ONU: approvata la risoluzione (vincolante nel diritto internazionale) per il cessate il fuoco immediato e il rilascio incondizionato degli ostaggi

Riva del Garda celebra il 75° anniversario dell'ONU ...

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L’ONU, l’organo più potente delle Nazioni Unite, che ha espresso “profonda preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza”, oggi ha richiesto il cessate il fuoco immediato e  il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti dall’organizzazione militante palestinese Hamas. Questa risoluzione- afferma il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres-deve essere attuata. Un fallimento sarebbe imperdonabile”…

Gli Stati Uniti, che detengono il potere di veto, si sono astenuti dal voto, permettendo così l’adozione della risoluzione. Gli altri 14 membri della commissione hanno votato a favore.

Si apprende che l’ambasciatore del Mozambico, Pedro Comissário Afonso, abbia  presentato la risoluzione, sostenuta da Algeria, Guyana, Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico, Sierra Leone, Slovenia, Sud Corea e Svizzera, ricordando che i 10 membri eletti del Consiglio hanno costantemente sostenuto le altre dichiarazioni per il cessate il fuoco.

“Abbiamo proposto l’attuale risoluzione che domanda un immediato cessate il fuoco durante il periodo sacro – ha detto riferendosi al Ramadan – che conduca allo stesso tempo verso un cessate il fuoco permanente e sostenibile. La proposta  richiede un immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi e sottolinea che l’accesso umanitario sia permesso per affrontare tutte le necessità mediche ed umanitarie a Gaza”.

Prima del voto la Russia ha cercato di cambiare il testo per  sostituire la parola  immediato con permanente per il cessate il fuoco  richiesto. Ma il tentativo della Russia non è riuscito.

La risoluzione, vincolante per il diritto internazionale, aumenta ulteriormente la pressione internazionale sulle parti in conflitto, Israele e Hamas. Bisognerà ora capire in che misura la risoluzione avrà un’influenza sulle decisioni prese dal governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu o da Hamas sul prosieguo della guerra. Se Netanyahu non dovesse allinearsi alla decisione dell’ONU rischierebbe l’isolamento  generale in primis degli Stati Uniti.

Usa

L’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, dopo l’approvazione della risoluzione, ha affermato:  “Il Consiglio Onu oggi si è espresso in sostegno degli sforzi diplomatici condotti da Usa, Qatar e Egitto per arrivare a un immediato cessate il fuoco sostenibile, garantire l’immediato rilascio di tutti i palestinesi e aiutare ad alleviare le sofferenze dei civili palestinesi a Gaza che hanno una terribile necessità di protezione e aiuti umanitari che salvano la vita”.

Gli Stati Uniti sostengono a pieno questi obiettivi cruciali”, ha concluso la diplomatica, parlando al Consiglio dopo il voto e ricordando come questi fossero “il fondamento della risoluzione che abbiamo presentato la scorsa settimana e che è stata bloccata dal veto da Russia e Cina”.

Israele insiste sulla richiesta di dimissioni del segretario Onu- Guterres replica, necessario ristabilire i fatti nel rispetto delle vittime..”

Israele chiede le dimissioni di Guterres: "le sue posizioni sono immorali"  | Euronews

 

Guterres (nella foto) non ci sta a essere linciato da Gerusalemme.”Sono scioccato dal travisamento di alcune mie dichiarazioni, come se io stessi giustificando gli atti di terrorismo di Hamas. Questo è falso, era il contrario”. Così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, replica ai durissimi attacchi di Israele che ha chiesto le sue dimissioni. “Credo che sia necessario ristabilire i fatti, specialmente nel rispetto delle vittime e delle loro famiglie”

Guterres ha affermato che nel suo discorso all’Onu ha condannato in modo inequivocabile “gli orribili e senza precedenti atti di terrorismo di Hamas in Israele“. Ed ha detto che “nulla può giustificare l’uccisione deliberata, il ferimento e il rapimento di civili, o il lancio di razzi contro obiettivi civili”.

Ma ho parlato dei torti nei confronti del popolo palestinese – ha aggiunto – e nel farlo ho detto ‘ma nessun torto del popolo palestinese può giustificare gli sconvolgenti attacchi di Hamas”.

Il segretario generale dell’Onu ha poi affermato sui social  che “per alleggerire le sofferenze, rendere la consegna degli aiuti più facile e sicura e facilitare il rilascio degli ostaggi, torno a lanciare un appello per un immediato cessate il fuoco umanitario“.  Anche la Russia assume la posizione del “cessate il fuoco” al Consiglio di sicurezza

Il discorso di Guterres che ha creato scintille con Israele

Aprendo le discussioni della riunione speciale del Consiglio di Sicurezza Onu sulla crisi in Medio oriente il vertice Onu aveva sottolineato che per quanto nulla possa giustificare gli attacchi di Hamas “è importante riconoscere che non sono venuti dal nulla, i palestinesi sono soggetti da 56 anni ad una soffocante occupazione”. Guterres aveva poi sottolineato che le rivendicazioni dei palestinesi “non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas, così come questi spaventosi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.

Oggi vertice in Egitto dei leader di tutto il mondo -assenti Israele, Stati Uniti- per la pace e una soluzione immediata per due milioni di persone a Gaza senza cibo ed acqua

 

Oggi    vertice per la pace in Medio Oriente, Egitto, mentre l’operazione di terra di Israele a Gaza contro Hamas è imminente, si sta pensando pure ad un governo ad interim e il valico di Rafah è rimasto chiuso anche nelle ultime 24 ore, nonostante l’accorato appello del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, presente sul posto.

Cairo, vertice per la pace in Medio Oriente: al-Sisi invita Meloni al summit di sabato | Sky TG24

Ospiti del presidente dell’Egitto Abdel Fatah al Sisi  i leader e i ministri degli Esteri di una ventina di Paesi:  Giorgia Meloni, rappresenterà l’Italia ed  interverrà alla prima sessione del mattino. Poi,  potrebbe volare a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Il summit convocato da al Sisi – che dovrebbe concludersi con una dichiarazione finale che sia un coro unanime, chiederà “un avvio urgente delle discussioni per una soluzione complessiva del conflitto israelo-palestinesi, basata sulla soluzione dei due Stati”. Centrale sarà il punto dell’arrivo degli  aiuti umanitari, su cui continua un difficile negoziato che riguarda condizioni e restrizioni per evitare che arrivino nelle mani di Hamas.

Ieri al valico di Rafah è arrivato Guterres, dove, ha detto, “è impossibile stare senza avere il cuore spezzato: dietro a queste mura ci sono 2 milioni di persone a Gaza senza acqua, cibo, medicine, carburante. Da questa parte, questi camion hanno ciò di cui hanno bisogno. Dobbiamo farli muovere il prima possibile e tutti quelli che sono necessari”.

Il ministero degli Esteri egiziano ha accusato i “media occidentali” di “bersagliare” il Cairo sulla crisi umanitaria a Gaza. Ahmed Abu Zeid ha denunciato il tentativo di “ritenere l’Egitto responsabile per la chiusura del valico nonostante gli attacchi mirati israeliani e il rifiuto a far entrare aiuti e di aver insinuato di recente una responsabilità egiziana per aver ostacolato l’uscita di cittadini di Paesi terzi”. Secondo il ministero degli Esteri, “il valico di Rafah è aperto e l’Egitto non è responsabile per gli ostacoli all’uscita di cittadini di Paesi terzi“.

Al summit assenti: Israele, gli Stati Uniti,e poi l”Iran, il ‘padrino’ di Hamas, Hezbollah e Houthi che stanno infiammando tutti i fronti di guerra con lo Stato ebraico.

Assicura la presenza  il presidente palestinese Mahmoud Abbas e poi re Abdullah di Giordania, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il re del Bahrein Hamad bin Isa al Khalifa. Per la Russia dovrebbe esserci l’inviato per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov.

Fra i leader europei la Spagna, con il premier Pedro Sanchez, nella sua veste di presidente di turno della Ue, Francia, Germania e Regno Unito saranno rappresentati dai ministri degli Esteri, e ci saranno il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente cipriota Nikos Christodoulides. Per la Ue il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ma non la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sempre più nell’occhio del ciclone per prese di posizione che sono sembrate ‘troppo filo israeliane’.

Israele, raid a Gaza

Papa Francesco: troppo debole ancora l’impegno del mondo sul Clima

 

Risultati immagini per immagine del papa e clima

Il cambiamento climatico è uno dei “fenomeni più gravi e preoccupanti del nostro tempo” dinanzi al quale serve una “risposta collettiva”, una “reale volontà politica” e nuovi modelli di consumo “coerenti con la dignità umana”. Così Papa Francesco n occasione dell’odierna apertura a New York del summit mondiale Onu sui cambiamenti climatici  esordisce al centro anche dell’Enciclica “Laudato sì”

ALLE PAROLE DEVONO SEGUIRE AZIONI CONCRETE”

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Il Papa si chiede quale sia l’effettivo impegno degli Stati che definisce ancora molto “fluido” e lontano dagli obiettivi prefissati: l’umanità degli inizi del XXI secolo – è il suo auspicio – dovrebbe essere ricordata per l’assunzione delle sue gravi responsabilità. Il tempo c’è, così come ci sono le soluzioni ad un degrado che  prima ancora che ambientale è umano, etico e sociale

Da rinnovare sono i modelli di consumo e produzione, i processi di educazione e sensibilizzazione: un “altro tipo di progresso” al servizio della persona, della pace e dell’ambiente e misurato sulla “dignità umana”. Necessarie a questo scopo sono tre qualità morali che Francesco ribadisce con forza  incoraggiando i partecipanti a farle proprie: onestà, coraggio e responsabilità.