LA MODA DEL PROIETTILE POSTALE : ATTRAZIONE FATALE DELLA “MAFIA” CHE NON CONTA PIU’?

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di     R.Lanza

Sta diventando una moda quella delle buste contenenti proiettili inviate a personaggi scomodi  della realtà sociale comunitaria della Sicilia.

Come faccia la Mafia ad inserire un proiettile all’interno di una busta è un mistero.  Dovrà trattarsi di una busta-carpetta per passare inosservata tra tante mani  e -prima o poi- visti i ritmi crescenti- ci sarà da aspettarsi l’invenzione di i un congegno radiografico come il detector agli ingressi degli uffici giudiziari  . Che dire: la Mafia è davvero questa ‘  ? Quella delle buste?          

Una busta con un proiettile indirizzata al procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone( nella foto ) è stata intercettata al Palazzo di giustizia della città nissena.

Il magistrato è titolare di diverse inchieste delicate come quella sul cosiddetto sul sistema Montante e sulle stragi di Palermo. Sull’episodio apre un’inchiesta la Procura di Catania, competente per territorio.   Un’altra intimidazione nei giorni scorsi era stata rivolta al Presidente della commissione regionale antimafia onClaudio Fava  anche lui singolarmente impegnato in audizioni e, parzialmente sulle problematiche di Montante…

Viene da sorridere: una volta la Mafia per avvertire e intimidire  sparava alle gambe;   poi col tempo essa terrorizzava la famiglia del traditore o di chi doveva piegarsi;  ;infine era divenuta sanguinaria e Corleone era il simbolo che aveva oltrepassato i confini regionali e dove tutti dovevano rispetto.

Oggi la Mafia delle buste fa ridere dunque: regala pubblicità riverenziale ai destinatari, per l’attrazione fatale       che la modalità riveste , accresce la burocrazia giudiziaria e crea pure  un clima ostile affibbiando alla Regione Sicilia una etichetta di “Mafia” che in questo periodo è davvero sotto i tacchi , fa sapere, suo malgrado, che non conta più e -Clan o on Clan – inevitabilmente non fa più paura a nessuno.