Librino, quel giorno lo scontro a fuoco tra il Clan dei Cursoti Milanesi e dei Cappello

 

CATANIA –

I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito una misura cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di 14 persone indagate, a vario titolo, di concorso in duplice omicidio, sei tentati omicidi e porto e detenzione illegale di armi da fuoco in luogo pubblico.

A tutti la Dda contesta l’aggravante di avere agito per motivi abbietti e avvalendosi delle condizioni previste dall’associazione di tipo mafioso, al fine di agevolare i clan di appartenenza.

Al centro dell’inchiesta la sparatoria dell’8 agosto 2020 quando affiliati e esponenti di vertice dei clan mafiosi dei ‘Cursoti milanesi’ e dei Cappello, su almeno 14 motoveicoli, si sono scontrati nelle strade del rione di Librino. Il bilancio dello scontro armato fu di due morti e di diversi feriti.

“Esito che – sottolinea la Dda della Procura di Catania – poteva essere ben più nefasto se si considera che lo scontro a fuoco si è verificato di sera nel quartiere Librino, caratterizzato da un’elevata densità abitativa e dove i residenti , anche donne e bambini, soprattutto per la calura estiva, sono soliti trattenersi in strada fino a tardi”.

In sostanza, come già era emerso, si è trattato di un vero e proprio scontro armato tra esponenti del clan Cappello e dei Cursoti originato in seguito a distinti episodi avvenuti nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti i fatti, che avevano nutrito e acuito una radicata e storica contrapposizione tra i due clan, sfociata, infine, nella spedizione punitiva organizzata da esponenti di rilievo del clan Cappello nei confronti di Di Stefano Carmelo e del gruppo di soggetti a lui vicini appartenenti al clan dei Cursoti Milanesi.

Emesse  due ordinanze di convalida di fermo e di custodia in carcere nei confronti di Di Stefano Carmelo, considerato l’elemento di spicco  del Clan dei Cursoti Milanesi, e di Sanfilippo Martino Carmelo, altro esponente della  cosca 

La collaborazione di Sanfilippo ha permesso alle forze dell’ordine di risalire gradualmente agli altri elementi coinvolti. L’antefatto della vicenda criminale risale ai contrasti insorti tra Di Stefano Carmelo e Nobile Gaetano e tra Lombardo Salvuccio Junior e Campisi Giorgio.

Proprio le dichiarazioni di Sanfilippo Martino Carmelo, hanno consentito l’identificazione di ulteriori indagati, componenti del gruppo armato dei Cursoti Milanesi, sino a quel momento ancora non individuati, i quali, sottoposti a interrogatorio, di fronte a precise contestazioni, ammettevano la loro presenza sul luogo dei fatti esibendo, alcuni, persino le lesioni riportate a seguito dei colpi d’arma da fuoco ricevuti.

Fondamentali alle indagini, inoltre, si sono rivelati gli accertamenti balistici e medico-legali che riscontravano la veridicità delle dichiarazioni dei collaboratori in ordine alla tipologia delle armi utilizzate e alle specifiche condotte avute da numerosi indagati, fornendo, altresì, elementi decisivi per l’individuazione degli esecutori materiali dei due omicidi.