Reggio Calabria: arrestati 4 familiari di vittima di violenza sessuale-Indagine connessa all'”Operazione Masnada”

volante Modena

Reggio Calabria

Hanno tentato di sottoporla con la forza a una perizia psichiatrica per farla dichiarare incapace di intendere e di volere, quattro familiari di una vittima di violenza sessuale avvenuta lo scorso anno a Palmi (Reggio Calabria) sono stati arrestati dai poliziotti del Commissariato con l’accusa di violenza e minaccia per costringere a commettere reato e intralcio alla giustizia.

L’indagine è collegata alla recente “Operazione Masnada” che aveva consentito l’individuazione di 20 persone, alcune anche minorenni, legate da parentele a vari esponenti di vertice di cosche di ‘Ndrangheta, accusate di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di due ragazze minorenni.

I poliziotti hanno accertato svariati e reiterati episodi di vessazione subìti da una delle giovani vittime da parte dei propri familiari, in particolare dal fratello, dalla sorella e dai rispettivi compagni, che, contrari alla sua scelta di denunciare, hanno costantemente ostacolato la sua collaborazione con gli investigatori, tentando in svariati modi di farle ritrattare quanto già dichiarato davanti all’autorità giudiziaria.

In particolare, i familiari avrebbero invitato la ragazza a tentare il suicidio, disattivato la sua scheda telefonica e provato a farla passare per “pazza” rendendo inattendibili le sue dichiarazioni.Gli indagati sono stati messi agli arresti domiciliari e nel corso delle perquisizioni personali e locali gli agenti hanno sequestrato dispositivi elettronici, informatici e telefoni cellulari.

 

 

 

Aleggia l’ombra dei Procuratori di Catania e dei Minorenni sul ministro Salvini “per aver eluso i diritti dei 29 minorenni”

VIDEO DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA SULLA VICENDA

GUAI  GIUDIZIARI IN VISTA PER MATTEO SALVINI ( CHE EVITA PERO’ DI FIRMARE CARTE E DOCUMENTI )     – Il    Fiatone  dei Magistrati siciliani   –

Sulla vicenda della nave Diciotti ora intervengono le Procure. E  sono dolori forti da assorbire per chi vuole detenere il primato di resistenza al divIeto di sbarco con i procuratori di Agrigento, di Catania e dei Minorenni.    Un fuoco incrociato sostanzialmente diretto al Ministro dell’interno Matteo Salvini  in aperto scontro anche con lo scrittore Saviano che lo accusa di sequestro di persona. Guai giudiziari in vista dunque . Intanto il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, è salito oggi a bordo della nave. Il magistrato è titolare dell’indagine sul trattenimento dei profughi a bordo della Diciotti. Nell’ipotesi di responsabilità a carico di Salvini o del governo dovrebbe intervenire il tribunale dei ministri.

Risultati immagini per foto di matteo salvini e la nave diciotti

La Procura per i minorenni etnea ha inviato una lettera ai ministri dell’Interno e delle Infrastruttura, al Capo Dipartimento per le Liberta’Civili e l’Immigrazione e al Prefetto, con la quale chiede che “i minorenni non accompagnati siano fatti sbarcare” dalla Diciotti. . Sulla nave della Guardia costiera ci sono 177 migranti, compresi 29 minorenni non accompagnati. Nella missiva, la Procura per i minorenni di Catania sottolinea che “sono stati elusi i diritti” dei 29 minorenni non accompagnati tra cui “il divieto di respingimento, essere accolti in strutture idonee, avere un tutore, presentare domanda di protezione internazionale e di essere ricongiunti ad eventuali parenti regolarmente soggiornanti in altri stati europei“.

La Procura di Ragusa frena lo spaccio di droga e le “prestazioni sessuali” richieste in pagamento

 

Numerose ordinanze di custodia cautelare sono state notificate dalla Procura di Ragusa a conclusione di procedimenti ed indagini  sullo spaccio  di stupefacenti.

Si apprende che la  squadra Mobile di Ragusa è oggi  impegnata nella ricerca di due minorenni, destinatari di una misura cautelare restrittiva.

La Procura ha dato pure disposizione alla Polizia di perquisire le abitazioni degli indagati alla ricerca di droga. L’operazione ha sgominato una banda che utilizzava anche  pusher minorenni.

E’ emerso anche un particolare inquietante. Alcuni spacciatori si facevano ‘pagare’ con prestazioni sessuali da ‘clienti’ che non avevano soldi per pagare la ‘dose’ di droga.