La Libia non perde il vizio: spara ai pescherecci italiani e ferisce il comandante dell’Aliseo

Libia, la guardia costiera spara contro pescherecci italiani: ferito il  comandante dell'Aliseo - la Repubblica

Con riferimento all’aggressione che ha coinvolto al largo delle coste libiche il motopeschereccio italiano ‘Aliseo’, la Farnesina ha diffuso un comunicato secondo il quale il  comandante italiano ha riportato solo lievi ferite che non destano preoccupazione. Sono in corso accertamenti sulla dinamica di quanto avvenuto.

L’incidente odierno conferma nondimeno la pericolosità della zona prospiciente le coste della Libia dove non si può pescare: la zona è stata del resto definita “ad alto rischio” per tutte le imbarcazioni già nel maggio 2019 dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti”.

Il motopeschereccio Aliseo è intanto in navigazione verso Mazara del Vallo, dove arriverà oggi anche il figlio del comandante.

Il comandante dell’Aliseo è stato “sottoposto a controllo sanitario e cure mediche da parte del personale medico a bordo di nave Libeccio” e  “a pochi giorni di distanza dell’intervento di nave Alpino in Cirenaica, nave Libeccio è intervenuta in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) all’interno della Zona di Protezione di Pesca (ZPP) libica, nelle acque della Tripolitania”. I motopesca Artemide e Nuovo Cosimo “si trovano in navigazione verso nord ed in sicurezza”.         L’ Aliseo, insieme agli altri due motopesca, che fanno parte di un gruppo di sette pescherecci, “tre giorni fa era stato oggetto di tentativo di sequestro nella ZPP libica in area Cirenaica, sequestro scongiurato dal tempestivo intervento di nave Alpino”.

La fregata Libeccio, impegnata nell’Operazione Mare Sicuro, ha comunicato la Marina, “è intervenuta nelle prime ore pomeridiane di oggi in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture “ad alto rischio” (a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums)”. La Marina Militare ha sottolineato poi che “l’intervento si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani”.

Nave Libeccio, che al momento della segnalazione “si trovava a circa 60 miglia dalla scena d’azione, ha diretto verso i motopesca alla massima velocità ed ha mandato in volo l’elicottero di bordo, il quale giunto in area ha preso contatto radio con il personale della motovedetta. Per verificare la situazione, è stato inoltre immediatamente dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina Militare P-72, il quale riporta d’aver assistito ad alcuni colpi d’arma da fuoco “di avvertimento” da parte della motovedetta libica”.

Nave privata americana ritrova il sottomarino S.Juan- Recupero dei 44 corpi per piangere i propri cari

Argentina, ritrovato il sottomarino San Juan scomparso il 15 novembre 2017 con quarantaquattro persone a bordo. La Marina Militare argentina e il Ministero della Difesa hanno reso noto di aver ritrovato il sottomarino San Juan, scomparso il 15 novembre 2017. Il relitto è stato localizzato in Patagonia, al largo della penisola di Valdes. 

E’  stata la nave privata americana Ocean Infinity, che dallo scorso settembre opera per la ricerca (con un contratto esteso fino al prossimo febbraio), e un suo minisottomarino telecomandato inviato a 800 metri di profondità ad individuare il relitto.  Le autorità inizieranno nel minor tempo possibile le operazioni di recupero del mezzo per permettere alle famiglie delle quarantaquattro persone coinvolte nella tragedia di vedere i resti dei  propri cari. Nel corso dell’anno  hanno preso parte alle ricerche del sottomarino navi della marina russa, di quella americana e di quella britannica.

Trovato il sottomarino San Juan

Il sottomarino Ara San Juan

Ricorderemo che tutto il mondo era appeso alle  ultime comunicazioni  informative di  un incendio divampato a bordo del mezzo. Poi il lungo silenzio  Dopo aver preso parte ad alcune operazioni a Ushuia aveva iniziato il viaggio verso Mar del Plata. Il sottomarino  è scomparso dopo due giorni di viaggio facendo perdere ogni traccia. Nel corso dell’ultima comunicazione con la stazione di controllo, il comandante del sottomarino aveva fatto sapere che a bordo del battello era divampato un incendio. L’acqua sarebbe entrata dal condotto di ventilazione e avrebbe mandato in corto circuito le batterie elettriche.

Dopo un pò di attesa e la speranza di ritrovare l’equipaggio , il 20 dicembre 2017, venti giorni dopo la scomparsa del sommergibile, le autorità argentine comunicavano la fine delle ricerche.”Le condizioni ambientali e il tempo trascorso erano diventati ormai incompatibili con la possibilità di sopravvivenza da parte di un individuo umano”.