Crack capitale; arrestate 11 persone e sequestrate numerose dosi di potente droga

 

giovane uomo cocaina dipendenza - droga foto e immagini stock

Archivi-Sud Libertà

 – Roma,
I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, nella costante lotta al traffico delle sostanze stupefacenti, hanno eseguito una serie di controlli nei quartieri centrali e periferici della Città che hanno portato all’arresto, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, di 11 persone gravemente indiziate di essere dedite al traffico di crack, uno stupefacente altamente pericoloso, ricavato tramite processi chimici dalla cocaina, in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica, inoltre è in grado di aumentare gli istinti violenti e alterare il sistema nervoso centrale, portando all’alienazione sociale e a forme di psicosi. 
Nel quartiere Quarticciolo, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste, unitamente ai colleghi della Compagnia Roma Casilina, sono riusciti a scoprire una serie di cessioni di droga, bloccando, in flagranza di reato, 4 uomini tutti senza fissa dimora e con precedenti, e sequestrando 54 dosi tra crack e cocaina e 1.415 euro, ritenuti provento dell’attività illecita. 
Altri due cittadini stranieri, invece, ad esito di un servizio di osservazione in una nota piazza di spaccio, sempre in zona Quarticciolo, sono stati sorpresi mentre prelevavano le dosi da un nascondiglio ricavato all’interno di un’aiuola, ai margini della carreggiata stradale. I Carabinieri hanno recuperato e sequestrato 16 dosi di crack e 320 euro. In manette è finito anche un 25enne egiziano, senza fissa dimora, fermato per un controllo e trovato in possesso di 19 dosi tra crack e cocaina.
I Carabinieri della Stazione di Roma Città Giardino, in via Goffredo Bellonci, hanno intercettato un’utilitaria con a bordo un 32enne di Roma, trovato in possesso di sconcertanti quantità di stupefacente: 18 involucri di crack e 29 di cocaina, mentre i Carabinieri della Stazione di Roma Quirinale hanno arrestato un uomo di 40 anni, che, alla vista dei militari ha tentato di disfarsi di una bustina contenente 15 involucri termosaldati di crack. Nel quartiere Quarticciolo, i Carabinieri di Roma Tor Tre Teste hanno arrestato in flagranza uno straniero colto sul fatto mentre cedeva stupefacenti ad acquirenti che si sono allontananti. Dalla successiva perquisizione sono stati rinvenuti oltre 7,6 grammi di crack, 5,8 grammi di cocaina e 260 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita.
In un altro episodio, i Carabinieri della stazione Roma Centocelle hanno arrestato una 19enne notata mentre gettava degli involucri di stupefacenti alla vista di una pattuglia dei Carabinieri. In seguito a una perquisizione sono stati trovati ulteriori 6 dosi di cocaina e crack. Tutti gli arresti sono stati convalidati.
Si precisa che i procedimenti versano nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

Droga Marsala, 13 kg di stupefacente “marchiati” con immagine di Matteo Messina Denaro e Totò Riina, arrestato 28enne

Veleno, Bottiglia, Medicinale, Vecchio

 Trapani – Marsala 
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Marsala, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno scoperto un vero e proprio deposito all’ingrosso di sostanze stupefacenti che fungeva anche da laboratorio per il taglio ed il confezionamento delle dosi. Da giorni i militari controllavano l’ingresso di un magazzino della periferia marsalese, fino a quando hanno fermato un incensurato del posto, di 28 anni che, dopo aver aperto con le chiavi il deposito aveva fatto ingrasso nello stesso rimanendo per circa un quarto d’ora. Una volta uscito i Carabinieri lo hanno bloccato a bordo della propria autovettura e, a seguito di perquisizione personale, hanno rinvenuto, nella tasca del giovane, un involucro contenente 50 grammi di cocaina pura.
Nel magazzino i Carabinieri si sono trovati dinanzi ad un vero e proprio stock di stupefacenti di vario tipo, tra cui anche panetti di hashish recanti le effigi di Salvatore Riina,  Matteo Messina Denaro e del noto personaggio de il padrino.
I militari hanno complessivamente sequestrato 13 kg di hashish, 700 grammi di cocaina pura e 700 grammi di marijuana contenuta in diversi sacchetti di plastica. Nel magazzino è stata trovata anche una macchina per il confezionamento sottovuoto, due bilancini elettronici e diverso materiale utile per il taglio della sostanza.
In  serata, sono state effettuate altre perquisizioni in abitazioni ed autovetture nella disponibilità del soggetto fermato, rinvenendo appunti e contabilità al vaglio dei Carabinieri.
L’ingente quantitativo di sostanza stupefacente sequestrata avrebbe fruttato al dettaglio ricavi per oltre 200.000 euro. 
Dopo la convalida dell’arresto il GIP ha disposto per l’arrestato la custodia cautelare in carcere.

Eseguita ordinanza cautelare per tentata estorsione Roma – Sequestrati 660 mila euro in contanti, 5 pistole, munizioni, reperti archeologici e 15 orologi di lusso

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Foto G. di Finanza (Meta)

 

 

Coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa abitualmente frequentati, emessa dal G.I.P. del Tribunale Ordinario di Roma.

Il provvedimento è stato adottato all’esito di indagini, delegate dalla Procura capitolina ai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di un soggetto di 59 anni, nato e residente a Portici (NA), per il reato di tentata estorsione.

Il predetto soggetto, già gravato da una condanna definitiva per associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di più reati di truffa e falso, avrebbe posto in essere atti di violenza e minaccia nei confronti del direttore commerciale di un consorzio di Roma a seguito di un investimento di oltre 1,5 milioni di euro in un’operazione immobiliare nella provincia di Messina che prevedeva la costruzione di 5 villette.

A seguito dell’infruttuoso investimento, l’indagato avrebbe richiesto, in più occasioni, alla persona offesa, la restituzione di una somma (7 milioni di euro) di gran lunga superiore a quella investita, con minacce proferite in presenza di altre persone e anche con l’uso di una pistola all’interno di un bar della Capitale.

Contestualmente all’esecuzione della misura, militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli hanno eseguito perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Roma in due abitazioni e in un’autovettura di proprietà dell’indagato, che non risulta aver presentato dichiarazioni dei redditi dal 2006.

Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate 2 pistole semiautomatiche modificate, comprensive di caricatore con cartucce, 3 pistole revolver comprensive di cartucce, di cui una con matricola abrasa e una modificata, e circa 200 munizioni di vario calibro per arma corta. Conseguentemente, l’indagato è stato tratto in arresto (poi convalidato) per detenzione abusiva di armi clandestine e ricettazione e tradotto nel carcere di Poggioreale.

Si è proceduto, altresì, a sequestrare 660.000 euro in contanti, assegni post-datati per 130.000 euro, 3 reperti archeologici, 15 orologi di lusso di note marche e 2 telefoni cellulari.

Sono in corso ulteriori approfondimenti e analisi di tipo balistico sulle armi sequestrate e sulla documentazione di interesse investigativo reperita nel corso delle perquisizioni.

Traffico transnazionale di banconote false.Napoli, otto misure cautelari coercitive personali.

 

Banconote, 20 e 50 euro le più falsificate: come ...

Archivi – Sud Libertà

 Napoli – 
Dopo  un’articolata attività investigativa finalizzata al contrasto del traffico transnazionale di banconote false, i militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria hanno eseguito un’ordinanza dispositiva di misure cautelari coercitive personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di 8 soggetti, tutti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di valuta falsa (artt. 416 e 453 C.P.).
In particolare, è stata data esecuzione: – 1 ordinanza di custodia cautelare in carcere; – 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari; – 2 ordinanze di divieto di dimora nella provincia di Napoli.
La complessa attività investigativa, avviata nel mese di luglio 2018 nell’ambito di una mirata strategia investigativa di contrasto al “Napoli Group”, ha focalizzato i principali collettori distributivi attivati nei marketplace del darknet e social – media, mediante pagamenti in criptovalute.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno consentito di accertare l’operatività di un’associazione per delinquere strutturata per la gestione di una rete distributiva contigua alle più temibili filiere produttive partenopee, con terminali in Italia (province di Gorizia, Firenze, Catania, Salerno) e all’estero (Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Gran Bretagna, Indonesia, Irlanda, Lettonia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna e Ucraina).
L’estensione internazionale delle investigazioni ha visto:  
– il coinvolgimento di numerosi stati europei con collaborazione delle Autorità austriache; – il finanziamento ed il supporto di Europol per il collegamento con le polizie estere interessate.
Le investigazioni, condotte con il supporto del Reparto Tecnologie Informatiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche e con il contributo della neo istituita Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, hanno complessivamente consentito di:  – delineare le dinamiche distributive della valuta falsa, attraverso un vendor attivo sui marketplace dal 2012, il quale, ricorrendo a complessi processi di anonimizzazione telematica, gestiva i pagamenti in criptovalute e le conseguenti forniture effettuate da spedizionieri che inviavano plichi e pacchi postali – celando la valuta falsa all’interno di materiale vario (giocattoli, manufatti in legno, ecc.); – sequestrare:  41 plichi postali all’atto della consegna in Italia e diversi paesi esteri;  banconote false di vario taglio (20, 50 e 100 euro), per complessivi euro 120.000 (centoventimila), nonche’ numerosi “device” utilizzati per le transazioni operate nel darknet e per i trasferimenti di criptovaluta; – arrestare in flagranza 31 soggetti che avevano perfezionato l’acquisto delle banconote false sul dark-web, localizzati in Italia e all’estero;– smantellare in Arzano (Na) una stamperia clandestina digitale per la produzione di banconote false, attrezzata con apparecchiature (stampanti e computer) altamente performanti, i cui produttori sono stati già tratti in arresto in data 1° dicembre 2021, in esecuzione della misura cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli-Nord nell’ambito della medesima operazione;
– deferire in stato di libertà complessivamente 50 indagati.
Contestualmente all’esecuzione delle suddette misure cautelari, i Comandi dell’Arma territorialmente competenti hanno eseguito numerose perquisizioni nei confronti dei terminali della filiera distributiva localizzati nelle province di Udine, Rovigo, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Barletta-Andria-Trani e Catania.
Inoltre, per i terminali localizzati all’estero, nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia sono stati interessate le polizie di Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Lituania.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

 

 

“Operazione Gotha”: la Polizia Postale e la Procura etnea mettono in ginocchio una autentica holding internazionale della pirateria audiovisiva.

 

Immagine   prodotta e fornita dalla Polizia Postale-

Catania,

E’ in corso da ieri in varie  parti del territorio italiano una vasta operazione della Polizia di Stato contro la pirateria audiovisiva, disposta dalla Procura Distrettuale di Catania. In particolare, i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale hanno eseguito ed ancora sono in svolgimento  numerose perquisizioni e sequestri sull’intero territorio nazionale nei confronti degli appartenenti ad una associazione per delinquere di carattere transnazionale.

L’operazione ha fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale, pari a oltre 900.000 utenti con profitti mensili per milioni di euro.   Una autentica  holding internazionale della pirateria audiovisiva da fatturati da milioni di euro. Sono 70, fino ad ora, le persone indagate nell’’ambito dell’operazione Gotha contro lo streaming illegale condotta dalla Polizia postale di Catania. Un’organizzazione criminale con una struttura  verticistica e  un’organigramma delineato. Ognuno aveva un ruolo: capo, vice capo, master, admin, tecnico e reseller.

 

I capi  stavano a Catania, Roma, Salerno e Trapani. Ma anche   all’estero vi erano contatti ,in Inghilterra, Germania e Tunisia. La finalità specifica era di  vendere abbonamenti di di palinsesti live oppure on demand come Sky, Dazn, Mediaset, Amazone prime, Netflix. L’infrastruttura digitale funzionavano con il sistema Iptv illegali con profitti mensili milionari

Le città interessate dalle perquisizioni sono: Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto.    

 

 

  Video Polizia postale – Ag.Ansa  

 

 

Si apprende pure che gli  utenti,  sono almeno 900 mila, rischiano violazioni amministrative.

 I boss del cybercrimine investivano i proventi illeciti in immobili e scommesse on line. Dalle intercettazioni- comunica la Polizia Postale-  emergevano le preoccupazioni. “Virunu va tu t’accatti na machina all’annu virunu ca ci spenni 50 mila euro na machina nova, virunu ca t’accatti scappi di 300 euro… determinate cose non si devono fare…”.

Nel corso delle perquisizioni sequestrati circa 50 mila euro in contanti.Le 70 persone sono indagate a vario titolo per associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo ad un sistema informatico, truffa, ricettazione, spaccio di sostanza stupefacente, omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio.

L’associazione  operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani era il Gotha del mercato nazionale illegale dello streaming, una autentica industria criminale del Web.

 

Palermo, arresti per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio dell’oro rubato

Eseguiti 5 arresti per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio

 

Palermo

Dalle prime ore di questa mattina i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, in collaborazione con il Comando Provinciale di Palermo, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 persone gravemente indiziate dei reati di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, riciclaggio, ricettazione ed estorsione aggravati.

Disposto anche il sequestro di 5 imprese operanti nel settore del commercio dell’oro, nonché di somme di denaro, oro, disponibilità finanziarie, beni mobili registrati, immobili e aziende nella disponibilità di 27 indagati, fino alla concorrenza di circa 5 milioni di euro.

L’attività investigativa – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo – condotta attraverso l’approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette, corroborate da puntuali riscontri e dalle dichiarazioni di taluni collaboratori di giustizia, avrebbe permesso di raccogliere elementi indiziari circa l’esistenza di un meccanismo di riciclaggio di oro che sarebbe stato messo in atto da una società palermitana la quale, sulla base delle direttive impartite dal mandamento mafioso di Porta Nuova a Palermo, avrebbe agito da collettore di grandi quantità di materiale prezioso raccolte nel territorio di riferimento sia da ladri/rapinatori sia dai relativi ricettatori. In definitiva, sarebbe emersa l’esistenza di un sistema illecito che esercitava un capillare controllo sulle attività di riciclaggio e ricettazione dei metalli preziosi di provenienza delittuosa.

Detta società, che sarebbe stata finanziata sul nascere dall’allora reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, nel triennio 2016-2018, ha dichiarato operazioni di cessione di oro per oltre 2,19 tonnellate, per un controvalore di oltre 75 milioni di euro.

In particolare, in base agli elementi raccolti dalle Fiamme Gialle, sarebbe emerso che, in una prima fase, il metallo prezioso – che sarebbe stato acquistato in totale omissione degli obblighi antiriciclaggio, fiscali e di pubblica sicurezza e con la presunta consapevolezza della sua origine delittuosa (furti e/o rapine) – sarebbe stato sottoposto ad un processo di fusione per essere poi ceduto ad altri operatori del settore sotto forma di lingotti/verghe.

Successivamente, al fine di ridurre i rischi e di dare una parvenza di legalità alle grandi quantità di oro movimentato, i medesimi imprenditori si sarebbero serviti di soggetti esercenti l’attività di “compro oro”, rispetto ai quali sarebbero emersi gravi indizi di reato in ordine all’emissione di false fatture di vendita.

Sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni, nei confronti dei soggetti a vario titolo indagati, al fine di reperire ulteriori elementi probatori a supporto delle ipotesi accusatorie formulate.

 

Napoli e Caserta: stop alle attività mafiose, arresti di 6 persone che volevano affermare la propria egemonia

Elicottero, Carabinieri, Decollo
Carabinieri in elicottero

 

Nelle prime ore della mattinata odierna, nelle province di Caserta e Napoli, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone hanno dato esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona, con le aggravanti di aver agito per motivi abbietti, in più persone, avvalendosi dell’uso di armi e di aver agito con metodo mafioso, ponendosi sul territorio di Castel Volturno in contrapposizione con affiliati al clan dei “Casalesi” al fine di affermarne la propria egemonia criminale.

I provvedimenti cautelari costituiscono l’epilogo di una complessa ed intensa attività investigativa condotta, dal settembre del 2021, dalla Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale di Mondragone, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Le investigazioni hanno consentito di documentare come uno dei destinatari del provvedimento, grazie alla disponibilità di una ingente somma di denaro e ad un agguerrito seguito di complici, che venivano cooptati con un vero e proprio rito di affiliazione nel corso del quale veniva consegnato loro un anello quale simbolo del loro vincolo associativo, pianificasse e realizzasse un preciso piano criminale affermando la propria leadership criminale in Castel Volturno.  

Gli episodi criminali contestati vanno dalle rapine alle estorsioni ed ai danneggiamenti a esercizi commerciali del luogo, fino ad arrivare a violenti pestaggi ed atti intimidatori perpetrati anche mediante l’uso di armi. In talune circostanze sono stati altresì esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco e posti in essere sequestri di persona a scopo estorsivo nei confronti di “gestori” di piazze di spaccio, sempre al fine di affermare la propria egemonia su Castel Volturno.

Le perquisizioni eseguite nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, con l’impiego di unità cinofile hanno consentito di rinvenire armi nonché ulteriore materiale a riscontro delle risultanze investigative.

Palermo: quattro arresti per droga e “stecchette” di fumo

Mafie, droga, proibizionismo | Wall Street International Magazine
Arresti a Palermo per droga- Sud Libertà
 Palermo
Nell’ambito degli estesi servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, i militari dei reparti dipendenti hanno effettuato numerosi servizi antidroga conseguendo i seguenti risultati:
a Collesano, i Carabinieri della Stazione hanno tratto in arresto un 50enne che, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, è stato trovato in possesso di circa 350 grammi di marijuana, nonché di attrezzatura atta alla coltivazione della predetta sostanza;
a Partinico, i militari della locale Compagnia hanno rinvenuto quasi 900 grammi di cocaina suddivisa in involucri. La perquisizione domiciliare ha portato all’arresto di due giovani nella disponibilità dei quali si trovava lo stupefacente.
Nel cuore di Palermo sono stati, invece, i Carabinieri della Stazione Centro ad arrestare un 60enne intento a cedere hashish ad un giovane. A suo carico sono state sequestrate 12 “stecchette” di fumo, mentre l’acquirente è stato segnalato alla Prefettura del Capoluogo come assuntore di sostanze stupefacenti.
Gli arresti sono stati convalidati e la droga rinvenuta è stata trasmessa al Laboratorio Analisi del Comando Provinciale di Palermo per le analisi tecniche.

Controlli a Siracusa di 200 militari impegnati in un servizio straordinario di sicurezza

Tribunale di Siracusa

Il Tribunale di Siracusa – (Archivio -Sud Libertà)
 Siracusa – 
Oltre 200 Carabinieri all’alba di oggi hanno circondato un intero quartiere della città di Noto (SR) e stanno setacciando casa dopo casa, alla ricerca di armi detenute illegalmente. A poche ore dall’inizio della vasta operazione, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa, supportati anche da unità cinofile, hanno sequestrato ben 10 pistole, munizionamento di vario calibro, armi bianche e oltre 100.000 euro.
Le perquisizioni sono tutt’ora in corso e sono in atto verifiche con personale della società di fornitura di energia elettrica, volte ad appurare eventuali allacci abusivi.
Al vaglio le posizioni di alcune persone ritenute detentrici di alcune delle armi sequestrate.
L’odierno servizio di controllo straordinario del territorio si inserisce tra le attività intraprese a seguito del ferimento di un 17 enne di Noto ove nessuna collaborazione è pervenuta dai parenti e dai testimoni all’attività di indagine.

Maxi blitz in Sicilia per catturare il superboss Matteo Messina Denaro

Ecco la foto di Matteo Messina Denaro – Primainformazione.net

Maxi blitz in Sicilia per l’impegno di porre fine alla latitanza del boss latitante Matteo Messina Denaro. La Polizia di Trapani con il Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, punta i riflettori sui fiancheggiatori del superboss e sta eseguendo decine di perquisizioni nella Valle del Belice, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.

Tutti i militari sono impegnati in un’imponente operazione in cui sono dispiegati oltre 150 agenti provenienti anche dai Reparti Prevenzione Crimine di Sicilia e Calabria. Coinvolti nell’operazione anche elicotteri del Reparto Volo di Palermo, pattuglie munite di apparecchiature speciali e unità cinofile.

L’attività di polizia giudiziaria è rivolta a persone sospettate di essere fiancheggiatori del latitante, per i trascorsi criminali e per la loro vicinanza o contiguità alle famiglie mafiose trapanesi e agrigentine.          Perquisizioni dapertutto anche nelle  località di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice e Roccamena (Palermo).