Putin spiega di svolgere un ruolo di “peaceKeeping nelle regioni separatiste”- Milioni di dollari sono finiti nei conti correnti dei vertici ucraini

Il presidente russo: “Kiev cessi ostilità o responsabilità ricadrà su leadership”. “Delusione” di Macron e Scholz. Von der Leyen e Michel: “Violato diritto internazionale, reagiremo uniti”. 

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Crisi Ucraina-Russia, il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto le repubbliche filo russe del Donbass, Lugansk e Donetsk. Putin ha quindi chiesto a Kiev di cessare “immediatamente” le ostilità nel Donbass orientale o la “responsabilità ricadrà sulla leadership del Paese”.

Putin ha quindi ordinato alle forze russe di svolgere un “ruolo di peacekeeping nelle regioni separatiste”

La situazione in Donbass è diventata estremamente critica. Mi rivolgo a voi per informarvi su quali saranno le prossime azioni in questa situazione. L’Ucraina è parte integrante della nostra storia, della nostra cultura. Ci sono legami molto forti dal punto di vista familiare e storico. Gli ucraini stessi si considerano parte della Russia, siamo uniti da sempre”, ha detto il presidente russo aprendo il discorso alla nazione dopo il riconoscimento. “E’ importante capire cosa sta succedendo oggi e quali sono gli obiettivi che ci siamo posti”, dice il presidente, nella giornata cruciale della crisi tra Russia e Ucraina, ripercorrendo tappe e momenti chiave nella storia a partire dalla Rivoluzione del 1917, passando per la Seconda Guerra Mondiale. Dalle decisioni di Lenin prima e Stalin poi, Putin accenna ai nodi della storia sovietica. “L’Ucraina sovrana è stata creata da Lenin, è stato lui l’architetto”, dice Putin. “Noi siamo pronti a mostrarvi cosa significa liberare completamente l’Ucraina“.

Kiev ha rifiutato di riconoscere i nostri legami storici e le tradizioni dei russi che vivono in Ucraina, nel paese è montata un’ondata di nazionalismo con rivendicazioni nei confronti della Russia. E’ importante comprendere – continua il presidente russo – che l’Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente” con l’identità “di una nazione, non ha fatto altro che seguire modelli esteri senza difendere gli interessi dei cittadini. In Ucraina, le autorità hanno preso il potere solo sulla base di idee populiste: poi, hanno sempre fatto un passo indietro rispetto alle promesse fatte alla popolazione. Chi è arrivato al potere ha fatto solo i propri interessi: gli ucraini non possono dire di aver vissuto in una nazione stabile, sono stati governati da oligarchi concentrati sui propri interessi e interessati a dividere l’Ucraina dalla Russia, ricevendo sostegno dagli Stati Uniti. Milioni di dollari sono finiti nei conti correnti degli oligarchi, i cittadini hanno continuato a soffrire”

 

Papa Francesco: “L’autorità è un servizio e come tale va sfruttata per il bene di tutti”

 

Oggi ,San Francesco, l’Angelus  particolare di Papa Francesco. Il Vangelo di oggi,infatti,  con la parabola dei vignaioli, incaricati di lavorare nella vigna ma diventati omicidi, perché uccidono via via i servi inviati dal padrone e infine il suo stesso figlio, vuole significare che nemmeno Gesù è stato riconosciuto. “E’ una parabola molto dura – afferma il Papa – e Gesù mette i suoi interlocutori davanti alla loro responsabilità. Questo ammonimento non vale solo per coloro che rifiutarono Gesù in quel tempo: vale anche oggi: anche oggi Gesù aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare nella sua vigna, cioè tutti noi. Anche oggi chiunque ha autorità può essere tentato di fare i propri interessi invece di quelli di Dio stesso, ma Dio dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non nello sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio e come tale va sfruttata per il bene di tutti. E’ brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi”.

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Nella Seconda Lettura, poi,  San Paolo si sofferma sull’ impegno quotidiano “ciò che è virtù”, quello che è “vero, nobile, giusto,“E’ l’atteggiamento dell’autorità e anche di ognuno di noi – afferma – perché ognuno di noi anche nel suo piccolo, piccolo, ha certa autorità.

“Diventeremo così una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità”, conclude Francesco esortando a rivolgersi a Maria, “spiritualmente uniti ai fedeli radunati nel Santuario di Pompei per la Supplica” e rinnovando, nel mese di ottobre, l’impegno a pregare il Rosario.

“Ieri – ha detto poi il Papa al termine dell’Angelus – sono stato ad Assisi per firmare la nuova enciclica ‘Fratelli tutti’ sulla fraternità e l’amicizia sociale. L’ho offerta a Dio sulla tomba di San Francesco – ha spiegato -, dal quale ho tratto l’ispirazione come per la precedente Laudato Sì”. Secondo il Pontefice,i segni dei tempi mostrano chiaramente che la fraternità umana e la cura del creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace, già indicata dai santi Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II”.

PAPA FRANCESCO: L’AUTORITA’ E’ UN SERVIZIO PER IL BENE DEGLI ALTRI, NON DOBBIAMO CERCARE IL PROPRIO INTERESSE

Papa Francesco lancia una riflessione sulla gestione dell’autorità e della raccolta frutti. “Anche oggi-afferma il Pontefice – Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa”, cioè da “tutti noi”. In una domenica di attesa per la nuova enciclica dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale, firmata ieri ad Assisi,  Lo fa a partire dal Vangelo di oggi, in cui Gesù narra la parabola dei vignaioli omicidi, ai quali il padrone aveva affidato la sua vigna.

 

La vigna è di Dio, non nostra  – L’autorità è servizio non interesse proprio

Al tempo del raccolto arrivano i servi per ritirare i frutti ma i vignaioli li respingono a bastonate e addirittura ne uccidono alcuni e, alla fine, persino il figlio del padrone. E quando Gesù chiede cosa farà il padrone della vigna, al ritorno, a quei contadini, i capi del popolo che cercavano di eliminare Gesù, rispondono pronunciando “da sé stessi la propria condanna”: li punirà e affiderà la sua vigna ad altri. Una “parabola molto dura”, con cui “Gesù mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità”. Si tratta di un ammonimento di Gesù che “vale per ogni tempo, anche per il nostro”:

In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso. E Gesù dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi.

Entrando profondamente in questa parabola, Papa Francesco ricorda che l’immagine della vigna rappresenta “il popolo che il Signore si è scelto” mentre i servi sono i profeti, e il figlio è figura di Gesù. Anche lui viene respinto e ucciso.

Nella Seconda Lettura, poi, ricorda il Papa, San Paolo dice che per essere buoni operai, deve essere oggetto di impegno quotidiano “ciò che è virtù e merita lode”, quello che è “vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato”. “È l’atteggiamento dell’autorità e anche di ognuno di noi – dice – perché ognuno di noi, nel suo piccolo, ha una certa autorità”.

“Diventeremo così una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità”, conclude Francesco esortando a rivolgersi a Maria, “spiritualmente uniti ai fedeli radunati nel Santuario di Pompei per la Supplica” e rinnovando, nel mese di ottobre, l’impegno a pregare il Rosario.