SUD LIBERTA’ : IL SUD SI STA “DESERTIFICANDO”, I GIOVANI FUGGONO,LASCIANO GLI STUDI, IL RILANCIO DELLA SICILIA AFFIDATO SOLO A POCHI MA NON BASTA

IL  DRAMMA      SICILIANO

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di   Raffaele  Lanza

Sotto i riflettori il dibattito politico-economico: la “Questione meridionale”. Secondo studi di osservatori scientifici (Svimez), il Mezzogiorno per recuperare terreno rispetto al resto del Paese deve essere sostenuto da politiche ad hoc. Altrimenti, si profila un rischio peggiore. ed un ulteriore passo indietro   Non trascuriamo che il Meridione  può pagare anche le incertezze internazionali e il rallentamento del commercio mondiale che potrebbero debilitarne, ulteriormente, la crescita. Non ci sono dubbi: il Sud ha bisogno di investimenti e di interventi strutturali nella propria economia. Per questi motivi, nell’evoluzione del Meridione d’Italia, e in Sicilia in particolare, il ruolo della politica è di straordinaria importanza. Il ruolo spesso evocato nel dibattito di politica economica su efficacia e rilevanza degli investimenti pubblici quale volano dello sviluppo del Paese è, nel Sud, confermato con ogni evidenza”.

 

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In 16 anni, hanno lasciato il Mezzogiorno, un milione e 883mila residenti, la metà giovani. Purtroppo è la Sicilia la regione in cui l’emorragia è più allarmante.Mettiamo nel conto poi anche la Campania e la Calabria che stanno comunque meglio di noi . Secondo il presidente Svimez Adriano Giannola, “con la frenata dell’economia le prospettive per il Sud peggiorano. Per ora tutto tiene, ma i dati che iniziano a circolare sul rallentamento della crescita preoccupano, anche perché il Mezzogiorno continua a portarsi dietro tutte le sue arretratezze”. In buona sostanza, “il recupero che c’è stato negli ultimi due anni rischia di saltare nell’attuale stagione dell’incertezza”. Per lo Svimez, nel 2019, “si rischia un forte rallentamento dell’economia meridionale: la crescita del prodotto sarà pari a +1,2 per cento nel Centro-Nord e +0,7 per cento al Sud”. Secondo Giannola, “il Mezzogiorno non è tutto uguale. Ci sono regioni che hanno fatto meglio,  ma ce ne sono altre, come la Sicilia, che stanno andando particolarmente male”.

La Sicilia – è il pensiero di SUD LIBERTA’- è stata usata nei decenni come un serbatoio di voti , messa volutamente in ginocchio nello sproporzionato rapporto economico con il Nord Italia, per costringere la popolazione a rivolgersi ai referenti politici- onorevoli – e frequentare le segreterie dei deputati per risollevare la famiglia con un favore o un “posticeddu” al Comune o, velatamente, alla Regione in massa o creando apposite categorie clientelari (come alla Protezione civile o in maniera sfacciata al dipartimento ai beni culturali infestato dagli “amici degli amici”)…

A dispetto delle dichiarazioni politiche attuali , lo Svimez dimostra, purtroppo, che il Sud, e la Sicilia in particolare, si stanno “desertificando”. Chi si iscrive all’Università lascia la struttura sia per i costi esosi delle tasse che ricadono sulle spalle dei genitori sia per la difficoltà/impossibilità di trovare lavoro persino con due lauree… I giovani sono senza futuro e fuggono altrove,probabilmente sono più coraggiosi delle precedenti generazioni, partono in Spagna, Australia, Svizzera, Germania ,le micro, piccole e medie imprese accusano la mancanza del sostegno adeguato, la burocrazia eccessivamente pesante e l’assenza di aiuti per l’accesso al credito, le famiglie si sentono abbandonate. Solo il lavoro e la produzione nonchè l’agricoltura possono salvare il Sud e la Sicilia. , per invertire la rotta del tessuto produttivo/occupazionale dell’isola.   Non basta combattere la Mafia e la corruzione come un dipartimento di polizia e magistratura,-osserviamo noi di SUD LIBERTA’ – occorre che l’intera classe politica regionale, collaborando con la Presidenza della Regione Sicilia, instauri un rapporto alla pari con il  governo di Roma per l’interesse generale del Sud . Quando la casa brucia bisogna intervenire tutti insieme.Solo così possiamo far restare nel Sud i nostri figli, salvare le loro idee genuine e riaffermare quell’autonomia che abbiamo nel sangue dalla nascita e che, pochi lassù vogliono ancora riconoscere…