processo di secondo grado davanti alla Corte d’Appello di Messina.

In particolare l’odierna attività investigativa, avvalendosi anche delle dichiarazioni rese da 3 collaboratori di giustizia, già appartenenti al gruppo mafioso dei “Batanesi”, ha consentito di ricostruire, seppur nella preliminare prospettazione accusatoria:

– l’esistenza di un’associazione operante secondo i canoni mafiosi denominata “famiglia tortoriciana” composta dall’articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei “Batanesi”, finalizzata – mediante la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo – alla commissione di una indeterminata serie di delitti, contro il patrimonio, tra cui estorsioni e truffe aggravate perpetrate a danno dell’Unione Europea e dell’AGEA, nonché al controllo in modo diretto o indiretto, di attività economico/imprenditoriali;

– l’esistenza e l’operatività di un’associazione dedita alla coltivazione, all’acquisto, alla detenzione, alla cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente, attiva sul versante tirrenico della Provincia di Messina, tra Tortorici, Sinagra, Capo d’Orlando e Rocca di Capri Leone, promossa e organizzata da soggetti a vario titolo collegati alla famiglia mafiosa tortoriciana dei “Bontempo Scavo” e all’articolazione dei c.d. “Batanesi”.

– La commissione di numerose truffe ai danni dell’AGEA poste in essere sia da appartenenti al gruppo dei Batanesi che a quello dei Bontempo Scavo. Tali soggetti hanno orientato la propria attività verso la percezione con modalità fraudolente di contributi comunitari, garantendosi, in tal modo, un canale di finanziamento estremamente redditizio.

– Fattispecie estorsive in danno di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione del metanodotto nel fiume tra i Comuni di Mistretta (ME) e Santo Stefano di Camastra (ME) che sarebbe stata costretta a consegnare la somma di euro 4.000 in occasione delle festività di Natale e Pasqua di ogni anno, a partire dall’anno 2015 e sino al 2018, nonché in danno di soggetti privati al fine di accaparrarsi terreni agricoli da destinare al pascolo.

Nel dettaglio sono state eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere 2 agli arresti domiciliari e 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali che legittimino la presentazione di istanze di contributi comunitari o statali.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali i Finanzieri del Comando Provinciale e i Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno eseguito il sequestro preventivo di nr. 349 titoli AGEA, definiti “tossici” poiché acquisiti fraudolentemente e del sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 Euro da prelevare sui conti di 8 società, derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni riguardanti le campagne agricole 2015-2020.

Le investigazioni confermano che le frodi comunitarie continuano a rappresentare uno dei principali mezzi di finanziamento illecito delle organizzazioni mafiose, unitamente a quelli tradizionali (es. estorsioni o traffico di sostanze stupefacenti), più appetibili perché espongono gli autori a minori rischi.

Il provvedimento si inserisce in un’ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che l’Arma dei Carabinieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Questura di Messina stanno conducendo in stretta sinergia nel Distretto di Messina sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.

Si evidenzia che il procedimento pende in fase di indagine preliminare e che gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

 

 

 

Guardia di Finanza: scoperti  illeciti contributi a fondo perduto in Sicilia, coinvolte dieci società e professionisti a Siracusa, Messina e a Malta

 

 

I finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno proceduto a verificare la correttezza dei dati autocertificati per la fruizione dei suddetti benefici, riscontrando l’esistenza di oltre dieci società, destinatarie delle predette erogazioni pubbliche, con sede legale nelle province di Siracusa, Messina e nello Stato di Malta

Nel corso del periodo di emergenza sanitaria per Covid-19 sono state riconosciute a favore delle imprese in difficoltà varie agevolazioni tra cui i contributi a fondo perduto a beneficio dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, mediante la presentazione telematica di una specifica istanza, con l’indicazione della sussistenza dei requisiti previsti dalla legge.

 

I finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno proceduto a verificare la correttezza dei dati autocertificati per la fruizione dei suddetti benefici, riscontrando l’esistenza di oltre dieci società, destinatarie delle predette erogazioni pubbliche, con sede legale nelle province di Siracusa, Messina e nello Stato di Malta, intestate a mere “teste di legno” e prive di reale operatività, gravitanti intorno ad un unico “faccendiere” siracusano, operanti perlopiù nel settore delle sponsorizzazioni delle corse automobilistiche, costituite con il principale scopo di schermare le operazioni commerciali fittizie.
Dopo aver notiziato la Procura della Repubblica, nel corso delle indagini delegate veniva accertata la presenza di un’associazione a delinquere che, grazie a dichiarazioni reddituali ed IVA attestanti dati non veritieri, aveva illecitamente beneficiato di ingenti misure economiche a fondo perduto a sostegno delle imprese in difficoltà.

Dall’analisi dei flussi finanziari dei conti correnti intestati alle persone fisiche e giuridiche coinvolte e delle loro dichiarazioni dei redditi, emergeva un modus operandi tanto semplice quanto efficace; decuplicando i fatturati del 2019 rispetto a quelli realmente conseguiti da parte delle società coinvolte, mediante la rettifica delle dichiarazioni dei redditi già presentate, è stato possibile giustificare un drastico calo dei ricavi conseguiti nel
successivo periodo pandemico 2020-2021, inducendo in errore l’ente pagatore.

 

Quanto indebitamente percepito dall’organizzazione criminale veniva immediatamente “messo al sicuro” e trasferito su conti correnti detenuti nello Stato di Malta intestati ai componenti dell’organizzazione criminale.
Le movimentazioni di denaro tra le società coinvolte e il trasferimento all’estero venivano giustificate con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti relative a sponsorizzazioni mai rese, in modo da rendere estremamente difficoltosa l’individuazione della provenienza delittuosa delle somme illecitamente accumulate.

 

Al termine delle indagini sono state eseguite 10 misure cautelari di cui una in carcere, due ai domiciliari e sette misure interdittive nei confronti dei promotori e partecipi al sodalizio criminale, fra i quali i rappresentanti di fatto e di diritto delle società coinvolte e 4 professionisti in campo tributario e legale.
La Finanza -si apprende pure- ha provveduto  al sequestro preventivo della somma di circa 1.800.000 euro quale profitto dei reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illegale e autoriciclaggio.

 

 

Palermo,sequestro di due tonnellate di sigarette di contrabbando, del valore di 350 mila euro

 

 

Palermo,

I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno sequestrato 2 tonnellate di sigarette di contrabbando,rinvenute all’interno di 2 furgoni sottoposti a controllo a Palermo.

In particolare, nel corso di specifiche attività anticontrabbando e anticontraffazione, una pattuglia del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo ha sottoposto a controllo, due furgoni a Palermo, in via Ernesto Basile.

L’accurata ispezione dei mezzi operata dai finanzieri permetteva di rinvenire complessivamente 10.000 stecche di sigarette di contrabbando riportanti i marchi Chesterfield e Merit.

Le sigarette, per un peso complessivo di 2.000 kg sono state prontamente sottoposte a sequestro, impedendone l’immissione sul mercato nero della città che avrebbe fruttato, al dettaglio, ricavi per circa 350.000 euro.

I due conducenti, di nazionalità italiana, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato per il delitto di contrabbando e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che lo scorso 15 gennaio ha convalidato l’arresto.

Prosegue senza sosta l’attività della Guardia di Finanza a contrasto dei traffici illeciti, per la tutela della sicurezza economico – finanziaria dei cittadini e della concorrenza, mantenendo costantemente alta l’attenzione verso i fenomeni illeciti utilizzati anche per finanziare le associazioni criminali.

La costante azione di contrasto al fenomeno del contrabbando di sigarette, che ancora oggi rappresenta un crimine diffuso e ben organizzato, contribuisce altresì a difendere la salute dei consumatori rispetto ai rischi derivanti dalla totale mancanza di controlli sulla qualità dei prodotti.

Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

Traffico di droga “Gorilla”- “Ferrari”- “Porsche”- tra Manfredonia ed il Nord Italia Foggia – Sequestrati 43 kg di hashish. 5 arresti,1 ai domiciliari

Indagato per favoreggiamento anche un ex assessore e consigliere del Comune di Manfredonia

 

Dalle prime ore dell’alba, i finanzieri della Compagnia di Manfredonia, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia, ed i Gruppi Lodi e di Verona, con il supporto di unità cinofile e di un elicottero della Sezione Aerea di Bari, stanno eseguendo provvedimenti cautelari e perquisizioni per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica di Foggia, sono state avviate nel marzo scorso a seguito del sequestro di 18 kg di hashish durante un posto di controllo stradale in una delle vie di accesso alla città di Manfredonia. Il conducente del veicolo non aveva ottemperato all’alt, si era dato alla fuga e, vistosi raggiunto dai baschi verdi subito partiti all’inseguimento, aveva abbandonato la vettura ed il carico di droga fuggendo a piedi nelle campagne.

Le indagini, immediatamente avviate, hanno permesso di raccogliere precisi elementi indiziari in merito al ruolo dei 7 indagati, 5 dei quali attinti dall’odierna misura cautelare (4 in carcere ed 1 ai domiciliari), nella movimentazione di ingenti quantitativi di droga con il nord italia, partendo da una base logistica di Manfredonia, e nell’attività di spaccio, prevalentemente nei lidi balneari durante la stagione estiva.

Lo stupefacente veniva denominato “Gorilla”, “Ferrari” o “Porsche” a seconda delle diverse qualità contraddistinte dalle immagini impresse sui panetti.

Nel giugno 2023 un corriere veniva arrestato in flagranza di reato durante un posto di controllo sulla statale garganica, mentre trasportava 25 kg di hashish partiti da Manfredonia.Nel corso delle indagini sono stati sinora sequestrati oltre 43 kg di hashish corrispondenti a circa 500.000 dosi. Indagato per favoreggiamento anche un ex assessore e consigliere del Comune di Manfredonia.

Si precisa che, indipendentemente dal quadro indiziario raccolto e che ha portato all’emissione delle misure cautelari da parte del G.I.P. del Tribunale di Foggia, gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.

Siracusa – Denunciato trentenne avolese per commercio ed omessa denuncia di materiale esplodente

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Immagine/foto della Guardia di finanza

Siracusa,

La Guardia di Finanza di Siracusa, nell’ottica di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini, nonché di prevenire incidenti e danni a beni pubblici e privati, ha messo in atto un potenziamento della vigilanza su scala provinciale sulla detenzione e sulla vendita illecita di materiale esplodente e giochi pirotecnici pericolosi.

In tale ambito, le Fiamme Gialle del Gruppo di Siracusa e della Compagnia di Noto, all’esito di una capillare attività info-investigativa svolta sul territorio, attraverso un compiuto monitoraggio degli esercizi commerciali dediti alla vendita di artifizi pirotecnici, hanno individuato e sottoposto a sequestro una vera e propria Santabarbara con oltre 6 tonnellate di fuochi d’artificio, tra cui spiccavano bengala, fontane, batterie contenenti circa 670 kilogrammi di polvere pirica attiva, detenuti illegalmente presso dei locali siti nel centro di Avola (SR), sprovvisti dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge, in assenza della prescritta autorizzazione prefettizia nonché in totale violazione delle norme antincendio, pronti per essere immessi in commercio per un potenziale introito di circa 500 mila euro.

L’intervento dei Finanzieri ha consentito di deferire all’ Autorità Giudiziaria di Siracusa un trentenne avolese per commercio ed omessa denuncia di materiale esplodente, avendo adibito un garage di pertinenza della propria abitazione, nonché un monolocale allo stesso riconducibile in pieno centro  cittadino a rimesse per lo stoccaggio dei fuochi d’artificio pericolosi senza alcuna precauzione.

La disciplina di settore, anche a seguito dei numerosi episodi di vittime e feriti che si registrano ogni anno in occasione del Capodanno, regola in maniera puntuale e stringente le cautele da adottare per il deposito del materiale pirotecnico che in questo caso sono state completamente disattese.

L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Siracusa si inserisce nel più ampio quadro delle azioni finalizzate al contrasto della criminalità e alla salvaguardia dell’incolumità pubblica. Tale obiettivo è stato pienamente assicurato nel caso di specie, se si considera che l’esplosione, anche accidentale, del materiale pirotecnico sequestrato avrebbe potuto causare ingenti danni con conseguenze gravissime per l’area cittadina circostante.

Contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza significa anche garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo dove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.

L’attività della Guardia di Finanza di Siracusa proseguirà anche nei giorni successivi, in prossimità della mezzanotte del 31 dicembre e anche oltre per tutelare la salute dei cittadini e prevenire incidenti dalle conseguenze irreparabili soprattutto tra i minori.

Napoli – Sequestrate sul territorio provinciale oltre 1,2 tonnellate di artifici pirotecnici illegali, “cipolle” altamente pericolose, un arresto e 8 denunce alla Procura

 

Immagine del luogo

Nella foto  (G.di Finanza)   il Comando della Finanza di Napoli

 

 

Napoli,

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, allo scopo di garantire la sicurezza dei cittadini in vista del Capodanno, hanno intensificato le attività di contrasto alla commercializzazione illecita di artifizi pirotecnici e di prodotti pericolosi.

Oltre 220.000 artifici pirotecnici illegali, per un peso di oltre 1.200 Kg, sono stati sequestrati complessivamente dal Gruppo Pronto Impiego di Napoli, dai Gruppi di Frattamaggiore, Nola e Torre Annunziata e dalla Compagnia di Ischia, nel corso di diversi interventi. Sono 8 i soggetti denunciati a vario titolo, di cui 1 tratto in arresto, per fabbricazione, detenzione, vendita e trasporto di materiale esplodente, nonché per violazioni delle norme antincendio e di pubblica sicurezza.

A Napoli, nel quartiere Ponticelli, i “Baschi Verdi” hanno rinvenuto e sequestrato, all’interno di un’autovettura, 100 ordigni esplosivi artigianali, del tipo “cipolla”. La conducente del veicolo è stata tratta in arresto. In un secondo intervento, nei pressi di Piazza Mercato, i finanzieri hanno sequestrato un locale adibito a deposito, recante all’interno oltre 160.000 artifici pirotecnici detenuti illegalmente. Una donna, che gestiva lo stoccaggio e la vendita dei fuochi, è stata denunciata all’A.G. e segnalata all’INPS, in quanto percettrice indebitamente del Reddito di Cittadinanza.

In provincia, tra Giugliano in Campania e Arzano, sono stati sequestrati oltre 10.000 artifici pirotecnici. La merce, pericolosa, era priva di qualsivoglia indicazione del quantitativo di miscela esplosiva contenuta, nonché di indicazioni relative all’utilizzo e alla sicurezza dei prodotti. Il detentore della merce è stato denunciato all’A.G. competente.

Sul territorio nolano, nell’ambito di un controllo su strada, all’interno di una station wagon condotta da un imprenditore di origine cinese, sono state rinvenute diverse scatole di cartone contenenti materiale pirotecnico per le quali il conducente non è stato in grado di esibire alcuna autorizzazione e/o documentazione che ne legittimasse il trasporto. Anche in questo caso, gli artifizi pirotecnici sono stati sequestrati e il soggetto è stato deferito alla competente A.G.

A Boscoreale, i finanzieri hanno individuato due persone del posto, prive di qualsivoglia autorizzazione per il commercio, intente nella vendita illegale di fuochi d’artificio all’interno delle proprie abitazioni. Nel corso dell’intervento sono stati sequestrati oltre 48.000 pezzi, tra fuochi d’artificio illegali e petardi, alcuni dei quali di fabbricazione artigianale. I due detentori della merce sono stati denunciati.

Sull’isola di Ischia, all’esito di un’attività info-investigativa, condotta anche attraverso il monitoraggio dei social network, è stata scoperta un’abitazione, al cui interno era stato allestito un punto vendita di articoli pirotecnici, in assenza di ogni autorizzazione. Sono stati denunciati 2 soggetti e sequestrati i fuochi illegali, tra cui una batteria riportante il logo del calciatore Maradona del peso di 20 kg e 60 “cipolle” artigianali altamente pericolose.