Arresto De Luca (un impresentabile): moralità della politica, suvvia non scherziamo!

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Ci risiamo. L’arresto del neo deputato regionale Cateno De Luca eletto nelle file dell’Udc, partito della coalizione sostenitore del presidente Nello Musumeci, con 5418 preferenze nella provincia di Messina, ripropone il problema delle liste pulite.  Com’è finito De Luca  nella lista dell’Udc  se la regola della coalizione era quella di avere il casellario penale pulito?        Tutti erano a conoscenza che il deputato per ben 14 volte ha subito – come lo stesso ha confermato– 14 procedimenti penali.   Dunque oltre –è il caso di dirlo–  cinquemila elettori imbecilli hanno sostenuto ” il promotore di una associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000″   .       Anche se l’accusa non costituisce giudicato, certi elementi incontestabili rimangono.   Sono somme elevatissime, l’accusa è grave, infamante soprattutto per un deputato e i dubbi dovevano pur averne gli ingenui elettori.

FATTURE FITTIZIE -La nota dell’Agenzia :le indagini hanno consentito di  individuare “un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori e alla società CAF FE.NA.PI. s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette e indirette”.

Lo schema evasivo emerso prevedeva l’imputazione di costi inesistenti da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi, “individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”.

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Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l.,  alla quale è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Si apprende che la  Procura recentemente aveva  chiesto per lui la condanna a 5 anni di carcere; la sentenza è attesa prima di Natale. De Luca aveva chiesto alla Suprema Corte di trasferire a Reggio Calabria il processo che lo vede imputato ma per i giudici della Suprema Corte il ricorso non è trattabile; il processo resta quindi a Messina.