Arresti a Monreale per una serra indoor produttrice di marijuana

Analizziamo la pianta di marijuana - Canapando

Archivi -Sud Libertà

 

 Palermo – Monreale 
I Carabinieri della Stazione di Monreale hanno arrestato due persone, di 27 e 37 anni, originarie di Belmonte Mezzagno e già note alle forze dell’ordine, con l’accusa di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente e furto aggravato di energia elettrica. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, svolto nei pressi della frazione di San Martino delle Scale, i militari hanno sorpreso i due uomini mentre uscivano da un’abitazione apparentemente disabitata dove avrebbero gestito una serra indoor, creata per la coltivazione di cannabis e da diversi giorni tenuta sotto controllo per i movimenti anomali nella zona.
All’interno dell’appartamento, i militari hanno rinvenuto circa 170 piante di cannabis, dell’altezza media di oltre un metro e più di duecento già espiantate ed in corso di essiccamento. L’attività illecita veniva svolta con l’uso di attrezzature per il riscaldamento e l’irrigazione, alimentate grazie ad un allaccio abusivo alla rete elettrica, scoperto grazie all’intervento di tecnici Enel.
Con la lavorazione e la successiva immissione della sostanza stupefacente ottenuta, nel mercato del dettaglio, le piante avrebbero potuto fruttare diverse migliaia di euro. Dopo la convalida degli arresti, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo ha disposto per gli indagati l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
L’immobile così come tutta l’attrezzatura sono stati sequestrati e la droga è stata inviata al laboratorio analisi per gli accertamenti tecnici. L’operazione odierna è il frutto della costante azione di contrasto al grave fenomeno del traffico di stupefacenti che i Carabinieri del Comando Provinciale conducono, senza sosta, attraverso l’incessante azione di controllo del territorio e la capillare presenza sulla città e tutta la Provincia di Palermo.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

Caltanissetta, sequestrano e picchiano un tredicenne: in carcere due 15enni

 

 

alternate text
Archivi -Sudf Libertà
Due quindicenni sono stati arrestati dai carabinieri di Caltanissetta per aver sequestrato in un garage e picchiato per un’ora e mezza un tredicenne. La misura cautelare del collocamento in un istituto penitenziario minorile è stata emessa dal gip del Tribunale per i minorenni di Caltanissetta a seguito di un’articolata attività investigativa coordinata dal procuratore della Repubblica per i minorenni Rocco Cosentino e condotta dalla Sezione operativa dei carabinieri. I due quindicenni sono gravemente indiziati, a vario titolo, di tortura, sequestro di persona, minaccia, lesioni aggravate e porto di oggetti atti ad offendere.
Stante alla ricostruzione degli inquirenti, i due, nel mese di settembre, avrebbero attirato con l’inganno all’interno di un garage, di proprietà di uno dei due, un tredicenne, bloccandolo su una sedia e legandogli caviglie, polsi e bocca con del nastro da imballaggio. Poi lo avrebbero preso a schiaffi su tutto il corpo, sputandogli sul volto e intimidendolo con attrezzi da lavoro e con un coltello, oltre a versargli addosso acqua intrisa di olio per motori minacciando di dargli fuoco. Dopo circa un’ora e mezza, il tredicenne sarebbe stato liberato con l’ulteriore minaccia di morte qualora avesse raccontato a qualcuno quanto accaduto.

Truffe agli anziani: dice ad un’anziana 86 anni di essere il nipote e si fa dare soldi e gioielli. Arrestato il giovane truffatore

 

Carabinieri - Foto e Immagini Stock - iStock

Napoli,
Dalle prime ore del mattino, a Napoli, i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo stanno eseguendo un’ordinanza che dispone la misura cautelare del carcere – emessa dal Gip del Tribunale di Velletri su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di un 30enne, con precedenti per reati analoghi, gravemente indiziato di truffa aggravata in danno di una vedova di 86 anni.
Il 24 maggio scorso, una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Castel Gandolfo, nel transitare per le strade cittadine, veniva fermata dall’anziana donna che chiedeva aiuto per essere stata, poco prima, vittima di una truffa. La signora denunciava che prima era stata contattata telefonicamente da un giovane che le diceva di essere suo nipote, incorso in un incidente stradale e di avere bisogno di 6.000 euro per pagare una contravvenzione e che, di lì a poco, sarebbe passato un corriere postale a ritirare la somma necessaria alla sua liberazione. Cosa che effettivamente accadeva poco dopo: la donna consegnava all’uomo, presentatosi presso la sua abitazione, risparmi racimolati dalla sua pensione di 640 euro e questi, riferendole che non erano abbastanza, prelevava dalla sua cassaforte orologi e gioielli nonché si faceva consegnare dalla donna una catenina che aveva al collo e la sua fede nuziale, ricordo del defunto marito, successivamente dileguandosi. Circa 10.000 euro il valore dei gioielli prelevati.
I Carabinieri della Stazione e del Nucleo Operativo della Compagnia di Castel Gandolfo, attraverso la visione di filmati di sistemi di videosorveglianza, risalivano alla targa di un’autovettura, presa a noleggio a Napoli nonché repertavano sulla cassaforte alcune impronte digitali, che corrispondevano a quelle del giovane, riconosciuto altresì dalla vittima mediante individuazione fotografica. 
I Carabinieri ricostruivano che l’uomo, con precedenti per truffe in danno di anziani e pertanto già sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G., dopo aver apposto la firma presso una caserma di Napoli, si immetteva in autostrada per raggiungere la provincia di Roma dove è gravemente indiziato di aver commesso la truffa.
L’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale.

La Procura di Ragusa frena lo spaccio di droga e le “prestazioni sessuali” richieste in pagamento

 

Numerose ordinanze di custodia cautelare sono state notificate dalla Procura di Ragusa a conclusione di procedimenti ed indagini  sullo spaccio  di stupefacenti.

Si apprende che la  squadra Mobile di Ragusa è oggi  impegnata nella ricerca di due minorenni, destinatari di una misura cautelare restrittiva.

La Procura ha dato pure disposizione alla Polizia di perquisire le abitazioni degli indagati alla ricerca di droga. L’operazione ha sgominato una banda che utilizzava anche  pusher minorenni.

E’ emerso anche un particolare inquietante. Alcuni spacciatori si facevano ‘pagare’ con prestazioni sessuali da ‘clienti’ che non avevano soldi per pagare la ‘dose’ di droga.