Fermato cittadino egiziano scafista, aveva esposto i migranti a grave pericolo di vita

Ecco cosa si nasconde dietro la foto simbolo della crisi dei migranti -  ilGiornale.it

Agrigento,

Un provvedimento di fermo di un egiziano autore di reati in materia di immigrazione clandestina è stato disposto dalla Procura di Agrigento e firmato dai pm Gloria Andreoli e Paola Vetro. Il fermato sarebbe il presunto scafista dell’imbarcazione che il 25 gennaio scorso ha trasportato nel territorio italiano 287 cittadini extracomunitari irregolari, prevalentemente di origine bengalese, conducendoli dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane. La traversata, effettuata a bordo di un sovraffollato barcone di circa 16 metri aveva esposto i migranti a grave pericolo di vita, tant’è che sette bengalesi, a causa delle disumane condizioni di viaggio, avevano perso la vita per ipotermia.
Le indagini sono coordinate  da Luigi Patronaggio, che ritenendo assolutamente concreto  il quadro indiziario raccolto attraverso le testimonianze dei migranti superstiti, ha emesso il provvedimento di fermo nei confronti dell’indagato, un 38enne nei cui confronti era stata già emessa una condanna definitiva, per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, commesso nel settembre del 2011 a Pozzallo.

La tragedia di Licata forse legata a ragioni di eredità familiare (terreni)

strage di Licata, Sicilia, Cronaca
Indagini dei Carabinieri sulla tragedia di Licata – Sud Libertà

 

 

La strage di Licata ha cancellato una intera famiglia . Si tratta di una intera famiglia  oltre all’uomo pluriomicida suicida dopo aver compiuto la strage. La tragedia si è verificata in via Riesi, alla periferia cittadina.     Si sta indagando sulle motivazioni della tragedia . Sul luogo i militari del Comando Provinciale di Agrigento e i quelli della Compagnia di Licata.

Forse ragioni legate a motivi economici o  ad una eredità, quelle che sarebbero alla base della strage di stamattina alla periferia di Licata. L’uomo, il 48enne Angelo Tardino – che ha sterminato anche i due nipotini di 11 e 15 anni – già all’alba si sarebbe recato nella casa di campagna del fratello, in contrada Safarello. Qui-informano- si troverebbero i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.

Tra i due, a quel punto si sarebbe accesa una discussione violenta, dalla quale è scaturita la furia omicida dell’uomo….La diatriba sembrerebbe nata per ragioni di interesse legate alla suddivisione di alcuni terreni dove la famiglia coltivava carciofi

L’uomo che avrebbe estratto la pistola ed esploso i colpi di pistola all’indirizzo dei suoi familiari è Angelo Tardino, 48 anni: le vittime sono suo fratello Diego Tardino, la cognata Alexandra Ballacchino e suoi due nipoti Alessia Tardino, 15 anni,e Vincenzo Tardino, 11 anni. Dopo aver assassinato i familiari, Tardino ha tentato la fuga ma deve aver fatto una seria e tempestiva riflessione c he la sua vita era sostanzialmente già finita e ha tentato il suicidio  nella sua vettura.

 Sul luogo della strage la Pm Dr Paola Vetro che indaga sul caso . Gli inquirenti  informano pure  che  l’uomo si è sparato proprio mentre era al telefono con i Carabinieri  della compagni di Licata,  che erano ormai sulle sue tracce dopo la segnalazione della moglie . All’improvviso uno sparo mentre l’uomo un attimo prima conversava con i militari,l’intuizione che il fuggitivo  ci aveva ripensato decidendo  di porre fine alla sua esistenza.  Anche se in condizioni gravissime che non lasciano speranza, l’uomo è stato trasportato in ospedale ..

Forse ragioni legate ad una eredità, quelle che sarebbero alla base della strage di stamattina alla periferia di Licata. L’uomo, il 48enne Angelo Tardino – che ha sterminato un’intera famiglia, compresi i due nipotini di 11 e 15 anni – già all’alba si sarebbe recato nella casa di campagna del fratello, in contrada Safarello. La stessa zona nella quale si troverebbero i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.

Tra i due, a quel punto si sarebbe accesa una discussione violenta, dalla quale è scaturita la furia omicida dell’uomo che, dopo aver assassinato fratello, cognata e bambini, è salito in auto per darsi alla fuga. Solo successivamente, appena rintracciato dai carabinieri, Tardino avrebbe deciso di spararsi con la stessa arma del delitto.

Odissea senza fine – e polemiche all’infinito – sulla vicenda della “Diciotti”

IL  VIDEO  DELLE  POLEMICHE :    SALVINI ATTACCA IL PROCURATORE PATRONAGGIO DI AGRIGENTO             FORSE I MAGISTRATI PENSANO ALL’ARRESTO DEL MINISTRO ?

E’ un’odissea la vicenda della nave della guardia costiera italiana “Diciotti” Dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, qualcosa si è mosso. I 29 minori della nave Diciotti già sono sbarcati a Catania con il consenso dello stesso ministro.

Salvini, ricorderemo, ieri , ha replicato al presidente della Camera, Fico, che chiedeva di sfar sbarcare tutte l persone a bordo della nave italiana.. “Tu – disse Salvini- – fai il presidente della Camera, io il ministro dell’Interno di un governo che ha un programma ben preciso”.

Sulla possibilità di essere indagato/processato , il titolare del Viminale afferma: “La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona. Sono qua, non sono ignoto. Mi chiamo Matteo Salvini, attualmente senatore e ministro dell’Interno con il mandato preciso di difendere i confini di questo paese, di occuparsi della sicurezza. Se bloccare navi – osserva – mi comporta accuse e processi, io ci sono“. “Sono stufo – aggiunge – di vedere in giro per le nostre città decine di migliaia di finti profughi che non fanno niente dalla mattina alla sera e che costano agli italiani 5 miliardi di euro”. “Basta con il traffico di esseri umani, con il business dell’immigrazione clandestina”..I 29 minori possono scendere………

La Questura di Catania-dopo le dichiarazioni video di Salvini,  ha provveduto così all”accoglienza e lo sbarco dei minori.   Resta la sfida di Salvini al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che finora non si è mosso-probabilmente- per carenza di atti formali scritti da parte del ministro dell’Interno – e  sta sempre valutando l’ipotesi di sequestro di persona  e l’ipotesi pure di privazione della libertà personale … E’ una situazione di potenziale illegittimità che il Procuratore di Agrigento ha sotto gli occhi…   .Non trascuriamo poi che il ministro Salvini snobba il Procuratore agrigentino perchè il divieto di sbarco è motivato ufficialmente per una rituale ispezione sanitaria.  Uno stratagemma che consente a Salvini di dormire finora sonni tranquilli e ai magistrati di entrare in conflitto tra di loro per la competenza territoriale.  Procuratore di Agrigento o di Catania?   Il magistrato agrigentino è salito a Catania sulla nave Diciotti. Forse era di competenza del Procuratore di Catania, Zuccaro?   Certamente quest’ultimo non avrà espresso simpatie per l’iniziativa del collega Patronaggio.

Inchieste dapertutto ormai in Italia.  Anche la Dda di Palermo– si apprende -ha avviato un’indagine per associazione a delinquere finalizzata al traffico di essere umani. Al centro degli accertamenti dei Pm del capoluogo siciliano le testimonianze dei 13 migranti, che nei giorni scorsi sono stati evacuati per motivi sanitari dalla Diciotti prima che la nave Diciotti facesse rotta verso le coste siciliane.

Ospedale S.Giovanni Di Dio: la Procura di Agrigento apre una inchiesta per il decesso di una paziente con colica renale

A seguito di  un intervento di drenaggio una paziente, M.B. di 63 anni, originaria di Palma di Montechiaro ad Agrigento,è morta con dolori all’addome.. I familiari hanno presentato una denuncia  e la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti. La Procura ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia sulla salma, che sarà effettuata domani mattina a partire dalle 9 all’obitorio dell’ospedale San Giovanni Di Dio. Sono atti dovuti ma si cerca di ricostruire la vicenda che fino adesso sembra poco chiara

Secondo una ricostruzione dei fatti fornita dai legali dei familiari, la signora lunedì scorso, intorno alle 5.30 del mattino, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento dal genero e dalla figlia con algie addominali e conati di vomito.

I medici comunicano alla paziente e ai familiari che i dolori sono tipici d una colica renale, e la signora si doveva ricoverare nel reparto di Urologia. E qui, in tarda mattinata,dopo che alla signora era stato inserito nello stomaco un tubo di drenaggio,la 63 perde conoscenza e non dà segni di vita-Viene  trasferita in Sala  Rianimazione, l’indomani viene sottoposta a un intervento chirurgico per l’asportazione di un rene per fermare  un’emorragia in corso. Ma in serata la donna non resiste e viene accertato dai sanitari il decesso.