Sanremo “non è un modello di libertà” ma manipolazione della”giuria d’onore”- Dal prossimo anno-forse – solo Televoto

 

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Nella foto d’Archivio Claudio Bisio sembra dire: “Quante critiche, basta..”

 

di    Raffaele   Lanza

 

Sanremo, modello di ingiustizie e di polemiche. Non è un modello di libertà se è vero com’è vero che persino i vertici di Viale Mazzini,per la prima volta nella storia musicale, hanno contestato il fatto che l’italo-egiziano sia arrivato prima con il voto delle giurie mentre Ultimo, secondo classificato, sia stato l’artista più votato dal pubblico.Una incongruenza assurda, illogica.      Finalmente un giornalista di spessore, il presidente della Rai, Marcello Foa parla di “sproporzione, un chiaro squilibrio tra il voto popolare e una giuria composta da poche decine di persone che ha provocato le polemiche” sottolineando che il sistema “va corretto”.

– Il sistema di votazione si compone di tre parti: il televoto (50% sulla classifica di fine serata), il voto della sala stampa (30%) e il voto della giuria d’onore (20%). Sabato sera la sala stampa e la giuria d’onore hanno decretato vincitore Mahmood mentre i telespettatori hanno preferito Ultimo, votando poi Il Volo al secondo posto e Mahmood al terzo. Nel dettaglio, il 46,5% del pubblico a casa ha votato per Ultimo, il 39,4% per Il Volo e il 14,1% per Mamhood. Il dato finale è stato però invertito: Mahmood ha vinto con il 38.9%, Ultimo è arrivato secondo con il 35.6% e Il Volo ha ottenuto il 25.5%.

Chi controlla poi – sotto il profilo operativo – questi voti – resta un mistero Come un mistero resta il meccanismo che ha reso possibile di televotare da casa alla gente che ha assegnato il  46,5%,al cantante Ultimo e poi un altro artista (Mahmood, ndr) sia arrivato al 14% La differenza di più del 30% viene completamente ribaltata dai giudizi di giornalisti e da 8 persone, la giuria d’onore, che con la musica c’entra poco o nulla”. La giuria d’onore ha tenuto certamente nell’occasione un comportamento poco onorevole  Essa ricorderemo  – composta da Ferzan Ozpetek, Elena Sofia Ricci, Serena Dandini, Mauro Pagani, Claudia Pandolfi, Joe Bastianich, Camila Raznovich e Beppe Severgnini (a detta di Di Maio dei “radical chic”) –

Molte cose non hanno funzionato.Anche sotto il profilo tecnico si sono verificati continui guasti nella duplicazione dei suoni. Il più danneggiato risulterebbe Nino D’Angelo che ha espresso a riguardo un vibrato disappunto.  Molti cantanti si sono dati davvero alla fuga rifiutando la partecipazione alle trasmissioni Rai e a rilasciare interviste.  Loredana Bertè sembra la più depressa. Sperava con la sua bella canzone, che aveva fatto alzare tutto il pubblico in sala, di vincere la gara canora.Oggi – sensibile com’è la Bertè- è disperata come lo era all’epoca sua sorella Mia Martini, ricordata nella competizione  Certamente questo Sanremo non rappresenta un modello di libertà. Tale assunto è confermato pure da Vittorio Sgarbi secondo il quale il risultato è opera di manipolazione di un ristretto numero di persone -la giuria incompetente – che non ha tenuto conto della volontà popolare”

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Vittorio Sgarbi: “Sanremo non rappresenta un modello di libertà..”

 – Altri promettono innovazioni il prossimo anno sul  sistema di votazione.  Il vicepremier Luigi Di Maio  lancia una proposta più obiettiva : “La giuria, composta da critici musicali del ‘calibro’ di Beppe Severgnini, e la sala stampa hanno totalmente ribaltato il risultato del televoto – ha scritto su Facebook -. Non ha vinto quello che voleva la maggioranza dei votanti da casa, ma quello che voleva la minoranza della giuria, composta in gran parte da giornalisti e radical chic. E qual è la novità? Questi sono quelli sempre più distanti dal sentire popolare e lo hanno dimostrato anche nell’occasione di Sanremo”. Quindi ha suggerito che il prossimo anno “il vincitore si potrebbe far scegliere solo col televoto, visto che agli italiani costa 51 centesimi”.

A questo punto diventano  una vergogna autentica i compensi alti assegnati ai protagonisti del Festival 

Non è accettabile neppure  che dopo aver fatto giocare i concorrenti e votare la giuria persino Claudio Baglioni, direttore artistico e deus ex machina del Festival adesso esso stesso critichi il sistema del voto affermando di essere favorevole ad “alzare il peso del televoto” .