Conte indica le risorse immediate per chi ha subito restrizioni. Ecco il “decreto ristori”

 

Attualita - www.cinquerighe.it - COVID; DPCM sino al 13 Fase 2 inizio  incerto poi 3 Conte chiarisce sui bambini

 

Il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa stasera a Palazzo Chigi Il decreto ristori vale oltre 5 mld che saranno utilizzati per dare risorse immediate a beneficio di categorie e lavoratori direttamente interessati: ristoranti, bar ristoranti, cinema, palestre e piscine, per citarne alcuni”.

“I contributi a fondo perduto – ha proseguito – arriveranno direttamente sul conto corrente delle categorie interessante, in automatico nei prossimi giorni, con bonifico dell’Agenzia delle entrate” perché si tratta della modalità “più celere. Confidiamo che a metà novembre chi ha già aderito” ai contributi previsti col dl rilancio “li otterrà, gli altri subito dopo”.

 

In questi giorni stiamo incontrando tutte le associazioni di categoria direttamente interessate dalle misure restrittive” con le quali c’è stato “un dialogo aperto e un approccio costruttivo. Di questo ringrazio tutti pubblicamente”, ha detto ancora Conte.

Sulle misure, il premier fa una rapida sintesi: oltre ai ristori che andranno alle aziende, è previsto “credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre; l’esenzione della seconda data dell’Imu; la sospensione dei versamenti dei contributi dei lavoratori per il mese di novembre; un’indennità specifica per i lavoratori dello spettacolo e turismo pari a 1000 iero per ciascuno; 100milioni per la filiera agricola e della ristorazione; cancelliamo la rata di novembre per i versamenti dei lavoratori agricoli”.

“Abbiamo promesso ristori rapidi e ci saranno. Ma per ora il nostro obiettivo è tenere sotto controllo la curva del contagio”, ha aggiunto. “Le nostre scelte possono essere legittimamente criticare ed è giusto che le scelte del governo siano sottoposte a sindacato ma voglio chiarire che non sono state fatte scelte indiscriminate, non abbiamo chiuso attività che ritenevamo superflue o meno importanti: per noi non ci sono lavoratori di serie A e di serie B”, ha sottolineato il premier per il quale le misure adottate hanno l’obiettivo “di ridurre le occasioni di socialità e contatto”.

Il decreto legge ristori ”mobilita una massa consistente di risorse: più di 5 miliardi di euro. Per la precisione 5,4 miliardi di indebitamento e 6,2 miliardi di saldo netto da finanziare”, afferma il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Per l’erogazione dei contributi a fondo perduto ”abbiamo scelto modalità più semplici e veloci di ristoro e di rafforzare le misure rispetto al passato”, ha affermato ancora il ministro. I ristori saranno erogati ”automaticamente, senza fare domanda, a oltre 300.00 aziende che lo avevano avuto in precedenza; contiamo per la metà di novembre di avere tutti i bonifici effettuati da parte dell’Agenzia delle entrate”, spiega il ministro. ”Gli importi medi sono significativi perché sono più alti rispetto a quelli in precedenza erogati” con un ”meccanismo rapido, semplice ed efficace”.

Con il decreto legge ristori sono previste altre ”6 settimane di cig” con validità fino al 31 gennaio 2021. ”Nella legge di bilancio saranno previste le ”ulteriori risorse per arrivare alle 18 settimane complessive che avevamo annunciato”.

Il decreto legge ristori prevede ”l’indennità per lavoratori dei settori dello spettacolo e del turismo; 2 mensilità di reddito d’emergenza e l’indennità per i lavoratori del settore dello sport e il sostegno allo sport dilettantistico”, ha affermato ancora il ministro. ”Per quanto riguarda le sale da concerto e teatri l’importo medio” degli aiuti a fondo perduto ”per la fascia più bassa sarà di 5.000 euro, per la fascia media di 13.900, per la fascia alta di 30.000 euro”. ”L’importo medio che arriverà a ristoranti fino 400.000 euro di fatturato sarà di 5.173 euro; per quelli di fascia maggiore, fino a 1 milione di euro di fatturato, 13.920 euro; per quelli con fatturato fino a 5 milioni di euro il ristoro medio sarà di 25.000 euro”, ha affermato ancora il ministro.

Ci sono anche i tassisti e i titolari di noleggio con conducente tra le categorie destinatarie dei ristori stanziati dal Governo nel Decreto approvato oggi a sostegno delle attività chiuse o danneggiate dalle ultime misure anti Covid”

REFERENDUM: FORSE SI RIDURRA’ LA DEMOCRAZIA MA NON SE NE PUO’ PIU’ DI QUESTI POLITICI CORROTTI ALLA CAMERA

Si vota tra circa una settimana :  come si schierano i partiti

Archivi -Sud Libertà
DI  RAFFAELE  LANZA

E’ il momento delle elezioni tanto attese. Taglio parlamentari. Visto che la politica è divenuta sinonimo di corruzione e ruberie diremmo:Taglio corrotti e ladri.  Con serenità di quelli onesti  e credenti della socialità     Sappiamo che il  20 e 21 settembre 2020 si voterà per un referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. È  il caso di sapere  cosa dicono i partiti e quali sono gli argomenti a favore del Sì e del No.

Un passo indietro.
La riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari era stata approvata all’inizio di ottobre 2019 con il voto favorevole praticamente di tutti i partiti. La legge doveva entrare in vigore a gennaio, ma una richiesta dei senatori, di fatto, l’aveva sospesa rendendo necessario il referendum. Nonostante l’iniziale apparente unanimità nel sostenere la riforma, 71 senatori di vari partiti avevano infatti firmato per indire un referendum costituzionale.

Spieghiamo il meccanismo vigente al Senato  I senatori avevano potuto avanzare la loro richiesta perché le riforme costituzionali hanno un iter parlamentare speciale: se una riforma non ottiene una maggioranza di due terzi da ciascuna delle due camere nel voto finale si hanno tre mesi di tempo per chiedere che sia sottoposta a referendum; servono le firme di un quinto dei membri di una delle due camere – per i senatori la soglia è di 64 – 500.000 elettori o 5 consigli regionali. La proposta sul taglio dei parlamentari era stata firmata da 71 senatori, 7 in più del numero minimo richiesto.

Il referendum avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 29 marzo, ma era stato rimandato a causa della pandemia Covid-19. A metà luglio il Consiglio dei ministri aveva stabilito le date del 20 e 21 settembre, accorpando il voto per il referendum confermativo alle regionali e alle elezioni supplettive nei collegi uninominali 3 della Regione Sardegna e 9 della Regione Veneto del Senato e con il voto amministrativo in alcuni comuni.

Il referendum sul taglio dei parlamentari sarà il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana (gli altri tre sono stati il referendum sul Titolo V del 2001, quello sulla riforma costituzionale del centrodestra nel 2006 e quello sulla riforma costituzionale voluta dal PD nel 2016).

L’immagine di deputati sonnolenti alla Camera è rimasta scolpita nella mente di tanti italiani.  E se in Sicilia un governatore punta il dito contro la popolazione dei dipendenti regionali in servizio nei dipartimenti della Regione Sicilia, “si grattano la pancia” questi fannulloni,- ha affermato il Presidente della Regione Musumeci,  alla Camera la situazione non è poi tanto diversa       

Forse vedere     meno “ladri e truffatori” alla Camera  o  “persone      di carta” , prive di qualsiasi competenza ed autorevolezza,     farà bene un pò a tutti

La riforma prevede di ridurre i seggi alla Camera da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200: una riduzione di circa un terzo. In atto ci sono  un deputato ogni 96 mila abitanti e un senatore ogni 188 mila abitanti. Con il taglio ci sarebbe un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila. Dopo la riforma diminuirebbe dunque sensibilmente il numero di rappresentanti per abitante, ma l’Italia resterebbe comunque nella media degli altri paesi dell’Europa occidentale. Questo perché attualmente l’Italia è il paese con più rappresentanti eletti in numero assoluto (945 tra deputati e senatori) di tutta l’Europa occidentale.

Con l’approvazione della riforma saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: passeranno da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4. Verrà inoltre stabilito un tetto massimo al numero dei senatori a vita nominati dai presidenti della Repubblica: mai più di 5.

Il referendum sarà confermativo, servirà cioè a confermare l’approvazione di una riforma costituzionale che non ha ottenuto almeno due terzi dei voti in ciascuna camera. Il quesito dice:

“Approvate il testo della Legge Costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”.

Chi vota “sì” sostiene il taglio, chiede che la riforma sia confermata e che entri in vigore. Chi vota “no” ne chiede invece l’abrogazione. Nei referendum costituzionali non si tiene conto del quorum, come nei normali referendum abrogativi. 

Sembra che i  sondaggi siano orientati verso  il Sì in maggioranza. 

I partiti e il PD

Il Referendum attuale è il cavallo di battaglia del M5S  che ha  sostenuto la riforma come parte della  campagna cosiddetta “anti-casta”, ma in realtà quasi tutti i grandi partiti hanno mostrato interesse o simpatia per la riduzione dei parlamentarii (le ultime due riforme costituzionali proposte, e bocciate dagli elettori, prevedevano tra le altre cose anche il taglio del numero dei parlamentari).

Sono contrari alla riforma  partiti, come i Radicali e Sinistra Italiana, e numerosi singoli parlamentari sparsi tra vari gruppi. Sono favorevoli, oltre al Movimento 5 Stelle, anche la Lega, Forza Italia- qui il leader Silvio Berlusconi, ricoverato per Covid, ha lasciato ai suoi libertà di voto – e Fratelli d’Italia: l’opposizione sosterrà dunque una riforma del governo. 

Complessa la situazione interna al  PD  che ha cambiato idea lo scorso ottobre, dopo essere andato al governo con il Movimento 5 Stelle e aver sottoscritto un’alleanza che prevedeva l’appoggio alla riforma a certe condizioni. Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, aveva condizionato il Sì ad alcune misure di «riequilibrio» e a una modifica condivisa della legge elettorale in senso proporzionale, con sbarramento al 5 per cento.

Oggi il segretario Pd si esprime per il Sì incondizionato. A fine luglio Italia Viva aveva però votato con il centrodestra impedendo alla bozza di riforma della legge elettorale di arrivare in aula a luglio ed essere discussa in commissione (lo sbarramento al 5 per cento, allo stato attuale dei sondaggi, penalizzerebbe il movimento di Renzi).

 Altre posizioni all’interno del Pd sono diverse .Matteo Orfini, ex presidente del partito, ha detto: «Ci fu garantito che il taglio sarebbe stato preceduto da una nuova legge elettorale proporzionale e accompagnato da modifiche costituzionali che garantissero che quel taglio non sfasciasse l’impianto costituzionale». 

Gianni Cuperlo  si esprime per  il  No . La democrazia, sostiene Cuperlo, non ha prezzo: la riforma non è stata accompagnata dalle misure concordate per garantire un equilibrio a tutela della rappresentanza. Il rischio, dice, è che la rappresentanza venga «soppiantata dalla rappresentazione»: un parlamento ridotto nelle dimensioni finirebbe insomma «con l’essere “nominato” da un gruppo di capi corrente e partito».

Gli argomenti a favore del Sì hanno a che fare innanzitutto con la riduzione dei costi della politica e dunque con un risparmio economico per il bilancio dello stato che sarebbe pari a 100 milioni di euro all’anno ..

Nella presentazione della riforma si dice anche che l’obiettivo è «favorire un miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini». Secondo i favorevoli, il taglio renderebbe dunque il parlamento più efficiente, migliorerebbe«il rapporto tra cittadini e istituzioni» ed  eliminerebbe «la frammentazione tra svariati gruppi parlamentari, che a volte non rappresentano le principali forze politiche presenti nel paese ma gruppetti che servono solo a organizzare la sopravvivenza sulla poltrona».

Non ci sarebbe dunque alcun rischio per la democrazia, il cui principale problema non sarebbe quello della scarsa rappresentatività, ma quello di una generale inefficacia da un punto di vista di gestione. La tappa della riduzione del numero dei parlamentari sarebbe poi solo un punto di partenza, non di arrivo: ma il primo e il più significativo per procedere successivamente con altre riforme necessarie a eliminare il malfunzionamento delle istituzioni.

La verità è che la gente è stufa della politica, dei politici ladri, dei politici corrotti in collusione con la Mafia, e che i grandi problemi da oltre mezzo secolo sono rimasti irrisolti, una cancrena: La disoccupazione giovanile al SUD, il distanziamento sociale tra Nord e Sud, le risorse pubbliche orientate prevalentemente al Nord,le imprese che fuggono dalla Sicilia,i negozi che chiudono in gran numero le saracinesche,  gli eterni politici regionali burattini della Sicilia  obbedienti a “Roma”.

Sì, abbiamo sentito tante parole di onestà dal cambiamento governativo ma il denaro-linfa vitale per gli imprenditori, le famiglie – non scorre ancora nel Sud.      Abbiamo bisogno di vitalità economica.di sicurezza.. Non più di belle parole. E allora, nell’inspiegabile attesa,vadano via dalla Camera i parlamentari in eccesso.  Qui in Sicilia stiamo bruciando, gli altri giocano sulla pelle dell’isola, del Sud.  Onorevoli  fantasma che mangiano come veri maiali con la loro indennità vertiginosa.

Il rapporto tra rappresentanti e rappresentati dovrebbe dunque cambiare. Secondo alcuni giuristi  «. La riforma avrà un effetto iper-selettivo, limitando sensibilmente la voce in Parlamento delle forze minori e distorcendo la rappresentanza a vantaggio dei territori più popolosi».

Oltre al problema di rappresentanza legato alla penalizzazione di alcuni territori, si porrebbe un problema di rappresentanza in generale: aumenterebbe cioè il rapporto tra il numero degli abitanti e il numero dei parlamentari (deputati e senatori). Secondo alcuni di sinistra più è alto questo rapporto, «meno i cittadini sono rappresentati, nel senso che un parlamentare deve rappresentare una fetta maggiore di “popolo”».

I gruppi parlamentari diventerebbero più piccoli e facilmente sottomessi al controllo politico. 

 

NUOVO DECRETO AGOSTO: PIOGGIA DI DENARO PER IMPRESE E LAVORATORI MA ANCHE TANTE…PROMESSE

 

 

Il decreto Agosto è realtà. Approvato salvo intese, contiene misure a sostegno di lavoratori e imprese. Tra queste, il decreto prevede “18 settimane di cassa integrazione” ma “per incentivare le imprese ci sarà un nuovo intervento, un vantaggio per chi richiama” i dipendenti in azienda “con 4 mesi di sgravi contributivi al 100%”  E “per non dividere l’Italia in due, dal 1 ottobre la fiscalità sarà a vantaggio Sud. Non ci sarà differenza, nessuno sarà privilegiato a dispetto di un altro”.

Top 200 mette in vetrina le imprese d'eccellenza dell'economia ...

Spiega il premier Conte :Risorse per i disabili a 648 euro al mese”. “Aumentiamo le pensioni agli invalidi civili al 100% a partire già dai 18 anni, come agli inabili, ai sordi e ai ciechi civili assoluti titolari di pensione” , “si passa dai circa 285 euro attuali fino a 648 euro al mese per 13 mensilità”.

Tra le misure, quella del cashback è stata anticipata a dicembre: “Vogliamo sostenere consumi e pagamenti elettronici” premiando “i cittadini che potranno recuperare una parte di quanto spendono e potranno usufruire di un bonus fino a 2mila euro”. “

Covid, misure precauzionali  sono estese al 7 Settembre mentre per il Csm,Torre di Babele italiana, disco verde  alla riforma delle toghe

Questi i provvedimenti su lavoro, imprese e fisco approvati dal Consiglio dei ministri.

– Introduzione di  uno sgravio del 30% sui contributi pensionistici per le aziende situate nelle aree svantaggiate, con l’obiettivo di stimolare crescita e occupazione. Il decreto finanzia la misura per il periodo ottobre-dicembre 2020, in attesa che questa venga estesa sul lungo periodo con prossimi interventi. Prolungati per un massimo di diciotto settimane complessive i trattamenti di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga previsti per l’emergenza.

E’ stato programmato un fondo per le casalinghe.  Per le aziende che non richiederanno l’estensione dei trattamenti di cassa integrazione verrà riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un massimo di quattro mesi, entro il 31 dicembre 2020. Fino a tale data, vengono inoltre escluse dal versamento dei contributi previdenziali, per un massimo di sei mesi dall’assunzione, le aziende che assumono lavoratori subordinati a tempo indeterminato, in presenza di un aumento dell’occupazione netta.

Per i datori di lavoro che non hanno integralmente fruito della cassa integrazione o dell’esonero dai contributi previdenziali resta precluso l’avvio delle procedure di licenziamento individuali e restano sospese quelle avviate dopo il 23 febbraio 2020. Inoltre, si conferma la sospensione delle procedure di licenziamento collettivo. Queste disposizioni non si applicano in caso di licenziamenti motivati dalla cessazione definitiva dell’attività dell’impresa.

Come preannunciato dal Ministro Azzolina disco verde anche nella Scuola alle assunzioni massicce di 84808 docenti

È possibile rinnovare o prorogare, per un periodo massimo di 12 mesi (fermo restando il limite complessivo di 24 mesi) e per una sola volta, i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche in assenza di causale.

Sono previsti ulteriori 400 euro per il reddito di emergenza per le famiglie più bisognose.

Due mesi di proroga per la Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) e l’indennità di disoccupazione mensile “DIS-COLL” per i collaboratori coordinati e continuativi il cui periodo di fruizione termini nel periodo compreso tra il 1° maggio 2020 e il 30 giugno 2020.

Nuove indennità per alcune categorie di lavoratori. Tra queste, 1.000 euro per gli stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo danneggiati dall’emergenza COVID-19 e per altre categorie di lavoratori (iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo in possesso di determinati requisiti, dipendenti stagionali appartenenti ad altri settori, gli intermittenti e gli incaricati di vendite a domicilio). Si prevede un’indennità di 600 euro per i lavoratori marittimi e gli stagionali sportivi.

Viene aumentata di 500 milioni di euro per il biennio 2020-21 la dotazione del Fondo nuove competenze introdotto dal “decreto rilancio” (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34) per la formazione e per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori.

IMPRESE – Il decreto legge prevede ulteriori fondi per i settori del turismo, della ristorazione e della cultura, che sono tra quelli maggiormente colpiti.

È previsto uno specifico finanziamento per gli esercizi di ristorazione che abbiano subito una perdita di fatturato da marzo a giugno 2020 di almeno il 25% rispetto allo stesso periodo del 2019. Potranno ottenere un contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole da materia prima italiana. Il contributo minimo è di 2.500 euro.

Ulteriori 400 milioni di euro sono stanziati per contributi a fondo perduto in favore degli esercenti dei centri storici che abbiano registrato a giugno 2020 un calo del 50% del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019. Il contributo minimo è di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 per i soggetti diversi.

Rifinanziati alcuni strumenti di supporto alle imprese: 64 milioni per la “nuova Sabatini”; 500 milioni per i contratti di sviluppo; 200 milioni per il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa; 50 milioni per il voucher per l’innovazione; 950 milioni per il Fondo Ipcei per il sostegno alle imprese che partecipano alla realizzazione di importanti progetti di interesse europeo.

Rifinanziato per 7,8 miliardi di euro (per il triennio 2023-24-25) il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per favorire l’accesso al credito attraverso la concessione di una garanzia pubblica. Sempre per le p.m.i. è prorogata anche la moratoria su prestiti e mutui: dal 30 settembre 2020 il termine viene esteso al 31 gennaio 2021 (al 31 marzo 2021 per le imprese del comparto turistico).

Aumentati di 500 milioni gli incentivi statali per chi acquista e immatricola in Italia autovetture a basse emissioni di CO2. Stanziati 1,5 miliardi di euro per il rafforzamento patrimoniale, il rilancio e lo sviluppo di società controllate dallo Stato.

Potenziato lo strumento dei Piani individuali di risparmio alternativi, con la soglia di investimento annuale detassata che sale da 150.000 a 300.000 euro per gli investimenti a lungo termine.

Incentivati gli acquisti effettuati con forme di pagamento elettroniche, nell’ambito del “piano cashless”, con uno stanziamento di 1,75 miliardi di euro per il 2021 per il rimborso di una parte degli acquisti effettuati con queste modalità di pagamento.

Per il sostegno dei settori del turismo e della cultura: il credito di imposta del 60% del canone di locazione o leasing o concessione; l’esonero dal pagamento della seconda rata dell’Imposta municipale unica (IMU) 2020 per alcune categorie di immobili e strutture turistico-ricettive, gli immobili per fiere espositive, manifestazioni sportive, quelli destinati a discoteche e sale da ballo, gli immobili destinati a cinema e teatri. Questi ultimi vengono esonerati dal pagamento dell’IMU anche per il 2021 e il 2022.

È incrementato di 265 milioni di euro per il 2020 il fondo per sostenere agenzie di viaggio, tour operator e guide turistiche.

Stanziati 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per il credito d’imposta per la riqualificazione e i miglioramenti effettuati dalle imprese del settore turistico ricettivo e termale, compresi gli agriturismi e i campeggi. Viene incrementato fino a 231 milioni di euro il Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali e sale a 335 milioni il Fondo emergenze cinema, spettacolo e audiovisivo. Vengono destinati complessivamente 90 milioni di euro ai musei statali.

Stanziati 60 milioni di euro per incentivare gli investimenti pubblicitari in favore di leghe e società sportive professionistiche e di società e associazioni sportive dilettantistiche.

Con uno stanziamento complessivo di circa 200 milioni di euro vengono potenziate le risorse a sostegno di diverse attività di trasporto.

FISCO – Con un impiego di risorse di circa 6,5 miliardi di euro, vengono adottate diverse misure in campo fiscale che puntano a fornire un ulteriore e sostanziale supporto alla liquidità di famiglie e imprese. In particolare vengono riprogrammate le scadenze relative ai versamenti tributari e contributivi sospesi nella fase di emergenza, in modo da ridurre sensibilmente nel 2020 l’onere che altrimenti graverebbe sui contribuenti in difficoltà.

Nel dettaglio, sono rateizzati ulteriormente i versamenti sospesi nei mesi di marzo, aprile e maggio: il 50% del totale potrà essere versato, senza applicazione di sanzioni o interessi, in un’unica soluzione entro il 16 settembre 2020 o mediante rateizzazione (fino a 4 rate mensili di pari importo) con il pagamento della prima rata entro il 16 settembre. Il restante 50% può essere corrisposto, senza sanzioni e interessi, con una rateizzazione per un massimo di 24 rate mensili di pari importo.

Rinviati i versamenti per i contribuenti ISA (Indici sintetici di affidabilità) e forfettari che abbiano subito un calo di almeno il 33% nel primo semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: il termine di versamento della seconda o unica rata e dell’acconto Irap è prorogato al 30 aprile 2021.

Viene spostata dal 31 agosto al 15 ottobre 2020 la data finale della sospensione dei termini dei versamenti da cartelle di pagamento e dagli avvisi esecutivi sulle entrate tributarie.

Si proroga anche l’esonero dal pagamento della Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP) e del Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP) al 31 dicembre 2020 per le attività di ristorazione, gravemente danneggiate dall’emergenza epidemiologica.

– Sono stati incrementati i fondi istituiti dal decreto rilancio per far fronte ai minori introiti fiscali, salvaguardare gli equilibri di bilancio e garantire la regolarità dell’azione pubblica a tutti i livelli di governo.

In particolare: il fondo per l’esercizio delle funzioni degli enti locali è stato incrementato di 1,67 miliardi per il 2020. Le risorse complessive del fondo enti locali ammontano quindi a 5,17 miliardi (di cui 4,22 miliardi per i comuni);

il fondo per l’esercizio delle funzioni delle regioni e delle province autonome è stato incrementato di 2,8 miliardi per il 2020. Le risorse complessive del fondo Regioni sono pari a 4,3 miliardi (2,6 miliardi per le Autonomie speciali e 1,7 per le Regioni a statuto ordinario).

Ulteriori risorse sono state destinate:

– al ristoro delle minori entrate dell’imposta di soggiorno, della TOSAP/COSAP e dell’IMU; – al sostegno del trasporto pubblico locale, al sostegno degli enti locali in deficit strutturale e al contenzioso regionale; – alla sospensione del pagamento delle quote capitale 2020 dei mutui MEF delle Autonomie speciali.

Rafforzate infine  le misure per gli investimenti: – per i comuni è previsto il raddoppio nel 2021 dei contributi assegnati per piccole opere e il rafforzamento delle misure per contributi per messa in sicurezza edifici e territorio; – a favore degli enti locali è previsto l’incremento delle risorse destinate al finanziamento della progettazione definitiva ed esecutiva; – per le province e le città metropolitane sono state previste risorse per la messa in sicurezza delle scuole.

È prevista l’istituzione di un’Autorità per la laguna di Venezia, che assume le competenze relative alla salvaguardia della città di Venezia e della zona lagunare e al mantenimento del regime idraulico lagunare, tra cui la gestione e la manutenzione del MOSE, nonché quelle attribuite al Magistrato alle acque.

Il decreto, infine, estende dal 20 settembre al 9 ottobre 2020 i termini per la concessione delle anticipazioni di liquidità degli enti locali, per favorire il pagamento dello stock di debiti al 31 dicembre 2019 nei confronti delle imprese….

Nuovo indebitamento per “rilanciare imprese e tutelare lavoratori”

 

Sei lezioni di economia”: un libro per capire la crisi dell'Europa ...

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A seguito dell’accordo positivo in Europa Conte e i suoi ministri hanno programmato una manovra di 25 miliardi per far partire subito l’Italia.Il governo chiederà  al Parlamento un’indebitamento di 25 miliardi di euro nel 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1,0 miliardi nel 2022, 6,2 miliardi di euro nel 2023, 5,0 miliardi di euro nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026. Il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è, di conseguenza, fissato all’11,9 per cento del PIL nel 2020. Il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 157,6 per cento del PIL nel 2020.

Afferma il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo:”Rifinanziamento della cassa integrazione, incentivi per le nuove assunzioni e potenziamento del fondo nuove competenze. Con la parte più consistente dei 25 miliardi dello scostamento di bilancio approvato in Cdm, diamo ulteriore carburante alle imprese e più tutele ai lavoratori“. 

Il Consiglio dei ministri non ha preso alcuna decisione formale sulla proroga dello stato di emergenza per il Coronavirus, attualmente in scadenza al 31 luglio. In giornata era circolata la voce di un possibile slittamento al 31 ottobre. Su questo punto-siapprende-Conte è in riflessione ma si pronuncerà presto in Parlamento

 

“SACCA Contenitore di sicilianità “: Arte, design, aziende e territorio a portata di click!

Comunicato

Risultato immagini per immagine di arte

                          ACCESSO ALL’ARTE CON LE PROPRIE FORZE E IDEE

“Ero combattuto. In fondo, per svariati motivi, chi non lo è in questi giorni di marzo del 2020. Da mesi, ininterrottamente, ero e sono al lavoro per sviluppare e lanciare il progetto “SACCA, Contenitore di sicilianità”. Ho sperato di farlo prima, ma non sempre è possibile essere padroni del proprio tempo, tantomeno di quello altrui. Infatti Sacca deve molto a tutti gli artisti, i designer, le aziende, e in primis persone, che hanno contribuito alla riuscita del progetto.

Il 20 ottobre 2019 parte la prima fase con l’inaugurazione di una galleria poliedrica a Pozzallo, una piccola cittadina nell’estremo lembo sud della Sicilia ma ben inserita nel circuito turistico del sudest e con collegamenti giornalieri con Malta. In questi primissimi mesi è stata avviata una prima programmazione con l’organizzazione di altre due mostre successive a quella inaugurale.

Giunti a febbraio, anche il sito stava per arrivare a compimento. L’euforia era tanta, un altro passo importante stava per essere compiuto. Ma ecco che nel frattempo iniziano a farsi largo le notizie della diffusione di un virus dalla Cina fino in Italia. Il resto lo conosciamo tutti.

Mi sono interrogato in questi giorni se fosse stato il caso o meno lanciare la seconda fase del progetto, il tanto atteso sito e-commerce. Alla fine ho optato per il sì. Infatti è innegabile che in questi giorni, più che mai, le distanze reali sono ritornate enormi, la nostra quotidianità ha subito uno stravolgimento e anche gli spazi culturali sono fisicamente inaccessibili. Il web quindi rimane l’unica possibilità di entrare in contatto con il mondo intero. Inoltre, mi balenava l’idea di legare questo lancio a una data ben precisa. Il 21 marzo, il giorno in cui da sempre, per tutti, inizia ufficialmente la primavera. Nella speranza che possa essere foriero di una nuova vita, di rinascita e di speranza per tutti noi.

Ma vediamo in breve cos’è Sacca  –“Sacca Contenitore di sicilianità” non è sinonimo di tipicità ma marchio di qualità e di Made in Sicily. Una visione che vuole valorizzare in ottica glocal gli artisti, i designer, le aziende e le risorse di un grande territorio.

La cultura artistica contemporanea è spesso caratterizzata da contaminazioni e influenze provenienti da diversi settori. I confini fra le varie discipline assumono contorni meno netti, talvolta giungendo a intersecarsi fra di essi.

Sacca (acronimo di Sicilia, Arte, Cultura, Cucina, Artigianato) si compone di diverse sezioni: gallery (arte contemporanea), design, excellence, experience, mentre al momento sono in divenire le categorie projects e news. In ognuna di esse è possibile trovare un mix di nomi affermati e giovani promesse.

Ma Sacca non è soltanto uno spazio polivalente votato alla promozione dell’arte e dei diversi aspetti del vivere contemporaneo. Adesso è anche un portale e-commerce in cui poter trovare l’ampia gamma delle proposte trattate: opere d’arte, oggetti di design, prodotti enogastronomici e un ventaglio di esperienze e itinerari pensati per far comprendere e vivere al meglio il genius loci siciliano. Il tutto in totale trasparenza e comodità e allo stesso tempo con l’affidabilità e la sicurezza che contraddistinguono uno spazio reale pronto ad accogliervi in ogni momento.

Sacca vuole essere uno luogo eclettico, un mix originale e imprevedibile che fa della qualità siciliana il suo punto di forza. Una fusione di opere, prodotti e servizi dall’alto contenuto artistico e culturale che si prefiggono di donare al cliente un’esperienza innovativa, emotiva e sensoriale.

                                                        Founder e direttore artistico Sacca

                                                                        Giovanni Scucces

 

Firmato il Protocollo di Sicurezza nelle imprese

 

 

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Raggiunta l’intesa tra sindacati e imprese,  Dopo un lungo confronto , anche in videoconferenza con il governo, è stato firmato il “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Al tavolo, a distanza, erano presenti Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Confapi. “L’Italia -afferma Conte – va avanti, non si ferma”.

“L’accordo sottoscritto, spiegano i sindacati, potrà riaprire le imprese e “consentirà alle imprese di tutti i settori, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro“.
I lavoratori e le lavoratrici italiane sapranno agire e contribuire nell’adeguare l’organizzazione aziendale e i ritmi produttivi per garantire la massima sicurezza possibile e la continuazione produttiva essenziale per non fermare il Paese”.

Durc irregolari e denunciati: “non tutti i sindacati sono concordi nel smantellare il sistema corrotto..”

Cassa edile Catania, “Durc pilotati”: tra gli indagati anche l’ex presidente Ance Sicilia

 

IL PRESIDENTE ANCE CATANIA GIUSEPPE PIANA
«CONCORRENZA SLEALE E MANCANZA DI REGOLE: FENOMENI REITERATI CHE HANNO DANNEGGIATO L’INTERA FILIERA EDILE»

La denuncia: «Una situazione che non ha registrato la totale adesione di tutte le sigle sindacali: alcuni hanno creato fratture insanabili, difendendo e proteggendo dipendenti infedeli»

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CATANIA 

«Una situazione incresciosa; un sistema che per anni ha inquinato la trasparenza delle procedure e delle gare d’appalto; un fenomeno reiterato che ha danneggiato l’intera filiera, delegittimando il ruolo della Cassa Edile che, quale Ente paritetico costituito da Ance e Organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore edile, è e deve essere strumento di garanzia di legalità per tutte le imprese del territorio».

Il presidente Ance Catania Giuseppe Piana (nella foto sotto)è amareggiato, ma soprattutto risoluto nel denunciare le “anomalie” – oggetto dell’inchiesta condotta dalla Procura e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza – sui Durc irregolari emessi per partecipare e ottenere commesse pubbliche.

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«Grazie alle denunce effettuate in questi anni – continua Piana – l’operato della magistratura e delle forze di polizia ha scoperchiato un apparato che si muoveva con logiche clientelari e con sotterfugi messi in campo per agevolare questa o quell’impresa, danneggiando l’intero comparto edile, già duramente provato da una lunga crisi. Un meccanismo complesso e tentacolare, come emerge dalle indagini, messo in atto da un componente della precedente direzione della Cassa Edile,(Ing.Nicola Colombrita…ndr  ma occorre verificare la sua eventuale diretta responsabilità sulla problematica) che potrebbe portare a responsabilità di “ulteriori dipendenti infedeli,” eliminando così ogni possibile ombra sull’Ente”

Un ringraziamento al presidente della Cassa Edile Marcello La Rosa (Ance), insieme al vicepresidente Giovanni Pistorio (Fillea Cgil), per il coraggio e la determinazione nel denunciare e così smantellare un sistema corrotto e pieno di criticità che finora nessuno aveva osato destabilizzare, sradicando quell’illegalità diffusa che traeva linfa dal malcostume della vecchia governance. Un grazie alla Feneal Uil, in particolare nella persona del segretario provinciale Nino Potenza e alla quasi totalità del Comitato di gestione della Cassa Edile in cui Ance Catania è presente, per avere condiviso un percorso necessario».

«Una situazione – continua Piana – che non ha registrato la totale e complessiva adesione, com’era giusto che fosse, di tutte le sigle sindacali del settore: alcuni, infatti, hanno deciso di rimanere su un’altra linea, creando fratture insanabili e non contribuendo affatto al processo di verifica e di rinnovamento in corso, difendendo e proteggendo dipendenti infedeli. Ho sempre sostenuto, sin dal mio insediamento alla presidenza Ance Catania, ogni azione volta a fare luce e ripristinare le regole, spesso anche con duri scontri interni, ma con il solo obiettivo di garantire legalità al sistema e dare la giusta immagine che l’imprenditoria delle costruzioni, fatta da imprese sane e non da “furbetti”, merita».

Il presidente Piana va giù duro quando evidenzia che «le battaglie si fanno insieme “senza se e senza ma”, in un contesto dove la lotta contro gli illeciti passa attraverso scelte dure, a volte anche sofferte, con conseguenze che impattano gravemente su equilibri e sistemi consolidati. La speranza – conclude Piana – è ritrovare quella serenità che consenta a tutti di lavorare secondo parametri di legalità, trasparenza e operosità, nel pieno rispetto delle regole e di una concorrenza leale».

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Adesso-informiamo noi di SUD LIBERTA’  la parola spetta al processo, verificare come stanno le cose all’Ance e quali le responsabilità vere dei dirigenti e dei sindacati dissindenti dell’Ance chiamati in causa dal presidente La Piana

DOVE SONO I “CONTROLLORI” INTERNI DELLE IMPRESE? IN SICILIA 80% DELLE SOCIETÀ SENZA ORGANO DI CONTROLLO

 

Obbligo di nomina dei revisori contabili: imprese edili e commercialisti a confronto

 

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Milleproroghe: slitta ad aprile il termine ultimo per allinearsi alla nuova normativa

 

CATANIA –

Scatta il countdown per le società a responsabilità limitata che non hanno ancora provveduto a nominare il proprio organo di controllo. In Sicilia solo il 20% delle imprese è in regola, la restante parte dovrà provvedere entro aprile 2020.

L’articolo 6 bis del decreto Milleproroghe farebbe infatti slittare il termine ultimo per adeguare gli statuti delle società di capitale e istituire gli organi di controllo entro la data di approvazione dei bilanci d’esercizio del 2019.

Ma qual è l’utilità di questo strumento? Il revisore, il collegio sindacale o il sindaco unico hanno il duplice ruolo di vigilanza e “allerta”, segnalando in maniera tempestiva le prime avvisaglie di una crisi aziendale da arginare con adeguati strumenti di pianificazione.

Questo l’argomento al centro del focus formativo organizzato da Ance Catania insieme con l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili del capoluogo etneo. «Le imprese edili, com’è noto, soffrono di una forte crisi di liquidità – afferma il presidente Ance Catania Giuseppe Piana – è difficile allineare le entrate alle scadenze previste dai contratti. Stiamo perdendo l’entusiasmo a causa dalle complicazioni normative con cui dobbiamo fare costantemente i conti».

Gli fa eco il consigliere dell’Ordine dei Commercialisti Fabrizio Leotta: «Questi sono argomenti caldi tanto per le imprese quanto per i professionisti – spiega – è davvero complicato adeguarsi alle continue e incalzanti modifiche normative, quindi i momenti di confronto formativo con le altre categorie professionali, con le quali lavoriamo sinergicamente, sono sostanziali».

Secondo il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, la nomina dell’organo di controllo diventa obbligatoria nell’ipotesi in cui la società abbia, per due esercizi consecutivi, almeno uno dei seguenti parametri: quattro milioni di euro di attivo dello stato patrimoniale, quattro milioni di ricavi e venti dipendenti. Conti alla mano «in Italia le società interessate alla nomina sarebbero circa 100mila – incalza Dario Scelfo, dottore commercialista, relatore dell’incontro – a livello nazionale la regione più attenta è stata l’Emilia-Romagna, dove circa il 35% delle imprese ha già nominato il revisore. Lo spirito della norma è quello di superare le criticità degli ultimi anni, evitando in sostanza che l’imprenditore chiuda le saracinesche: un tentativo di porre rimedio all’inizio del processo di crisi, e non alla fine, quando la situazione diventa irreversibile».

A concludere il confronto è stato l’avvocato Fabrizio Belfiore che ha posto l’attenzione sul concordato negli appalti pubblici, distinguendo l’ipotesi della partecipazione da quella in cui il concordato interviene in sede di realizzazione dell’opera pubblica. «In un periodo di così profonda crisi – aggiunge – siamo costretti a trovare strumenti di carattere giuridico per superare la posizione debitoria delle imprese e per dare l’opportunità ad esse di intraprendere un percorso di risanamento e ritorno ad una capacità piena».

Corruzione estesa a macchia d’olio all’Anas di Catania: altri arresti

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Più si scava nelle indagini più si trova marciume.   Marciume equivale a corruzione e significa privare del legittimo benessere il popolo che attende risposte positive dalla pubblica amministrazione Anas sempre più nel baratro.  Riepiloghiamo la vicenda.  Nove persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Catania nell’ambito di un’inchiesta per corruzione sull’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati dal locale compartimento dell’Anas, nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione delle opere in verde.

               INCHIESTA  “BUCHE D’ORO”

Un’ordinanza di custodia cautelare emessa già dal Gip che ha disposto il carcere per sei persone e i domiciliari per altre tre. Un altro filone  delle indagini ‘Buche d’oro’ su appalti per milioni di euro e che hanno portato in passato all’emissione di altre 9 misure restrittive.

 

I nuovi fatti corruttivi riguardano persone già raggiunte da precedenti misure cautelari (per l’Anas Riccardo Carmelo Contino, Giuseppe Panzica e Giuseppe Romano già ai domiciliari, destinatari oggi di analoga misura; per le imprese corruttrici, vi è Pietro Matteo Iacuzzo, rappresentante legale della «Isap srl» di Termini Imerese, già ai domiciliari e, da oggi, ristretto in carcere), si registra il coinvolgimento di ulteriori responsabili di corruzioni perpetrate nell’ultimo biennio: Giorgio Gugliotta, 45 anni, dipendente Anas, capo nucleo del Centro di manutenzione diretto dal geometra Contino; Amedeo Perna, 50 anni, dipendente della Ifir tecnologie stradali srl, con sede a Milano; Santo Orazio Torrisi, 62 anni, rappresentante legale della Sicilverde srl, con sede ad Aci S. Antonio (CT); Giuseppe Ciriacono, 51 anni, padre del rappresentante legale della Ital costruzioni group srl, con sede a Caltagirone (CT); Vincenzo Baiamonte, 63 anni, già dipendente della Safe roads srl, con sede a Misilmeri (PA). Baiamonte risulta, dal 2019, dipendente della Truscelli Salvatore srl, con sede a Caltanissetta. Truscelli, lo scorso 18 ottobre, era stato sottoposto ai domiciliari perché sorpreso dai finanzieri a consegnare, tra l’altro, negli uffici dell’Anas, una tangente di diecimila euro in contanti.

Tra i destinatari delle misure cautelari un napoletano, A.P., di 50 anni, imprenditore.    Difeso dall’avvocato Rosario Pagliuca, a lui viene contestato il reato di corruzione.  L’imprenditore è stato condotto nel carcere napoletano di Poggioreale.

ANCE CATANIA: «IMPRESE EDILI A RISCHIO SOPRAVVIVENZA”

 

“DL FISCALE, , ABROGARE NORMA SULLE RITENUTE FISCALI»

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L’Associazione dei Costruttori etnei interviene contro le nuove misure che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2020

CATANIA – «

L’Ance di Catania si unisce alla richiesta di abrogazione dell’art. 4 del decreto fiscale emanato dal Governo pochi giorni addietro: nuova grave sottrazione di liquidità che prevede il versamento diretto da parte del committente (pubblico e privato) delle ritenute per i lavoratori dipendenti impiegati negli appalti e subappalti».

Lo dichiara il presidente dei Costruttori etnei Giuseppe Piana con riferimento all’emendamento presentato dall’Ance nazionale – per voce del vicepresidente con delega alla fiscalità Marco Dettori – ascoltata in Commissione Finanze della Camera sul decreto fiscale. «Si preannuncia un impatto grave per le imprese del territorio e per tutta la filiera edile, per questo in sede locale – riferisce Piana – l’Ance Catania si è già mossa sensibilizzando i deputati e i senatori catanesi in tal senso, al fine di richiedere un immediato intervento dei parlamentari in sede di conversione in legge del decreto fiscale».

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili stima, infatti, che la misura «determinerà un costo per le imprese pari a circa 250 milioni di euro all’anno e l’ennesima complicazione burocratica per il settore». Un impatto enorme «che mette a rischio la sopravvivenza delle imprese, all’interno di un contesto che – come sottolinea il presidente dei Costruttori etnei – vede il sistema produttivo già stremato dallo split payment, dai ritardati pagamenti della PA e dall’impossibilità di compensare i contributi assistenziali e previdenziali con i crediti fiscali, secondo quanto previsto dall’art. 4».

L’Ance di Catania attende dunque una forte presa di posizione risolutiva da parte dei parlamentari, vista anche la disponibilità a rivedere la misura fiscale annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione dell’assemblea nazionale Ance dello scorso 30 ottobre.

A destare allarme è anche il tema degli indici di crisi delle imprese in vista della definizione delle nuove procedure di allerta. Come auspicato dall’Associazione, «occorre prevedere un periodo sperimentale, rinviando l’entrata in vigore dei nuovi indici, che devono tenere conto delle specificità delle aziende di costruzione, per le quali l’eventuale squilibrio patrimoniale va valutato su più anni, rinviando anche il termine per la nomina degli organi di controllo e dei conseguenti adeguamenti statutari».