I CARABINIERI DI CATANIA E SIRACUSA METTONO IN GINOCCHIO 47 MAFIOSI DEL CLAN SANTAPAOLA-ERCOLANO E DEL CLAN NARDO DI LENTINI

 

PIBBLICA AMMINISTRAZIONE INQUINATA DA DIPENDENTI MAFIOSI CHE FAVORIVANO COSA NOSTRA CREANDO I BANDI SU MISURA

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cARABINIERI IN AZIONE: IN GINOCCHIO I COMPONENTI DEL CLAN SANTAPAOLA-IMMAGINE ARCHIVI SUD LIBERTA’

Catania,

La “famiglia” Santapaola-Ercolano di Catania e il clan Nardo di Lentini (Siracusa) soci nel lavoro, nel traffico di droga e nel controllo del tessuto imprenditoriale, ma avevano anche contrasti economici in settori economici criminali.

La novità:   infiltrazioni  nel settore della pubblica amministrazione. Come nel Comune di Caltagirone dove emergono contatti tra alcuni dipendenti dell’amministrazione che favorivano imprese contigue a Cosa nostra «modellando i bandi» per aziende vicine a Gianfranco La Rocca», figlio dello storico capomafia «Ciccio», deceduto nel dicembre 2020, e indicato come «l’indiscusso capo dell’omonimo clan».

 

L’inchiesta Agorà della Dda etnea basata su indagini dei carabinieri del Ros di Catania e del comando provinciale di Siracusa rivela gli illeciti,l’arresto di 47 persone e la notifica di un’ordinanza non restrittiva per altri nove indagati.

Nell’inchiesta sono indagati anche alcuni dipendenti del Comune di Caltagirone, nei confronti dei quali- informano i Carabinieri – saranno notificati degli avvisi di garanzia. Militari dell’Arma hanno sequestrato nove società attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei servizi cimiteriali per un valore stimato dagli investigatori in circa 10 milioni di euro. Scoperto anche un traffico di droga che, durante le indagini, ha portato al sequestro di 108 chili di marijuana, 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish.

L’inchiesta riassume insomma una situazione di diversi anni  delle “famiglie” di Cosa nostra tra Catania e Siracusa. Gli arrestati sono gravemente indiziati, con 26 diversi capi d’imputazione contestati dalla Dda, di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni pluriaggravate, illecita concorrenza, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di beni. 

 

Foto Carabinieri