Netanyahu: “Cessate il fuoco? Richieste Hamas irrealistiche” Intanto altre 20 persone uccise e 155 ferite “dai bombardamenti israeliani”

(AP Photo/Ohad Zwigenberg, File)

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Tante e tante vittime ancora sulla Striscia di Gaza Il ministero della Sanità di Gaza afferma che almeno 20 persone sono state uccise e 155 ferite dai bombardamenti israeliani mentre ieri erano in attesa degli aiuti. L’esercito israeliano ha negato il suo intervento militare  e ha detto che sta indagando sull’incidente. Il bilancio delle vittime è destinato a aumentare poiché le vittime vengono ancora trasferite in ospedale, secondo Mohammad Ghrab, un medico del pronto soccorso dell’ospedale Al Shifa.

Secondo il ministero della Sanità la strage è “il risultato del fatto che le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira un gruppo di cittadini in attesa di aiuti umanitari alla rotatoria ‘Kuwait’ a Gaza. Le squadre mediche non sono in grado di gestire il volume e il tipo di feriti che raggiungono gli ospedali nel nord di Gaza a causa delle deboli capacità mediche e di personale”, ha aggiunto il ministero.

La rotatoria del Kuwait a Gaza City è l’area in cui i camion degli aiuti distribuiscono cibo, attirando folle di persone alla disperata ricerca di aiuto per sopravvivere.   Si apprende che le  forze di difesa israeliane hanno negato di essere responsabili dell’attacco, “Le notizie secondo cui l’Idf ha attaccato decine di abitanti di Gaza in un punto di distribuzione degli aiuti sono false”.

Secondo alcuni testimoni  l’area è stata colpita da quello che secondo loro sembrava un fuoco di carri armati o di artiglieria. Il portavoce della difesa civile di Gaza, Mahmoud Basal, ieri ha accusato Israele di essere dietro l’attacco in una dichiarazione. “Le forze di occupazione israeliane stanno ancora praticando la politica di uccidere cittadini innocenti in attesa di aiuti umanitari a causa della carestia che si sta verificando nel nord della Striscia di Gaza”,

Netanyahu: “Cessate il fuoco? Richieste Hamas irrealistiche”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Hamas “continua a proporre richieste irrealistiche” per una tregua tra Israele e Hamas durante il mese sacro islamico del Ramadan.

Israele ha accettato un cessate il fuoco di sei settimane in cambio del rilascio di alcuni dei suoi prigionieri detenuti da Hamas a Gaza. Ma l’organizzazione islamista ha insistito che sarà necessario solo un accordo che preveda un “cessate il fuoco permanente” e il ritiro completo delle truppe israeliane.

Nuove sanzioni del Dipartimento americano contro  coloni in Cisgiordania

Intanto il Dipartimento di Stato americano ha annunciato nuove sanzioni contro tre coloni israeliani e due fattorie nella Cisgiordania occupata, poiché l’amministrazione prende di mira le minacce alla pace e alla sicurezza nell’area.

Le ultime sanzioni riflettono un ordine esecutivo firmato il mese scorso dal presidente Joe Biden volto a prendere di mira i coloni israeliani violenti in Cisgiordania che, secondo lui, minano la stabilità nell’area.

Il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller ha affermato che “dai terribili attacchi terroristici contro Israele del 7 ottobre, la violenza in Cisgiordania è aumentata notevolmente”.

Strage di civili a Gaza durante la distribuzione degli aiuti. Israele: ” Abbiamo sparato solo colpi di avvertimento” Nel marasma oltre 100 persone uccise

Superata la soglia dei 30mila morti. Il Pentagono accusa e poi «frena»

 

Assalto al cibo e spari nel mucchio. L’orrore: oltre 100 morti, centinaia di feriti. La strage di civili Gaza, stavolta durante la distribuzione di aiuti, è l’ennesima pagina nera della crisi in Medioriente in un quadro in cui l’accordo tra Israele e Hamas diventa sempre più complesso. Israele respinge le accuse mentre scorrono le immagini del caos alla rotonda di Nabulsi in Al-Rashid Street. Migliaia di persone stremate attorno ai camion che distribuiscono aiuti all’alba. I soldati israeliani aprono il fuoco, i camion si mettono in marcia. Nel marasma, oltre 100 morti, con molte persone travolte dai mezzi pesanti.

Le forze di difesa israeliane hanno sparato colpi di avvertimento nel tentativo di disperdere la folla che si era avventata contro un convoglio di aiuti nel nord della Striscia di Gaza, “non c’è stato alcun raid”.. si apprende da Israele.

“L’Idf ha coordinato – si precisa- un convoglio di 38 camion per fornire ulteriore assistenza umanitaria ai residenti del nord di Gaza”,  mentre gli aiuti si avvicinavano ai gazawi, “a migliaia si sono precipitati sui camion, alcuni hanno iniziato a spingere violentemente e a calpestare altri gazawi fino alla morte, saccheggiando le forniture umanitarie”.

Israele avverte: Chiusura ora delle Moschee e Hamas replica: “Qualsiasi danno alla libertà di culto non passerà senza conseguenze”

 

La Spianata delle Moschee - (Fotogramma)

 

 

 ”Limitare l’accesso dei palestinesi nella moschea di Al-Aqsa durante il Ramadan”viene ritenuta da parte di Hamas un a “decisione criminale.” La chiusura della Spianata delle Moschee ai palestinesi promuove, sostiene Hamas in un comunicato, ”la criminalità sionista e la guerra religiosa condotta dal gruppo di coloni estremisti del governo di occupazione terroristico contro il nostro popolo palestinese e la violazione della libertà di culto nella benedetta Al-Aqsa Moschea”.

A tal fine Hamas chiede ”al nostro popolo palestinese nei Territori occupati, ad Al-Quds (Gerusalemme, ndr) e nella Cisgiordania occupata, di respingere questa decisione criminale, di resistere all’arroganza dell’occupazione” e di ”mobilitarsi, recarsi e stazionare nella benedetta Moschea di Al-Aqsa’‘.

Inoltre Hamas avverte Israele che ”qualsiasi danno alla Moschea di Al-Aqsa o alla libertà di culto in essa contenuta non passerà senza conseguenze” e annuncia una ”benedetta intifada ed esplosione di fronte all’ingiustizia, all’arroganza e all’aggressione”.

Media: 70 palestinesi uccisi in raid israeliani nel centro di Gaza

Si apprende intanto che sarebbero  almeno 70 civili palestinesi caduti in seguito ai raid aerei condotti nella notte nel centro della Striscia di Gaza.   Ad essere preso di mira in particolare il campo profughi di Nuseirat, la zona di Zuwaida e la città di Deir al-Balah.

Gli ultimi attacchi israeliani hanno anche causato la morte di 16 persone nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, mentre altri cinque palestinesi sono stati uccisi nel nord dell’enclave palestinese.

Oggi all’AIA la prima udienza della Corte internazionale di giustizia contro Israele

E oggi si apre all’Aia la prima udienza della Corte internazionale di giustizia (Cig) per fare luce sulla politica israeliana in Cisgiordania e nei Territori palestinesi occupati. I primi a testimoniare saranno proprio i palestinesi e in particolare il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Riyad al-Maliki. All’udienza, che durerà una settimana, parteciperanno 52 Stati e tre organizzazioni internazionali. Il mese scorso la Cig aveva chiesto a Israele di prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza e di fare tutto quanto era nelle sue possibilità per proteggere i civili palestinesi.

Era stata l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel dicembre del 2022, a chiedere alla più alta Corte dell’Onu un parere consultivo e non vincolante sulle conseguenze legali delle azioni di Israele nei confronti dei palestinesi nei territori occupati La richiesta era quindi arrivata prima dagli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele e della successiva rappresaglia sulla Striscia di Gaza.

Israele ha preso il controllo della Cisgiordania e di Gerusalemme Est nel 1967. Oggi in quei territori vivono circa 700mila coloni israeliani e tre milioni di palestinesi. I palestinesi rivendicano i territori per uno stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale.

 

Netanyahu: ” Riconoscere lo Stato della Palestina significherebbe premiare i terroristi e impedire ogni accordo di pace”

 

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Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo un nuovo colloquio sulla guerra a Gaza con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che Israele respinge senza riserve i diktat internazionali” sul riconoscimento di uno Stato palestinese e ritiene che tale accordo possa essere “raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni”.

Israele continuerà ad opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu -. Tale riconoscimento all’indomani degli attacchi del 7 ottobre rappresenterebbe tuttavia  un premio enorme per il terrorismo, come non ne abbiamo mai visti, e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”.

Biden: “No ad operazioni militari nel sud di Gaza se il piano di sicurezza dei civili non  è credibile”

Nel nuovo colloquio tra il presidente Usa e il primo ministro israeliano, riporta la Casa Bianca, Biden ha parlato della situazione a Rafah e ha ribadito che un’operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza ai civili della città nel sud della Striscia di Gaza.

Si apprende pure che il  presidente e Netanyahu hanno discusso anche dei negoziati sugli ostaggi in corso. Biden ha ribadito il suo impegno a lavorare “instancabilmente” per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile  visto che 132 giorni di prigionia portano allo sfinimento . Il presidente ed il primo ministro hanno discusso anche della situazione a Gaza e dell’urgenza di garantire che gli aiuti umanitari arrivino ai civili palestinesi che ne hanno disperato bisogno.

UN PIANO PER LA STRISCIA DI GAZA MA SUL FUTURO DELLA “PALESTINA” SCONTRI APERTI IN ISRAELE

 

Le divisioni interne al governo israeliano sul futuro della Palestina e del suo status non riconosciuto stanno diventando sempre più polemiche e divergenti .

A quasi tre mesi dall’inizio della guerra ad Hamas nella Striscia di Gaza, le divergenze di opinioni e le divisioni interne al governo israeliano sul futuro dell’enclave palestinese stanno diventando sempre più evidenti e, soprattutto, pubbliche.

Case del campo di Jabaliya distrutte da bombardamenti israeliani nel 2012 foto wikipedia
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Giovedì scorso il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha infatti delineato un programma che non prevede sia il controllo di Hamas sull’enclave sia tantomeno la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il piano è stato criticato duramente dal ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, che ha invece sostenuto con forza l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Il ministro, in particolare, ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei suoi civili al termine del conflitto.

Nella giornata di ieri si è consumato lo scontro aperto tra alcuni dei principali politici israeliani dopo quella che una fonte ha descritto come una ‘lotta’ in una riunione del gabinetto di sicurezza su come gestire le indagini sugli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre scorso. Ma forti disaccordi pubblici si sono registrati anche sul piano postbellico per Gaza.

 Estrema destra contro il piano per Gaza

Giovedì scorso – si apprende -il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha infatti delineato un programma che non prevede sia il controllo di Hamas sull’enclave sia tantomeno la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il piano è stato respinto dal ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, che ha invece sostenuto con forza l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Il ministro, in particolare, ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei suoi civili al termine del conflitto.

“Superata la linea rossa” avverte l’Iran , rischio di un intervento generale del mondo arabo

 

Avvertimento dall’Iran: lo Stato ebraico ha “superato la linea rossa” e “potrebbe costringere tutti a intervenire”. Il rischio è proprio questo. di un intervento generale del mondo arabo e del Medioriente          Intanto scontri in Cisgiordania, morti 3 palestinesi. A Gaza tornano linee telefoniche e internet

Le tre lezioni della guerra tra Hamas e Israele - Pierre Haski -  Internazionale
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Nelle prossime ore “verranno rafforzati gli sforzi umanitari per Gaza, guidati da Egitto e Stati Uniti”.
Le Idf “hanno avvertito per più di due settimane gli abitanti di Gaza, con diversi mezzi di comunicazione, affinché stiano lontani dalle postazioni di Hamas. Oggi insistiamo sull’urgenza di questo monito: i civili nel nord di Gaza e a Gaza City devono spostarsi temporaneamente verso sud, verso luoghi più sicuri, dove possono avere acqua, cibo e medicine”.

Aumenta intanto il numero delle truppe israeliane dispiegate nel quadro dell’operazione nella Striscia di Gaza. 

Altre novità. Nel nord della Striscia di Gaza un ufficiale delle forze israeliane è intanto rimasto gravemente ferito dall’impatto di un colpo di mortaio e un altro soldato è rimasto ferito durante uno scontro a fuoco con Hamas. .

Si apprende che sono circa 450 gli obiettivi di Hamas colpiti nelle ultime 24 ore nelle operazioni di caccia israeliani nella Striscia di Gaza,. Nel mirino, centri di comando di Hamas, postazioni di osservazione e per il lancio di missili anticarro.

“I crimini del regime sionista hanno superato le linee rosse, fatto che potrebbe costringere tutti a intervenire –  Washington ci chiede di non fare nulla, ma continua ad assicurare ampio sostegno a Israele. Gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’asse della resistenza (le forze sostenute dall’Iran in Medio Oriente, Hamas e gli Hezbollah libanesi compresi) , ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia”.

Tre palestinesi sono rimasti uccisi in scontri con le forze israeliane registrati nelle ultime ore in Cisgiordania.

 

Oggi vertice in Egitto dei leader di tutto il mondo -assenti Israele, Stati Uniti- per la pace e una soluzione immediata per due milioni di persone a Gaza senza cibo ed acqua

 

Oggi    vertice per la pace in Medio Oriente, Egitto, mentre l’operazione di terra di Israele a Gaza contro Hamas è imminente, si sta pensando pure ad un governo ad interim e il valico di Rafah è rimasto chiuso anche nelle ultime 24 ore, nonostante l’accorato appello del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, presente sul posto.

Cairo, vertice per la pace in Medio Oriente: al-Sisi invita Meloni al summit di sabato | Sky TG24

Ospiti del presidente dell’Egitto Abdel Fatah al Sisi  i leader e i ministri degli Esteri di una ventina di Paesi:  Giorgia Meloni, rappresenterà l’Italia ed  interverrà alla prima sessione del mattino. Poi,  potrebbe volare a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Il summit convocato da al Sisi – che dovrebbe concludersi con una dichiarazione finale che sia un coro unanime, chiederà “un avvio urgente delle discussioni per una soluzione complessiva del conflitto israelo-palestinesi, basata sulla soluzione dei due Stati”. Centrale sarà il punto dell’arrivo degli  aiuti umanitari, su cui continua un difficile negoziato che riguarda condizioni e restrizioni per evitare che arrivino nelle mani di Hamas.

Ieri al valico di Rafah è arrivato Guterres, dove, ha detto, “è impossibile stare senza avere il cuore spezzato: dietro a queste mura ci sono 2 milioni di persone a Gaza senza acqua, cibo, medicine, carburante. Da questa parte, questi camion hanno ciò di cui hanno bisogno. Dobbiamo farli muovere il prima possibile e tutti quelli che sono necessari”.

Il ministero degli Esteri egiziano ha accusato i “media occidentali” di “bersagliare” il Cairo sulla crisi umanitaria a Gaza. Ahmed Abu Zeid ha denunciato il tentativo di “ritenere l’Egitto responsabile per la chiusura del valico nonostante gli attacchi mirati israeliani e il rifiuto a far entrare aiuti e di aver insinuato di recente una responsabilità egiziana per aver ostacolato l’uscita di cittadini di Paesi terzi”. Secondo il ministero degli Esteri, “il valico di Rafah è aperto e l’Egitto non è responsabile per gli ostacoli all’uscita di cittadini di Paesi terzi“.

Al summit assenti: Israele, gli Stati Uniti,e poi l”Iran, il ‘padrino’ di Hamas, Hezbollah e Houthi che stanno infiammando tutti i fronti di guerra con lo Stato ebraico.

Assicura la presenza  il presidente palestinese Mahmoud Abbas e poi re Abdullah di Giordania, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il re del Bahrein Hamad bin Isa al Khalifa. Per la Russia dovrebbe esserci l’inviato per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov.

Fra i leader europei la Spagna, con il premier Pedro Sanchez, nella sua veste di presidente di turno della Ue, Francia, Germania e Regno Unito saranno rappresentati dai ministri degli Esteri, e ci saranno il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente cipriota Nikos Christodoulides. Per la Ue il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ma non la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sempre più nell’occhio del ciclone per prese di posizione che sono sembrate ‘troppo filo israeliane’.

Israele, raid a Gaza

Fiume di sangue tra Israele e Gaza..

Vittime ancora negli scontri tra Israele e Gaza E’ salito ad almeno otto palestinesi uccisi e circa cinquecento feriti il bilancio degli scontri con le forze della sicurezza israeliane. Il Comunicato Stampa pervenuto dal Ministero della Sanità della Palestina è diffuso dall’Agenzia.Lo pubblichiamo: “Il ministero della Sanità palestinese ha precisato che alcuni manifestanti sono stati feriti da proiettili, mentre altri hanno avuto problemi respiratori legati all’uso di gas lacrimogeni da parte delle forze di sicurezza israeliane.

 L’esercito israeliano (Idf) ha accusato Hamas di aver messo in pericolo la vita di una bambina. “Una bambina palestinese di sette anni – si legge in un comunicato dell’esercito, citato dal Jerusalem post – è stata mandata da Hamas verso la barriera del confine, di fronte ai soldati israeliani. Le forze dell’Idf hanno immediatamente realizzato che si trattava di una bambina e si sono assicurati che fosse riportata al sicuro dai familiari. L’organizzazione terroristica di Hamas usa con cinismo donne e bambini, mandandoli verso il confine e mettendo a rischio le loro vite”.

Sono 20mila i palestinesi che partecipano alle proteste lungo il confine fra Gaza e Israele, secondo l’ultima stima dell’esercito israeliano. Il generale israeliano Eyal Zamir, capo del comando meridionale dell’Idf, ha affermato che l’esercito ha identificato “tentativi di compiere attacchi terroristici sotto la copertura delle proteste”.