ALLA SCOPERTA DELLA VITA SU MARTE CON LA SONDA “INSIGHT” GIA’ ATTERRATA SUL PIANETA ROSSO

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Un cuore italiano è sulla sonda Insightt sul pianeta Marte. . Un applauso con la storica standing ovation ha accompagnato il segnale al centro di controllo dell’Ente spaziale statunitense. .La sonda ha percorso 460 milioni di chilometri nello spazio dal giorno del suo lancio, avvenuto il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California.

InSight è la 15esima sonda spaziale ad atterrare sul Pianeta Rosso dal 1971 ad oggi. “Siamo soddisfatti e orgogliosi di avere contribuito a questa tappa fondamentale nell’esplorazione umana del Sistema Solare” afferma Marco Molina, Responsabile Ricerca e Sviluppo Spazio di Leonardo. La sonda InSight della Nasa è stata guidata dalla Terra fino a Marte da una ‘bussola spaziale’, il sensore stellare Star Tracker, pensato, progettato e costruito dal colosso italiano dell’aerospazio. “Il nostro sensore ha contribuito a determinare con precisione il puntamento della sonda e dei suoi motori, come sta facendo dal giorno del lancio”

InSight , che sta per Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, è stata lanciata il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California, ed è una delle missioni di punta della Nasa. “L’arrivo della sonda della Nasa InSight rappresenta un punto di sviluppo effettivo per tutta l’umanità” commenta il Commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana, Piero Benvenuti. “La ricerca scientifica e le conseguenti scoperte aprono infatti notevoli possibilità di conoscenza dell’Universo e della sua evoluzione. L’impegno italiano, anche grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, in questa contesto è elevato e siamo in prima linea nell’esplorazione di Marte. Potremmo dire che non c’è sonda che studi Marte senza il contributo italiano” afferma Benvenuti.

L’esultanza nella base Nasa per l’atterraggio su Marte di InSight

Infatti tutto come previsto Insight è entrato nella tenue atmosfera marziana alle 20:54 circa con angolo di entrata perfetto, 12 gradi, per evitare di fare la fine dei sassi piatti che i ragazzini lanciano sulla superfice dei laghi per vederli rimbalzare o di bruciarsi all’istante. 
Il resto è venuto di conseguenza, il mezzo si è voltato per portare lo scudo termico contro la direzione di discesa, si arriva infatti a migliaia di gradi anche se l’atmosfera oppone scarsa resistenza, poi si è aperto il grande paracadute supersonico da venti metri, che si è staccato per lasciare il lavoro, oramai a poche centinaia di metri dal suolo marziano, ai retrorazzi. Il mezzo spaziale ha così potuto arrivare al suolo con una velocità di qualche km all’ora.. Sono i famosi 6 minuti di terrore, che solo gli americani sanno superare, in cui si passa da una velocità di migliaia di chilometri all’ora, a 4, in 120 chilometri di discesa, in cui si perde anche la connessione col lander per via del formarsi di una capsula di plasma attorno ad Insight. In orbita, esperimento nell’esperimento, i due mini satelliti Marco, grandi poco più di un grosso panettone, rimandavano a terra i segnali ricevuti da Insight durante la discesa.

. Da domani si inizia a lavorare, si studiano i terremoti, si determina l’orbita di Marte con precisione quasi millimetrica, e si misura la febbre al pianeta, a 5 metri sotto il suolo, per capire se c’è o meno un nucleo magmatico come qui sulla Terra. 
Insight ha potuto arrivare fin là grazie allo star finder sviluppato da Leonardo, che ne ha prodotti e venduti finora oltre 600. Osserva le stelle e dice al computer del mezzo spaziale se la rotta è giusta, in questo siamo i leader, ma c’è altra Italia ora su Marte…..un cuore italiano.. «A bordo del lander di Insight è presente Larri, un microriflettore di ultima generazione sviluppato dall’Infn con il supporto dell’ASI, fornirà la posizione accurata del lander durante l’esplorazione di Marte. Da non trascurare e lo diciamo dalle colonne del Quotidiano SUD LIBERTA’  il coinvolgimento della Sardegna Deep Space Antenna, la grande parabola sarda del radiotelescopio SRT, che ha ricevuto i dati e seguito le fasi di atterraggio di InSight».

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E’ il lander Nasa incaricato di riportare gli States sul suolo di Marte sei anni dopo il touchdown del rover Curiosity, avvenuto nell’agosto 2012. L’atterraggio morbido, ricorda l’Agenzia Spaziale italiana, è riuscito solo al 40% dei veicoli che lo ha tentato, e il primato, ad oggi, è ancora prerogativa esclusiva degli Stati Uniti. La prerogativa di InSight è che, una volta al lavoro, è il primo lander a studiare le profondità del suolo di Marte, dove a d un punto si è scoperto vi è ghiaccio. Ciò consentirà di capire se nel passato c’è stata la vita sul pianeta.

Il veicolo è accompagnato da due mini-satelliti, i cubesat Mars Cube One (MarCO), i primi del loro genere a effettuare una missione oltre l’orbita bassa. I due veicoli, lanciati con InSight, ma indipendenti rispetto al lander, devono testare la capacità di trasmettere, in tempo reale verso la Terra, i dati prodotti da Insight, durante l’ingresso in atmosfera, la discesa e l’atterraggio.

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A bordo del lander è presente anche Larri, un microriflettore italiano di ultima generazione sviluppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il suo compito è fornire la posizione accurata del lander durante l’esplorazione di Marte. E non solo. Con lo strumento Larri si potrà “delineare il primo meridiano marziano, un gemello del meridiano di Greenwich terrestre” afferma il Responsabile ASI della partecipazione scientifica del programma ExoMars 2016-2020, Raffaele Mugnuolo. Lo strumento italiano Larri “potrebbe infatti diventare una sorta di ‘Meridiano zero’ di Marte, un primo ‘punto fiduciale’ sulla superficie del pianeta, un punto fisso per i calcoli relativi alle missioni e agli oggetti che inviamo su Marte”.

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Intanto, il team della missione, ritiene che lo studio della stratificazione delle rocce marziane sarà di fondamentale importanza per rivelare i processi di formazione che hanno interessato Marte e gli altri pianeti rocciosi del Sistema Solare. Lo strumento Larri è gemello di Inri che era presente a bordo dello Schiapparelli -il lander della missione ExoMars del 2016 andato perduto nell’impatto con il suolo di Marte- e che avrà un ulteriore fratello sulla sonda Nasa Mars 2020…..

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