Addio al grande attore Pino Caruso: simbolo della Sicilia, della Cultura, dell’Umanità e della comicità siciliana

di  R.Lanza

 

L’attore( nella foto il primo a sx) era malato da tempo

Pino Caruso,non c’è più,l’attore, il grande comico siciliano, l’amico di tutti è scomparso ieri sera a Roma, i funerali si svolgeranno domani.Lascia un grande dolore e per chi lo ha conosciuto l’orgoglio di aver dialogato con una persona straordinaria, partecipativa, di grande sostegno alla Cultura di Palermo. Addio Pino Caruso. Il tempo che passa inesorabile non si ferma con nessuno. Quella soglia dobbiamo superarla tutti. Caruso lascia francamente un vuoto enorme qui in Sicilia dove era stimato ed amato da tutti, se ne va a 84 anni. La commozione è grande perchè l’attore aveva accompagnato la nostra giovinezza.

Il grande artista  ha iniziato la sua carriera come attore drammatico debuttando al Piccolo Teatro di Palermo il 16 marzo 1957 con un breve ruolo ne ‘Il giuoco delle parti’ di Luigi Pirandello. Maschera siciliana Caruso, palermitano classe 1934, si trasferisce nel 1965 a Roma passando al cabaret Il Bagaglino dove resta fino al 1967. Alfiere della cultura palermitana insieme alla coppia formata da Cicco e Franco e a Lando Buzzanca, Caruso approda in televisione nel 1968 partecipando alla trasmissione Rai ‘Che domenica amici’ dove tiene la rubrica settimanale ‘Diario siculo’. Ancora in televisione, Caruso partecipa a ‘Gli amici della domenica’ (1970), ‘Teatro 10’ (1971), e ‘Dove sta Zazà di Castellacci’, Pingitore e Falqui. Nel 1975 partecipa a ‘Mazzabubù’ sempre di Castellacci e Pingitore, per la regia di Falqui.

                                       -” CIAO   A  TUTTI ” –

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Nel 1979 è protagonista con Ornella Vanoni di ‘Due come noi’. Nel 1981 insieme a Milva è protagonista di ‘Palcoscenico’ per la regia di Antonello Falqui. Nel 1982 firma i testi di ‘Che si beve stasera?’ in onda su Rai2, per la regia di Paolo Poeti. Nel 1983 scrive e dirige per Rai3 ‘Lei è colpevole, si fidi’ (da un’idea di Vittorio Sindoni), un film satirico sul caso Enzo Tortora e sulla cattiva giustizia, interpretato oltre che dallo stesso Caruso, da Renzo Arbore, Oreste Lionello, Enrico Montesano, Gigi Proietti, e Luciano Salce, tutti nei panni di se stessi. Tra l’inizio degli anni Settanta e l’inizio della seconda metà degli anni Ottanta è stato ospite di varie trasmissioni televisive, tra le quali ‘Canzonissima’ (1971), ‘Teatro 10’ (1972), ‘Portobello’ (1977), ‘Fantastico’ (1984) e simili. Per più stagioni è stato ospite fisso di ‘Domenica in’, con Pippo Baudo (dal 1984 al 1986) e con Raffaella Carrà (stagione 1986-1987), e per quest’ultima partecipazione è stato premiato con il Premio Regia Televisiva.     Altre cose possiamo annoverare nell’elenco artistico. Ma anche giornalistico perche’ amava partecipare ai dibattiti culturali sui quotidiani dell’Isola. Parlava di teatro e delle difficoltà in cui oggi si muove il Teatro.  “Oggi l’artista o l’attore deve essere anche un manager, un burocrate se si vuole andare avanti” ripeteva spesso in diverse conversazioni da salotto.

Caruso affianca il teatro interpretando ‘Il don Giovanni involontario di Vitaliano Brancati’ per il Teatro Stabile di Catania. Legato alla sua Sicilia e in particolare a Palermo, l’attore dal 1995 al 1997, su nomina del sindaco Leoluca Orlando progetta e dirige la manifestazione ‘Palermo di scena’. Caruso rinnova il tradizionale Festino, trasformandolo in rappresentazione teatrale, itinerante, a tutti gli effetti. Nel 2003 è protagonista di ‘Tutto per bene’ di Luigi Pirandello e nel 2004 de ‘Le Vespe di Aristofane’, al Teatro Greco di Siracusa. Nel 2009 interpreta il monologo ‘La voce dei vinti’ e, per il Teatro Stabile di Palermo, interpreta, curandone anche la regia, il monologo ‘Mi chiamo Antonio Calderone’, di Dacia Maraini, tratto dal libro di Pino Arlacchi ‘Gli uomini del disonore’.