Agenzia Frontex Ue: forte caduta dei flussi migratori

 

L’incubo migranti in arrivo  sulle coste siciliane forse sta per scomparire. Sono stati diffusi dati precisi dall’agenzia europea “Frontex”, società che si occupa della gestione delle frontiere ,la rotta del Mediterraneo Centrale nel 2018 ha visto 23.276 arrivi di migranti irregolari, l’80% in meno rispetto ai 118.962 del 2017.

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Meno del Mediterraneo Orientale, che ha registrato 55.878 attraversamenti delle frontiere Ue contro i 42.139 del 2017 (+32%), per lo più per via terrestre, e soprattutto meno della metà del Mediterraneo Occidentale, la rotta più battuta l’anno scorso dai migranti irregolari, con circa 57mila arrivi (55.307 via mare contro 21.552, +157%; e 1.337 via terra, nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, in calo del 10%).

Il principale motivo dello spostamento a Occidente delle rotte migratorie che prima passavano per le acque a sud della Sicilia, secondo l’agenzia Frontex , è che “la rotta libica è pericolosa, per via dei numerosi naufragi verificatesi, quindi diventata sempre meno attraente, a causa dei maggiori rischi ” che i migranti corrono sia in Libia sia sulla strada per raggiungere il Paese. Insomma gli arrivi, se ancora si verificheranno, si conteranno sulle punte delle dita.

NATALE DI SANGUE IN LIBIA: KAMIKAZE SI FA ESPLODERE ALLA SEDE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI

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Libia, attacco kamikaze alla sede del Ministero degli Esteri Stando alle prime informazioni fornite dai media, in pochi minuti si sarebbero verificate una forte esplosione e poi diversi colpi di arma da fuoco. Testimoni oculari hanno affermato di aver visto una densa colonna di fumo alzarsi dalla sede del Ministero degli Esteri, dove è avvenuto l’attentato. Oltre alle tre vittime ci sarebbero anche cinque persone rimaste ferite nel corso dell’attacco. Di queste non si conoscono ancora le condizioni.

Le dinamiche dell’attacco: il kamikaze sarebbe riuscito a farsi esplodere all’interno dell’edificio La dinamica dell’attentato è ancora poco chiara né è stato reso noto con esattezza il numero di persone che hanno condotto l’attacco contro la sede del ministero. Stando ad alcune indiscrezioni emerse, sembra che si sia trattato di un vero e proprio attacco condotto da numerosi terroristi armati. Il kamikaze sarebbe riuscito comunque a farsi esplodere all’interno dell’edificio, forse al secondo piano.

Secondo altra ricostruzione, prima sarebbe esplosa un’autobomba di fronte all’edificio. Poi, all’interno del ministero è iniziata una sparatoria con “tre o quattro aggressori“. Una seconda esplosione, provocata questa volta da un kamikaze, si è verificata invece al secondo piano del palazzo. C’è chi parla di un colpo dell’Isis, ma non ci sono rivendicazioni al momento in c ui scriviamo

Nonostante l’impegno internazionale,in particolare dell’Italia che in questi giorni si è recato in Libia per rafforzare le relazioni con l’Italia, la situazione in Libia resta particolarmente critica e complessa con gli attentati che continuano a minare la stabilità del paese che da tempo vive una situazione politica sociale molto difficile

 

Conte in Libia per rafforzare le relazioni con l’Italia

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Il Presidente del Consiglio domani andrà in Libia per rafforzare le relazioni diplomatiche.  Tripoli sarà la prima tappa del premier dove vedrà il capo del Consiglio presidenziale libico Fayez Serraj ed il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled al Mishri. Poi, Conte andrà a Bengasi per un incontro con il generale Khalifa Haftar,  del governo di Tobruk.

La Conferenza per la Libia una “pietra miliare” per la stabilizzazione e un futuro di pace

Libia, Haftar diserta il summit di Palermo e la Turchia va via

Un vertice distensivo indubbiamente positivo quello sulla Libia  organizzato dalla Presidenza del Consiglio. Anche se alla sessione plenaria della Conferenza, infatti, non ha partecipato il generale Haftar e la delegazione turca si è ritirata, tuttavia ,significativa però la lunga stretta di mano che è andata in scena a Villa Igiea tra i leader ‘rivali’, Haftar e il presidente del Consiglio Presidenziale della Libia Fāyez al-Sarraj, suggellata dal premier Giuseppe Conte. Certo il cammino è lungo ma importante era riunire i pezzi da novanta per migliorare la qualità di vita della Libia e i rapporti con i Paesi vicini Dobbiamo dare atto a Conte di esserci riuscito.

 – “Abbiamo voluto farci promotori di questa iniziativa nel pieno rispetto della ownership libica del processo. Le soluzioni non possono essere imposte dall’esterno” ha detto Conte. “Il contributo della comunità internazionale deve rispettare vivamente la sovranità libica evitando indebite interferenze – ha sottolineato – Spetta al popolo libico e ai suoi rappresentanti scegliere i tempi e le modalità con cui prendere le decisioni fondamentali per il futuro del Paese”. Il sostegno può favorire questa accelerazione del processo di stabilizzazione che può essere rimesso interamente agli attori libici”. 

 – Per l’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamé, la conferenza di Palermo è stata “un successo e una pietra miliare” nel percorso verso la stabilizzazione del Paese e “nello sforzo comune per aiutare i nostri amici libici a tracciare un futuro che porti via da questa situazione”. “

 Non si può pensare di risolvere la crisi in Libia coinvolgendo le persone che l’hanno causata ed escludendo la Turchia”, ha detto il vicepresidente turco, Fuat Oktay, abbandonando i lavori. “Il meeting informale di stamattina è stato presentato come un incontro tra i protagonisti del Mediterraneo: ma questa è un’immagine fuorviante che noi condanniamo. Per questo lasciamo questo incontro profondamente delusi”, aggiunge il vice- presidente di Ankara. “Qualcuno all’ultimo minuto ha abusato dell’ospitalità italiana”, ha aggiunto il braccio destro di Erdogan senza mai nominare il generale Khalifa Haftar. “Sfortunatamente la comunità internazionale non è stata capace di restare unita”.

La verità è che per organizzare almeno un incontro allargato con il generale Haftar (e non soltanto dei bilaterali), la presidenza italiana ha accettato di escludere dalla riunione del mattino Turchia e Qatar, ovvero i due avversari dichiarati del generale. C’erano i capi di governo e di Stato “del Mediterraneo” (il presidente egiziano Sisi, il tunisino Essebsi, il premier russo Medvedev e altri) assieme ad Haftar e al presidente libico Fayez Serraj.

Nella foto della stretta di mano tra Haftar e Sarraj, si vedono i leader politici sorridenti con Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, e Sarraj che si danno la mano e con il presidente del Consiglio che tiene le sue mani su quelle dei due libici. “Non è utile cambiare il cavallo mentre si attraversa ancora il fiume…” la metafora con cui Haftar si è rivolto, come si apprende da fonti diplomatiche, a Sarraj. Una metafora per spiegare al presidente del Consiglio Presidenziale che “non c’è bisogno di cambiare l’attuale presidente prima delle prossime elezioni”.

 Dopo l’incontro, Haftar è ripartito da Palermo: “Non parteciperemo alla conferenza neanche se durasse cento anni. Non ho nulla a fare con questo” evento, ha spiegato il generale in un’intervista rilasciata lunedì sera al suo arrivo a Palermo alla tv ‘al-Hadath’. “Tutta la mia partecipazione è con i ministri europei e dopo questi miei incontri con loro, partirò immediatamente”,

Conte: “Summit perchè vi sia la Pace nel mondo e la Libia decida del proprio futuro”

KHalifa Haftar non presenzierà  alla Conferenza sulla Libia di Palermo ma arriverà  in Sicilia per prendere parte ad un summit a margine dell’evento con i presidenti di Egitto, Tunisia, Ciad, Niger e con il premier italiano, Giuseppe Conte, e russo, Dmitri Medvedev. Parole di Conte: «In Libia si è avviato un percorso di stabilizzazione. Facciamo» questa conferenza «per il popolo libico e perché vogliamo che il popolo libico possa decidere in via democratica del proprio futuro»,

Certa la partecipazione a Palermo del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. L’annuncio é stato fatto dal portavoce della presidenza, l’ambasciatore Bassam Radi.

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Lunedì a Palermo Summit sulla Libia: assenti i big europei e gli Stati Uniti,l’ONU vuole ridistribuire le ricchezze petrolifere

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Una conferenza senza leader internazionali, ma con i principali attori libici. Il comunicato stampa di Conte- e diplomatici pure- precisano che non si tratta di un vertice europeo ma sulla Libia .Il summit di Palermo, viste queste premesse, non porterà ad un accordo globale e complessivo per stabilizzare il paese nordafricano, ma potrà costituire un passo avanti, se le parti troveranno un’intesa almeno su alcuni punti della road map dell’Onu.

Che l’Italia «sostiene con convinzione», ha sottolineato il premier Giuseppe Conte, che appunto parla di Palermo come un «episodio non isolato, ma una tappa fondamentale di un percorso». Solo la Francia manderà in Sicilia un esponente di peso, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian. 

Vi saranno tecnici come gli emissari per il Medio Oriente di Usa e Russia, David Hale e Mikhail Bogdanov, anche se fonti diplomatiche italiane riferiscono che resta confermata la partecipazione del premier russo Dmitri Medvedev. Mentre a nome l’Ue parlerà l’Alto rappresentante Federica Mogherini.
Delusione per le defezioni dei big europei ma anche degli Stati Uniti, principale sponsor dell’Italia sulla Libia, e che tuttavia non manderà a Palermo nemmeno il segretario di Stato Mike Pompeo.

«For Lybia With Lybia», è il messaggio che si vuole lanciare, ha spiegato Conte. Inoltre, la partecipazione dei leader di attori regionali come Tunisia, Ciad, Algeria e Niger, ma anche di Grecia e Malta (sono attesi verosimilmente Alexis Tsipras e Joseph Muscat) potrebbe essere utile per far il punto anche sul tema migranti.

Il faro del summit è il piano di azione dell’Onu, aggiornato dall’inviato Ghassam Salamé tenendo conto del persistente stallo
politico e dell’instabilità sul terreno, a Tripoli e nella nevralgica “Mezzaluna petrolifera”. . Sul fronte economico, l’Onu vuole sostenere la redistribuzione delle ricchezze nazionali, soprattutto quelle petrolifere, anche con incentivi per contrastare il contrabbando di carburante.

La svolta vera, però, potrebbe arrivare con un’intesa sul percorso istituzionale. A partire dalla convocazione di una conferenza nazionale aperta a tutti, tribù del sud incluse, all’inizio del 2019, per arrivare a elezioni parlamentari in primavera – così come auspica il piano Onu – e costituire un nuovo organo legislativo unico che superi il dualismo Tripoli-Tobruk.  Su questi temi si confronteranno i quattro protagonisti libici invitati a Palermo: il premier Fayez al Sarraj, il generale Khalifa Haftar, Aguila Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk, e Khalid Al-Mishri, capo del Consiglio di Stato. E anche il vicepremier Maitig, in rappresentanza delle potenti milizie di Misurata, che vogliono una contropartita per il loro contributo decisivo alla sconfitta dell’Isis, potendo contare sul sostegno dei francesi, che li hanno incontrati ieri. 

Le diffidenze tra le parti sono tante. In più diverse altre fazioni sono in agitazione perché sostengono di non essere state invitate a Palermo.  Due giorni  ancora e si vedrà se la conferenza internazionale sulla Libia abbia prodotto risultati concreti ed utili alla popolazione europea

(Ag.)

Mazara del Vallo: rilasciati dalla Libia i due pescherecci – Confiscato il pescato-

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I due pescherecci, il “Matteo Mazzarino” (della società armatoriale M.C.V. Pesca dell’armatore Vincenzo Asaro con sette uomini di equipaggio al comando del capitano Alberto Figuccia), e l’”Afrodite Pesca” (della Afrodite Pesca Srl dei fratelli Pellegrino (140 tonnellate di stazza lorda, con 6 uomini di equipaggio a bordo al comando del capitano Vincenzo Pellegrino) sono stati rilasciati dalle autorità libiche ..

Si apprende che le  società armatrici non hanno pagato alcuna sanzione ; è stato confiscato però  l’intero pescato dei due motopesca in  parte ” riferibile all’attività di pesca condotta all’interno della cosiddetta ZEE (Zona Economica Esclusiva) che la Libia dal 2005 ha stabilito unilateralmente estendendo di fatto le proprie acque nazionali 62 miglia oltre le 12 convenzionali”. Nessun chiarimento a riguardo.

Nave Mediterranea per assistere i pescherecci italiani sequestrati- la Libia non è un buon interlocutore per l’Italia

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Comunicazione di assistenza della nave Mare Jonio della missione  Mediterranea  disponibile a fornire assistenza agli italiani  dei due pescherecci mazaresi trattenuti in Libia. “Abbiamo appreso  dagli organi di stampa che alcune unità navali libiche, non è dato  sapere se con mezzi forniti dall’Italia, hanno sparato contro 2  pescherecci di Mazara del Vallo che si trovano ora in stato di fermo  al porto di Ras Al Hilal – spiega il comunicato diffuso da Mediterranea -. Questo  episodio conferma che la Libia, nelle sue diverse e contrapposte  milizie e forze che detengono il potere, non può essere considerata in nessun modo un interlocutore per l’Italia”.

“Il nostro Governo –  ha grandi responsabilità  nell’avere attrezzato e finanziato le autorità di un simile paese  delegando loro la gestione di migliaia di vite umane e contribuendo a  mettere in pericolo, come dimostra l’episodio di oggi, anche chi  lavora in questo tratto di mare”.

“Siamo vicini ai pescatori, alle loro famiglie e alla comunità di  Mazara del Vallo che in queste ore vivono in apprensione per le sorti  dei loro cari. La Mare Jonio si trova in questo momento davanti alle  coste libiche nell’ambito della missione di monitoraggio della  Piattaforma Mediterranea ed è disponibile a collaborare con il Governo italiano e con le autorità competenti per fornire assistenza ai due  pescherecci e ai nostri connazionali trattenuti in queste ore in  Libia”,

Violenza selvaggia della Libia che sequestra due pescherecci di Mazara del Vallo. Urge un incisivo intervento delle Autorità italiane

I Paesi rivieraschi- come la Libia – minacciano di intaccare la vocazione della cultura dell’accoglienza e del rispetto di Mazara Del ValloRisultati immagini per immagini di sequestri di pescherecci

La Libia non manca di stupire per le sue violenze e sistemi antidemocratici . Due pescherecci iscritti al compartimento marittimo di Mazara del Vallo sono stati sequestrati da una vedetta libica nella tarda serata di ieri. Si tratta del motopesca ‘Afrodite Pesca‘, di proprietà della omonima società armatoriale dei fratelli Pellegrino (140 tonnellate di stazza lorda, con 6 uomini di equipaggio a bordo al comando del capitano Vincenzo Pellegrino) e del motopesca ‘Matteo Mazzarino‘, di proprietà della società armatoriale M.C.V. Pesca dell’armatore Vincenzo Asaro (sette uomini di equipaggio al comando del capitano Alberto Figuccia), giunti in nottata al porto Ras Al Hilal.

Il fatto è  avvenuto a circa 30 miglia dalla costa libica di Derna, all’interno della cosiddetta ZEE (Zona Economica Esclusiva) che la Libia dal 2005 considera proprie unilateralmente.

Si apprende che la  vedetta libica avrebbe cominciato a sparare senza alcun preavviso colpi di arma da fuoco, provocando danni alla cabina e alle attrezzature del motopesca Afrodite. I militari libici, saliti a bordo dei due natanti, hanno  ordinato di seguire la motovedetta fino al porto Ras Al Hilal, a est di Derna.   Sembra che il  rilascio dei due motopesca sarà condizionato al pagamento di una sanzione per l’attività svolta “all’interno della ZEE”.

Intanto il primo cittadino di Mazara esprime sdegno ed angoscia per quanto avvenuto benchè lo specchio acqueo  illegittimamente e unilateralmente è considerato proprio dalla  Libia  senza condivisione  delle autorità internazionali”. “Sono certo – prosegue Cristaldi – che le autorità diplomatiche italiane interverranno con urgenza per assicurare la sicurezza dei nostri marittimi e la tranquillità delle loro famiglie. L’ episodio è vissuto con angoscia dalla popolazione sia perché richiama il triste ricordo della detenzione subita dai nostri pescatori negli anni passati nelle carceri libiche, sia perché nostri natanti illecitamente sequestrati dalla Libia – conclude il sindaco – non hanno fatto più ritorno a Mazara e sono stati lasciati in abbandono come nel caso del motopesca Daniela L. sequestrato sei anni fa”.

Ministro degli esteri prof.Moavero: “E’ il momento adesso di cambiare lo scenario della Libia..Conferenza il 12 Novembre a Palermo

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Cambiare lo scenario della Libia . Prevista una  conferenza per la Libia con interlocutori disponibili – comunica una nota – il 12  ed il 13 novembre a Palermo”. Lo afferma il ministro degli  Esteri  prof. Enzo Moavero,dopo averlo anticipato  in aula al Senato. “Il programma – ha spiegato Moavero – è di tenere una conferenza per la Libia, non tanto sulla Libia, per facilitare il processo in corso. La terremo qui in Italia, nei giorni 12 e 13 novembre, con una giornata dedicata maggiormente agli interlocutori libici, alla discussione che cercheremo di facilitare tra loro intorno ad un tavolo, ed una giornata che vedrà la presenza di numerosi protagonisti della comunità internazionale”. E la conferenza si terrà “a Palermo, con l’idea di farla in una terra italiana vicina allo scenario libico”, ha sottolineato ancora il titolare della Farnesina, secondo cui “l’obiettivo è di facilitare il processo di securizzazione in Libia”.

(Comunicato)