Un incontro , un Osservatorio contro la Mafia che colpisce i Giornalisti web minacciati e solitari..

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Foto: Alessandro Galimberti

Giornalisti minacciati in Sicilia: mai soli

Appuntamento ad Augusta domani  sabato 10 marzo con la formazione professionale continua, tema della giornata le minacce ai giornalisti. L’incontro vedrà tra i relatori Francesco Nania, fiduciario Unci Siracusa, Alessandro Galimberti, presidente nazionale Unci; Alberto Cicero, segretario Assostampa Sicilia. Per l’Ordine dei giornalisti di Sicilia sarà presente il segretario Santo Gallo, che porterà il saluto del presidente Giulio Francese e leggerà un suo messaggio.

L’incontro, moderato da Leone Zingales, vice presidente nazionale Unci, affronterà il tema presentando i numeri, i fatti e le attività svolte sul territorio per far fronte ad un fenomeno spesso sottovalutato e diventato quanto mai attuale anche grazie alla facilità di esposizione mediatica del giornalista sul web e sui social. Per l’occasione sarà presentato l’Osservatorio provinciale sui giornalisti minacciati. Spesso capita che i colleghi non abbiano la forza o la volontà di rendere pubbliche le intimidazioni, ma se i giornalisti minacciati rimarranno da soli saranno facili obiettivi mentre l’unione ed il supporto di tutta la categoria rappresentano una risposta decisa che l’Osservatorio intende rendere concreta.

Il presidente Galimberti ha sottolineato l’impegno dell’Unione cronisti: «Da anni l’Unci oltre a far emergere dall’isolamento e dalla solitudine i colleghi minacciati anche nella più lontana periferia, denuncia il lassismo delle classi dirigenti sull’escalation di violenza e di sopraffazione del diritto  di cronaca, e sui colleghi che ne sono portatori. Nonostante i ripetuti interventi del legislatore sui codici e sulla legge penale, anche negli ultimi tempi, nulla è stato fatto per rendere davvero deterrente la reazione dello Stato di fronte alle minacce ai cronisti, tanto che per arginare gli episodi più gravi, e ormai anticamera di altre derive, le procure della Repubblica stanno proponendo interpretazioni estreme di un reato che in realtà è ancora troppo difficile perseguire».