Provocazione del Museo Mann di Napoli, copre la “pornografia” delle opere d’arte- Visitatori perplessi ed indignati

di      R.Lanza

Nelle sale della collezione Farnese, al pian terreno del museo archeologico, tra le perplessità e le contestazioni  dei visitatori e in una giornata, peraltro la prima a ingresso gratuito, di massima affluenza,sono stati collocati sulle statue, in particolare quelle dove erano visibili le parti più ” intime” cartelli con la scritta Censored che vuol dire censurato .

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sezione - egizia

corridori

Si sa – informiamo i lettori – che il  Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN)  è tra i più importanti della città di Napoli che vanta un  pregevole patrimonio di opere d’arte e manufatti di interesse archeologico  tanto da essere valutato tra i più attraenti  musei archeologici al mondo , ed alcuni studiosi aggiungono anche – informano qui al Museo – forse anche il più importante sulla  la storia dell’ epoca romana Ha una superficie espositiva complessiva di 12.650 metri quadrati, come ampiezza già è agevole comprendere la quantità di opere d’arte che contiene

L’edificio che attualmente ospita il museo è il Palazzo degli Studi, costruito nel 1585 come “caserma di cavalleria”. Il palazzo rappresenta una certa rilevanza architettonica , uno dei più imponenti palazzi monumentali di Napoli

Il museo è formato da tre sezioni principali: la collezione Farnese  (costituita da reperti provenienti da Romae dintorni), le collezioni pompeiane (con reperti provenienti dall’area vesuviana, facenti parte soprattutto delle collezioni borboniche) e la collezione egizia che, per importanza, si colloca nel mondo al terzo posto dopo quelle del Museo egiziano del Cairo e di quello di Torino Sia questi tre settori che altri del museo sono costituiti da collezioni private acquisite o donate alla città nel corso della storia…..

Oggi il Museo Mann è al centro dell’attenzione per un interessato progetto ideato dai gestori.

«Il nostro è un esperimento sociale, non come accaduto in precedenza con il governo Berlusconi a Palazzo Chigi», con il seno (in)naturalmente velato durante una conferenza stampa nel quadro di Giambattista Tiepolo. «La differenza è che noi mai ci sogneremmo di censurare le nudità per davvero», avverte Paolo Giulierini, il direttore del Mann, prendendo le distanze dal precedente eccellente, ma soltanto dopo averlo replicato. «La nostra è una provocazione che ha più di un riferimento storico, dai marmi coperti nella Cappella Sistina su indicazione di Papa Clemente XIII alla pornografia associata alle immagini dagli integralisti islamici», avverte Ugo Capolupo, autore, nonché assistente di registi di livello come Mario Martone, Stefano Incerti, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, Nanni Moretti. .    L’originale  progetto è denominato “Un lupo al Museo”, realizzato dall’Archeologico con l’obiettivo di «raccontare la società attraverso l’arte, spingendo il visitatore a schierarsi e a prendere posizione». Sostiene Giulierini :   crediamo sia questo  «il modo di raccogliere informazioni, attraverso le reazioni spontanee, per poter comunicare meglio, nell’offerta didattica». In questo caso, la concezione del nudo nel mondo classico: «Dove l’uomo è al centro, in equilibrio perfetto».

Napoli, arrivano al Museo Mann i misteriosi Sichuan ,le maschere più strane dell’Archeologia di tutti i tempi

 

     Napoli,  ecco i preziosi tesori dell’antica Cina (dal 14       dicembre all’11 marzo 2019


 Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita, per la prima volta in Europa, nella mostra «Mortali Immortali, i tesori del Sichuan nell’antica Cina» dal 14 dicembre all’11 marzo 2019, ben 130 testimonianze della cultura Shu. Nel’immenso salone della Meridiana opere in bronzo, oro, giada e terracotta, dal secondo millennio  a.C. fino all’epoca Han (II secolo d.C.)  raccontano il percorso di un popolo destinato a sparire e l’enigma delle maschere di bronzo più sofisticate dell’archeologia di tutti i tempi.

«Questa importante esposizione, che chiude idealmente l’anno del turismo Europa-Cina e rientra tra le attività promosse nell’ambito del Forum Culturale Italia-Cina del Mibac – spiega il direttore del Mann Paolo Giulierini, che domani inaugurerà la mostra insieme a una delegazione cinese – conferma il sempre più solido  legame tra il nostro Museo e il paese del Dragone per la promozione del patrimonio culturale italiano ma anche di quello cinese in Italia. Ricordiamo che le mostre del Mann su Pompei, nei maggiori musei cinesi fino al luglio 2019, contano già oltre due milioni di visitatori».

 La mostra realizzata sotto la guida dell’Ufficio provinciale della Cultura del Sichuan, raccoglie pezzi dai principali musei databili dal 1600 a.C. (Dinastia Shang) al 220 d.C. (Dinastia Han).

L’allestimento, con suggestivi effetti riflesso, è curato dagli architetti Gaetano Di Gesu e Susanna Ferrini di «n!studio Asia». Ricostruzioni digitali, foto, video dello scavo aiutano il pubblico a comprendere il contesto di rinvenimento dei reperti e lo sviluppo di questa antica civiltà cinese così lontana dalla cultura della Cina ‘classica’.

(Ag)