EMODINAMICA, INFERMIERI E TECNICI: «NUOVE COMPETENZE E STRUMENTI PER MIGLIORARE L’ ASSISTENZA»

 

Sabato 10 aprile via al percorso di formazione nazionale

 

In Sicilia presenti 23 Cath Lab che erogano servizi di natura diagnostica (coronarografia) e terapeutica (angioplastica coronarica e cardiologia strutturale), con circa 30mila prestazioni annuali e 200 infermieri al lavoro

Dalla gestione del paziente sul lettino operatorio pre, intra e post-procedura, al controllo di tutti i devices presenti in sala operatoria, passando per il supporto nella fase chirurgica: la professionalità e le competenze tecnico-infermieristiche devono affrontare quotidianamente nuove sfide dettate dalle tecnologie e dalle innovazioni procedurali. Soprattutto nell’ambito della cardiologia interventistica, dove i ruoli dell’infermiere e del tecnico di emodinamica sono assolutamente centrali: basti pensare che solo in Sicilia sono presenti 23 Cath Lab (laboratori di emodinamica), che erogano servizi di natura diagnostica come la coronarografia, o di natura terapeutica, come l’angioplastica coronarica e la cardiologia strutturale (valvole cardiache, chiusura auricola, chiusura di difetti interatriali), con circa 30mila prestazioni annuali e 200 infermieri al lavoro.

Da qui l’importanza dei webinar che partiranno sabato 10 aprile alle ore 10.00 – e proseguiranno con altre tre date – patrocinati da Sici-Gise (Società italiana di cardiologia interventistica) con l’accreditamento del ministero della Salute, rivolti a una platea nazionale di addetti ai lavori coinvolti nel monitoraggio dei pazienti in emodinamica.

«In questi corsi sulle competenze tecnico-infermieristiche – sottolinea Giovanni Coppola (Umberto I di Siracusa), delegato Area Nursing & Technicians Gise e responsabile scientifico dell’evento che vedrà una faculty prevalentemente siciliana – cercheremo di dare il punto di vista introduttivo e scientifico della nostra Società di Cardiologia Interventistica Sici-Gise, con un documento che contiene spunti di riflessione e strumenti di lavoro per la formazione nei nostri Cath Lab. Tra le varie competenze è richiesta la conoscenza dell’elettrocardiografia, del monitoraggio emodinamico del paziente e delle metodiche di imaging. Verranno sviluppati inoltre scenari clinici tipici che si presentano ogni giorno durante l’attività: episodi di bradiaritmie, tachiaritmie, instabilità emodinamica, emergenze–urgenze, che tutto il personale infermieristico deve affrontare con consapevolezza, conoscenza e preparazione».

Basti pensare che ogni procedura coronarografica richiede generalmente la presenza di un medico emodinamista, un tecnico radiologo e due infermieri di emodinamica, che si occupano di controllare i parametri vitali del paziente, di somministrare i farmaci, preparare correttamente gli strumenti e assistere il medico nell’esecuzione delle procedure, fino al monitoraggio e verifica della corretta emostasi arteriosa, arginando tempestivamente l’insorgenza di complicanze vascolari quali emorragie, ematomi o aritmie.

Al momento non esiste un iter formativo didattico specifico per diventare infermiere di emodinamica: la formazione avviene sul campo, in affiancamento a una risorsa esperta per almeno 6 mesi. Corsi di perfezionamento sugli strumenti e le tecniche utilizzate diventano dunque fondamentali per professionalizzare ulteriormente il personale. Quattro appuntamenti (10 aprile “Elettrocardiografia di base e monitoraggio del paziente in Cath Lab, 8 maggio “Le infezioni correlate all’assistenza in Cath Lab: nuove evidenze e sterilità. La sala ibrida, 29 maggio “Le metodiche di imaging coronarico: IVUS” e 12 giugno “Trattamento delle stenosi coronariche calcifiche: nuove metodiche e tecniche consolidate per il personale tecnico infermieristico) supportati da Archigen e Boston Scientific, per declinare le conoscenze derivanti dalle reali attività assistenziali e chirurgiche, con lo scopo di definire standard qualitativi e quantitativi, fornendo un supporto pratico ad un percorso che mira a innalzare i livelli di assistenza.

ANGELI E DEMONI NELLA SANITA’

Otto, infinite, ore in attesa di entrare al pronto soccorso dell'ospedale di Villa Sofia a Palermo con il paziente a bordo dell'ambulanza. E' accaduto ieri, ma da giorni si hanno notizie di ambulanze in attesa di trasferire i sospetti Covid positivi nelle aree di emergenza degli ospedali siciliani. Solo che questa volta la foto dell'infermiera del 118 che si addormenta stremata sul volante dell'ambulanza in attesa davanti all'ospedale è diventata una delle immagine simbolo di questa emergenza.
ANSA

Un immagine simbolo dell’Emergenza: lo scatto ritrae una infermiera professionale -eroica-  sul volante dell’autoambulanza stremata

 

DI  R.LANZA

Noi infermieri siamo sempre vicini ai cittadini con le nostre competenze per continuare questa ‘lotta’ fino in fondo ma per poterlo farlo è necessario un supporto concreto. Non siamo eroi ma professionisti che con competenza e serietà continuano a mettere a disposizione degli altri il nostro servizio”. Lo afferma con un Comunicato il Coordinamento regionale degli ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia al presidente della Regione Attilio Fontana.

Ma anche nelle altre regioni gli operatori professionali sono allo stremo e a rischio Covid.  Le regole contrattuali sembrano pure saltate. Si sposta un medico od infermiere professionale laddove l’esigenza è maggiore. E’ un campo di guerra dappertutto. La regola sancita dalla Suprema Corte del divieto di spostamento di un dipendente dal luogo dove timbra il cartellino o badge va a farsi benedire tra l’indifferenza e l’incapacità sindacale delle organizzazioni di categoria. C’è confusione giuridica ed amministrativa.  Gli interlocutori responsabili sembra abbiano pure perduto la testa. In atto c’è da pensare solo al Covid. Al modo di lavorare non si pensa più. Sono troppi i morti, elevatissimi i contagi, esaurite le bombole di ossigeno, strapiene le terapie intensive dove i pazienti in buona parte compiono il trapasso tra una infezione polmonare e l’altra.  Ma soprattutto ci si accorge solo adesso la necessità di adeguamento degli stipendi da “commesso di negozio” degli operatori professionali collaboratori -livello D. Vale a dire 1100 euro in totale Una vera indecenza di fronte ai rischi della vita di queste persone.

Ma accanto gli angeli vi sono i “furbetti” – una minoranza-  della malattia opportunistica.  Qui occorre rigore, rigore e rigore. Ci rivolgiamo ai medici dell’Inps di operare una vigilanza stretta per il rientro nei reparti ed ambulatori dei medici ed infermieri professionali che usano ancora questi “trucchetti” di mancanza assoluta di rispetto dei colleghi che lavorano. In Sicilia soprattutto, e consentite a Catania nell’ASP competente. che dovrebbe-attuare una ispezione interna per la verifica delle due categorie.    Che Dio aiuti la Sicilia e il resto del Paese in piena difficoltà. I guai sono arrivati oltre quelli economici.