Richiesta la rimozione di Giampiero Panvini , “falso caporedattore stampa” dell’Ersu etneo e commissario dell’Istituto Gioeni

 

Ciancio e Paxia: “Scandaloso sfrattare una giovane ospite ipovedente dalla struttura, per di più in questo momento”. 

 

Ancora Panvini nella bufera. Dopo la scoperta del nostro Giornale “Sud Liberta’ di un decreto della Regione di un impegno spesa a suo favore,eccessivo ,oltre 7o mila euro per quattro mesi-da settembre a dicembre- di “attività stampa”all’Ersu ,compresi oneri vari, dichiarata con la falsa qualifica di “Caporedattore” insieme a Dario Matranga dell’Ersu di Palermo arriva un altro macigno di non poco conto sul suo comportamento di commissario all’Istituto ciechi di Catania  Riportiamo l’intervento di due deputate (M5S) sensibili alla problematica sociale

Dopo una lunga diatriba, cominciata prima di novembre, tra il commissario e gli ospiti dell’Ardizzone Gioeni, che ha determinato il distacco del riscaldamento e  dell’acqua calda per diversi giorni nell’ala destinata alle stanze dei non vedenti, adesso arriva l’ordine di immediata liberazione della stanza ai danni di una donna ipovedente ospitata presso l’istituto. Riteniamo non più rinviabile la rimozione di Panvini dall’incarico di commissario dell’Ipab di Catania”.

A dichiararlo sono le deputate all’Ars e alla Camera del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio e Maria Laura Paxìa che si dicono “incredule dopo aver letto la deliberazione n. 79 del 16 dicembre 2020” con la quale Giampiero Panvini, responsabile nominato dalla Regione Siciliana, ha disposto ‘la risoluzione del rapporto di convitto e del regime residenziale’ nei confronti di una giovane donna ipovedente, Jessica Costa, che da anni vive e lavora nella struttura, nata appositamente per dare una mano a chi si trova in gravi condizioni fisiche di cecità. “Neppure la dura fase di diffusione del coronavirus – sottolineano le Portavoce m5s –  né il periodo di festività che ci accingiamo a vivere, sono riusciti a stoppare questa decisione, che prevede l’ordine di dimissione ed immediata liberazione della stanza, motivato da presunte violazioni di alcune fredde disposizioni di un regolamento interno”.

“Intimare l’allontanamento dai locali, in piena emergenza sanitaria, per di più a dei soggetti fragili, è un atto oltre che di scarsa sensibilità umana anche contrario alle norme vigenti (D.l. n. 34/2020 convertito in Legge n. 77/2020 art 17 bis “Proroga della sospensione dell’esecuzione degli sfratti di immobili ad uso abitativo e non abitativo”).

Le attuali e critiche circostanze che stiamo vivendo – sottolineano le deputate  – avrebbero dovuto consigliare diversamente chi ha vergato l’ordine di espulsione della giovane ipovedente, soprattutto perché, in questo modo, si tradiscono i principi fondativi dell’Istituto per ciechi Ardizzone Gioeni, sorto grazie alla volontà testamentaria del Barone di San Vito nel 1884”. 

“Le priorità di ‘assistenza, educazione e istruzione’ – sottolineano le deputate – che lo stesso Statuto fondativo assegnava all’Istituto di beneficenza, evidentemente non sono bastate per trovare una soluzione ad un problema che, ci risulta, fosse via di definizione tramite apposita interlocuzione tra l’istituto e l’avvocato della giovane ospite, la quale ha già saldato i mesi di ottobre, novembre e dicembre e stava per formalizzare una proposta transattiva per saldare quanto dovuto”.

Nella foto sopra di un recente evento culturale svoltosi a Catania, l’assessore Scavone ,il 2 da sinistra e il commissario Panvini ultimo a destra

Adesso – concludono Ciancio e Paxìa – tocca all’Assessore regionale alla famiglia Antonio Scavone mettere una pezza a questa situazione incresciosa con la definitiva rimozione dell’attuale commissario straordinario”.

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