Conte risponde con fierezza alle critiche degli oppositori e precisa che “l’alleanza tra formazioni politiche contrapposte significa ancoraggio ai valori della persona, del lavoro e dell’uguaglianza..”

 

Conte al Senato: "Il consiglio Ue di domani si annuncia complesso" -  Politica - ANSA

 

Dopo la fiducia ottenuta in Aula alla Camera, Conte si presenta al Senato oggi per le sue comunicazioni e correttivi alle critiche.

Quando un paese soffre è più unito“. Con la pandemia “il senso di comunità si è risvegliato, si sono rafforzate le ragioni del nostro stare insieme, abbiamo elevato il tenore della nostra alleanza”, ha detto il premier nel suo intervento in Aula, sottolineando che “è molto complicato governare con chi dissemina mine“. Con chi “ti accusa di immobilismo e di correre troppo, di non decidere e di decidere troppo: è davvero difficile governare in queste condizioni”, ha detto Conte, che ha parlato di “attacchi anche mediatici molto aspri e a volte anche scomposti di alcuni esponenti di Italia Viva”.

Vedete, se oggi, a voi che siete in quest’aula e ai cittadini che ci seguono da casa, posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non avere mai sbagliato, ma per la consapevolezza di chi, insieme a tutta la squadra di governo, ha impegnato tutte le proprie energie fisiche e intellettive per offrire la migliore protezione possibile alla comunità nazionale”, ha ribadito il premier Conte, sottolineando che “questo è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese. I numeri sono importanti, oggi lo sono in modo particolare, ma ancor più importante è la qualità del progetto politico. Chiediamo a tutte le forze politiche: ‘aiutateci a ripartire con la massima celerità, a rimarginare la ferita profondo che la crisi ha creato nel patto di fiducia con cittadini”.

 “le nostre energie dovrebbero essere tutte e sempre concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese, mentre invece così, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate in contrappunti polemici e spesso sterili, del tutto incomprensibili rispetto a chi ogni giorno si misura con la paura della malattia, con lo spettro dell’impoverimento, con il disagio sociale, con l’angoscia del futuro. Rischiamo così tutti di perdere il contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. E, infatti, i ministri e gli alleati di governo che hanno potuto seguire da vicino le vicende di queste ultime settimane sono testimoni del fatto che abbiamo compiuto ogni sforzo, con la massima disponibilità, per evitare che questa crisi, ormai latente, potesse esplodere”.

Nonostante continue pretese, critiche sempre più incalzanti, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza. Questa crisi di governo ha aperto una ferita profonda all’interno della compagine di governo e tra le forze di maggioranza, ma ha provocato – e questo è ancora più grave – anche profondo sgomento nel Paese. Questa crisi rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha già fatto salire lo spread, ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Arrivati a questo punto – rimarca Conte – non si può cancellare quel che è accaduto o pensare di poter recuperare quel clima di fiducia e quel senso di affidamento che sono condizioni imprescindibili per poter lavorare, tutti insieme, nell’interesse del Paese. Adesso si volta pagina. Questo Paese merita un governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini e per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale e una incisiva ripresa della nostra economia“.

Conte ha quindi spiegato che tra le “discriminanti fondamentali” che hanno portato a un governo fondato su “un’alleanza tra formazioni politiche provenienti da storie, esperienze, culture di differente estrazione, che per giunta in passato si erano anche contrapposte delle volte anche in maniera aspra”, c’è “il convinto ancoraggio ai valori costituzionali, cito solo il primato della persona, lavoro, uguaglianza formale e sostanziale, tutela dell’ambiente”. La seconda discriminante fondamentale, indicata dal presidente del Consiglio, “è la solida vocazione europeista del nostro Paese, in modo da consentire all’Italia di tornare protagonista nello scenario europeo e contribuire a fare recuperare alla medesima all’Unione europea il ruolo di la leadership che le spetta nel contesto geo-politico internazionale“.

Risposta critica Opere bloccate- “Sento crescere la critica, anche ieri alla Camera, sul fatto che le opere sono bloccate da due mesi per mancanza di commissari. Non è vero, a parte che la lista dei commissari è pronta, le opere sono state bloccate perché abbiamo applicato l’articolo 2 del Dl semplificazioni che dà poteri speciali ai commissari”, ha detto Conte.

Ristori – Con le parole pronunciate ieri, in Aula alla Camera, “non intendevo dire che i ristori sono sufficienti a compensare le perdite subite”, puntualizza il premier.

Revisione titolo V Costituzione – “L’esperienza della pandemia impone anche un’attenta, meditata e pacata riflessione sulla revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione” sul rapporto tra Stato e Regioni. “Lavoriamo tutti insieme – invita il presidente del Consiglio – meditiamo insieme sul riparto delle competenze legislative di Stato e Regioni, come pure alla individuazione di meccanismi e istituti che consentano di coordinare più efficacemente il rapporto tra i diversi livelli di governo. In questo contesto, occorre garantire e tutelare, con la massima intensità, le autonomie speciali e le minoranze linguistiche”.

Risposta critica a voler invadere le competenze del Parlamento -Legge elettorale – Alle critiche della destra di non assumersi le prerogative parlamentari sulla legge proporzionale , Conte ha risposto di volere “promuovere , “nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari”, una riforma elettorale “di impianto proporzionale, quanto più possibile condivisa, trattandosi di una riforma di sistema, che possa coniugare efficacemente le ragioni del pluralismo della rappresentanza con l’esigenza, pur ineludibile, di assicurare una complessiva stabilità al sistema politico”. “Vorrei chiarire – aggiunge – su questo punto, leggo interpretazioni maliziose. Negli anni passati abbiamo vissuto una frammentazione della rappresentanza, il quadro politico si è andato differenziando e nuovi processi si sono imposti. Con questo quadro non possiamo fare una legge elettorale che costringa nello stesso involucro sensibilità molto diverse: questo porterebbe alla instabilità. Piuttosto bisogna favorire appieno, se vogliamo ricomporre il quadro, la rappresentanza democratica di tutte le realtà che sono sul campo. Ovviamente poi le forze politiche per governare saranno chiamate a sottoscrivere accordi su programmi di alto profilo, alto contenuto ideale”.

“Oblivion” ,nuovo video della band partenopea Rossometile

LA MORTE PUNTO D’INCONTRO DOVE INCONTRARSI E RICONOSCERSI

 

DI  L. CORIONI
Il lockdown e il Covid 19 sembrano non fermare la musica, soprattutto quella che fa capo alla canzone d’arte con tinte dure e di metallo. È dunque tempo di un nuovo videoclip per i Rossometile, band partenopea riconosciuta ormai come punto di riferimento dell’oltrerock italiano.
Arriva “Oblivion”, il quarto video estratto dall’album “Desdemona”, carico di emozione, mistero e incredibile energia. Ambientato tra la terra e il mare, è un mare agitato come l’anima gotica del gruppo, è un mare nel quale lasciarsi andare perché dove tutto finisce rimane solo la morte, quale luogo oscuro dove ancora incontrarsi e riconoscersi. Nella profondità dell’acqua la separazione e l’addio trovano ancora un senso.
Un altro capolavoro.
Biografia
I Rossometile nascono a Salerno nel 1996, dal connubio tra il chitarrista Rosario Runes Reina e il batterista Gennaro Rino Balletta, con l’intenzione di realizzare brani inediti con sonorità metal “contaminate”.
Nel 2004 vede la luce Ultimaria, tra rock alternativo e metal, ma – negli anni successivi – si verificano molti cambi di formazione che influenzano la discografia della band.
Infatti, il secondo album (Terrenica) accede ad una sorta di progressive metal (ma con influenze pop); nel 2012 arriva Plusvalenze, dove prevale l’anima pop rock, mentre nel 2015 la band pubblica Alchemica che si affaccia al gothic metal.
Nel 2020 esce Desdemona che consacra, grazie anche all’uso dell’orchestra sinfonica, il genere “rossometile”.

Scritto, arrangiato e prodotto da Rossometile
Ilaria Hela Bernardini: voce
Rosario Runes Reina: chitarra
Pasquale Pat Murino: basso
Gennaro Rino Balletta: batteria
Riprese, foto e montaggio: Kinorama
Makeup: Margherita Palladino
Additionals: Greta Di Iacovo
Drone Operator: Davide Talamo
Il costume di Hela è stato realizzato da Giovanna Sacchi Designer di moda
Le scene sono state girate presso:                                                                                              – il borgo di Sermoneta (LT)-
 il castello e la spiaggia di Santa Severa Comune di Santa Marinella (RM)
Si ringrazia il condominio “Villaggio del Sole” per la gentile concessione della piscina condominiale
Il brano Oblivion è stato registrato, missato e masterizzato da Francesco Tedesco presso IMRecording Studio in Nocera Inferiore (SA)
Copyright © 2020 Rossometile

Papa Francesco: “Il Signore ci giudicherà sull’amore dato negato ad altri”

 

 

La nuova geopolitica di PAPA Francesco - Opinio Juris

L’Angelus invita a riflettere sul senso della vita  Il Signore ci giudicherà sull’amore dato o negato agli altri. Con l’Angelus di oggi il Papa esorta, con forza, a interrogare il nostro cuore per uscire da sé stessi e accorgersi di chi ha bisogno d’aiuto. Un invito che rivolge nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, con la quale si chiude l’anno liturgico. “Egli è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sull’’omega’, cioè sul traguardo finale”, spiega il Papa. “Il senso della storia”, infatti, lo si coglie tenendo davanti agli occhi che “la fine è anche il fine”.

Il Giudizio sarà preso in base all’amore dato o negato

Nel Vangelo di questa domenica Matteo riporta il discorso di Gesù sul giudizio universale, alla fine della sua vita terrena. E il Papa sottolinea “il paradosso cristiano”: Colui che è “il Signore della storia”, “il Re dell’universo”, “il Giudice di tutti”, “non riveste una regalità temibile, ma è un pastore pieno di mitezza e di misericordia”. Nella pagina evangelica di oggi, Gesù si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. “Potremmo parlare come di una doppia identità: il re pastore, e anche Gesù e le pecore: cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi si identifica”.

E indica così il criterio del giudizio: esso sarà preso in base all’amore concreto dato o negato a queste persone, perché Lui stesso, il giudice, è presente in ciascuna di esse. Lui è giudice. Lui è Dio, uomo, ma Lui è anche il povero, Lui è nascosto, è presente nella persona dei poveri che Lui menziona proprio lì. Dice Gesù: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto (o non avete fatto) a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete (o non l’avete) fatto a me». Saremo giudicati sull’amore. Il giudizio sarà sull’amore. Non sul sentimento, no: saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa vicinanza e aiuto premuroso.

Saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa…

La domanda centrale che il Papa chiede, dunque, di porsi oggi è: “Io mi avvicino a Gesù presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia, mi avvicino a Gesù presente lì?” Alla fine del mondo, infatti, il Signore passerà in rassegna il suo gregge, “non solo dalla parte del pastore, ma anche dalla parte delle pecore, con le quali Lui si è identificato”

“Sei stato pastore di me che ero presente in questa gente che era nel bisogno, o sei stato indifferente?” Fratelli e sorelle, guardiamoci dalla logica dell’indifferenza, di quello che ci viene in mente subito. Guardare da un’altra parte quando vediamo un problema.

Quel che avete fatto al povero, al sofferente, l’avete fatto a me

Il Papa esorta, quindi, a seguire un’altra logica, ispirandosi al Buon Samaritano. Una logica che indica Gesù stesso:

 “Quello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perché io ero lì”. Che Gesù ci insegni questa logica, questa logica della prossimità, dell’avvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei più sofferenti.

Gesù, in questa parabola del giudizio finale, dunque, si serve dell’immagine del pastore, richiamandosi al profeta Ezechiele, il quale aveva parlato dell’intervento di Dio in favore del popolo, contro i cattivi pastori d’Israele, quelli che “erano stati crudeli e sfruttatori, preferendo pascere sé stessi piuttosto che il gregge”. Quindi “Dio stesso promette di prendersi cura personalmente del suo gregge, difendendolo dalle ingiustizie e dai soprusi”…

ADDIO AD ENNIO MORRICONE, IL COMPOSITORE DEL SECOLO

Foto di Ennio Morricone

 

Addio ad Ennio Morricone. Ricoverato in una clinica romana lascia il mondo all’età di  91 anni.

Vincitore di due Oscar, Morricone ha anche vinto con le sue colonne sonore tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Nel 2017 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Era Accademico di Santa Cecilia.

La moglie del Maestro “è caduta nel pieno silenzio rispettando anche l’umiltà” del marito “che ha voluto che non si desse pubblicità alla sua morte”. Alle esequie parteciperanno “solo i familiari e forse uno-due amici”. “Lui ha voluto che i funerali si svolgessero in forma assolutamente privata, la famiglia -si apprende – non ha ancora deciso dove e quando si svolgeranno”…

Venerato maestro del mondo cinematografico, Ennio Morricone è autore di leggendarie musiche di pellicole  ambientate nel selvaggio West americano.

Morricone è oltre a compositore per le colonne sonore per i film western all’italiana, collaboratore di  registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, Il mercenario, Il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo. Tra i tanti film musicati anche Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e Novecento di Bernardo Bertolucci. Nel 2007 Morricone ha ricevuto il premio Oscar alla carriera, dopo essere stato nominato per 5 volte. Nel 2016 ha ottenuto il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe. Sempre ne 2016 gli è stata attribuita una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame.

Nell’ambito della musica assoluta, Morricone ha composto oltre cento opere per diverse formazioni musicali, tra cui “Concerto per flauto, violoncello e orchestra” (1984); “Frammenti di Eros per soprano, piano e orchestra” (1985); “Cantata per l’Europa per soprano, due voci recitative, coro e orchestra” (1988); “Ut per tromba, percussioni e archi” (1991), “Epitaffi sparsi per soprano e pianoforte” (1991-93); il balletto “Gesto azione” (1995); il debutto operistico con “Partenope. Musica per la sirena di Napoli” (1996), su libretto di Sandro Cappelletto e Guido Barbieri; “Non devi dimenticare” (1998), in memoria delle vittime della strage del 2 agosto 1980 a Bologna; la cantata “Per i bambini morti di mafia” (1999), su testi di Luciano Violante; “Metamorfosi di Violetta”, per quartetto d’archi e clarinetto (2001); “Voci dal silenzio per voce, coro, coro registrato e orchestra” (2002); “Cantata Narrazione per Padre Pio” (2004).

– Nel 2001 Ennio Morricone ha pubblicato “Comporre per il cinema. Teoria e prassi della musica nel film” (Marsilio), scritto in collaborazione con Sergio Miceli. Nel libro affronta l’argomento da un punto di vista sia teorico sia tecnico-metodologico, offrendo un’efficace analisi dei rapporti esistenti tra musica, immagine e linguaggio cinematografico. Nel 2016 ha pubblicato il testo autobiografico “Inseguendo quel suono. La mia musica, la mia vita” (Mondadori), scritto in collaborazione con l’allievo e compositore Alessandro De Rosa. Morricone ha deciso di farne il suo libro testamento, in cui racconta la sua vita e soprattutto la sua musica. Frutto di anni di incontri con un suo allievo, è una sorta di lungo dialogo maestro-discepolo, corposo e ricco di informazioni, ricordi, approfondimenti per far capire a tutti i suoi fan quali storie e quali pensieri ci sono dietro le musiche più amate.

Nel 2018 è uscito il libro-conversazione con il regista Giuseppe Tornatore “Ennio, un maestro” (HarperCollins Italia). I due amici raccontano i loro incontri e le loro discussioni, dove il cinema è un tema ed è un pretesto, qualche volta in primo piano, qualche altra sullo sfondo.

Mikele Buonocore, “Sempe cchiù a Sud”, difesa delle proprie radici e ritorno all’Amore eterno ed immortale

 

 

di  L.Corioni

 

“Sempe cchiù ‘a Sud” è un EP, composto da sei tracce,che si pone come obiettivo la valorizzazione artistica del sud mediterraneo. 

Il brano d’apertura è quello che da il titolo all’album (Sempe cchiù ‘a Sud) e suona come una vera e propria ribellione ai luoghi comuni e alle frasi fatte, cercando di difendere, con toni decisi ma non violenti, le proprie radici.

Segue “Io voglio sulo a te” che, evocante sonorità antiche del classico napoletano, spiega gli alti e i bassi dell’amore con i sacrifici che comporta la sua eterna resistenza. 

Napulitano”, ironica e leggera, è uno sfottò contro i luoghi comuni.

La quarta traccia (Accussi’) è il manifesto identitario dell’artista e della persona Buonocore che, senza bisogno di un’accettazione incondizionata della propria natura, ostenta sicurezza e maturità.

L’amore ritorna – questa volta eternizzato e quindi immortale – in Nannina” che, nonostante un testo romantico in dialetto napoletano, ci riporta al mondo anglofilo dei Beatles.

Chiude il concept Povera terra mia”, struggente e profondo, dedicato al Monte Somma e alla Terra Vesuviana, distrutta dall’uomo ma pronta a ribellarsi, che suona come una denuncia verso l’uomo irresponsabile che ha provocato danni alla natura.

 

Note biografiche

Michele Buonocore, in arte Mikele Buonocore, è nato a San Giorgio a Cremano nel 1977.

Cantautore, autore/attore teatrale, paroliere e compositore melodista, scrive musiche e testi ricchi di profonde riflessioni e coinvolgenti ritmi vesuviani.

Nel 1999 pubblica il primo lavoro discografico, dal titolo “Buoni&Cattivi”, edito da Ed.Topaz. 

Nel 2006 pubblica l’album “Suonno”Ed. Maffucci Music, con il quale raggiunge una notorietà inattesa e la possibilità di partecipare ad eventi significativi con alcuni dei grandi nomi della musica napoletana. 

Nel 2011 con l’opera popolare  “‘A Maronna e ll’Arco e ‘e fujenti” vince il concorso nazionale Musica 2020 (Ministero dell’Istruzione) e, nel maggio dello stesso anno, pubblica il cd omonimo.

Dal gennaio 2019 è direttore artistico del progetto “Musica senza tempo Volume 1” dell’etichetta discografica indipendente #evergreen di Ennio Mirra, con il quale scrive brani per diversi artisti napoletani.

L’8 maggio 2020 esce con l’album “Sempe cchiu’ ‘a Sud”.

 

Nel corso della sua carriera, Mikele Buonocore ha conquistato numerosi premi tra cui:

2005 “Premio Europeo Roberto Murolo” a Scafati (Sa)

2007, “Premio “Fontana d’argento” per la musica sociale (premiato da Enzo Avitabile ed il maestro Roberto de Simone)

2010 Premio Suoni&migranti Festival .

2012 Premio Terronian Festival, “eccellenza musicale del Sud”.

2013 Il CD ‘A Maronna ‘e ll’Arco e ‘e Fujenti, Mikele Buonocore viene inserito come giovane cantautore nella lista dei migliori cd dialettali per concorrere al Premio Tenco (sezione giovani).

2017 vince al Festival Di Napoli – New Generation il Premio internazionale della critica Gianni Cesarini.

SI E’ SPENTO MONS. LUIGI BOMMARITO, ARCIVESCOVO DI CATANIA

 

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CATANIA

Chiesa in lutto. Si è spento oggi, all’età di 93 anni, monsignor Luigi Bommarito, arcivescovo emerito di Catania

Da tanto tempo viveva nella casa di Terrasini, suo paese natio. L’alto prelato per diversi anni ha svolto la sua opera presbiteriale nella cittadina normanna Monreale. Sono in tanti ancora, a ricordare i tempi della Fuci, la Federazione Universitaria dei Cattolici Italiani, della quale monsignor Bommarito, che allora era per tutti “don Gino”, era “anima” e guida spirituale.

L’esperienza monrealese per l’ex arcivescovo di Catania, condotta pure nella chiesa della SS.Trinità del Collegio di Maria, si concluse il 1 giugno del 1976, giorno del suo cinquantesimo compleanno, quando arrivò per lui la nomina episcopale, per volere del pontefice di allora, Paolo VI, che lo destinò alla sede di Agrigento, come vescovo ausiliario di monsignor Petralia, allora pastore della Chiesa della città dei templi.
Successivamente (era il 1980), della diocesi agrigentina ottenne la titolarità, fino al 1988, quando da Giovanni Paolo II fu nominato arcivescovo di Catania, la cui diocesi resse fino al 2002, quando lasciò per sopraggiunti limiti di età. Fra gli episodi che vanno ricordarti della sua attività episcopale, certamente quello del 9 maggio 1993 quando monsignor Bommarito fu tra i concelebranti della messa nella valle dei templi, passata alla storia per il celebre anatema lanciato dal papa Wojtyla contro i mafiosi

Papa Giovanni Paolo II avrebbe voluto andare anche sull’Etna, ma… “il vostro energico arcivescovo non me lo consiglia” diceva ai giornalisti  il grande Papa Woytjla.
Il motto del suo stemma episcopale “Ecclesiam dilexi” ha caratterizzato il suo ministero di amore e di servizio, dando incremento e vitalità alla diocesi di Catania, alle opere di sistemazione del Seminario, del Museo diocesano, dell’altare maggiore della Cattedrale, del salone dei Vescovi; alla vitalità della comunicazione e presenza nella stampa con il settimanale “Prospettive”; allo slancio dato al laicato attraverso la Consulta e le associazioni di volontariato; alle azioni di servizio tramite la Charitas; alla dimensione missionaria con l’adozione della Chiesa di Migoli in Tanzania; agli eventi eccezionali come quello dell’ultima miracolata di Lourdes, e delle apparizioni della Madonna sulla roccia a Belpasso

 

La Regione Sicilia si impegna a ridurre il rischio idrogeologico – Il quadro nelle città siciliane

 

In arrivo in Sicilia oltre 44 milioni di euro per la riduzione del rischio idrogeologico e contro l’erosione costiera. E’ il frutto, informa un Comunicato stampa, di un aggiornamento dell’Accordo di programma tra la Regione Siciliana e il ministero dell’Ambiente, ratificato dalla Giunta Musumeci.

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Risultati immagini per immagine di rischi idrogeologici della sicilia

“Si tratta – sottolinea il governatore Nello Musumeci – di interventi urgenti e prioritari per la salvaguardia della vita umana e per la sicurezza delle infrastrutture, del patrimonio ambientale e culturale. In alcuni casi sono nuove opere, in altri manutenzioni ordinarie e straordinarie. Purtroppo nell’Isola, in molte aree, il territorio è a rischio e senza efficace tutela e prevenzione, come spesso nel passato è avvenuto, il pericolo di tragedie è elevato. Ecco perché, fin dall’insediamento, il mio governo ha considerato prioritario intervenire in questo settore”.

Le opere finanziate sono venti e ricadono nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo e Siracusa. In particolare, i lavori più importanti, dal punto di vista dell’impegno finanziario, sono nell’Agrigentino: a Raffadali, dove con 8,9 milioni di euro si interverrà per l’eliminazione del rischio idrogeologico a difesa del Rione Barca e nel versante nord-est del centro abitato di Sant’Angelo Muxaro per completare il consolidamento del costone roccioso (3,5 milioni di euro).

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Una cifra considerevole andrà ai comuni del Messinese: a Frazzanò pronti due progetti da 5 milioni per il centro abitato a monte di via della Libertà mentre a Messina saranno investiti 3 milioni di euro sul litorale tirrenico per la manutenzione delle barriere frangiflutti; a Montalbano Elicona 2,4 milioni per la frazione Santa Maria; a Raccuia 1,8 milioni di euro al centro abitato San Nicolò-Carrovetta nel rione Fossochiodo; a San Teodoro 2,3 milioni per il centro abitato a valle della via degli Angeli; a Militello Rosmarino 2 milioni di euro per contrada Ramisi e 1,2 milioni saranno utilizzati a Capri Leone nel centro abitato Torrente Paliace; a Castelmola 2 milioni di euro per completare il consolidamento del costone roccioso a valle del centro abitato Cuculunazzo-Sottoposta; a Itala 1,5 milioni per la regimentazione idraulica dell’area franata in località Casaleddu e infini a Fiumedinisi 1,9 milioni per contrada Fontana.

Per quanto riguarda la provincia di Catania, a Palagonia pronti 2,4 milioni per il consolidamento e il miglioramento sismico della sede dell’Ufficio tecnico comunale; ad Agira, nell’Ennese, 1,3 milioni per la periferia meridionale del centro abitato e un milione per il quartiere Santa Maria. In provincia di Palermo invece 1,5 milioni andranno a Petralia Soprana per il consolidamento del versante sud-ovest del centro abitato, 398 mila euro per Baucina in modo da mettere in sicurezza il cimitero comunale. A Marianopoli, nel Nisseno, destinati 945 mila euro per lavori nella zona delle Case agricole, mentre 1,2 milioni di euro verranno utilizzati a Ferla, in provincia di Siracusa, nella contrada Macello a sud del centro abitato.