Vecchio eletto presidente di Confindustria Sicilia, gli auguri di Schifani e Falcone e la speranza di nuove occupazioni

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Auguri e complimenti di buon lavoro a Gaetano Vecchio per l’elezione a presidente di Confindustria Sicilia.
Il mio governo continuerà ad avere un confronto aperto e libero nei riguardi dell’organizzazione rappresentativa delle imprese che, nell’ultimo anno, si è contraddistinta per un rapporto di idee proficuo e leale con la Regione in tema di politiche imprenditoriali. Un percorso che ha prodotto risultati positivi per lo sviluppo della nostra Isola, sia per l’aumento dell’occupazione sia per il notevole aumento del gettito erariale legato soprattutto alle imposte provenienti dalle società giuridiche».
Lo afferma il presidente della Regione, Renato Schifani, commentando l’elezione del neo presidente di Confindustria Sicilia, Gaetano Vecchio. Anche l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone si congratula per l’elezione di Vecchio: «Conosciamo bene le capacità e le qualità umane e professionali indiscusse di Gaetano Vecchio, nuovo presidente di Confindustria Sicilia, a cui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro. Siamo certi saprà lavorare proficuamente nell’interesse non solo dell’imprenditoria isolana, ma anche dell’economia e della società della nostra regione. Industria, capitale umano, ambiente e infrastrutture sono le sfide che la Sicilia deve saper cogliere, per poter finalmente colmare il gap con le regioni più virtuose d’Italia e d’Europa ed è un bene che siano al centro dei programmi della nuova governance di Confindustria. Il governo Schifani è pronto a fare la propria parte, proseguendo nel dialogo con il comparto industriale e imprenditoriale della Sicilia».

Regione Sicilia, un anno di governo. Schifani: «Aumentano le entrate e si riduce il disavanzo»

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Palermo,

Aumento delle entrate, riduzione del disavanzo e accelerazione nei pagamenti. Sono tre dei risultati più importanti ottenuti nel primo anno dal governo regionale e presentati oggi in conferenza stampa dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

«Il 2023 – ha detto il governatore – si è chiuso con un aumento delle entrate tributarie della Regione di circa 1,3 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 10 per cento rispetto al 2022. Questo maggiore introito scaturisce soprattutto dall’aumento dei versamenti di Irpef, Ires, Iva e bollo auto. Per effetto di questo maggiore gettito, si prevede quindi che, con il Rendiconto al 31 dicembre 2023, il disavanzo possa ridursi di ulteriori 1,8 miliardi di euro circa, arrivando così a 2,9 miliardi. Dati che sono la diretta conseguenza della ripresa economica in corso in Sicilia dovuta anche alle imponenti iniezioni di liquidità che abbiamo realizzato nel mondo produttivo dell’isola».

Il presidente ha ricordato anche come nel 2023 sia aumentata l’erogazione dei pagamenti da parte della Regione alle imprese. «È cresciuta di 1,8 miliardi di euro rispetto al 2022 e di 2,4 miliardi rispetto al 2021. Al 31 dicembre 2023 sono stati immessi sul mercato 18,6 miliardi di euro, riducendo i tempi d’attesa di circa 5 mesi. Questo è un risultato importantissimo per le aziende che possono contare ora sulla certezza dei pagamenti in tempi più brevi e, conseguentemente, cresce il livello di fiducia nei confronti della pubblica amministrazione regionale».

Schifani ha annunciato anche la chiusura della spesa del Po Fesr 2014-2020 «senza incorrere nel disimpegno delle somme». «A seguito delle misure correttive introdotte dal governo regionale a luglio del 2023 e approvate dall’Unione Europea – ha spiegato – la spesa effettuata a fine programma, secondo le prime stime, dovrebbe attestarsi tra i 4 e i 4,4 miliardi di euro, raggiungendo o addirittura superando il target di 4,025 miliardi stabilito da Bruxelles». Nel dettaglio, le misure correttive apportate hanno riguardato principalmente: 345 milioni per il bonus energia famiglie, 110 milioni all’Irfis per le imprese, 80 milioni per fronteggiare il caro energia per le imprese, 40 milioni per il dissesto idrogeologico, 50 milioni per l’edilizia scolastica e 40 milioni per la depurazione.

Altri due obiettivi sono stati evidenziati dal presidente della Regione Schifani in conferenza stampa: il nuovo accordo Stato-Regione e la legge di stabilità e il bilancio regionali approvati nei termini, scongiurando l’esercizio provvisorio.

«Dopo vent’anni – ha detto il governatore – è stata ridotta la compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria, dal 49,1 per cento al 42,5 per cento. La riduzione consente di liberare risorse per oltre 600 milioni di euro l’anno. Inoltre, abbiamo sbloccato la possibilità di effettuare nuove assunzioni e prevediamo che dal 2024 al 2026 saranno 1.252 le posizioni interessate».

 

Roma – Controlli della Finanza sull’operato delle imprese (1600 ) in vista della fine graduale del mercato tutelato

 

 

 

Roma

Con la graduale fine del mercato tutelato di luce e gas per famiglie e imprese resta alta l’attenzione-informa un Comunicato stampa della Finanza–  sui comportamenti dei venditori. Nel 2022, anno di transizione verso il mercato libero, si sono concentrate sui venditori di elettricità e gas molte delle attività di controllo documentale e di ispezione svolte congiuntamente dalla Guardia di Finanza e ARERA nell’ambito del Protocollo di Intesa tra le due istituzioni, avviato nel 2001, che in particolare ha visto coinvolto il Nucleo Speciale Beni e Servizi, unità del Comando dei Reparti Speciali del Corpo.

Grazie agli accertamenti effettuati su oltre 1600 imprese, sono stati recuperati 1,2 milioni di euro nell’ambito dei controlli sulla qualità e la sicurezza dei servizi, sulla sostenibilità del sistema tariffario e sulla tutela dei clienti finali; a questi si aggiungono recuperi per 1,6 milioni di euro degli oneri di contribuzione al funzionamento dell’Autorità evasi dagli operatori e 2 milioni di euro di sanzioni irrogate nel 2022. Inoltre, è stata formulata un’istanza di insinuazione al passivo per indebita percezione dei contributi Cip/6 per altri 2 milioni di euro e l’importo recuperato sarà versato a Csea per ridurre il fabbisogno degli oneri generali di sistema a riduzione delle bollette.

Dai controlli sulla correttezza delle pratiche commerciali e delle condizioni di erogazione del servizio di vendita nel mercato libero, sono emerse criticità riguardo alle procedure di switching, sulla regolazione in materia di trasparenza dei documenti di fatturazione e in materia di fuel mix. Su quest’ultimo tema e sulle offerte di energia prodotta da fonti rinnovabili, sulle quali sono state riscontrate numerose violazioni, grazie all’avvalimento del Gse (deliberato nel corso del 2022) sarà possibile allargare i controlli futuri a tutti i venditori elettrici.

Nel dettaglio, per il settore elettrico le attività si sono concentrate sulla continuità del servizio e sul meccanismo di reintegro degli oneri generali, versati dalle imprese di distribuzione ma non incassati, che era stato introdotto dall’Autorità come garanzia a beneficio degli utenti e della tenuta del sistema.

Per il settore gas, invece, le verifiche si sono focalizzate sul funzionamento dei servizi di pronto intervento delle imprese di distribuzione e sull’applicazione delle regole poste anche a salvaguardia delle persone e delle cose dal rischio di esplosioni, scoppi e incendi. E nel 2022 si è registrato il numero più basso di incidenti da gas sugli impianti degli utenti finali dall’inizio della serie storica.

Le attività volte a garantire la tutela del consumatore e il corretto funzionamento del mercato sono al centro anche del programma di attività 2023 durante il quale, tramite controlli documentali e sopralluoghi, saranno verificati sia il rispetto dei costi dichiarati dalle imprese a fini del riconoscimento tariffario, sia le richieste presentate dai venditori di riconoscimento degli oneri generali di sistema non riscossi dai clienti finali e già versati ai distributori.

Infine, a tutela delle famiglie e delle piccole imprese sarà verificato, tra l’altro, il rispetto delle condizioni inderogabili stabilite dall’Autorità per le offerte standard di fornitura PLACET e, per i clienti in condizioni disagiate, la corretta erogazione dei bonus sociali luce e gas.

 

V I D E O  –

 

Economia regionale, le imprese siciliane riceveranno 155 milioni di euro

 

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Palermo

La Giunta regionale ha approvato ieri tre nuove azioni di sostegno economico alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti siciliani. Le misure di aiuto, predisposte dall’assessorato all’Economia e dal dipartimento Programmazione, derivano dalla riprogrammazione di economie per complessivi 155 milioni di euro dal Po Fesr 2014/20 e dal Piano sviluppo e coesione (Psc) finanziato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc).
Il primo intervento, dal valore di 70 milioni, prevede un incremento della dotazione finanziaria della Sezione speciale Sicilia del Fondo di garanzia per le pmi presso il ministero delle Imprese, per riattivarne l’operatività. Il Fondo, con il sostegno della Regione, potrà di nuovo assicurare gli investimenti o i progetti di sviluppo aziendale fornendo risorse per le garanzie dirette e le controgaranzie nelle operazioni finanziarie delle aziende.
La seconda misura deliberata dal governo regionale prevede l’assegnazione di 65 milioni di euro all’Irfis, finalizzati allo scorrimento delle graduatorie dei beneficiari di aiuti per l’emergenza Covid-19. Fino a oggi la Regione, attraverso il proprio istituto finanziario, ha assegnato prestiti fino a 100 mila euro per contenere le sofferenze delle imprese siciliane. Il nuovo stanziamento, derivante da economie del Psc, consentirà di estendere la platea degli operatori che accederanno ai finanziamenti.
Infine, un sostegno da 20 milioni di euro viene destinato dal governo regionale alla patrimonializzazione dei Consorzi di garanzia collettiva fidi (Confidi). L’intervento segue le interlocuzioni fra le rappresentanze di categoria e l’assessorato all’Economia e guarda al rafforzamento degli organismi di facilitazione del piccolo e medio credito per far fronte alle esigenze finanziarie di operatori, liberi professionisti e partite Iva indebolite dall’attuale congiuntura economica.

Proroga della Regione siciliana per accedere al “Bonus Energia”

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Prorogato il termine per la presentazione delle domande per accedere al “Bonus Energia” della Regione Siciliana. Lo stabilisce un decreto dell’assessorato regionale delle Attività produttive.

Per richiedere il contributo, che rientra nel piano “RePowerEU” per la ripresa e la resilienza rispetto alle ripercussioni sociali ed economiche della crisi dovuta alla pandemia Covid-19, ci sarà tempo fino al 26 giugno alle ore 12.

Il governo regionale inoltre, sta lavorando alle seguenti modifiche riguardo all’avviso relativo agli “aiuti alle imprese per maggiori costi legati alla crisi energetica”: innalzamento del contributo dal 30 al 100 per cento dell’incremento dei costi energetici del 2022 rispetto al 2021 e innalzamento della soglia massima di contributo per le imprese da 20 a 200 mila euro.

Bonus Energia Sicilia: ecco i potenziali beneficiari del bonus contro i rincari dei costi energia

 

 

 

Si allarga la platea di potenziali beneficiari del “Bonus Energia Sicilia”, la misura approvata dal governo regionale proposta dall’assessorato delle Attività produttive, per andare incontro all’aumento delle spese per le imprese dopo il rincaro dei costi dell’energia. La norma ha subito un’ulteriore modifica in giunta e adesso, oltre ai settori individuati, sarà estesa anche al comparto della sanità ed assistenza sociale residenziale e non residenziale. All’interno del settore ricadono infatti attività economiche particolarmente esposte agli effetti negativi del caro energia, fra cui le residenze sanitarie assistite e gli asili nido.

Beneficiari del contributo saranno i settori agricoltura, silvicultura e pesca che interessano oltre 83 mila imprese attive, e ancora estrazione di minerali da cave e miniere, attività manifatturiere, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, alcuni settori dediti al trasporto e magazzinaggio, attività di servizi di alloggio e di ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, istruzione, attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento e altre attività di servizi, a cui si aggiungono anche le attività sanitarie e di assistenza sociale per un totale di 351.491 aziende attive nell’Isola.

«Aiuteremo le imprese siciliane ad affrontare i rincari dei costi dell’energia causati dalla crisi internazionale a seguito del conflitto in Ucraina – afferma l’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo – aumenti che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende siciliane. Per questa ragione ci siamo attivati per erogare al più presto il “Bonus Energia”, grazie ai 150 milioni che il governo Schifani ha affidato al dipartimento delle Attività produttive per aiutare gli imprenditori della nostra Isola a fronteggiare il caro-bollette. Pubblicato l’avviso per fare domanda di partecipazione, le aziende avranno tempo fino a marzo. Il bonus darà respiro alle realtà aziendali nei vari comparti produttivi e alle tante famiglie che vi ruotano attorno».

Il contributo per le aziende sarà stabilito in funzione del fabbisogno di liquidità determinato dalla crisi energetica calcolato in percentuale (30%) sull’aumento (rispetto alle tariffe 2021) del costo energetico (gas o elettrico o entrambi) riferito al periodo dal primo febbraio 2022 alla data dell’ultima fattura di fornitura disponibile, in base alle fatture emesse nei confronti dell’impresa che partecipa alla procedura e riferite a una o più sedi operative ubicate in Sicilia (fino ad un massimo di tre sedi). Alle imprese che hanno registrato un aumento minimo di 5 mila euro sarà concesso l’aiuto che può essere massimo di 20 mila euro per ogni singola azienda. La domanda va presentata esclusivamente sul portale telematico sportelloincentivi.regione.sicilia.it dalle ore 12 del 14 febbraio 2023 alle ore 12 del 14 marzo 2023. L’avviso per le imprese è consultabile sul sito del dipartimento delle Attività produttive, al questo link.

Stangata in arrivo Bollette Luce e gas. Naturalmente pensioni e stipendi fermi

 

Aumenti luce e gas: la stangata di Ottobre
Si prepara la stangata

Bollette luce e gas, arriva la stangata per  imprese e famiglie .   Si fanno le prime stime, scendono in campo le associazioni dei consumatori.Nel primo trimestre di quest’anno le imprese saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019 (anno pre-pandemia), ben 14,7 miliardi di euro in più di energia elettrica e gas. Togliendo a questo importo 1,7 miliardi di misure di mitigazione introdotte dal Governo nelle settimane scorse, nel primo trimestre 2022 le aziende dovranno farsi carico di un extra costo pari a 13 miliardi: una vera e propria stangata. E’ la stima elaborata dalla Cgia di Mestre, che giudica ancora insufficiente la prossima misura annunciata dal Governo.

Rinnovo CCNL dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi: le novità  contributive - Previndai

Certo, il Premier Draghi ha annunciato che l’esecutivo sta elaborando qualcosa di positivo a riguardo . Pare di capire che questa misura dovrebbe aggirarsi tra i 5 e i 7 miliardi di euro. Sia chiaro, in termini assoluti parliamo di una cifra elevatissima; se confermata,-affermano le associazioni- sarebbe comunque del tutto insufficiente a mitigare i rincari che, in particolar modo le imprese, subiranno in questi primi 3 mesi dell’anno”

“Abbiamo inteso tutti che nel medio periodo dovremo ridurre la dipendenza dall’estero, aumentare la produzione di gas italiano e proseguire sulla strada degli investimenti nelle fonti rinnovabili. Le imprese, tuttavia, necessitano di misure in grado di calmierare immediatamente il caro bollette: i 5-7 miliardi ipotizzati in questi giorni non sono sufficienti; pertanto non abbiamo alternative. O salviamo le aziende, recuperando le risorse attraverso un nuovo scostamento di bilancio, altrimenti molte saranno destinate a chiudere o, nella migliore delle ipotesi, a ridurre drasticamente gli organici”.

Certo, l’obiezione di chi sostiene che siamo troppo indebitati e non possiamo farlo ulteriormente è legittimo. Ma è altrettanto legittimo segnalare che i soldi che risparmiamo, evitando di approvare aiuti importanti, saremo chiamati a spenderli erogando la Cig o l’indennità di disoccupazione a coloro che perderanno il posto di lavoro”, conclude l’associazione.

Con aumenti che in alcuni casi sfiorano anche il 400 per cento, i settori energivori sono più a rischio degli altri.   Sul  consumo del gas,  difficoltà  stanno colpendo le imprese del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione, la chimica etc. Per quanto concerne l’energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l’alimentare, il commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, etc.), alberghi, bar-ristoranti, altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, etc.).

Anche Tir, pescherecci e agricoltori sono allo stremo. A preoccupare il mondo del lavoro non sono solo i rincari di luce e gas, ma anche quello dei carburanti. Il gasolio per autotrazione, ad esempio, ha subito nell’ultimo anno un aumento di prezzo di oltre il 22 per cento. Molti settori, pertanto, rischiano di doversi fermare: l’autotrasporto, la pesca e l’agricoltura hanno già manifestato grande disappunto per la mancanza di interventi da parte del Governo, avverte la Cgia.

Le difficoltà colpiscono molte imprese e conseguentemente anche tanti distretti produttivi che sono il motore dell’economia e dell’export del Paese. Si tratta del cartario di Lucca-Capannori; materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova; metalli di Brescia-Lumezzane; metalmeccanico basso mantovano; metalmeccanico di Lecco; piastrelle di Sassuolo; termomeccanica Padova; vetro di Murano.

«MORTI BIANCHE, FORMAZIONE E INVESTIMENTI DESTINATI A IMPRESE QUALIFICATE PER CONTRASTARE IL FENOMENO

Edilizia, incidenti sul lavoro: scatta l’allarme sicurezza

CATANIA

Dati preoccupanti quelli relativi agli incidenti sul lavoro, in crescita nel 2021, che fanno scattare ancora una volta l’allarme sul tema della sicurezza nel mondo delle costruzioni. I tragici fatti di cronaca degli ultimi giorni hanno acceso i riflettori sui temi della «formazione, regolamentazione delle attività e investimenti per qualificare il settore edilizio», ha sottolineato il presidente di Ance Catania Rosario Fresta.

La Sicurezza sul lavoro è divenuta priorità assoluta – SUD LIBERTA’

«Un aspetto sul quale l’Associazione Nazionale Costruttori Edili ha richiesto di porre l’attenzione in tempi non sospetti e che oggi, con la ripresa dei cantieri grazie allo slancio dei bonus edilizi, diventa imprescindibile – ha proseguito Fresta – Inoltre, le agevolazioni hanno portato alla presenza nel mercato di imprese poco strutturate, che fanno cattiva concorrenza a chi ha storia, ma soprattutto esperienza e competenza».

Rispetto del contratto e investimenti in sicurezza e formazione: questi i tre elementi fondamentali individuati da Ance Catania. «La sicurezza non è un costo, ma è un elemento che fa parte del costruito e sinonimo di qualità dello stesso. La ripresa del Paese non deve rappresentare un rischio. Anzi, un’opportunità», ha continuato il presidente dei Costruttori Etnei. Portando avanti l’idea che «la quantità degli investimenti debba essere accompagnata da operatori sempre più competenti e, conseguentemente, da una formazione delle maestranze. Il vero rilancio è possibile solo se gli investimenti pubblici passino da imprese qualificate. “Qualificate” attraverso un lavoro regolamentato e un’adeguata formazione di tecnici e operai. Occorre un controllo sui contratti applicati. In un cantiere edile non è possibile assistere al proliferare di contratti diversi da quello delle costruzioni che da tempo, con le Scuole Edili, ha fatto della formazione un elemento centrale».

«Vorremmo che si possa parlare di una “strage finita” – ha concluso Fresta – perché la ripresa di un Paese civile non può essere una corsa alla spesa, ma la costruzione di un futuro solido e qualificante».

Palermo, “Operazione BIVIO”, una custodia cautelare per 8 mafiosi-estortori e vandali incendiari

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 Palermo
 Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, è stata notificata dai  Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo a  8 indagati (7 in carcere e 1 ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, danneggiamento seguito di incendio.
L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto dottore Salvatore De Luca, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Palermo T.N. che ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione di cosa nostra.
La ricostruzione dei fatti che segue è fondata sui gravi indizi di colpevolezza prospettati dalla D.D.A.- Sezione territoriale di Palermo e ritenuti dal GIP.
Nel corso degli ultimi anni, il dispositivo di contrasto a “Cosa Nostra” di cui si è dotato il Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, ha consentito di sviluppare un percorso investigativo che ha permesso l’esecuzione di numerose operazioni nei confronti degli esponenti del mandamento mafioso di T.N. tra cui “OSCAR” (2011), “APOCALISSE” (2014), “TALEA” (2017), “CUPOLA 2.0” (2018/2019), “TENEO” (2020). 
L’indagine “BIVIO”, oggi giunta ad un secondo momento repressivo, dopo il fermo del 26 gennaio 2021, ruota attorno alla figura di G.C., il quale, tornato in libertà nel mese di maggio 2019, si ritrovava sottoposto a F.P., designato quale proprio sostituto da C.L.P., nuovo capo del mandamento di T.N., così come emerso nell’indagine CUPOLA 2.0.      
Nel corso delle attività veniva quindi monitorato il percorso attraverso il quale C., dapprima si trasferiva a Firenze per prendere le distanze con la manovra di riassetto mafioso che non condivideva e poi, dopo aver costretto F.P. ad auto ritirarsi dalla sua carica direttiva, rientrava a Palermo da reggente consolidando e ricompattando attorno a sé la componente soggettiva del mandamento anzidetto. 
La seconda tranche dell’indagine “BIVIO” ha consentito di far luce, altresì, su una serie di gravi reati commessi dagli odierni arrestati ivi compreso G.C. ed il figlio F., ponendo altresì l’accento sul settore delle scommesse on line la cui gestione fa registrare la stabile infiltrazione delle consorterie mafiose.  
Uno dei soggetti raggiunti da provvedimento restrittivo, infatti, è G.V., palermitano trasferitosi a Firenze, il quale, grazie agli accordi siglati con G.C. e A.V., commercializzava i propri siti per le scommesse on line sul territorio del mandamento di T.N., riconoscendo parte degli utili alla compagine mafiosa. 
Le risultanze investigative complessivamente acquisite, ad ogni modo, rendono evidente la particolare pressione estorsiva ed impositiva esercitata dagli esponenti mafiosi nei confronti delle imprese operanti sul territorio, tanto che venivano ricostruite 11 vicende estorsive/impositive consumate o tentate di cui 2 denunciate spontaneamente dalle vittime commesse con violenza ovvero attraverso atti intimidatori tra i quali vanno annoverati; l’incendio commesso in danno di un esercizio commerciale di Sferracavallo, attentato che è stato ricondotto al tentativo ordito da C.F., C.G. e V.F., di farsi assegnare la gestione del locale, attuato anche mediante l’incendio programmato quale evento utile a vincere le resistenze del titolare; l’incendio in danno del cantiere edile finalizzato alla realizzazione della rete fognaria di Sferracavallo, evento anche questo programmato al fine di ottenere, da parte di V.A. e T.V., il subappalto di alcune lavorazioni; l’incendio in danno del furgone di una società di costruzioni, le cui motivazioni rimangono non del tutto decifrate, registrato in diretta dalle microspie degli investigatori; l’intimidazione in danno di una società edile che stava svolgendo lavori di ristrutturazione di un immobile ubicato a Sferracavallo, al fine di ottenere la commessa per i lavori di impiantistica in favore di V.A.; il tentativo di vietare, da parte di T.V., la possibilità di svolgere lavori di scavo nella zona di Sferracavallo ad un imprenditore, rivendicando la potestà sul territorio che consentiva soltanto a T. e A.F. la possibilità di svolgere lavori di scavo nel territorio dell’intero mandamento; l’estorsione in danno di un cantiere edile di Sferracavallo commessa da V.A. e T.V. i quali riuscivano a farsi assegnare parte delle lavorazioni di cantiere; l’estorsione in danno di un commerciante di T.N., già oggetto di contestazione nell’ambito del fermo, che è stata estesa, quanto alle responsabilità individuali, a G.F.;  l’estorsione in danno di un cantiere edile di T.N., già oggetto di contestazione nell’ambito del fermo, che è stata estesa, quanto alle responsabilità individuali, a T.V.; la sistematica realizzazione, di “cavalli di ritorno” che consentivano agli affiliati di realizzare ingenti guadagni facendosi consegnare denaro per la restituzione di veicoli oggetto di furto.

 

 

Decreto sostegni, spicca il condono di 5000 euro delle vecchie cartelle solo a chi non supera un tetto di reddito

AGENZIA ENTRATE: ECCO LE LINEE GUIDA E IL MODELLO PER CONTRIBUTO A FONDO  PERDUTO - AliAutonomie

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sostegni che “è più o meno quello che sta già circolando. Tre quarti dell’importo sarà destinato alle imprese”, ha annunciato il premier Mario Draghi in conferenza stampa, al termine del Cdm. “Siamo consapevoli che si tratta di un intervento parziale e per questo” c’è l’ipotesi di “un secondo stanziamento in occasione della presentazione del Def”, ha aggiunto.

“I pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda, quindi 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”, ha quindi sottolineato Draghi aggiungendo che si tratta di “un “intervento significativo nei confronti dei meno abbienti, di coloro che hanno perso il lavoro e i sussidi di disoccupazione. Quindi si pensa a un’estensione del reddito di emergenza sia della platea sia degli importi stanziati”.

Sulle imprese c’è una parte destinata al ristoro o indennizzo delle imprese che operano nella montagna, molte poste di questo decreto sono indirizzate al turismo e c’è un provvedimento per gli autonomi per tutti i lavoratori inclusi i lavoratori del settore agricolo, con decontribuzione da due miliardi e mezzo, abbiamo aggiunto un miliardo e mezzo al miliardo precedentemente” stanziato, ha detto ancora Draghi ricordando che “il turismo è il settore più colpito e vale veramente la pena continuare a investire, perché a fine pandemia tornerà, perché fortunatamente è l’Italia, quindi quella del turismo è un’industria prospera e in grado di occupare molte persone”.

Riguardo lo  stralcio delle cartelle “questo in effetti è un condono, ma di multe di oltre 10 anni fa, che noi abbiamo contenuto nell’importo di 5000 euro” che al netto di sanzioni varie “corrispondono circa a 2500 euro” e “dentro un tetto, uno scaglione di reddito per cui questo azzeramento” permette “all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione in modo più efficiente”. “E’ chiaro che in questo caso qualcosa non funziona se uno Stato permette l’accumulo di milioni di cartelle che non si riescono ad esigere e per questo” nel decreto è prevista “una modifica delle norme della riscossione, in altre parole di vuole una riforma -spero piccola- del meccanismo di controllo e scarico delle cartelle”. “Il fatto di accedere a un condono non elimina il problema, permette un piccolo sollievo ma un vero sollievo viene da una riforma del meccanismo”, se si deve fare un condono “si deve fare per una parte piccola della platea dei contribuenti e forse quella che ha meno disponibilità e per importi molto limitati”.

Dunque sì alla cancellazione di vecchie cartelle, ma solo con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro. Il colpo di bianchetto sulle cartelle varrà fino al 2011, mentre inizialmente avrebbe dovuto coprire il periodo 2000-2015. Fino al 2015, la mediazione raggiunta in Cdm, la cancellazione dovrebbe essere legata alla riforma per l’efficientamento del sistema della riscossione chiesta da Lega e Fi. Si tratta di vecchie cartelle fino a 5000 euro di importo, che a questo punto verranno cancellate solo per chi ha un reddito Irpef sotto i 30mila euro e non per tutti, come inizialmente previsto e caldeggiato da Lega, Fi e anche M5S, pur con alcuni distinguo.

Il decreto legge sostegni da 32 miliardi di euro ”si muove su margini di bilancio definiti dallo scostamento”. Si articola in ”5 linee di intervento”, afferma il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso della conferenza stampa che segue il Cdm. “Il principale contributo” è per le partite iva, con una platea potenziale di 5,7 milioni di soggetti. L’Agenzia delle entrate stima che circa 3 milioni riceveranno i fondi”, per una media di ”3.700 euro per soggetto”.

Il decreto prevede un capitolo salute e sicurezza, su cui ”stanziamo quasi 5 miliardi di euro. La posta principale e l’acquisto di vaccini e farmaci per 2,8 miliardi di euro”, ha affermato ancora il ministro dell’Economia. Altre risorse saranno destinate ”per la logistica e ogni altro intervento per la gestione della crisi pandemica che in buona parte” saranno gestiti da parte del commissario straordinario. Inoltre è previsto un intervento ” per creare un fondo per la produzione di vaccini in Italia”.

Il secondo pilatro del decreto legge sostegno ”è costituito da interventi per il sostegno del lavoro e per il contrasto della povertà, dove stanziamo circa 8 miliardi di euro’, ha aggiunto. “Vi sono vari interventi” per il settore del turismo. ”Poi che questi siano la risposta definitiva probabilmente no, probabilmente dovremmo tornarci su però sotto vari profili il decreto cerca di dare un sostegno al settore”, ha detto ancora. Le aziende del settore turistico, ricorda il ministro, ”ricevono interventi orizzontali, sono parte dell’intervento principale da 11 miliardi”. Poi c’è ”una parte di intervento di cui non abbiamo accennato prima che prevede un sostegno ai soggetti per i pagamenti delle bollette elettriche. Il settore è interessato anche dagli ”interventi per i lavoratori stagionali”, e sono previste misure ”per l’industria della neve che è stata colpita fortemente”. Infine ”vi sono alcuni interventi specifici per alcune filiere, come quella dei centri storici, quella collegata agli eventi”.